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APPRENDIMENTO:
Vi sono due approcci alternativi:
• Apprendimento cognitivo = si presuppone che si possano studiare i processi cognitivi che
effettuano le persone, il modo in cui esse apprendono. Vengono apprese nuove conoscenze
che vengono integrate con quelle già esistenti. È composto da tre step: accumulazione delle
informazioni, modificazione delle informazioni e ristrutturazione. Si indagano non solo i
risultati del processo cognitivo, ma anche tutti i suoi procedimenti intermedi.
• Apprendimento comportamentale = Si studia come un input provochi un determinato
comportamento. Si studia come una variazione di X influenza Y, senza tenere conto di tutti
gli step intermedi.
Si divide in:
o apprendimento associazionistico (classical conditioning), secondo cui si apprende
per associazioni.
Basato sullo studio di Ivan Pavlov (1928), consiste nell’associare due concetti tra di
loro a seguito di un’esposizione a paired stimuli. Ad esempio, un brand
ripetutamente pubblicizzato insieme ad una determinata musica può essere
associato alle emozioni positive suscitate da quest’ultima. Altro esempio è l’impiego
dei testimonial negli annunci pubblicitari.
o apprendimento strumentale (operant conditioning).
Basato sugli studi di Skinner (1938), consiste nella ripetizione di uno specifico
comportamento come conseguenza del risultato di quello stesso comportamento. In
particolare, l’apprendimento può essere incoraggiato o scoraggiato.
Vi sono 4 tipi di strumenti che possono essere utilizzati a tale scopo:
▪ rinforzamenti positivi = si premia il comportamento da incoraggiare. Più il
premio è elargito subito dopo il comportamento da incoraggiare, più è
probabile che tale comportamento sia ripetuto. 7
▪ rinforzamenti negativi = si incoraggia un comportamento rimuovendo gli
ostacoli che impediscono di assumerlo.
▪ estinzione = si fa cessare il comportamento rendendolo impossibile (es. non
si rende più disponibile un brand per allontanare gli acquirenti di quel brand)
▪ punizione = si fa seguire un risultato negativo ad un comportamento da
scoraggiare.
ATTEGGIAMENTO:
L’atteggiamento è un’organizzazione stabile di elementi motivazionali, percettivi, cognitive, affettivi
riferiti ad un certo oggetto target. Più nello specifico, un atteggiamento si riferisce alla
predisposizione di rispondere ad uno stimolo con in un modo prevedibile. L’atteggiamento è la
combinazione di ciò che porta al comportamento. L’atteggiamento anticipa il comportamento.
L’atteggiamento può essere verso: oggetti fisici, persone, azioni, messaggi promozionali.
L’atteggiamento è composto da tre componenti che convergono verso la valutazione di sintesi:
• cognitiva, composta dalle credenze della persona e dalle sue conoscenze riguardo ad una
questione o ad un oggetto
• affettiva, composta dalle sensazioni e dalle emozioni riguardo ad una questione o ad un
oggetto
• comportamentale, consistente in come gli individui rispondono a determinate situazioni
sulla base di quello che conoscono e provano su di esso.
Vi possono essere vari modelli alternative di atteggiamento
(con tre diverse gerarchie degli effetti):
•
Credenze emozioni comportamento =
atteggiamento basato sul processo cognitivo delle
informazioni
•
Credenze comportamento emozioni =
atteggiamento basato sull’apprendimento
comportamentale
•
Emozioni comportamento credenze=
atteggiamento basato sul consumo edonistico.
Gli atteggiamenti hanno varie funzioni (Katz, 1960):
• Strumentale/utilitaristico = tale funzione è legata al concetto di premio e punizione. Si
sviluppano determinati atteggiamenti verso dei prodotti sulla base di essi che provocano
piacere o dispiacere
• Ego-defensive = atteggiamento che consiste nella difesa del ruolo della persona (es.
casalinghe che non comprano il caffè solubile)
• Value-sxpressive = atteggiamento che comunica i valori dell’individuo e il suo self-concept 8
• Conoscenza = atteggiamento che è il risultato di un’organizzazione delle conoscenze e della
loro sintesi.
Il modello di Fishbein è un sistema di misurazione dell’atteggiamento. L’atteggiamento è una media
ponderata delle convinzioni per la loro importanza (sia fa una sorta di scala Likert).
n
Ao = Σ b e
i=1 i i
Dove Ao = l’atteggiamento verso l’oggetto, bi = l’intensità della convinzione che l’oggetto abbia
l’attributo i, ei = importanza dell’attributo i, i = numero delle convinzioni salienti riguardo l’oggetto.
L’atteggiamento non basta a prevedere i comportamenti, infatti solitamente vi è una bassa
correlazione tra di essi.
Il modello di Fishbein è stato esteso per comprendere la capacità di prevedere I comportamenti a
partire dagli atteggiamenti. Vi sono al riguardo due teorie:
• Teoria dell’azione ragionata = misura l’atteggiamento nei confronti di un comportamento,
piuttosto che di un oggetto. Introduce la variabile delle norme soggettive, cioè quanto è
importante formare un atteggiamento in funzione dei altri, ovvero quanto gli altri
influenzano le scelte dell’individuo.
• Teoria del comportamento pianificato = I famigliari o il partner hanno una grande influenza
sulle decisioni, come anche la conoscenza strumentale o esperenziale del prodotto. La teoria
del comportamento pianificato è un’estensione della teoria dell’azione ragionata. Viene
introdotto il controllo percepito che consiste nella facilità o difficoltà ad assumere un
comportamento e riflette l’esperienza passata. Questa teoria consente di prevedere i
comportamenti sulla base dell’intenzione di assumere quelli stessi comportamenti.
L’intenzione del comportamento è divisa in tre parti: atteggiamento, norma soggettiva e
controllo percepito. L’atteggiamento viene previsto dalle convinzioni riguardo il
comportamento pesate con la stima soggettiva della probabilità per cui quel dato
comportamento avrà come risultato l’esito dato. La norma soggettiva è predittiva delle
convinzioni di quanto sia rilevante l’opinione altrui. Il controllo percepito consiste nella
convinzione di avere il controllo che può aiutare l’individuo ad assumere tale
comportamento. 9
CAP. 4 CONSUMER RESPONSE TO MARKETING ACTIONS: 3 – ACTION, POST-PURCHASE DISSONANCE,
CONSUMER INVOLVEMENT
La teoria della scelta nasce secondo le logiche microeconomiche del behavioural decision theory.
Secondo questa teoria il consumatore è massimizzante e razionale. Ma in realtà il consumatore non
è optimizer ma satisfier.
Gli individui non valutano in maniera assoluta, ma relativa ad un punto standard a cui si riferiscono.
Quando si valuta una certa alternativa, lo si fa rispetto ad un reference point.
Le persone avverse al rischio applicano alle perdite un peso superiore ai guadagni. Ciò ha effetto
sulla comunicazione delle informazioni, perché le persone rispondono in maniera diversa ad uno
stesso messaggio. L’avversione al rischio, infatti, è diversa a seconda delle situazioni, del framework
presentato.
Quando si hanno due alternative, gli individui si equidistribuiscono. Se ci sono tre alternative, invece,
la maggior parte degli individui sceglie quella centrale. Esiste, pertanto, un bias che varia a seconda
del contesto di scelta.
L’acquisto di impulso è una voglia improvvisa potente e persistente di acquistare un prodotto
immediatamente senza riguardo alle conseguenze che potrebbero scaturire da tale acquisto. È un
tipo di azione straordinario ed eccitante, coinvolgente dal punto di vista emotivo piuttosto che
razionale e pertanto è percepita come un’azione negativa. E’ associato prevalentemente all’acquisto
di beni a basso coinvolgimento, ma può riguardare anche quelli ad alto coinvolgimento.
Esistono 4 tipi di acquisto di impulso:
• Accelerator impulse = consiste nell’acquistare prodotti che potrebbero essere utilizzati in
futuro
• Compensatory impulse = consiste nell’acquisto guidato da un senso di bassa stima di sé.
L’acquisto diventa un premio per sé stessi.
• Breakthrough impulse = acquisto effettuato per risolvere un conflitto emotivo
• Blind impulse = acquisto effettuato senza un apparente bisogno o motivo.
Secondo uno studio più recente esistono altri 4 tipi di acquisto di impulso:
• Acquisto di impulso puro = quando il consumatore rompe le sue abitudini di acquisto
• Reminder impulse buying = quando il consumatore acquista un prodotto ricordandosi di
averne bisogno
• Suggestion impulse buying = quando il consumatore effettua una valutazione frettolosa
senza una conoscenza a priori del prodotto
• Acquisto di impulso pianificato = quando il consumatore ha in programma di acquistare
qualcosa, ma non ha definito cosa.
L’acquisto di impulso può essere considerato come un’azione che consente ai consumatori di
rinforzare la loro self-identity. L’acquisto di impulso può essere incoraggiato attraverso la riduzione
del livello di ansia, creando un ambiente attraente ecc. 10
La soddisfazione è un sentimento simile ad un atteggiamento di un consumatore nei confronti di un
prodotto o servizio in seguito al suo utilizzo. Consiste nella piena soddisfazione delle aspettative. La
soddisfazione influenza gli acquisti futuri e il WOM che può essere positive o negative.
Gli antecedenti della customer satisfaction sono:
• Discorfirmation paradigm = La disconfirmation è la differenza tra le aspettative che il
consumatore ha nella fase di pre-acquisto (le convinzioni sulla performance) e le valutazioni
post-acquisto (come è stata l’effettiva performance del prodotto.
o Disconfirmation positive, quando le effettive performance eccedono le aspettative
il consumatore è soddisfatto
o Disconfirmation negativa, quando le effettive performance tradiscono le aspettative
il consumatore è insoddisfatto
• Attribuition theory = anche questa teoria spiega il motivo per cui un consumatore può
sentirsi soddisfatto o insoddisfatto. Consiste nella volontà del consumatore di capire perché
si verificano determinati risultati in seguito all’utilizzo del prodotto (soprattutto nel caso In
cui questi risultati siano negativi). Ha tre dimensioni:
o Focus = capire se il non funzionamento del prodotto è dovuto da un errore del
consumatore o da un prodotto di bassa qualità
o Controllabilità = capire se il consumatore ha il controllo sul risultato o se questo
dipende da fattori esterni
o Stabilità = capire se l