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DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA
Il presidente del Consiglio Europeo presiede i lavori del Consiglio Europeo, che è uno degli organi
principali dell’Unione Europea. Le istituzioni europee, per la maggior parte, hanno sede a
Bruxelles, grazie alla sua posizione centrale nel continente. Il Parlamento Europeo è un’istituzione
itinerante, poiché il parlamento in seduta plenaria si riunisce a Strasburgo, ma il lavoro delle
commissioni (spesso preponderante) avviene a Bruxelles; ha anche una sede a Lussemburgo. (Le
istituzioni europee sono analizzate singolarmente in seguito)
L’Unione Europea è nata come un’istituzione per garantire la pace e facilitare lo sviluppo
economico, mentre i problemi della politica e della difesa sono stati affrontati successivamente.
Ogni cittadino europeo ha 4 libertà fondamentali:
- libertà di circolazione delle merci
- libertà di circolazione delle persone
- libertà di circolazione dei servizi
- libertà di circolazione dei capitali; per questa particolare tipologia di libertà, deve essere
esercitato un controllo per assicurarsi che vengano pagate le tasse per i soldi investiti,
attraverso un sistema che permetta di evitare la doppia imposizione fiscale.
A queste libertà vanno aggiunte le politiche di concorrenza, che devono essere rispettate per
favorire la costruzione del mercato unico. Il controllo della concorrenza ha due fini: da una parte,
tutelare il consumatore (poter comprare il miglior prodotto al miglior prezzo) ed evitare che le
imprese organizzino dei cartelli.
Fasi storiche di unificazione nel continente europeo:
Impero Romano
• Sacro Romano Impero di Carlo Magno, che aveva già unificato i sei Paesi che fondarono la
• comunità economia europea
Rinascimento
• Illuminismo, che mette al centro, per la prima volta, la figura dell’uomo
• Romanticismo/Risorgimento, che invece sottolinea l’indipendenza degli Stati fino a un
• esasperato nazionalismo
Dopo la seconda guerra mondiale, Winston Churchill fece un discorso molto importante in cui disse
che dal 1700 in Europa c’erano state fin troppe guerre, soprattutto tra Francia e Germania, e per
evitare che questo capitasse ancora era necessario istituire un’organizzazione che favorisse l’unione
economica di questi Paesi. Il discorso venne ripreso da alcuni politici francesi e tedeschi, firmando
nel 1951 il trattato che diede vita alla CECA, a cui aderì anche l’Italia tramite la figura di Alcide de
Gasperi, che in un discorso sottolineò la necessità di agganciarsi all’Europa. La CECA prevedeva la
formazione di un mercato unico del carbone e dell’acciaio.
Nel 1951 l’Inghilterra non partecipò alla creazione della CECA perché, anche se non era più un
impero, esisteva il Commonwealth di cui facevano parte più di 40 stati. Nel 1952, gli stessi Stati
che hanno sottoscritto la CECA firmarono l’accordo che diede vita alla CED, Comunità Europea di
Difesa, che però naufragò due anni dopo dal momento che il Parlamento francese non ne ratificò il
trattato. Tra il 1954 e il ’55, si pensa di allargare la cooperazione tra gli stati aderenti alla CECA ad
altri settori come quello nucleare (Euratom) e allo sviluppo di un mercato comune in tutti i settori
affinchè gli stati avessero economie più legate. Dalla Conferenza di Messina del 1955 si passa alla
firma del Trattato di Roma nel 1957, che determinò la creazione due anni dopo della Comunità
Economica Europea (CEE).
Oggi, quando si parla di Europa, si parla di un ordinamento giuridico, che si basa su 2 trattati:
- Trattato sull’Unione Europea (TUE)
- Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) 1
Panoramica dei trattati che si sono susseguiti nella storia:
- CECA, trattato sul carbone e sull’acciaio, che nasce nel 1952 e dura per 50 anni. Nel 2002 poi
confluisce nell’Unione Europea. Per far passare l’adesione italiana alla CECA, il governo De
Gasperi ha una maggioranza risicata in parlamento, poiché erano contrari l’estrema destra, il
partito comunista, il partito socialista e parte dei cattolici. Viene utilizzato un escamotage,
ovvero l’articolo 11 della Costituzione, che era stato così formulato per fare entrare l’Italia
nelle Nazioni Unite, dal momento che l’articolo 11 prevede l’adesione a organizzazioni
internazionali che avessero l’obiettivo di mantenere la pace tra i popoli. Con la riformulazione
dell’articolo 117 della Costituzione, all’inizio degli anni 2000, si dà una maggiore protezione
all’UE delineando le sue materie di competenza.
- CED, che non è mai entrata in vigore.
- CEEA (Euratom) e CEE, che è uno dei trattati più importanti, poiché in questo è espressa
l’idea di un controllore centrale e con esso si aboliscono i confini interni, dal punto di vista
economico, per creare un mercato interno unico. La CEE, nata nel 1957, entra in vigore il
primo gennaio 1958 e questo trattato prevedeva un periodo transitorio di 12 anni (fino alla fine
del 1969) per creare il mercato comune.
- Nel 1965, si scrive un trattato sulla fusione degli esecutivi, per unire gli organi delle tre
comunità allora esistenti. Nasce un’unica assemblea parlamentare.
- Nel 1986 a Milano viene firmato l’Atto Unico Europeo, per cui per la prima volta si vota a
maggioranza. L’AUE si chiama così perché metteva insieme due bozze, una di tema
economico e una di tema politico/sociale/civile. Con questo trattato ci si accorge che il mercato
comune non è stato effettivamente creato nei 12 anni previsti e si cerca di dare una spinta alla
sua formazione tramite circa 300 direttive che dovevano essere messe in atto entro la fine del
’92.
- Nel 1992 viene firmato il trattato di Maastricht, nel quale compare per la prima volta il termine
Unione Europea, e la Comunità Economica Europea diventa semplicemente Comunità
Europea, affinché le persone non vengono viste solo come consumatori ma come cittadini.
Sono previste alcune attività comuni di politica estera, interna, di difesa e di sicurezza,
soprattutto per prendere misure comuni contro la malavita che avrebbe approfittato del
mercato comune.
- Nel 1997 si ha il trattato di Amsterdam che non ha una rilevanza particolare.
- Il Trattato di Nizza del 2001 è il trattato con cui si approva la Carta dei Diritti dell’Uomo. Nel
2007 questa carta assume un valore cogente per tutti i Paesi che ne fanno parte.
- Negli anni 2000 vi è da registrare il tentativo di creare una Costituzione europea, anche per
dare delle regole precise a quei paesi dell’ex blocco sovietico che si apprestavano a entrare
nell’UE. Il tentativo fallisce, dopo la firma a Roma, perché i referendum per la ratifica in
Olanda e in Francia non ratificano questo trattato.
- In tempo di sei mesi, si ripresero i punti fondamentali della Costituzione e venne firmato il
Trattato di Lisbona, che contiene il TUE e il TFUE e che è entrato in vigore il primo dicembre
2009. Scompare la distinzione tra UE e CE.
Adesione dei Paesi all’UE
Inizialmente l’Inghilterra non viene fatta entrare, soprattutto per volontà di De Gaulle, nell’Unione
Europea perché aveva interessi contrastanti con il Commonwealth.
Nel 1973 entrano nell’UE Inghilterra, Irlanda e Danimarca.
Dopo essersi liberate dei regimi dittatoriali, entrano Spagna, Portogallo (1986) e Grecia (1981).
Nel 1994 entrano Austria, che venne liberata dall’occupazione sovietica solo nel 1956, Finlandia e
Svezia (la Norvegia tenta di entrare per una seconda volta per proposta, ma un referendum popolare
boccia la proposta di origine governativa). 2
Dopo il 1994 si pone il problema dei Paesi ex sovietici, che una volta liberatisi dell’URSS scrivono
e approvano delle nuove costituzioni che siano adatte agli standard europei. Nel 2004 così entrano
10 nuovi Paesi, ovvero Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro
(eccetto il terzo del territorio turco-cipriota) e le tre Repubbliche baltiche. Nel 2004 Romania e
Bulgaria erano troppo indietro per riuscire a entrare, anche se la Romania è la terza potenza agricola
dopo Francia e Italia. Questi due Paesi sono entrati nel 2007.
L’ultima nazione a essere entrata è stata la Croazia nel 2013.
Se la Scozia avesse votato il sì all’indipendenza, durante il referendum del settembre 2014, la
comunità internazionale avrebbe continuato a riconoscere il Regno Unito e la Scozia sarebbe
rimasta fuori dall’UE, e per entrarvi avrebbe dovuto fare espressa richiesta, con una susseguente
trattativa che si sarebbe protratta per un certo periodo.
La Catalogna avrebbe le stesse problematiche se andasse a votare, anche se la Costituzione
spagnola vieta espressamente questo tipo di referendum, così come quella italiana.
Negli ultimi anni, si sta fermando il processo di trattativa per l’adesione di nuovi Paesi. L’Islanda,
dopo la crisi finanziaria e bancaria, ha mostrato interesse ad aderire, anche se è scemato negli ultimi
anni, e non ci sarebbero problemi dal punto di vista economico. Per poter entrare, un Paese deve
ottenere lo status di Paese membro e si devono avere alcuni requisiti, primi tra tutti una base
democratica e una economia stabile e abbastanza forte. Si possono identificare tre aree che
potrebbero costituire nuove adesioni all’UE:
- Da decenni si parla dell’entrata della Turchia, che ha avuto una testa europea dall’inizio del
secolo scorso con Ataturk, dopo un breve periodo di dittatura dei Giovani Turchi che furono
responsabili dell’eccidio armeno. Una soluzione per la Turchia può essere quella di un accordo
di associazione, che vale tutt’oggi per Islanda, Liechtenstein e Norvegia, che per esempio deve
rispettare le 4 libertà di circolazione, dovendo così seguire alcune regole europee senza
prendere parte al processo decisionale.
- Altri Paesi che possono aspirare allo status di membro sono i Paesi balcanici. Dopo l’entrata di
Slovenia e Croazia, un possibile e plausibile candidato è la Serbia, per cui esistono forti
interessi europei al suo ingresso, mentre altri Paesi balcanici, come la Bosnia, sono economie
più deboli. Il problema della Macedonia sta proprio nel nome, oltre alla povertà, poiché esiste
anche una regione greca con questo nome e la Grecia porrebbe il veto sull’ingresso di uno
stato che porta quel nome. Il Paese che potrebbe dare meno problemi è l’Albania.
- Il terzo punto, piuttosto dolente, soprattutto in seguito agli eventi dell’estate 2014, è quello che
riguarda i Paesi dell’Europa Orientale che confinano con la Russia e che sono permeati in una
buona parte della popolazione dall