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Il sistema delle fonti nella Costituzione italiana

FONTI SUPER-PRIMARIE

  • Principi fondamentali della Costituzione (Artt. 1-12 Cost)
  • Fonti europee (Art. 117, comma 1, Cost.)
  • Costituzione
  • Leggi costituzionali e di revisione costituzionale
  • Statuti regionali speciali (art. 138 Cost.)
  • Statuti regionali ordinari (art. 116 Cost.)

NORME INTERPOSTE

  • Leggi di delegazione (Art. 76 Cost.)
  • Leggi cornice (Art. 123 Cost.)
  • Leggi regionali
  • Regolamenti parlamentari (art. 64 Cost.)
  • Regolamenti organi costituzionali (arg. art. 64 Cost.)
  • Regolamenti enti locali (art. 117, comma 6, ultimo periodo Cost.)

FONTI PRIMARIE

  • Leggi legislative
  • Leggi non legislative
  • Decreto legislativo (D.Lgs.)
  • Decreto legge (D.L.)
  • Referendum abrogativo
  • Leggi regionali

FONTI SUB-PRIMARIE

  • Statuti enti locali (art. 6 D.Lgs. 267/2000 TUEL)

FONTI SECONDARIE (Potestà regolamentare)

  • Stato
  • Regioni
  • Enti locali (Comuni, Province, Città Metropolitane)
  • Atti governativi (Art. 87 Cost.)
  • Atti ministeriali
  • Atti interministeriali

117, comma 6, primo periodo Cost. - Art. 17 L. 400/1988) (Art. 117, comma 6, (art. 7 D.Lgs. 267/2000 TUEL) secondo periodo Cost.)

FONTI TERZIARIE

Consuetudini (artt. 8 e 9 Preleggi)

Cos'è una fonte?

Sappiamo che il linguaggio giuridico disciplina fenomeni della natura e umani: le fonti sono le sorgenti da cui sgorga l'acqua, elemento essenziale per la vita, che senza di essa non esisterebbe.

Dalle fonti che disciplinano i rapporti umani non sgorga l'acqua, ma il diritto. 190

Nel linguaggio giuridico le fonti indicano gli strumenti di produzione del diritto.

La definizione tradizionale è la seguente: dicasi fonte del diritto l'atto o il fatto abilitato dall'ordinamento giuridico a produrre norme giuridiche cioè innovare all'ordinamento giuridico stesso. E' una definizione almeno in parte ricorsiva, cioè circolare: è l'ordinamento giuridico a indicare i modi in cui si forma e si rinnova l'ordinamento.

giuridico. Le fonti, definite come fonti del diritto, hanno due caratteristiche che le distinguono dagli atti a cui esse fanno applicazione: la generalità e l'astrattezza. La generalità significa che la fonte disciplina una serie indeterminata di casi e di rapporti. L'astrattezza significa che la disciplina di quei casi e rapporti è una disciplina riferita a ipotesi. Alla fonte si contrappongono e si distinguono gli atti applicativi di essa, che sono i cosiddetti provvedimenti. Essi sono specifici e concreti. Specifici perché non si riferiscono ad ipotesi, ma a casi determinati; traducono quella generalità a un caso specifico realmente verificatosi in concreto. Concreti perché non si riferiscono a casi indeterminati, ma traducono in casi concreti la fonte. La seconda distinzione opportuna da fare è quella che riguarda la fonte di produzione e la fonte di conoscenza. Qualunque delle voci dello schema è allo stesso tempo una fonte di produzione e una fonte di conoscenza.fonte di produzione e fonte di cognizione, ma per poter spiegare perché bisognerebbe precisare e quindi possiamo dire che lo schema riguarda solo fonti di produzione, ma specificando possiamo dire che dentro vi sono anche fonti di cognizione. Leggiamo la legge formale nello schema, sotto di essa vi sono alcuni articoli, artt.70-74 Cost. La legge formale è una fonte di produzione: è il procedimento costitutivo della fonte, cioè l'insieme degli atti necessari per integrare la fonte. Costituisce il procedimento costitutivo della fonte, cioè il procedimento che secondo la costituzione si deve svolgere per arrivare alla legge formale. La fonte di produzione è la fonte vista nel suo versante procedimentale. Poi posso leggere un decreto legislativo o una legge e leggendo il loro nome non mi riferisco al procedimento costitutivo di tale legge, ma al suo contenuto e alla sua cognizione e quindi alla fonte come fonte di cognizione, ossia comefonte che inserisce nell'ordinamento una serie di articoli di disciplina, il risultato di quel procedimento, uno strumento di conoscenza delle fonti di produzione. La fonte di cognizione è la fonte in vista del suo contenuto. Tutte quelle che vediamo nello schema sono fonti di produzione ma anche di cognizione quando si specifica una fonte concreta. Noi non studiamo le fonti di cognizione, ma l'oggetto specifico del nostro studio sono le fonti di produzione che abbracciano tutte le fonti del nostro ordinamento. La fonte di produzione è costituita dal procedimento integrativo della fonte;
  • La fonte di cognizione è il risultato di quel procedimento, è la fonte intesa non tanto nella sua formazione, ma nella sua disciplina sostanziale, nel suo articolato;

In conclusione possiamo dire che la fonte di produzione è un insieme di atti perché indica un procedimento per arrivare alla fonte finale che è la fonte di cognizione.

cioè il risultato del procedimento. Tutte le fonti che noi vediamo sono date da atti, tranne una, data da comportamenti. Le fonti atto si esprimono in un documento scritto, si chiamano infatti anche fonti scritte perché sono fonti documentali nel senso che sono costituite da atti che a loro volta sono costituiti da un insieme di parole scritte che hanno la capacità di porre norme vincolanti per tutti. (Le fonti superprimarie, le fonti interposte, le fonti primarie, le fonti sub primarie e le fonti secondarie sono fonti atto). Le fonti fatto non sono atti ma comportamenti e quindi sono fonti non scritte. (Le consuetudini sono fonti fatto) Le fonti terziarie sono fonti comportamentali (consuetudini) Fonte atto: scritta Fonte fatto: non scritta (comportamento) La fonte è un insieme di atti, ma per poter essere fonte deve arrivare all'ultimo atto di conseguenza la fonte è procedimento concluso. Possiamo dire che la fonte di produzione è

L'insieme di atti, la fonte di cognizione è l'atto singolo.

Quarta distinzione: fonti ordinamentali e fonti extraordiem

Le Fonti Ordinamentali sono prodotte dagli organi propri dell'ordinamenti, sono le fonti dell'ordinamento italiano.

Le Fonti Extraordinamentali sono prodotte da organi al di fuori dell'ordinamento, ma esso le richiama. Sono quelle che ci arrivano dall'ordinamento europeo e sono dell'organo europeo, non dei nostri organi.

Qual è la finalità del sistema delle fonti?

Parliamo delle fonti perché l'ordinamento non è un magma indistinto, è un sistema ordinato secondo criteri: vi sono dei criteri ordinatori che ordinano atti e fatti secondo un criterio che determina una configurazione e la configurazione è quella dello schema cartaceo. 192

Qual è l'obiettivo del sistema delle fonti?

L'obiettivo del sistema è quello di consentire al giudice e agli

Operatori giuridici e individuazione delle disposizioni normative

Il compito degli operatori giuridici è quello di individuare la disposizione normativa che risolva il caso concreto. Per fare ciò, si utilizzano quattro criteri che rendono il sistema giuridico tale:

  1. Criterio gerarchico
  2. Criterio cronologico
  3. Criterio di specialità
  4. Criterio di competenza

Applicando uno o più di questi criteri, è possibile stabilire la disposizione da applicare al caso concreto.

Criterio gerarchico

All'interno del criterio gerarchico, le fonti normative si trovano su piani diversi. Secondo il principio "lex superior derogat legi inferiori", la fonte superiore gerarchicamente prevale su quella inferiore. Ciò significa che le fonti gerarchicamente sottostanti non possono mai derogare alle fonti superiori. Le leggi su linee inferiori sono subordinate alle fonti su linee superiori. Sullo stesso piano possono coesistere più fonti.

La collocazione su quel piano, per le fonti che vi stanno, è dovuta al fatto che quelle fonti hanno la stessa forza (non si possono derogare/modificare avicenda). Per integrare la fonte che è collocata su quel piano occorrono una serie di incombenti e adempimenti equivalenti.

Tutte le fonti che stanno su una qualunque di 4 linee, hanno la stessa forza fra di loro; sono tutte ottenute con procedimenti che richiedono la spesa di energia equivalenti. Per arrivare al livello delle fonti super primarie occorre spendere tot. energie, per le fonti primarie meno, per le fonti secondarie ancora meno, per le terziarie minima energia.

Il criterio gerarchico prevale su tutti gli altri criteri perché è il primo criterio che va considerato per la risoluzione delle antinomie giuridiche.

Il criterio gerarchico risolve le antinomie giuridiche derivanti da fonti che si trovano su piani diversi, il piano gerarchico ci pone l'obbligo di applicare la norma gerarchicamente.

superiore.Gli altri tre criteri invece, giocano su fonti che sono sullo stesso piano.Non basta il criterio gerarchico che è un criterio verticale perché è necessario anche quelloorizzontale per andare a disciplinare le fonti che appartengono allo stesso piano e che pretendono dirisolvere la fattispecie. 193Criterio cronologico:

  • Questo riguarda le fonti omogenee, ovvero le fonti che hanno tutte la stessa forza di resistenza:tutte le leggi costituzionali e di revisione costituzionali sono omogenee.Lex posterior derogat legi priori → la legge posteriore deroga la legge precedente.Una legge regionale non può abrogare una legge statale, e viceversa perché non sono omogenee.Il criterio cronologico ci permette di risolvere l’antinomia tra le fonti poste sullo stesso piano e chesiano omogenee (ovvero possono tra di loro modificarsi)Viene qui in rilievo l’istituto dell’abrogazione.Vi sono tre tipi di abrogazione:
l'abrogazione implicita, abrogazione tacita e abrogazione espressa. L'abrogazione espressa avviene quando c'è una dichiarazione esplicita da parte di una fonte successiva. Questo avviene quando la nuova legge indica chiaramente le disposizioni e/o le norme che si intendono abrogare. L'oggetto di questa abrogazione è la disposizione stessa, quindi è sempre certa. L'abrogazione tacita avviene quando c'è incompatibilità tra le nuove disposizioni e/o norme e le disposizioni precedenti. Inizialmente, l'oggetto di questa abrogazione è la norma, ma successivamente diventa la disposizione stessa. L'abrogazione implicita avviene quando la fonte successiva disciplina l'intera materia della fonte antecedente. L'oggetto di queste due ultime abrogazioni è la norma, quindi si basa su una valutazione di incompatibilità da parte del giudice. Per l'abrogazione implicita e
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SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elenalemmo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Granara Daniele.