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FORME DI AMMINISTRAZIONE
Amministrazione congiuntiva e disgiuntiva
Quando non viene specificato nulla nell’atto costitutivo, tutti i soci di una società di persone sono
amministratori della società: si tratta della rappresentanza organica.
Tutti i soci possono agire in forma congiuntiva, cioè gli atti compiuti dai soci sono validi; ci si può
opporre ad un atto dei soci solo se si viene a conoscenza preventivamente.
Nell’amministrazione congiuntiva chi compie l’atto deve avere il consenso unanime di tutti i soci
amministratori. La norma di legge dice che l’atto che l’amministratore può compiere in forma
congiuntiva è qualunque atto sociale, quindi anche per la redazione del bilancio.
Se è necessaria la maggioranza, questa si determina sulla base della partecipazione agli utili.
Se c’è urgenza di evitare un danno per la società, anche se c’è la forma congiunta, un singolo
amministratore può compiere autonomamente un atto: in questo caso l’amministratore ha violato
un obbligo contrattuale, quello di ottenere il consenso degli altri amministratori, quindi l’atto rimane
efficace e l’unico effetto negativo è nei confronti del socio amministratore, verso il quale gli altri
possono chiedere un risarcimento danni; tale risarcimento non è dovuto tuttavia se c’era l’urgenza
di evitare un danno per la società.
Se un amministratore compie un atto ed in seguito a ciò non c’è alcun danno, il risarcimento danni
agli altri amministratori soci non è dovuto; la norma indica come danno il danno patrimoniale.
Il danno patrimoniale può essere:
- diretto, se è stato provocato dall’azione dell’amministratore;
- indiretto, se successivamente si scopre che si poteva concludere lo stesso contratto con
condizioni economiche migliori;
- potenziale, se c’è l’eventualità che il danno ci sia nel futuro.
Il danno è inteso al patrimonio della società, non del socio.
L’amministratore, per essere esente dal risarcimento, deve dimostrare che quell’atto compiuto non
si poteva rinviare in quanto urgente.
L’efficacia esterna è garantita, mentre l’efficacia interna, se l’amministratore non prova l’urgenza, fa
nascere il diritto al risarcimento degli altri amministratori.
L’amministratore deve contrattare nell’interesse della società, non del singolo socio. 19
Se un socio si vede danneggiato nel personale dall’azione di un altro socio, non può rivalersi su di
esso in quanto si deve perseguire solo l’interesse della società.
È possibile anche coniugare le due forme di amministrazione, quella disgiunta e quella congiunta:
la loro unione prevede che alcuni atti vige il principio dell’amministrazione disgiuntiva e per altri atti
quello congiuntivo.
Spesso si stabilisce che per una cifra sotto una determinata soglia si adotti l’amministrazione
disgiuntiva, mentre sopra quella soglia si sceglie l’amministrazione congiuntiva. Tale distinzione
può inoltre basarsi sulla natura dell’atto da compiere: per l’amministrazione ordinaria si adotta il
principio disgiuntivo e per l’amministrazione straordinaria quello congiuntivo.
Inoltre, per tutte le operazioni che determinano un rischio per il patrimonio della società si sceglie
la forma congiuntiva, mentre per gli altri atti quella disgiuntiva.
Revoca dell’amministratore
La revoca dell’amministratore non ha effetto senza giusta causa (se indicato nell’atto costitutivo).
Se l’amministratore è nominato con atto separato può essere revocato secondo le norme del
mandato: gli altri soci devono solo affermare che viene meno la fiducia verso quell’amministratore.
Se la nomina è indicata nell’atto costitutivo, la revoca deve dimostrare che l’operato di
quell’amministratore non rispetta più l’oggetto sociale.
Se un amministratore viene revocato, nelle società di persone, non è necessario che debba subito
essere sostituito da un altro soggetto (nelle società di capitali invece sì).
L’atto di accessione di ipoteca su un bene della società
Il patrimonio non subisce decurtazione, ma se la società non paga il debito il creditore sociale può
essere liquidato con l’ipoteca (si vende il bene immobile all’asta e si paga il credito con i soldi
ricavati).
Diritti e obblighi degli amministratori
I diritti e gli obblighi degli amministratori, regolati dall’art. 2260, sono disciplinati dalle norme sul
mandato: si deve verificare il rispetto della diligenza (l’amministratore è un mandatario particolare
che deve rispettare una diligenza qualificata). Nel momento in cui i soci nominano amministratore
un soggetto è perché ritengono che abbia delle qualifiche. Tanto più un amministratore è
qualificato, maggiore è la responsabilità, quindi l’obbligo a comportarsi in maniere diligente.
Nell’atto costitutivo va indicata la qualifica che ha l’amministratore.
I due obblighi fondamentali dell’amministratore sono:
- deve rispettare l’oggetto sociale (limite contrattuale);
- non può agire contro la legge (limite legale).
I doveri trovano invece più specificazione nel contratto e sono le forme di legittimazione che sono
contenute nella procura. Gli amministratori sono solidalmente responsabili per l’adempimento degli
obblighi imposti dalla legge, tuttavia la responsabilità non si estende a quelli che dimostrano di
essere esenti da responsabilità. Anche se c’è la forma disgiuntiva, nel rispetto di diligenza
qualificata, gli amministratori si riuniscono e decidono come gestire la società.
Per evitare che l’amministratore possa compiere qualunque atto, gli amministratori devono
periodicamente chiedere informazioni sull’operato degli altri e fornire lui stesso informazioni sul suo
operato.
La prassi della società di persone è buona se contiene clausole specifiche che prevedono delle
riunioni periodiche dove c’è uno scambio delle informazioni.
Se un amministratore dimostra che in riunione era contrario, attraverso un verbale, al compimento
di quell’atto, allora ha la tutela di esenzione da responsabilità.
Se l’amministrazione è congiuntiva, il socio deve dimostrare il vizio del consenso per essere
esente da responsabilità; deve dimostrare un dolo da parte dell’amministratore agente. 20
Il controllo dei soci
I soci hanno la possibilità di controllare l’operato. Nelle società di persone non c’è alcun obbligo di
riunirsi in assemblea, non ci sono convocazioni, e questo perché se tutti devono esprimere un
consenso, automaticamente vengono informati. Spesso accade che i soci debbano riunirsi per
decidere (in base alle partecipazioni agli utili) per un consenso o meno. Qui manca la
convocazione e gli amministratori volendo potrebbero chiedere singolarmente il consenso o
dissenso a ciascun socio.
Nella norma di legge è contenuto un diritto per i soci non amministratori: il diritto di avere notizia,
consultare i documenti e avere il rendiconto quando le attività sono state compiute: ogni socio, a
prescindere dalla sua partecipazione agli utili, ha questo diritto.
Quando il periodo di affari è più lungo di un anno, i soci hanno il diritto ad avere il bilancio ogni
anno (ha diritto sia ad un rendiconto infrannuale, sia ad uno annuale).
La rappresentanza
Amministrare significa prendere le decisioni, mentre rappresentare significa spendere il nome della
società, è insomma l’operato dell’amministratore: chi è amministratore solitamente è anche
rappresentante.
Il rappresentante executive decide, come amministratore, e compie atti, come rappresentante.
Quando nulla è scritto nell’atto costitutivo, tutti i soci sono soci amministratori e soci rappresentanti.
Il rappresentante legale di una Spa spesso è unico, mentre nelle società di persone di solito sono
tutti rappresentanti legali.
La rappresentanza soffre dello stesso limite dell’amministrazione: entrambe devono riguardare atti
inerenti l’oggetto sociale.
L’art. 1296 afferma che le motivazioni di revoca della procura devono essere rese note ai terzi. C’è
una presunzione legale a favore del terzo ed è onere della società dimostrare che il terzo
conosceva o era in grado di conoscere le limitazioni e solo in quel caso l’atto diviene inefficacie.
LO SCIOGLIMENTO E LA LIQUIDAZIONE
Lo scioglimento
Lo scioglimento si ha quando la tutela maggiore è quella dei creditori: l’interesse che il diritto vuole
garantire è quello dei terzi. Le cause che possono portare allo scioglimento sono quelle tipiche:
- per il decorso del termine indicato, il termine può essere o non essere indicato in atto costitutivo;
- per il conseguimento dell’oggetto sociale o la sua impossibilità nel perseguirlo, l’oggetto sociale è
perseguibili quando ha un fine. Di norma le società si dotano di oggetti sociali molto ampi in modo
da non avere un vero e proprio fine. L’oggetto sociale diventa impossibile quando la società perde i
mezzi per perseguirlo;
- per la volontà dei soci, se c’è l’accordo ed il consenso espresso di tutti i soci, la società si scioglie
(si riconduce al principio di modifiche dell’atto sociale, infatti lo scioglimento è una modifica dell’atto
sociale). Tutti i soci devono esprimere il consenso dello scioglimento, altrimenti la società rimane in
vita;
- perché viene a mancare la maggioranza dei soggetti ed entro 6 mesi non viene ricostituita, nelle
società di persone, eccetto le sas, serve sempre la pluralità di soggetti, non è possibile costruire
una società unipersonale. La società si scioglie quando il socio rimane unico, ma non
immediatamente, dopo 6 mesi se non ricostituisce la pluralità. Gli accadimenti per il quale manca
la pluralità sono il recesso dei soci, la morte e l’esclusione dei soci;
- per qualsiasi altra clausola prevista nell’atto costitutivo, le prime cause sono tipiche, mentre
questo punto lascia la possibilità ai soci di decidere delle cause che portano automaticamente allo
scioglimento (es. i soci possono stabilire nell’atto costitutivo che se la società non fa 100000€ di
fatturato annuo essa si scioglie automatica). Questo punto è stato inserito per garantire ai soci il
loro interesse (autonomia statutaria). 21
Avvenuto lo scioglimento (art. 2247), gli amministratori conservano il potere di amministrare, ma
solo per gli atti urgenti (di amministrazione ordi