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Estratto del documento

Europa dal declino dell’impero romano, si affermò il feudalesimo, che consisteva

nell’organizzazione amministrativa, giudiziaria ed economica data dalla nobiltà alle

comunità di villaggio delle campagne. I feudatari costituivano la classe dominante. I

contadini coltivavano la terra ed effettuavano lavori per conto dei feudatari. In

cambio di tali lavori al contadino era consentito coltivare una parte della terra per

ricavare il necessario al sostentamento della propria famiglia. Le tecniche colturali

erano arretrate, vi era carenza di attrezzi e di bestiame da impiegare nei lavori

agricoli. Oltre ad usufruire del campo assegnatogli dal feudatario, il contadino faceva

uso anche delle terre comuni o incolte, sulle quali vantava alcuni diritti (pascolare il

bestiame, attingere l’acqua). La maggior parte del reddito derivante dall’agricoltura

andava al feudatario il quale raramente si adoperava per migliorare la produttività

delle terre impiegando capitali e introducendo nuove tecniche. Nel 700 il feudatario

abbandonò le terre e si trasferì nelle grandi città, lasciando al potere centrale dello

stato il compito della sicurezza e dell’ordine, i contadini cominciarono a chiedere di

trattenere una parte maggiore dei prodotti agricoli. In occasione di carestie, le

tensioni sfociarono in rivolte e disordini. Nella società industriale, per la crescita

della popolazione e l’urbanizzazione, fu necessario mettere a coltura nuove terre e

accrescerne la produttività con rotazioni delle colture più razionali, con

l’introduzione di attrezzature meccaniche. Per aumentare la produttività

dell’allevamento si passò dall’allevamento brado a quello stabulare e furono

selezionate le razze. I prodotti commerciati venivano lavorati dagli artigiani e

concentrati, nelle città. In tal modo si aveva il trasferimento di capitali dalle

campagne alle città. Nella società industriale si ebbe il passaggio dalla manifattura

domestica all’industria capitalistica e dal lavoro umano al lavoro delle macchine

rapide e precise. La novità di maggior rilievo che si ebbe nel settore industriale fu

l’impiego delle macchine utensili, ossia di macchine per produrre altre macchine. Ciò

consentì la diffusione, specie negli Stati Uniti, della produzione di massa, e la

realizzazione dei prodotti standardizzati a basso costo.

Nell’era della rivoluzione industriale gli imprenditori agricoli, industriali e del settore

commerciale devono essere dotati di grandi capacità organizzative per stabilire la

quantità di prodotti da immettere sul mercato. In epoca preindustriale, per la

ristrettezza degli scambi, la concorrenza si poteva facilmente controllare. Nella

società moderna, per la rapidità dei mezzi di comunicazione e per la riduzione dei

costi di trasporto, si è allargato il mercato di distribuzione dei prodotti, la

concorrenza si è fatta più agguerrita e si controlla con difficoltà. Per finanziare le

grandi aziende capitalistiche, nell’era dell’industrializzazione, non sono più

sufficienti i patrimoni delle famiglie dei grossi banchieri che operavano nel

medioevo, ma occorrono ingenti capitali raccolti dagli istituti finanziari. Vengono

costituite banche, in genere sotto forma di società per azioni, che raccolgono piccoli

risparmi a breve termine, formano grossi capitali e li danno in prestito, a lungo

termine, agli imprenditori.

Le tre rivoluzioni industriali

La rivoluzione industriale non fu attuata contemporaneamente in tutti i paesi

europei, negli Stati Uniti e in Giappone, né ebbe la stessa intensità nell’arco di due

secoli compreso tra la seconda metà del Settecento e i nostri giorni. Essa iniziò, in

Inghilterra, interessò la Francia, il Belgio, la Germania e gli Stati Uniti, coinvolse

l’Italia, la Svezia,la Russia e il Giappone.

I mutamenti economici si verificavano in tre parti:

1770-1870, conosciuto come l’epoca della prima rivoluzione industriale,durante la

quale, in alcuni paesi, si ebbe il decollo, o take off, dello sviluppo economico;

1871-1914 considerato da molti storici il periodo della seconda rivoluzione

industriale, allorchè si passo’ alla fase del take off allo sviluppo sostenuto e al

consumo di massa;

negli anni successivi si ebbe un’ulteriore accelerazione delle innovazioni e dei

consumi, si parla di terza rivoluzione industriale.

Durante la prima rivoluzione industriale i mutamenti più significativi, nel settore

demografico, riguardarono la crescita della popolazione dovuta al diradarsi delle

carestie e delle malattie infettive. In agricoltura si cominciò a diffondere la grande

proprietà e si migliorarono le rotazioni colturali per aumentare la produttività.

Migliorarono le vie di comunicazione con la costruzione di strade rotabili, canali e

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Publisher
A.A. 2015-2016
5 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rosa sonia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Sannio o del prof De Simone Ennio.