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Le modifiche nel sistema di scrittura latino nel corso dei secoli
Il segno K viene eliminato ma rimane in alcune sigle. La Q si trova solo nel digramma qu derivante dalla labiovelare sorda indoeuropea. La G viene introdotta solo dal IV secolo quando si vuole esprimere graficamente in maniera diversa la velare sonora dalla velare sorda.
Dal IV-III secolo si fa sempre più forte, invece, l'influsso del greco sul latino.
- Prestiti più antichi, per lo più della lingua di uso comune:
- Machana < machina; balaneion < balneum/balineum; porphyra < purpura —> tutte parole sottoposte ad apofonia;
- Parole sottoposte ad anaptissi, cioè l'inserimento di una vocale per agevolare la pronuncia: Alcumena < Alcmena; drachuma < dracma
- Aspirazione consonantica introdotta in latino solo a partire dal II sec a.C. Precedentemente queste consonanti aspirate venivano rese con le occlusive corrispondenti: porphura > purpura, bacche > baca, thyon > tus. Grafie come Amphitruo o Baccha sono ammodernate.
punico.Celtico:
• Nomi di carro: benna petorritum raeda;
• Armi: gaesum lancea;
• Abbigliamento: bracae;
Punico:
• Formula di saluto Ave! ;
• Magalia (tenda, casa provvisoria).
Latino in quanto lingua standard.
La lingua standard è l'eccezione nella comunicazione linguistica, non la regola. È una lingua che prende il sopravvento tra molte varietà di uno stesso idioma, talvolta arrivando a farle scomparire. Fondamentale in questo processo è l'apporto delle élites dotte, ai vertici del comando, le quali privilegiano la propria varietà linguistica nell'amministrazione, nell'istruzione, nella religione ecc., "mettendo a tacere" le altre.
Spesso un processo di standardizzazione è parallelo a quello della formazione di uno Stato (e quindi di una identità nazionale) o di un Impero.
In questo modo la lingua standard viene proposta come uno status symbol, funzionale all'espressione di una
Sociali più alte dei dominatori. Nella poesia latina arcaica, moltissimi sono gli intellettuali di madrelingua non latina che scelgono il latino per la loro produzione creativa: Nevio e Lucilio vengono dalla Campania; Ennio e Pacuvio provengono dalla Puglia; Plauto e Accio dall'Umbria; Cecilio dalla Cisalpina.
Intorno al II secolo a.C. iniziano a scomparire osco e umbro. In Etruria il latino sostituisce l'etrusco lungo il II secolo, fino a quando nel I secolo l'etrusco è sempre meno capito. Maggiore resistenza offre il greco nelle colonie della Magnogreca, il quale presenta una tradizione letteraria e culturale in senso lato molto più lunga. Nei territori dell'Italia del sud si assiste a fenomeni di bilinguismo e di diglossia. Certo è che alla fine del I secolo a.C. il latino diventa la lingua comune, ufficiale degli Italici.
Nella sua espansione Roma entra in contatto anche con molte altre civiltà alla periferia del suo dominio,
intrattenendo con queste contatti e scambi commerciali:- Penisola iberica: lingue celtiche, lusitano; greco; iberico e punico;
- Gallia: lepontico e gallo cisalpino; venetico, retico e ligure; aquitano (lingua non celtica, che alcuni correlano al basco);
- Penisola balcanica: greco, illirico, tracio e dacio, macedone, peonie ed epirota;
- Asia minore/Anatolia: greco; lingue derivate dall'antico ittita; frigio licaone; galata (lingua celtica);
- Medio Oriente: siriaco e altri dialetti aramaici; greco; fenicio (centri costieri);
- Egitto: greco; antico egiziano (da cui si originerà il copto);
- Nordafrica: libico, numida (antenati dell'attuale berbero) e punico (lingua fenicia parlata a Cartagine).
- Lingue di piccole popolazioni e situate in zone poco accessibili;
- Lingue di popolazioni nomadi, poco integrate nell'impero;
- Lingue standard, di popolazioni a lungo urbanizzate con una propria cultura ben radicata in una data società.
rimane sempre;
- O-lunga rimane, ma tende a chiudersi in u-lunga davanti a r;
- I-breve rimane, ma se seguita da r derivante da rotacismo diventa e-breve;
- U-breve rimane, ma se si trova tra l e labiale si trasforma in i-breve: libet < *lubet.
I dittonghi: dal P.I.E al latino.
In sillaba iniziale di parola:
- *Ai > ai (latino preletterario) > ae (inizio II sec a.C.). La lingua rustica tende a chiudere questo stesso dittongo in e-lunga aperta > nelle lingue romanze ie :caelum = cielo;
- *ei > e-lunga > i-lunga (II sec a.C): dico < *deico (gr. Deiknumi ); it (gr eisi); diffido <diffeido. A volte la e-lunga rimane come tratto rustico;
- *Oi > oe > u-lunga (inizio II sec a.C.): unus < oino. Ma nel caso uoi- > ui-: uicus (groikos); uidi (gr oida). Alcuni termini si sono fermati nella loro evoluzione storica alla forma oe (poena, foedus, moenia …). Due ipotesi: Palmer sostiene che ciò avviene in termini molto tradizionali, legati spesso
All'ambito giuridico; Niedermann sostiene, invece, che il dittongo segue una consonante con articolazione labiale;
*au > au resta nel latino standard, ma nel dialetto questo dittongo si chiude in o-lung: olla < aulula; plostrum < plaustrum; Clodius < Claudius. Diversi sono idoppioni dovuti a questa variante: lautus (senso figurato: “elegante”) / lotus (sensoletterale: “lavato”). Accanto a ciò ci sono numerosi ipercorrettismi (si crea una formasbagliata per correggere una forma che usiamo normalmente): plaudo < plodo;
*eu > ou > u-lunga: abdoucit ma in latino classico troviamo abducit .In tutti questi casi sono dittonghi con vocale sillabica breve. Infatti, in latino i dittonghi convocale sillabica lunga:
perdono la vocale sillabica attraverso un processo di assimilazione con l’elementosemiconsonantico;
subiscono l’abbreviamento della vocale sillabica.
Le vocali in sillaba finale aperta:
A-breve si
conserva sempre: ita, aliuta