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Terragni e Libera passano al concorso del secondo grado. Terragni cambia totalmente progetto
poiché costretto per volere della giuria ad utilizzare elementi classicheggianti e uso di materiali
quali in granito. Inserisce una pilastrata in granito pieno e non mantiene un ritmo regolare del
pilastri (fa lungo corto lungo corto). Per tenere esile la struttura affianca al pilastro pieno di granito
un pilastrino in ca rivestito con un mosaico di elementi lapidei che gli sta dietro (per assorbire
movimenti flettenti).
Libera invece concepisce il palazzo dei congressi sempre come montaggio di volumi primari. Quasi
come una basilica il corpo dei congressi e una sorta di pantheon compenetrati tra loro.edificio che
deve essere rivestito in marmo di Carrara. Edificio che presenta dei contrasti tra l’assolutezza della
figura formale del volume e la leggerezza della copertura. Nell’atrio utilizza il sistema a scala
incrociata ed utilizza queste anche come elemento decorativo. Di troppo di questo edifico sono però
le colonne che furono imposte dalla committenza (colonne e archi simboli dell’e42).
Esito del concorso per il palazzo del littorio. Terza localizzazione individuata, dopo l’area nei pressi
del colosseo e dopo l’area nei pressi della piramide, per la costruzione del palazzo del littorio è
localizzata nel foro Mussolini. La reinterpretazione rivisitata di un palazzo romano con l’immediata
vendita del partito nazionale fascista al ministero degli esteri essendo questa sede eccessivamente
sovradimensionata per le effettive necessità spaziali. I lavori saranno conclusi nel dopoguerra
evidenziando così anche la continuità architettonica del prima e del dopoguerra.
L’E 42 è il quartiere che fu costruito per l’esposizione universale del 1942 (avrebbe dovuto essere
fatta nel 41 ma fu fatta coincidere con l’anniversario della rivoluzione). Gli edifici più monumentali
dell’E42 sono ancora dimostrazione della scelta che il regime compie nel momento in cui decide
che per rappresentarlo non è necessaria un’architettura moderna (con le differenze sostanziali di
concetto di modernità di terragni ecc)ma l’impero deve essere rappresentato da un più evidente
richiamo all’architettura antica.
Questo cantiere sarà completato nel dopoguerra. E la foto del quartiere non completato è
emblematica dello sviluppo parabolico della architettura italiana il cui sviluppo sarà frenato da
eventi sconvolgenti.
Terragni partirà per la campagna di Russia da cui tornerà molto debilitato e morirà nel 43. Pagano
partirà volontario per la campagna d’Albania, la sua rivista alla fine del 42 sarà chiusa per aver
trattato alcuni argomenti contro il regime ed egli passerà alla resistenza.
Milano e Roma furono Bombardati.
In molti libri viene stabilito un inizio arbitrario per l’architettura del dopoguerra nonostante
l’evidente legame con l’architettura antecedente la guerra. Ci sono però dei punti fermi che segnano
la ricostruzione: monumenti che celebrano due fatti, Monumento alla fosse ardeatine a Roma e il
Monumento ai caduti nei campi di concentramento in Germania a Milano.
Il monumento a Roma è una specie di enorme fossa tombale che fa parte di un percorso più
complesso per i visitatori che si conclude sotto la pietra tombale ideato per comprendere
l’oppressione della vicenda. Esclude qualsiasi legame al linguaggio razionalista italiano
antecedente. È un totale giro di boa.
Di carattere opposto per il monumento di Milano opera del gruppo bbpr. Un cubo dove i tondini
metallici costruiscono una sorta di intelaiatura perfettamente misurata che serve per poggiare le
lapidi in cui sono incise alcune frasi del discordo della montagna ed al centro una teca di vetro con
una manciata di terra dei campi. A milano si vede che l’architettura del dopoguerra rappresenta un
immediato recupero dell’architettura razionalista separandola dalle vicende politiche (ciò si può fare
poiché architetti espiarono il loro appoggio al regime morendo in guerra nei campi o nella
resistenza).
Un’operazione molto importante fatta a Roma è la pubblicazione del “manuale dell’architetto”.
Dove si trova anche uno strumentario per i tecnici che si devono accingere ad applicarsi alla
ricostruzione.
Un altro manuale destinato a scomparire presto è quello di Diotallevi e Marescotti “Il problema
sociale, costruttivo ed economico dell’abitazione”.
Un altro aspetto molto importante è la rinascita delle rivista: riapre Domus assegnata per un breve
periodo a Rogers che la sottotitola “la casa dell’uomo”. Affronta anche problemi spirituali della
ricostruzione e della progettazione. La rivista sarà poi ripresa da Gioponti, fondatore storico.
Rinasce Casabella con il nome di costruzioni, 3 numeri nel 46 e rinascerà pèoi con Rogers nel 52 e
aggiunge la parola continuità.
È fondata Metron: l’ambiente romano è legato alla figura importante del critico prima che architetto
di Zevi che fondò altri associazioni culturali per l’architettura organica. Altre riviste tentarono di
rendere più popolare e diffuso il tema dell’architettura, es “A attualità architettura associazione
arte”.
Cercano di far si che si parli di architettura come un tema quotidiano, architettura come risposta ai
problemi della popolazione e non come esposizione di valori.
Altra rivista è Comunità che si occupa di diversi argomenti tra cui architettura ed attualità.
Il problema della casa e della ricostruzione si orienta verso l’ipotesi di ricostruzione in chiave
moderna. Le triennali di Milano si evolveranno nella ottava triennale di milano del 47 nella mostra
sulla ricostruzione.
È significativo che le prime triennali ospitino degli ambienti in scala 1:1 arredati in chiave moderna
con anche materiali e oggetti economici.
Questa mostra fu seguita dalla progettazione di un quartiere residenziale modello a Milano, il QT8.
Si tenta l’applicazione di una prefabbricazione che permette la produzione di grandi edifici
residenziali tutti a basso costo. La collina artificiale è un intervento realizzato con tutte le materie
della città bombardata. L’utilizzo del prefabbricato crea dibattiti tra coloro che erano a favore e
quelli contro. Il QT8 è realizzato in parte con sistemi tradizionali e in parte con sistemi di
prefabbricazione. Questo succede per motivi culturali: l’idea che l’architettura è comunque un’arte
e la prefabbricazione ne limiti la progettazione.
Importante è l’iniziativa della Inacasa, iniziativa che durerà dal 45 al 62 e vadrà la realizzazione di
1920000 vani e 355000 alloggi. Un’iniziati che si sviluppò per volere di Fanfani democristiano con
la funzione di aumentare la occupazione operaia. Ad esempio rifiutando la prefabbricazione e
favorendo la produzione tradizionale e frammentata grazie allo sfruttamento di operai anche non
particolarmente specializzati. Un’operazione come l’Inacasa consente di rilanciare l’economia e
dare alloggio a molte persone condizionerà poi le attività produttive e le tecniche utilizzate. Chi si
occupò di coordinare questa iniziativa è Foschini che attraverso la sua organizzazione assicura il
controllo di qualità sugli edifici progettati (anche in diverse città). Altra questione è quella delle
tipologie: tipologie semplici per limitare l’uso del costoso Ca a favore dell’uso dei setti portanti in
mattone pieno. Si doveva dare però un effetto di movimento e di non eccessiva omogeneità di
facciata. Aggregazioni mosse ma con soluzioni senza eccessive ricercatezze. Utilizzo di materiali
tradizionali, tetti a falda, infissi di legno. Alcuni architetti riusciranno poi a migliorare questa forma
zero dell’edificio. Questo è uno degli ultimi momenti per cui gli architetti tornano ad essere
protagonisti della ricostruzione di una parte importante dell’Italia del Dopoguerra.
Proprio perché questi quartieri devono costare poco di solito venivano scelte aree lontano dalla città
non ancora urbanizzate. Questo per alcuni urbanisti ciò determinò l’isolamento degli abitanti di
questi quartieri rispetto a quelli della città ed il favoreggiamento della speculazione territoriale del
terreno tra questi quartieri e la città.
Ci sono alcuni quartieri di questo tipo che divennero emblematici della ricostruzione, come il
quartiere Tiburtino di Milano. Questo quartiere non ha una linea dritta. È molto spezzato e con
facciata complesse come linea proprio per dare l’idea di un quartiere nato nel tempo. Una varietà
formale studiata a tavolino per dare quest’effetto. Fu anche chiamato un esempio del Neorealismo
architettonico (rispetto al neorealismo cinematografico). Dimostrano una grande capacità di variare
e di controllare queste variazioni cui corrisponde però una precisa normalizzazione degli elementi
(disegno degli elementi perfettamente a Norma e che porta ad una economia di produzione). Non
prefabbricazione ma normalizzazione degli elementi. I dettagli ci parlano di come la bassa qualità
dovuta alla forte economicità della costruzione viene riscattata dalla perfezione del dettaglio che ha
la funzione di qualificare l’intervento.
Il tiburtino racconta molto di questo complessità dell’inacasa che cercano di dare lavoro attraverso
l’utilizzo di cantieri tradizionali e il tentativo degli architetti di riqualificare l’intervento.
Ridolfi realizzò anche un complesso di edifci a torre (molto diverso dalla tipologia del Triburtino)
per cui però usa un telaio di cls che non ha nessun rapporto con un reticolo mentale. Non è il ritmo
della struttura di mies. È un reticolo utilizzato dove serve secondo giaciture differenti che produce
grande varietà interna degli spazi e viene modellato dall’architetto rispetto alla necessità di usare il
dettaglio per qualificare l’intervento.
Terzo esempio sul problema della abitazione sociale è quello dei sassi di Matera. Nei sassi vivono i
contadini materani in condizioni di sovraffollamento e promiscuità (convivono con gli animali). Si
sviluppò un progetto di distribuzione della popolazione che abitava nei sassi in borghi distribuiti
intorno matera. Il villaggio è organizzato intorno a luoghi pubblici ed una serie di edifici della
collettività ed una serie di piccoli edifici apparentemente distribuiti in maniera casuale ma che in
realtà differenzia notevolmente i percorsi degli uomini e degli animali. Questa volta la stalla è
separata dalla abitazione.
Ci sono altri esempi di Inacasa: quartiere tuscolano a Roma, intervent