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Tutta l Europa continentale è chiamata a descrivere queste problematiche.
Nella conferenza del 31 la storiografia ha voluto raccogliere il pensiero di Giovannoni in ambito
internazionale.
Cè un rapporto tra giovannoni e la cultura fascista, in particolare si avvicina ad alcune figure come
Piacentini. Ci troviamo nel periodo tra le due guerre.
Siamo in un contesto internazionale in cui se vengono a riflettersi gli elementi discussi da
giovannoni nei primi anni del secolo (nello stesso monumento accettare diversi stili e e poche,
riutilizzare gli edifici che hanno ancora la loro funzione, ripristinare gli edifici morti ma significativi,
importanza nel riconoscere le aggiunte) e si dilatano nell’ambito dell’archeologia. C’è una
condivisione con il mondo degli archeologi.
Si riconosce una certa attenzione anche a ciò che sta attorno ai monumenti, bisogna stare attenti
al contesto nel quale il monumento si colloca e spesso diventano un tutt’uno un monumento.
Non si parla solo di monumenti ma anche di architetture minori. Si ha con la carta di atene un
estensione dal monumento all’intorno e questo è un apporto fornito sempre da Giovannoni.
La questione riguardava propriamente la città, l organismo urbano. Quindi la carta di Atene per
quanto aperta agli architetti ma rivolta per lo piu ad archeologi, in realtà è un momento significativo
della affermazione dei principi del restauro e riguarda i monumenti in generale (anche vivi), l uso di
essi, e qualcosa che va oltre il monumento e il suo uso ma anche quello che gli sta attorno.
si torna da Atene e si redige la carta italiana del 1932, che da i principi guida per l operatività degli
enti di tutela del patrimonio.
Arrivati da Atene figure come Giovannoni ma non solo.
Nel dibattito circola la voce che l archeologia e l architettura del restauro italiana ad Atene ha avuto
una convalida su sede internazionale del modo di operare italiano.
Sono gli ani 30 e sono anni di definitiva affermazione nel suo campo di Giovannoni, insegna a
roma nella facoltà di architettura.
Personalità riconosciuta su fama internazionale nel capo del restauro dei monumenti. Gia a metà
degli anni 10 del 900 Giovannoni si era speso per dare avvio a corsi relativi ai caratteri stilistici dei
monumenti storici, è un docente che ha contribuito ad affermare la disciplina.
La figura di Giovannoni è interessante anche per la cultura architettonica milanese.
Si creano delle vere e proprie associazioni fra i cultori di architettura, con sede a Roma, che ci
consentono di sapere che l associazione aveva una serie di delegazioni su tutto il territorio
nazionale. Era un associazione di tutela del patrimonio nazionale, dei monumenti, a seguito delle
spinte di rinnovamento urbano in senso moderno. Nel ’36-37 esce “vecchie città ed edilizia nuova”
ed emerge il tema del contrasto tra vecchio e nuovo.
In questo saggio Giovannoni fa una riflessione non sul singolo monumento ma sul piano urbano.
Stiamo parlando quindi ora di urbanistica, di analisi dell’evoluzione urbana; un analisi nei diversi
contesti geografici e dell’organismo urbano perche per Giovannoni c’è quest’ idea che la città è un
organismo, un ente che si modifica e si trasforma nel tempo. È un analisi che mira a comprendere
qual è lo schema primitivo che ha generato la città. All’ interno di un singolo tipo c’è un evoluzione
(all interno della stessa epoca).
C’è l’identificazione della città per tipi. Individuo nella città il suo schema primitivo,
automaticamente riconosco ciò che è andato ad aggiungersi e comprendo quelle che gli han dato
un valore aggiuntivo ed identificherò invece quelli che gli hanno dato un valore degradante e che
dequalifica l architettura e quando è così lo rimuovo.
Contrariamente a quelle che sono le città rinascimentali che sono l esaltazione umanistica del
committente (es. Ferrara), molti borghi italiani sono tipiche testimonianze di città medievali.
C’è un analisi della morfologia urbana di piccoli borghi medievali e che deve essere fatta propria di
chi opera nella città.
Nell’analisi della città medievale si configurano elementi quali la casa, la piazza, le strade e si
opera anche nelle relazioni tra questi elementi; si lavora sulla strada cioè sugli affacci degli edifici
alla strada. Sono luoghi dell’abitare e del vivere ma sono anche forme.
C’è una visione organica e una visione per frammenti della città.
Quartiere rinascimento: Zona che si sviluppa verso un ansa del tevere e guarda verso il vaticano,
è una serie di rioni che nell’epoca di papa Sisto IV si vanno a realizzare con committenze pontificie
una serie di case che poi rappresentano la corte pontificia. Lì Giovannoni sa di poter trovare una
parte di città che ha i suoi caratteri omogenei. Si rappresenta la città per angoli e scorci prospettici.
È una visione pittorica della città apparentemente ma è anche un rilievo molto accurato degli
edifici. È un rilievo dell edificio per fronti e vanno a caratterizzarsi sul fronte tutti i vari elementi
aggiunti nel tempo.
Cè il progetto di valorizzazione e recupero di quegli elementi che sembrano celare quello che ne
era il carattere primitivo dell’edificio.
Nel restauro della città Giovannoni dice che bisogna in particolar modo dare aria e luce ai nuovi
edifici restaurati.
Altro caso è il restauro di bari vecchia. L’intervento riguarda la città vecchia e l’innesto del nuovo.
Si creano il presupposto per un contrasto stridente dato dai modernisti piu spinti ( come Le
Corbusier)
Pochi anni dopo nel ’33 si ha il CIAM con la carta di Atene che invece parla dell’idea di città e
capire come vengono concepiti i monumenti a partire dalla città moderna. (tentare un confronto tra
queste due carte, quella del ’31 e quella del ’33 e che ruolo hanno i monumenti in quella del ‘33).
24/04
Evolversi del quadro normativo in materia di tutela in Italia. si ha la formulazione di un quadro
normativo allo scadere del terzo decennio del '900.
Le leggi del '39 è contemporanea allo svolgersi della vicenda culturale di Giovannoni.
Bottai pone la firma a quelle leggi chiamate infatti legge Bottai. Bottai era di dichiarata fede fascista
e queste leggi hanno come background la definitiva formulazione di un quadro di tutela dei
monumenti così concepita da un regime totalitario.
Dietro all'intento di giuseppe Bottai cè anche la volontà pragmatica di dare una serie di riferimenti
legati all'attività tutelativa ai monumenti. si svolge verso direzioni prioritarie cioè definizione
dell'oggetto che va tutelato. conseguentemente la definizione di un catalogo dei monumenti
assume un carattere preliminare alla definizione di una legge.
Cè la volontà dello stato di interagire con i loro beni.
Nella struttura di uno stato liberale la definizione di un quadro normativo che irrigidisca il libero
commercio dei beni puo trovare una difficoltà e questo puo portare a un surreale ritardo con il
quale l italia arriva a redigere un quadro normativo in maniera di tutela del patrimonio costruito.
Il progetto di Bottai è di dichiarata fede fascista e talmente coerente con esso che nell'epilogo dell
epoca fascista riconosce obiettivamente quello che è stata l esperienza fascista e si arruola nella
legione straniera dalla quale poi torna e si ferma ad Ancona dove scrive tutti i suoi scritti. Lo stato
si occupa della tutela e induce il privato a tutelare il monumento nel caso questo sia di un privato.
Bottai fu la persona più colta del fascismo. fu un profondo fascista che diede alla cultura degli
orizzonti nuovi. tutte le sue promulgazioni hanno caratterizzato l orizzonte divulgativo che ha
caratterizzato non solo la tutela del costruito ma anche il restauro.
Le leggi divulgate nel '39 sono una legata ai beni storici artistici e una legata alle bellezze naturali.
Vannno considerate insieme anche se la loro messa in pratica corre su binari disgiunti. C'è nella
volonta del legislatore il desiderio di acquisire la tutela dell'intorno dei monumenti.
La vera sfida della tutela del paesaggio come dei monumenti è di gestire la trasformazione
salvaguardando la preesistenza ( per il costruito ci erano gia arrivati ma per il paesaggio non
ancora).
Bottai era un uomo di ampie vedute.
la legge 1497 appariva piu articolata e con piu prospettive di conpenetrazione tra la progettazione
alla scala paesaggistica e quella del costruito. poi questa legge si incaglia con la legge urbanistica
pero. la legge è testimonianza di una volontà imperante che vuole includere l attivita di tutela nello
stato di regime e che quindi controlla i monumenti storico-artistici sui quali si instaura la tradizione.
Si ha una trasfigurazione in cui diventa prioritario il lavoro svolto dallo storico piu che il monumento
in sè.
Antonio sant'Elia : manifesto dell'architettura futurista, diventa la risposta a questo desiderio forte
di novità e da ricrearsi e reinventarsi completamente e superare tutto ciò che lo ha preceduto.
Quello che lo ha preceduto è l'architettura del passato.
Antonio sant'Elia: esponente della architettura futurista, muore durante il primo conflitto bellico.
Lui vede un architettura basata su una rottura netta con la cultura storicista ed eclettica che ha
tanto caratterizzato il '900. cè un rifiuto completo di quella cultura che ha come orizzonti quelli del
passato e vengono negati alcuni stili egizi, neo bizantino,... ma cè il rifiuto di quella che è stata la
sua vicenda che aveva il suo ragione d'essere x quel periodo o società.
Antonio sant'Elia dice che l architettura che rimanda agli stili del passato nega l utilizzo dei
materiali moderni come cemento e ferro le cui potenzialità non sono state ancora esplorate.
La trattatistica 500esca non va piu bene per l'uomo moderno. riferirsi al passato è impossibile
perchè la società è completamente diversa a quella di secoli fa.
Non si tratta di trovare nuove sagome, nuovi dettagli, ma di creare completamente ex-novo la casa
futurista, con il disegno anche planimetrico che è completamente diverso, perchè la casa va
ricostruita con l utilizzo della scienza e della tecnica.
Si ha bisogno di case che rispondano al nostro spirito e che calpestino i concetti di tradizione, di
stile, di estetica. si ha un nuovo ideale di bellezza che è ancora oscuro ed embrionale ma di cui gia
si sente il fascino.
Si ha bisogno di un architettura effimera.
Il problema diventano la casa e la città. La città futuristica è un immenso cantiere dinamico e
s