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RADIO GIORNALISMO E CINEGIORNALISMO

Inizia negli anni ‘30 la concorrenza da parte del cinema e della radio alla carta stampata. La fortuna

del cinegiornalismo anticipa la fortuna del radio giornalismo. Le prime prove di cinegiornalismo

nascono in Italia negli anni 1910 grazie all’importazione di alcune cinematografie straniere come il

”Pathé journal” francese e grazie a produzioni interne nazionali (es. a Genova nasce un cinegiornale

settimanale dall’iniziativa di Antonio Maria Cristofanini che si intitola rivista Cinematografica d’Italia

con il sottotitolo: Giornale animato dei principali avvenimenti italiani.). Allo scoppio della prima

guerra mondiale il cinegiornalismo appena nato fu censurato, divenendo uno strumento bellico.

Nacque Il cinegiornale dell’esercito Italiano “Il Giornale della Guerra d’Italia”. Furono prodotti

dall’esercito 32 cinegiornali di guerra. Venne introdotto un obbligo di proiettare filmati di propaganda

di guerra nei cinema. Nelle 1918 vi fu l’obbligo di proiettare ai fini di guerra cinegiornali allo scopo

propagandistico. Nonostante fosse uno strumento appena nato fu subito noto della potenza delle

immagini. I primi critici esperti iniziano a parlare dell'ambiguità di forare con le immagini, in teoria le

immagini costituiscono una documentazione veritiera ma in pratica ciò non avviene mai a causa

dell’inquadratura, del montaggio e

della qualità dell’immagine che rendono possibile un’interpretazione della realtà. Non c’è coincidenza

ma solo vicinanza tra la realtà e le immagini documentate.

La nascita dell’istituto Luce avviene grazie ad un’iniziativa di un privato che poi viene appropriata dal

regime. Luciano De Feo fonda la SIC (Sindacato Istruzione Cinematografica) a Roma il cinema

educativo rendeva meno del cinema di fiction. Nel 1924 a causa della crisi italiana Defoe chiese aiuto

al governo e De Feo arruola una truppa verso L’Etiopia con lo scopo di ingraziarsi Mussolini.

Cortometraggio che celebri l’autorità del governo la cui sede era a Palazzo Chigi con il titolo

inequivocabile “Dove si lavora per la grandezza d’Italia”. Questi due cortometraggi vengono

proiettati a Napoli ad una mostra internazionale dell’immigrazione. Mussolini ne rimase folgorato e

immediatamente raccoglie il suggerimento di De Feo e dopo pochi mesi dalla nascita di questa società

rifonda la società chiamata “Luce”. Vengono rinnovati lo statuto,i componenti. Nel novembre del 1925

venne inaugurato un istituto autonomo completamente pubblico con il compito di produrre

documentari, cine attualità e di film a soggetto. Fu il primo caso di una casa di produzione

cinematografica pubblica in un Paese non comunista. Dal 1926 venne introdotta l’obbligatorietà della

riproduzione dei suoi prodotti nei cinema, affiancati dai film. Attraverso le cinemobili che partivano

con l’attrezzatura per mostrare i propri prodotti al pubblico di provincia e al pubblico rurale. Fu

affidato il compito all’istituto di consegnare le immagini e le fotografie a chiunque ne facesse richiesta.

Si raggiunse nel 1929 la media annua di 250 cinegiornali composti da 4-5 servizi ciascuno e

annualmente erano 150 milioni gli spettatori. Il cinema conobbe una crescita esponenziale. I

cinegiornali venivano proiettati gratuitamente in tutte le sedi del partito, delle associazioni fasciste,

del dopolavoro. Il maggiore difetto inizialmente fu quello di mancare di un’impostazione giornalistica.

All’inizio i giornali erano dei collage di documentari costruiti con l’occhio del regista e non del

giornalista. A partire dal 1934-35 il regista ebbe il compito di svolgere un’informazione guidata.

Rimase sempre nei primi anni la censura, Mussolini stesso controllava tutti i numeri dei cinegiornali

prima che venissero proiettati nelle sale e arrivo il commento parlato privilegiando la valenza

propagandistica alla valenza informativa. Si concentrò maggiormente sul commento sonoro che sul

supporto visivo. SOGGETTI RAPPRESENTATI NEI CINEGIORNALI

C’era una grande enfasi su tutto ciò che accadeva nell’Italia fascista. Quando si parlava di panorami

esteri si preferiva puntare su fatti di cronaca o sulle curiosità (es. campionato mondiale degli

spaccalegna, concorso di bellezza negli Stati Uniti). Veniva puntata l’attenzione sui fatti esteri per

quanto riguarda i disastri o le catastrofi (grave disastro ferroviario negli Stati Uniti, violento uragano

in Florida) e insistenza sui disordini sociali negli Stati Uniti successivamente alla crisi del 1929. Tutto

ciò accadeva per mettere in luce quanto in Italia si vivesse bene e non accadesse nulla di brutto mentre

all’estero accadevano molti fatti negativi.

1. Si concentrava, per quanto riguarda l’Italia, sulle cerimonie pubbliche e sulle ufficialità

istituzionali.

1 Il grande attivismo sul regime fascista (lavori pubblici, risanamento e bonifiche delle

○ zone paludose, inaugurazione di strade, ospedali, infrastrutture, sventramenti delle

città in particolare di Roma).

Tematica militari (servizi su esercitazioni militari, rassegna delle truppe, sfilate

○ dell’esercito); negli anni ‘30 e’ evidente la militarizzazione dell’Italia fascista.

2. Il Duce era oggetto di costante attenzione da parte dei cinegiornali anche se la sua immagine

subisce un’evoluzione (sia nei cinegiornali che nelle fotografie).

Nella fase iniziale 1922-1927\28 prevalse l’immagine borghese di Mussolini nelle

○ fotografie (quando non esistevano ancora i cinegiornali).

Dal 1928 al 1933\34 si predilige di presentare il capo del governo dai “mille

○ volti” (Mussolini diplomatico, padre di famiglia, sportivo, romantico, lavoratore,

urbanista, artista e taumaturgo). L’idea era quella di creare un processo di

identificazione tra lo spettatore e il dittatore.

Dal 1934-35 in poi la figura di Mussolini sarà quella del capo militare e del capo di un

○ impero (dalla guerra di Etiopia, alla guerra mondiale). Ci fu anche una sottile

concorrenza tra l’immagine di Hitler e l’immagine di Mussolini.

3. Italia fascista giovane, i cinegiornali pullulano di masse di giovani fascisti.

4. Tema della maternità e dell’immagine femminile. La donna è ritratta come donna madre. Nidi

d'infanzia aziendali, preventori antitubercolari, le colonie marine e montane per raccogliere i

bambini che non possono permettersi le vacanze, cliniche per madri italiane che provengono

dall'estero. Modello monocorde: vedove con medaglia alla memoria per caduti, figlie di

regionali, contadine, masserie. Era un'immagine differente rispetto all’immagine data dai

rotocalchi che rappresentava la donna diva più possibile libera, con molti uomini e priva di

figli. Le ragazze che compravano questi rotocalchi erano provenienti dalla piccola borghesia

prima del matrimonio.

5. La presenza del mondo del lavoro era meno fitta rispetto ai temi precedenti. Per i lavoratori

predominavano documentari molto lunghi. La costante non c’è alcuna attenzione per le

condizioni dei lavoratori (nessuna attenzione per la condizione di contadini, operai; né per la

loro personalità). Questi documentari e cinegiornali insistevano sul produttivismo: prodotto

industriale ed agricolo.

6. Dal 1929 anche la Chiesa prende parte all’interno dei cinegiornali Luce. Successivamente al

concordato l’attenzione per i rappresentati della Chiesa e per le cerimonie religiose va sempre

aumentando. FORMAT DEL CINEGIORNALE

Nel 1931 fu introdotto il sonoro. In corrispondenza di questa miglioria l’istituto Luce si trova in grave

difficoltà economica tanto che nel 1932 l’istituto luce era sull’orlo del fallimento e il suo risanamento

avvenne nel decennale della Marcia su Roma quando l’istituto luce fu apprezzato nel suo contributo

all’opera di propaganda e venne riconosciuto dalle potenze straniere e dalla società delle Nazioni. Nel

1935 fu orchestrata la campagna di Etiopia.

Con l’impresa di etiopia perni della documentazione e della propaganda della guerra. L’istituto Luce

costruì una sede anche vicino all’impresa militare in Etiopia che venne documentata con fotografie e

filmati di tutti i tipi che alimentavano cinegiornali, film e propaganda.

Furono realizzati una quantità impressionante di documentari e cinegiornali sulla guerra d’etiopia (18

documentari), il documentario più significativo e più noto è “il Cammino degli eroi” di Corrado

d'Errico che nel 1936 fu premiato durante la mostra del cinema di Venezia fu largamente sostenuto il

documentario che descrive meticolosamente la preparazione del conflitto, la produzione all’interno

delle fabbriche di produzione coinvolta nell’industria della guerra, documenta la partenza delle navi e

il duro lavoro degli italiani nella difficoltà di costruzione delle infrastrutture in Etiopia. In 70 minuti

solo 5 minuti di proiezione mostrano i combattimenti veri e propri della guerra, ci sono immagini che

creano parallelismi evidenti tra il colono italiano che penetra in una terra ostile e i cowboy americani

che penetravano nel far west.

Mussolini critico il documentario affermando la mancanza delle riprese emozionanti e la mancanza

della dimensione eroica della guerra.

2

Per quanto riguarda la documentazione delle guerra di Spagna, l'istituto luce non poté assicurarsi gli

stessi vantaggi che aveva goduto durante la guerra d’etiopia. Tanto è vero che la maggior parte dei

cinegiornali non appartenevano all’istituto luce ma alla Paramount. Ufficialmente l’Italia fascista non

era in guerra durante la guerra civile spagnola (nonostante intervenne e sostenne Francisco Franco e

gli insorti al governo). Solo dal 1938-39 furono realizzati cinegiornali e documentari, un esempio è

rappresentato da “No Pasaran” un documentario riassuntivo della guerra civile spagnola di

propaganda a favore dei nazionalisti. Immagini che rimandano a ritmi di vita idilliaci della Spagna

tradizionale improvvisamente interrotti da bandiere rosse, stupri di donne, uccisioni di bambini ecc..

in questo caso il documentario rovescia la situazione mostrando i rappresentanti del fronte popolare

ad attaccare il potere centrale rappresentato dai nazionalisti e dalla Spagna tradizionale.

Contrapposizione tra la Spagna cattolica e la Spagna anarchica populista. Successivamente l’ordine

viene riportato dalle truppe franchiste. Segue successivamente un compendio riassuntivo di tutte le

tappe della guerra.

Sguardo commovente sulle colonie di prigionieri sfollati e repubblicani che marciarono verso il

confine della Francia (esiliati). Tolto il commento sembra che l’immagine dello spettatore sia in

un'ottica di commozione, questa scena, infatti, verrà ripresa da molti film antif

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
5 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giadaa98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Piazzoni Irene.