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SIMMEL
È soprattutto un filosofo, la sua carriera accademica fu molto travagliata. Troviamo in lui una proposta
alternativa alla visione di Sociologia Durkheimiana o Weberiana; la sua sociologia è una prospettiva nuova,
la definizione dell’oggetto sposta l’attenzione rispetto all’azione Weberiana e alla struttura Durkheimiana;
la sua sociologia ha come oggetto l’interazione, le forme che assume l’interazione. Secondo questa
concezione analitica o formale, la sociologia è definibile non in base ad una classe di oggetti che le sia
propria (non ha quindi un campo determinato), ma piuttosto in base ad una prospettiva analitica che
dall’infinita varietà dei fenomeni sociali, oggetto delle singole discipline, isoli le forme di associazione
dissociandole dal loro contenuto particolare; la sociologia quindi studierà le forme di subordinazione e di
dominio, imitazione, divisione del lavoro* ecc., diventando così la “grammatica e la geometria” della
società, studiando le forme pure di relazione. Tuttavia, sebbene la soluzione formale proposta da Simmel
sia rigorosa, è insoddisfacente, in quanto la gran parte delle ricerche condotte dai sociologi rientrerebbe
con difficoltà nei limiti ristretti da tale definizione.
Da un punto di vista del metodo, è anti-positivista.
Società per Simmel: cerchia di individui legati l’uno dall’altro da varie forme di reciprocità.
*per Simmel, la divisione del lavoro, producendo differenziazione sociale, fa in modo non solo che i diversi
compiti siano svolti da organi specializzati e all’interno di questi da singoli individui, ma che la conseguente
eterogeneità tra gli appartenenti ad una società crei le condizioni per l’accentuata individualizzazione tipica
della modernità.
Il presupposto centrale del pensiero di Simmel è che i fenomeni entrano continuamente in interazione, che
ha un carattere universale, è una visione che suppone una continua compenetrazione fatta di influenze
reciproche.
“Effetti di reciprocità”: la realtà e la realtà sociale è pensata come una rete di relazioni di influenza
reciproca tra una pluralità di elementi. Il soggetto A interagisce con un soggetto B, che non ci sia mai
un’unica direzione dell’influenza ed è immediatamente reciproca; una rete di relazioni di influenze
reciproche tra una pluralità di elementi.
Tener conto della reciprocità delle influenze significa rinunciare al tentativo di rintracciare una causa che
spieghi in modo esaustivo un singolo fenomeno si radica qui la visione anti-positivista di Simmel
rinuncia al rintracciare dei rapporti di causa-effetto, e dunque è una posizione che colloca Simmel in quel
dibattito riguardo allo Stoicismo e sulla scientificità delle scienze umane.
L’idea di causa è sostituita dall’idea delle corrispondenze nessi di causazione reciproca.
Le forme di relazione reciproca diventano il vero obiettivo della sociologia Simmeliana, che prevede
l’associazione: da un lato vi è un fluire continuo di effetti di reciprocità e di influenze reciproche, ma nel
tempo alcune forme di azione reciproca si sedimentano, diventano istituzionalizzate, e queste sono le
forme che diventano l’oggetto di analisi della sociologia. Una società non è altro che il risultato di una
certa sedimentazione di alcune forme di interazione -> Sociologia come scienza formale che si occupa
delle forme di interazione, e tali forme possono essere sia quelle sedimentate, sia quelle effimere.
È il primo sociologo a introdurre una visione di realtà sociale come flusso, come lo scorrere di un fiume, così
appare per Simmel la realtà sociale nella sua complessità.
La società non è un’entità strutturata, ma è un processo continuo e fluido e che va avanti sulla base di
effetti reciproci, di interazioni, e di continuo si producono e si riproducono strutture.
Uno dei saggi di Simmel è quello dedicato alla metropoli (“La metropoli e la vita dello spirito”, 1903), saggio
molto breve che riassume una sua opera precedente, “la filosofia del denaro”. È una buona
esemplificazione del modo in cui gli effetti di reciprocità e interazione vengono utilizzati per interpretare
la metropoli. Simmel nasce a Berlino negli anni in cui la città subisce un processo di trasformazione
imponente, da 170'000 abitanti a 2'000'000 in pochi anni, sviluppo impressionante accaduto solo in pochi
altri centri (Parigi, Londra) La metropoli proprio come la modernità è il luogo del mutamento continuo.
In tale saggio, il suo obiettivo è quello di individuare le caratteristiche di questa nuova esperienza che
producono una serie di influenze reciproche venendo a costituire nuovi tipi di personalità.
Il punto di partenza è “l’intensificarsi della vita nervosa”, tipico dell’esperienza della metropoli: presenza di
una serie di stimoli interiori ed esteriori che qualsiasi cittadino metropolitano sperimenta, e ha subito una
corrispondenza con il carattere intellettualistico della vita psichica metropolitana, il formarsi di un
particolare carattere della vita psichica.
è la metropoli moderna è il luogo dove vi è la massima differenziazione sociale, ed essa è anche il luogo
dell’individualità per eccellenza, che permette estrema libertà di movimento e di espressione della
singolarità Differenziazione sociale comporta un aumento della libertà dell’individuo, ma, come sempre
in Simmel, non esistono processi univoci: a tale differenziazione si oppongono delle energie che inducono
il livellamento, che è tipico della società di massa, e la libertà stessa nasce dal conflitto tra l’appiattimento
conformistico e il desiderio di essere se stessi.
Nelle pagine finali del saggio dedicato alla metropoli, Simmel identifica questo dissidio nella crescente
divaricazione tra i contenuti dello spirito oggettivo e dello spirito soggettivo: se la metropoli favorisce la
tendenza alla massima individualità dell’esistenza personale, vuol dire che prevale sullo spirito soggettivo
(che è la cultura di ogni singolo individuo) lo spirito oggettivo (la cultura incorporata nelle conoscenze, nei
linguaggi, nella tecnica, nell’arte, scienza ecc.); la metropoli è la scena per eccellenza in cui questa cultura
sovrasta ogni elemento personale.
Quindi, da una parte la vita viene resa nella metropoli facile, a causa dell’infinità di stimoli e di interessi a
cui siamo sottoposti, che ci riempiono il tempo e la coscienza; dall’altra, la nostra vita è sempre più
composta di elementi impersonali che tendono ad eliminare le particolarità (spirito soggettivo).
Cosa intende Simmel per intellettualismo/intellettualizzazione? Intelletto distinto da ragione in quanto
ragione è un principio che dà ordine a conoscenze empiriche, mentre l’intelletto è una facoltà logico-
combinatoria, orientata al modo attraverso cui l’individuo metropolitano tiene testa alla molteplicità delle
impressioni che lo colpiscono.
Individualità in Simmel (libro prof da pag.29): Nella cultura Europea, il concetto di individualità è espresso
come un’equazione tra io e il mondo, e Simmel individua la distinzione tra due forme fondamentali di
individualismo che corrispondono a ideologie o formazioni spirituali che sono tipiche di due epoche diverse:
Individualismo dell’uguaglianza: forma caratteristica del 18°secolo in Europa.
Individualismo della differenza: forma caratteristica del 19°secolo.
L’idea che suggerisce l’autore è che vi sia una sequenza temporale nelle manifestazioni delle diverse forme
di individualismo, ma è anche possibile che le due forme siano compresenti in periodi di passaggio o che
compaiano nel pensiero o nell’opera di qualche grande personalità (L’individualismo dell’uguaglianza si
radica nel razionalismo dei Lumi, mentre l’individualismo della differenza trova supporto nel
Romanticismo).
FORMAZIONE DI UN LINGUAGGIO SOCIOLOGICO
Gli autori visti fin ora han tentato di proporre una teoria della modernità, osservando la società in cui
vivono che diventa oggetto della loro analisi; l’analisi della modernità implica anche una teoria della
transizione, del mutamento, dalla società premoderna tradizionale a quella moderna.
Ci sono dei caratteri che accomunano i diversi contributi degli autori: l’atteggiamento che connette i diversi
pensieri è un pensiero critico, sociologia e critica sociale convergono sin dall’inizio della sociologia. L’idea
della prevalente predominio della quantità sulla qualità è una delle basi di tale atteggiamento critico, non
c’è autore che nel passaggio dal premoderno al moderno non sottolinei come prevale la quantità che arriva
a soffocare la quantità.
La modernità si caratterizza inoltre come epoca della continua trasformazione, il mutamento è la norma
nella società moderna ed è un mutamento costante, irrevocabile, senza possibilità di tornare indietro;
pensare alla modernità è allo stesso tempo pensare alla crisi della modernità, che viene messa in
discussione dal suo interno in continuazione.
Teoria della modernità: tentano di spiegare come si è affermata la nuova forma sociale.
Nel caso di Marx, è il capitalismo il fondamento della modernità, e riconosce al soggetto collettivo
la responsabilità di aver prodotto attraverso una forma di rivoluzione la società moderna, sul piano
politico, ideologico e morale.
Nel caso di Durkheim, la modernità è essenzialmente anomia, società moderna è anomica, nel
senso che una serie di valori improntati alla dimensione religiosa sono venute meno indebolendosi,
e questo attraverso altre strutturazioni delle dimensioni sociali ha portato alla forma della società
moderna. Il suo problema era quello della “integrazione morale” della società che non è più
possibile in una società industrializzate.
Nel caso di Weber, l’essenza della modernità è il processo di razionalizzazione, processo di lungo
corso, secolare, che produce un mondo in cui i modi di agire degli individui son destinati a trovare
con difficoltà senso e significato in quanto è sostituito da una logica di tipo strumentale; le relazioni
sociali si fanno sempre più indifferenti in quanto il mondo che si va a formare con il processo di
razionalizzazione risponde ad una logica mezzi-fini, considerando oggetti, cose e persone non per la
loro qualit&