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Il piano descrittivo e il piano esplicativo

Se si guarda in modo più giuridico, nel piano descrittivo si guardano il contenuto e la forma della norma e i contenuti e forme delle politiche di intervento, per contrastare i comportamenti. Quando la norma viene scritta sulla carta si passa ai processi di implementazione delle leggi; quindi delle procedure che portano la norma a essere applicabili.

Oltre al piano descrittivo, abbiamo anche la possibilità non solo di descrivere ma anche ricercare le connessioni, le relazioni tra andamento dei fenomeni devianti/criminali e i fattori che sono considerati potenziali elementi esplicativi, cioè variabili indipendenti in grado di influenzare l'andamento di un fenomeno deviante.

Si ricercano le ragioni che influenzano le motivazioni dell'agire, posto in atto da diversi attori e di significati a essi attribuiti; quindi le motivazioni che inducono alcuni individui a comportarsi in un determinato modo, qual è la spiegazione che.

danno ai loro comportamenti. Ricerca dei fattori che spiegano le reazioni istituzionali alla criminalità e devianza a seconda dei contesti e dei periodi finaliste a prevenzione, controllo. Sociologia della devianza: misurare la criminalità Tra la fine del XVIII e il XIX si iniziano a misurare la criminalità e c'è anche lo sviluppo della scienza e della tecnica della società industriale. Le tecniche statistiche e lo studio dei fenomeni è anche stato allargato a quelle che sono le caratteristiche dei singoli individui Fisica sociale. →Si occupa dello studio delle informazioni, dati fisici, socio-demografiche di una popolazione o dati di un sistema economico e commerciale applicando tecniche di analisi statistiche. Anche per le caratteristiche morali, nasce la statistica morale si andava a studiare il reato in sé e le condizioni nelle quali venivano commessi i reati. A metà del '900 ci furono le prime critiche rispetto alle

I dati sulla criminalità rispecchiavano la criminalità che si verificava in un territorio in un determinato periodo. I dati quantitativi che si avevano non erano esaustivi e non erano rappresentativi del fenomeno reale perché rispondevano a delle necessità. Si perdeva un certo numero di reati (ad esempio quei reati che non vengono denunciati) e non erano rappresentativi del fenomeno, cioè non esisteva un rapporto proporzionale tra i tratti della parte del fenomeno che osserviamo e registriamo e le caratteristiche dell'universo oggetto di interesse. Queste distorsioni dipendono da diversi fattori. Però, nonostante queste criticità, ci danno delle informazioni importanti sul controllo sociale della criminalità di un determinato contesto.

Cosa misuro?/Come misuro?

Bisogna distinguere tra:

  1. Criminalità reale: il numero di reati commessi in un dato intervallo di tempo e in un determinato ruolo

(indipendentemente se sono stati denunciati, se c'è la condanna o se le indagini sono in corso);

2. Criminalità ufficiale/registrata: tutti i crimini che sono stati rilevati in quel determinato intervallo di tempo e luogo dalle forze dell'ordine. Questo è il numero di cui disponiamo. Questo numero non coincide con la criminalità reale, perché non tutti i reati arrivano. Di conseguenza si ha la criminalità nascosta.

Criminalità nascosta: sono i reati che sono stati commessi in un dato luogo e tempo ma non sono stati rilevati o non è possibile rilevarli.

Numero oscuro: (è una %); stima della criminalità nascosta data dalla quota dei reati non rilevati rispetto al totale. Esso varia dal tipo di reato, ci sono reati in cui il numero oscuro è molto alto, perché difficile da rilevare, mentre altri (come l'omicidio) è più semplice da ottenere.

Queste statistiche, raccolte dalle

Forze dell'ordine/dai tribunali/dalle istituzioni penitenziarie ecc, ci dicono qualcosa anche delle scelte operative delle forze dell'ordine. I dati risentono di quelle che sono le scelte operative e risentono anche del comportamento, la propensione della vittima al reato ci sarà chi è più propenso a denunciare il reato e chi no; quindi i numeri crescono anche in base a questo.

I dati risentono anche dell'effettivo andamento della criminalità reale, cioè anche se il numero non è uguale a quello della criminalità reale io posso guardare l'andamento di una curva e vedere se c'è stata una diminuzione o un aumento di un determinato crimine. Questo lo posso fare solo se non ci sono stati altri fattori che hanno portato alla consapevolezza di quel reato (es una campagna di sensibilizzazione per la denuncia di violenza domestica può portare a un aumento delle denunce: bisogna vedere se).

l’aumento è dato dalla consapevolezza oppure se è aumentata la violenza domestica). Quindi i dati ci dicono:
  1. Le scelte operative delle forze dell’ordine;
  2. La propensione alla denuncia da parte delle vittime;
  3. L’effetto andamento della criminalità.
Ci sono tre approcci:
  1. Approccio positivista: le statistiche, salvo errori di registrazione, sono lo specchio fedele della criminalità. Questo è stato il primo approccio, ma oggi non è più considerato vero perché le statistiche non sono fedeli al 100%;
  2. Approccio costruttivista: le statistiche sono costruzioni sociali, cioè per arrivare a quel numero, c’è il risultato dei processi complessi. Le statistiche registrano i crimini come "oggetto di interesse delle agenzie di controllo sociale" e viene definito "selettività del processo di criminalizzazione".
Il numero oscuro varia anche in base a chi compie il reato, al

tempo, allo spazio e alle scelte politiche. (es se io sono un poliziotto e il mio capo mi dice che bisogna perseguire i reati di spaccio, io devo scegliere la strada migliore ognuno di noi ha nella propria mente→uno stereotipo di chi è uno spacciatore, quindi andrà a cercare quelle caratteristiche negli individui). Sarà distorta da quelle che sono le mie convinzioni.

Per alcuni reati, il numero oscuro è molto alto; Confrontare i tassi di criminalità in rapporto con i diversi gruppi sociali è fuorviante.

3. Approccio realista è in una posizione intermedia tra i due→approcci precedenti. Accettano il concetto di criminalità e che i dati ufficiali rappresentano una buona approssimazione della criminalità reale e della propensione di specifici gruppi a commettere certi reati.

Bisogna però integrare le informazioni con altre modalità di ricerca per esplorare i fenomeni devianti e criminali come ad esempio le indagini.

di vittimizzazione e di autoconfessione. 05.10.2020

Sellin, che ricordiamo per il "conflitto culturale" ha fatto una riflessione importante: "le statistiche sono un valido strumento per misurare la criminalità quanto più "sono vicine" al crimine che intendono misurare" i numeri raccolti all'interno delle statistiche rispecchieranno tanto più la criminalità reale, tanto più saranno vicine* al crimine.

*vicine nel senso tanto meno sono oggetto di passaggi, attraverso le diverse agenzie di controllo quindi quanto meno sono state maneggiate da coloro che hanno trattato queste informazioni.

Le statistiche possono dare informazioni sulla criminalità, ma occorre tener presenti i limiti, in particolare per reati per i quali c'è un elevato numero oscuro.

Quando le statistiche penali danno conto della reale estensione e delle caratteristiche del fenomeno criminale che stiamo studiando?

1. Il rapporto

tra criminalità reale-ufficiale-nascosta è influenzato dalla progressiva selettività che caratterizza i numerosi passaggi che si verificano tra commissioni del reato e esecuzione della pena: Commissione del reato denuncia o scoperta presa in considerazione del fatto reato da parte della magistratura individuazione, arresto e/o rinvio a giudizio del (presunto) colpevole processo penale esecuzione della pena Iter dell'autore di un atto criminale: processo di criminalizzazione come esito di processo selettivo che dipende da: 1. Dalle scelte degli attori coinvolti: - autore dell'atto - la vittima, se denuncia o meno; - le operazioni delle forze di polizia che prima di tutto decidono quali reati sono da perseguire, a cosa dare la priorità; - le operazioni giudiziarie chiedersi a quali reati dare priorità per l'avvio del processo penale; dare delle precedenze. - Opinione pubblica per quanto riguarda i reati che

Coinvolgono l'allarme sociale; questo è anche dovuto alla presenza di molti mass media che riportano le notizie di cronaca in modo da far pensare che la criminalità sia presente in modo esagerato; questo viene fatto per far sì che i reati che provocano più allarmismi siano messi, dalle forze dell'ordine e anche per quanto riguarda le operazioni giudiziarie, in una classificazione più alta rispetto agli altri reati. La selezione è presente in tutte le fasi: denuncia, indagini, processo e poi esecuzione della pena.

Criminalità ufficiale: statistiche della delittuosità

Sono i dati che derivano, che contano le denunce presentate all'autorità giudiziaria da tutte le forze di polizia (polizia di stato, arma dei carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria, corpo forestale dello stato). Sono caratterizzate da:

  • Sono raccolte dall'ISTAT in modo mensile;
  • Contengono all'interno un numero limitato di
fattispecie di reato, maarticolato al suo interno; - Sono soprattutto reati contro la persona e la proprietà; - Sono disaggregate in base alle dimensioni dei centri urbani - Sono dati che vengono registrati e sono disponibili dal 1955

Sistema d'indagine (SDI) è il sistema di rilevazione dei dati didelittuosità. Vengono raccolte dalla polizia municipale e dallacapitaneria di porto. Non registra solo i reati, ma anche fatti nonpenalmente rilevanti (es scomparse, suicidi ecc).

I dati sono relativi da denunce o querele derivante sia dalle denunce deicittadini, sia dall'esito dell'azione investigativa delle forze di polizia.

Le informazioni sono rilevanti al fatto orario, luogo, descrizione dell'evento, le caratteristiche della vittima e delle persone coinvolte.

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Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NicoleMerlo. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della devianza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bosisio Roberta.
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