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MOSCOVICI - SISTEMI DI COMUNICAZIONE

Secondo Moscovici, esistono tre diversi modi di produrre informazioni nella società: articolazioni diverse tra pubblici, contenuti, tecnologie, modi di pensiero e credenze.

  1. PROPAGANDA
    • Parte dal presupposto che si rivolge a masse debolmente organizzate con un unico messaggio attraverso un "didattismo" totalitario e piramidale (punta = fonte).
    • Obiettivo: rafforzare l'ortodossia.
    • Privilegia uno stile che reitera giudizi già formati.
    • Incita all'azione: obbedienza a slogan che rispondono ad abitudini precostituite.
    • Prodotto comunicativo tipico: STEREOTIPI (elementi generalizzati e astratti dalla realtà).
  2. PROPAGAZIONE
    • Presume di avere un pubblico che si incontra in molteplici luoghi di socialità e che appartiene a molteplici organizzazioni (multi-appartenenza).
    • Gli individui hanno una cultura della concertazione (possono avere diversi schemi di rilevanza).
    • La distribuzione delle informazioni avviene attraverso reti di comunicazione orizzontali.
    • Il prodotto comunicativo è caratterizzato da una pluralità di punti di vista e da una maggiore complessità.
  3. PRODUZIONE
    • Presume di avere un pubblico che si incontra in molteplici luoghi di socialità e che appartiene a molteplici organizzazioni (multi-appartenenza).
    • Gli individui hanno una cultura della concertazione (possono avere diversi schemi di rilevanza).
    • La distribuzione delle informazioni avviene attraverso reti di comunicazione orizzontali.
    • Il prodotto comunicativo è caratterizzato da una pluralità di punti di vista e da una maggiore complessità.

Conoscenze e informazioni sono regolate da credenze e interazioni concrete, condivise e concertate. Non c'è una verità generale.

Prodotto comunicativo tipico: atteggiamenti (tendenze/disposizioni a reagire in modo favorevole o sfavorevole a un insieme di azioni o oggetti).

Diffusione: rivolta a grandi numeri di persone utilizzando mezzi di comunicazione di massa in un mondo sociale immaginato neutrale. Si minimizzano le differenze tra individui e gruppi, si mobilita il coinvolgimento, si immaginano tanti "cittadini" tutti uguali che aspettano l'informazione. Mondo sociale immaginato consensuale e benevolo. L'informazione ha un ruolo pedagogico, proietta modelli ritenuti uniformabili.

Prodotto comunicativo tipico: opinioni, stereotipi, atteggiamenti e opinioni. Sono modulazioni diverse delle rappresentazioni sociali che rendono possibile la comunicazione e orientano i significati dell'universo consensuale della vita.

COLLETTIVE SONO IMPORTANTI Le rappresentazioni collettive sono importanti perché influenzano il modo in cui le persone interpretano e comprendono il mondo che le circonda. Queste rappresentazioni sono condivise da un gruppo di individui e possono influenzare le loro azioni, le loro credenze e i loro valori. Le rappresentazioni collettive possono anche contribuire a creare un senso di identità e di appartenenza a un determinato gruppo sociale. Inoltre, le rappresentazioni collettive possono essere trasmesse da una generazione all'altra e possono influenzare la cultura e la società nel suo complesso.SOCIALI SONO IMPORTANTI Sono una forma di sapere pratico sempre disponibile Sono elaborate nel corso di processi di scambio e interazioni Sono stratagemmi esplicativi LE FUNZIONI PRINCIPALI DELLE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI - Rendere familiare il non familiare - Inserire l'ignoto nell'universo del noto (passaggio da universo reificato della scienza a universo consensuale della vita quotidiana) MECCANISMI PRINCIPALI - ANCORAGGIO: fermare l'informazione intorno ad una boa conosciuta, negoziare la condivisione e il riconoscimento, dare un nome. Selezione nell'oceano di informazione quella considerata come rilevante nel nostro orizzonte di esperienza. Trasferiamo ciò che non conosciamo nella nostra sfera particolare di interesse, dove siamo in grado di confrontarlo e interpretarlo. ANCORARE = contestualizzare un orizzonte familiare - OGGETTIVAZIONE: identificare un'immagine ri-conoscibile, trasformare in realtà (sociale). Riproduce ciò che ancora nonconosciamo fra le cose che possiamo vedere e toccare e perciò controllare. "alchimia che trasforma il vile metallo delle nostre idee nell'oro della realtà".

OGGETTIVARE = Riprodurre il non familiare tra le cose che possiamo vedere e toccare.

LE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI
- Offrono risorse per la comunicazione e l'azione.
- Sono prodotto di scambi.
- Servono per orientarsi nel flusso.
- Facilitano la comprensione del mondo sociale perché ci rassicurano di stare dentro un flusso quotidiano che continua a esistere (un universo in cui possiamo sentirci a casa).
- Permettono una continuità tra vecchio e nuovo anche modificando valori e sentimenti. "senza una teoria delle rappresentazioni sociali, non possiamo comprendere la costruzione sociale".

Le rappresentazioni sono SOCIALI perché:
- Hanno per oggetto la realtà sociale (spazio condiviso con altre persone)
- Hanno origine sociale
- Sono condivise in un gruppo
Non sono schemi

LA VISIONE TRADIZIONALE

STIMOLO (realtà esterna)

RAPPRESENTAZIONE

RISPOSTA (interna)

LA PROPOSTA DI MOSCOVICI

STIMOLI

RAPPRESENTAZIONE

RISPOSTA

Per Moscovici anche gli stimoli sono prodotti dagli scambi sociali.

I media si possono considerare sia indicatori di rappresentazioni sociali che produttori di rappresentazioni sociali.

Le rappresentazioni articolano aspetti/elementi che possono essere:

  • Affettivi
  • Mentali
  • Sociali

Integrano aspetti:

  • Cognitivi
  • Linguistici
  • Comunicativi
  • Sociali

Sono il prodotto di scambi intersoggettivi, intergruppi e ideologici possono entrare in risonanza tra loro.

RAPPRESENTAZIONI SOCIALI

ANCORAGGIO

OGGETTIVAZIONE

Ciò che è nuovo è selezionato e diventa comprensibile (es: sigla AIDS)

ONTOLOGIZZAZIONE

PERSONIFICAZIONE

Proprietà fisiche (es: verde per l'ecologia)

Per rappresentare un'idea (es: Freud per la psicoanalisi)

Immagini concrete (es: un vulcano)

Il primo medium di comunicazione è l'interazione faccia a faccia. Essa richiede la compresenza fisica dei soggetti che comunicano.

Lo studioso più noto dell'interazione faccia a faccia è Erving Goffman.

Goffman presenta le regole che organizzano e rendono possibile un ordine di interazione. Per descrivere l'interazione sociale, Goffman utilizza una metafora drammaturgica, teatrale: i soggetti si collocano in una cornice d'interazione costituita dalla ribalta in cui recitano determinati ruoli.

Il teatro sociale dell'interazione si divide in ribalta e retroscena. Gli attori definiscono le situazioni comunicative individuando le cornici/frames d'interazione. Rispondendo alla domanda "cosa succede qui?", si entra in una struttura di interazione, si riconosce il frame.

Gli individui dispongono di strumenti per passare da un livello di cornice a un altro.

- IN TEORIA i frames sono un numero infinito.

IN PRATICA riusciamo quasi sempre a sapere dove ci troviamo e quali sono le regole appropriate per quella situazione. Il riconoscimento di quelle regole fa sì che la situazione persista. La vita sociale non è un semplice gioco di specchi o un fluire infinito. Al momento opportuno sappiamo "sfogliare" i vari strati della realtà e riconoscere il punto essenziale dell'interazione. Ogni frame è ancorato al mondo circostante. Con l'interazione attribuiamo a ciascuna porzione del mondo status di realtà diversi. Il frame corrisponde al modo in cui è organizzato un aspetto dell'attività che implichi attori sociali. L'individuo si colloca nel frame come attore sociale. L'attore sociale comunica grazie ai frames: attribuisce un senso alla sua soggettività in quel contesto. Non ci aspettiamo che le regole del frame siano rispettate da bambini e matti.

MASCHERE

L'individuo assume maschere attraverso le

quali presenta agli altri la sua identità sociale (self).

IL SELF

Nei rapporti con gli altri, il problema non è sapere chi siano, ma quale senso presentiamo del tipo di persona che sta dietro al ruolo. Il self è un'identità multistratificata (frammentazione in diversi "selves" diverse facce e diversi ruoli a seconda delle cornici e delle situazioni).

UNITÀ DEAMBULATORIE

Gli attori sociali si muovono nelle diverse ribalte in cui è suddiviso lo spazio sociale. La loro circolazione segue regole condivise che rendono possibile il riconoscimento delle situazioni e dei ruoli reciproci e che esistono perché gli attori sociali le rispettano.

Self, frames maschere, ribalta e retroscena come insieme di scatole cinesi. Sono tutte interconnesse. Possiamo distanziarci dalla "faccia" di un ruolo solo perché abbiamo altri ruoli a disposizione.

Il problema dell'identità non si pone contro il serbatoio di

Conoscenze sociali, ma è grazie ad esso che si ha una società moderna con molteplici pubblici, molteplici ribalte e diverse sfaccettature del self.

ORDINE RITUALE

La cornice dell'interazione richiede il rispetto di regole appropriate. In questa liturgia dell'interazione, ciò che viene sacralizzato è l'individualità.

REGOLE MORALI DI TATTO

Quando le regole sono violate, si ricorre a rituali di riparazione.

RIPARAZIONE

La violazione della regola appropriata alla cornice di interazione richiede una riparazione. Per questo si applica una sanzione:

  • Esclusione
  • Stigma (segno/marchio negativo che segna l'appartenenza ad un'altra categoria)

Esempio: il bambino è considerato una non-persona (non ancora). Anche il matto/folle è "scusato" se non rispetta le regole dell'interazione (esempio di forte stigmatizzazione e di esclusione dall'ordine rituale).

Malattia mentale: "pericolo" del

Coinvolgimento occulto nella cornice di interazione. Non sappiamo se l'altro condivide lo stesso impegno nel riconoscimento delle regole adeguate alla situazione. Il problema morale riguarda una questione di tatto.

Mostriamo sempre del contegno nel presentare la faccia pubblica e abbiamo l'esigenza di controllare e trattare con riserbo la "faccia negativa". Tuttavia, pur capendo che si deve esercitare contegno da una parte e riserbo dall'altra, si cerca sempre di svelare i segreti degli altri.

FRONTIERA TRA RIBALTA E RETROSCENA

La "faccia negativa" può riguardare il retroscena va controllata e trattata con riserbo nella ribalta.

REGOLE RITUALI DI TATTO

  • Contegno nel presentare la faccia nella ribalta condivisa
  • Sanzionare o riparare il pericolo del "coinvolgimento occulto"
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
44 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alidst di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Lalli Pina.