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CITTADINANZA, IMMIGRAZIONE E DEMOCRAZIA – PROF. GIOVANNI MORO
La cittadinanza si definisce in termini di identità anche come differenza rispetto a qualcuno che sta fuori. Invece i fenomeni migratori mettono in discussione la possibilità di distinguere chi sta dentro e chi sta fuori e mettono in dubbio per chi sta dentro chi è la propria identità.
Con cittadinanza intendo uno strumento di osservazione della realtà, e uso la cittadinanza come un prisma come un punto di osservazione da cui guardare alla realtà delle società contemporanee.
Che cosa intendiamo con cittadinanza? La cittadinanza è un dispositivo, ovvero un macchinario che serve a fare qualcosa. E serve ad assicurare inclusione, coesione e sviluppo delle società moderne. È importante perché prima della nascita dello sviluppo delle società moderne e della parallela invenzione e sviluppo della democrazia dei moderni, la cittadinanza era di
prossimità ovvero che si costruiva come legame associativo tra persone e gruppi sociali che vivevano a contatto e condividevano tutto.
Come è fatto questo dispositivo? È fatto come un dispositivo con tre componenti. La cittadinanza è un principio di associazione ed inclusione delle persone in una comunità politica ma si articola in tre componenti:
- Essere, essere riconosciuti e sentirsi membri della comunità politica. Ci sono esperti dello status (ius soli e ius sanguinis) e anche come status sociale, in quanto ognuno di noi è riconosciuto in base a qualcosa, e appartenenza come identità quindi sentirsi membri di una comunità politica;
- Ovvero standard di vita riconosciuti a tutti i membri della comunità politica garantiti dallo stato;
- Nel modello canonico della cittadinanza ruotano intorno all’esercizio del voto. C’è un legame tra queste componenti: i diritti non possono essere riconosciuti
più famiglie: 6/10 vivono in famiglia con figli. Un altro fenomeno interessante è la convergenza degli stili di vita: vi è una tendenza delle famiglie di origine straniera a una convergenza degli stili di vita, quindi non è vero che le famiglie straniere producono più figli. Negli ultimi anni si è alzata l’età media del parto, è diminuito il numero di figli. Sempre in termini di status, secondo l’ISTAT più del 60% degli stranieri parla e comprende l’Italiano e hanno conti bancari, carte di credito, e la partecipazione all’economia - elemento che fa parte dello status. Il contributo degli stranieri al PIL è pari circa all’8%.
Appartenenza
Per quanto riguarda l’appartenenza ci sono tre punti: la scuola (si stimano 800mila bambini/ragazzi di origine straniera che frequentano scuole italiane); la residenza (1/5 vive in una casa di proprietà); consumi culturali (notevole numero di persone).
diorigine straniera è esposto agli stessi media ai quali sono esposti gli italiani, poicinema e concerti).Per quanto riguarda l'identità, una ricerca è stata fatta su cosa e come si sentono glistranieri in Italia (italiano, straniero, mix). La maggior parte degli studenti nati in Italiao nati all'estero e arrivati in Italia prima dei 6 anni si sentono italiani, quelli tra i 7 e gli11 anni si sentono mix, e per i ragazzi entrati in Italia dopo gli 11 anni sisentono appartenenti al paese di origine.Diritti e doveri: diritti civili, sociali e doveri fiscali.I diritti civili sono assicurati a tutti in Italia senza nessuna distinzione, sono statiincorporati nella materia dei diritti umani e quindi dedicati a tutti. Oltre a questo, inItalia sono state introdotto nel corso Degli anni delle norme di protezione di diritti econdizione e attentati ai diritti che sono tipiche delle persone di origine straniera: latratta di esseri umani. È garantito ericonosciuto il ricongiungimento familiare. I diritti sociali alle persone di origine straniera sono riconosciuti esattamente come sono riconosciuti a quelli italiani, in teoria. In pratica ci sono differenze di problemi. I diritti sociali in linea di principio sono riconosciuti agli stranieri purché residenti legalmente in Italia. I Doveri fiscali: il più importante è il pagare le tasse e nel 2015 le persone di origine straniera hanno versato circa 18 miliardi di euro in tasse. Lo stato ha preso più di quello che ha dato in termini di politiche pubbliche. Partecipazione: sindacati, istituti di democrazia partecipativa e associazioni di immigrati. I tre principali sindacati in Italia (CGIL, CISL e UIL) hanno circa 1 milione di stranieri iscritti, circa l'8% del totale. C'è poi l'inclusione di gruppi e comunità di immigrati nelle forme di democrazia partecipativa ovvero la consultazione per la messa a punto di leggi di politiche.pubbliche che investe anche le persone, le comunità straniere. Nessuno sa quante sono le associazioni di stranieri, nel 2014 sono state censite circa 2114 ma sicuramente è un numero in difetto. Le seconde generazioni tendono a non partecipare. Queste sono aree di inclusione, sono dati da tener in conto e si tratta di inclusione conflittuale. Gran parte delle persone che stanno nelle carceri, di origine straniera, sono dentro per reati minori o per reati che solo gli stranieri possono commettere come scadenza del permesso di soggiorno. Vediamo adesso tutte le situazioni in cui la presenza di origine straniera innesca dei processi di trasformazione che sono già in corso perché nessuno decide come la cittadinanza deve essere.
PUNTI CRITICI
Appartenenza come status: la quantità e le seconde generazioni
La dimensione quantitativa è importante in quanto l'Italia è sempre stata un paese di emigrazione e non di immigrazione. Il 10% delle persone che vive in
Italia è straniera odi origine straniera e questo è un problema per la cittadinanza la quale nasce perdistinguere chi sta dentro e chi sta fuori e invece una presenza cosi massiccia di fortiminoranze mette in discussione il fenomeno che nella ricerca scientifica vienechiamato l'altro interno, cioè dovrebbe stare fuori ma invece resta interno. Lapresenza straniera di seconda generazione, nessuno sa quanti sono (circa 600mila).Nel 2013 i minori stranieri non comunitari erano il 24% e in relazione a questo avrannoconsiderati i conflitti e gli ostacoli.Per quanto riguarda l'identità che cosa mette in crisi la cittadinanza in Italia? Prima dipluralismo religioso:tutto il in Italia ci sono 1ml di cattolici, 1mln600mila ortodossi ecirca 1ml di islamici. Dall'italiano medio (analfabeta funzionale lol) l'italiano è cristianoe bianco, quindi il caso di Balotelli che gioca in Nazionale è un trigger immenso inquanto, essendo la suapelle di colore scuro, allora non può giocare in nazionale(idiots).Un altro fattore che mette in crisi la cittadinanza italiana è la cultura materiale del cibo, dove la cucina tradizionale italiana viene messa in crisi dalle influenze straniere come la cucina fusion, cinese etc.Diritti politici, umani e boicottaggio dei diritti.No taxation without representation, ovvero il diritto politico di essere rappresentato nel momento in cui pago le tasse. Se i diritti dei cittadini sono ciò che distingue un cittadino da un non cittadino, cioè se la rete dei diritti è ciò che identifica un cittadino di rango diverso da un altro cittadino, il fatto che ci siano in tutto il mondo dei diritti dati alle persone in quanto tali e presenti in un territorio in modo legale, allora a questo punto il fatto di avere dei diritti non definisce più il fatto di essere cittadini.Questo mette in crisi il modello canonico di cittadinanza che avevo
accennato all'inizio. Boicottaggio dei diritti: questi diritti riconosciuti sono attivam