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LEGISLATIVA.

Capitolo 13: i governi

I governi possono cambiare in base al cambiamento dei regimi, dunque sono connaturati alla politica e alla

comunità. Dobbiamo considerare i governi in quanto:

 FUNZIONE (attività). L’etimologia della parola “governo” deriva dal greco “cubernao” che significa sia dirigere,

tenere il timone di una nave e a condurla a destinazione, sia prendersi cura del gregge, dunque il governo ha una

duplice funzione: da un lato prendere decisioni con autorità, dall’altro prendersi cura dei suoi cittadini.

Con la teoria della divisione dei poteri, la funzione di governo è diventata quella del potere esecutivo, con cui si

allude alla distinzione da quello legislativo e alla subordinazione del governo alle leggi.

Con l’introduzione della rappresentanza, però, il potere esecutivo non ha più molto senso in questi termini: il

governo non è vero che esegue quello che dice il legislativo perché può essere promotore dell’attività legislativa, ad

esempio con la formazione dei decreti. Dunque non ha più solo la funzione esecutiva.

Inoltre si è parlato di un dualismo tra la direzione politica e quella amministrativa, come sostiene Luhmann nel

1971. Si tratta di due funzioni diverse che la funzione governativa comprende nella sua sfera, rispettivamente

corrispondono all’esercizio dell’autorità e all’applicazione delle decisioni. Prima coincidevano, ora si sono separate,

perché la direzione amministrativa è ricoperta dalla burocrazia (sempre parte del potere esecutivo ma scissa dalla

politica in senso stretto), mentre il governo ha mantenuto la direzione politica. Dunque il governo contiene una sfera

della discrezionalità/decisionalità autonoma e una sfera dell’esecutività.

Il governo fa tante attività: ad esempio i bilanci, la politica fiscale, attività ricreative, servizi medici.

Weber affida ai governi la cura di due aspetti:

- tutela della comunità politica nei confronti dell’esterno  gli Stati-nazione si caratterizzano per la loro natura

territoriale: spetta allora allo Stato di tutelare i confini perché lo Stato moderno è sovrano (se qualcuno metteva in

discussione i confini, scoppiava una guerra e chi vinceva comandava in quel territorio entro certi confini). Nel

Medioevo se ne occupavano l’imperatore e il Papa.

- mantenimento dell’unità politica all’interno  fare i conti con il problema dell’ordine, dell’integrazione e della

pace interna. La legittimazione è un processo che si basa sul consenso, non sull’ordine.

La funzione di governo può avere due prospettive diverse, una di carattere quantitativo e una di carattere qualitativo.

- prospettiva quantitativa: quanto governo? Lo strumento di misura è il bilancio statale, dunque l’intervento della

politica sulla società e sull’economia ma comunque l’azione di governo non è riconducibile soltanto alla dimensione

monetaria. All’inizio del 1700 era molto ridotta, poi è aumentata perché sono serviti sempre di più gli interventi degli

Stati.

- prospettiva qualitativa: cosa decidere? Prima si è iniziato a governare agendo sulla sfera della difesa (Stato

minimo); poi lo Stato ha capito che bisognava investire anche nell’istruzione, nei servizi e nella sanità (già con

Bismarck). Durante le due guerre lo Stato diventa interventista. Poi, quando cresce la spesa pubblica, si spende di

più per i servizi e l’occupazione (Stato sociale – Welfare State).

Possiamo individuare due modelli: (I) economico di breve periodo e (II) politico istituzionale di lungo periodo.

La differenza è che nel primo la politica segue assiduamente i cambiamenti economici; nel secondo le istituzioni

sono autonome rispetto all’economia, tendono a creare le condizioni per legittimarsi nei confronti della popolazione.

Watanuki, Huntington e Crozier nel 1975 hanno introdotto il concetto di governabilità: in quegli anni ci furono

diverse proteste e questo comporta che più la popolazione pretende di far giungere domande al governo, maggiore

sarà poi il sovraccarico (overload) di governo che vivono le democrazie; questo sovraccarico può squilibrare il

funzionamento delle istituzioni e portare a un collasso perché il carico di domande deve avere un limite.

 ISTITUZIONE (attori politici). L’istituzione di governo è composta dal capo del governo e dai ministri.

Nelle monarchie assolute, c’era uno Stato assoluto accentrato in cui il sovrano rappresentava il governo. Si è

passati così da una struttura pluralistica formata dai ceti feudali e i poteri della società medievale a una struttura

nelle mani del sovrano assoluto. Si indeboliscono dunque i ceti feudali, il clero, i nobili.

Si sviluppa una burocrazia amministrativa con a capo i ministri che hanno il duplice ruolo di consiglieri del sovrano

e di esecutori delle sue decisioni. Il re da solo non poteva svolgere tutti i compiti, per questo si affida ai ministri di

sua fiducia che devono svolgere le funzioni al posto suo nei diversi territori del regno.

Con l’entrata in scena dei Parlamenti viene messa in discussione la legittimità del re. Si sviluppa la monarchia

costituzionale in cui si trova una responsabilità duplice tra quella del re e quella del parlamento. Il governo si trova

conteso tra due forze di attrazione e sottoposto a una duplice responsabilità politica: una verso il sovrano (il cui

potere di nomina mantiene un carattere sostanziale) e una verso il parlamento (la cui fiducia politica diventa

necessaria).

Con l’avvento delle rivoluzioni, si sviluppa una monarchia parlamentare perché il ruolo del re diventa meramente

simbolico e quello del parlamento invece è molto forte dato che inizia ad esercitare un ruolo di controllo

sull’amministrazione e i ministri. Il governo inizia ad indentificarsi con la maggioranza parlamentare. Gli attori

principali diventano i partiti politici perché il Parlamento entra nel circuito della rappresentanza e delle elezioni.

Per quanto riguarda le forme di governo dobbiamo distinguerne tre:

A) Forma di governo presidenziale  c’è una forma di legittimazione diretta: il capo del governo è eletto dal

popolo, come in USA, e coincide perfettamente con il capo dello Stato (fusione tra capo dello Stato e capo del

governo). Il presidente è una figura monocratica, esercita il potere da solo (ovviamente facendosi aiutare dai

ministri scelti da lui, responsabili nei suoi confronti e revocabili). C’è dunque una struttura esecutiva a due livelli:

al primo livello il presidente, al secondo i suoi ministri. Nessuno può insidiare la carica del presidente, perché dura

fino alla fine del mandato (4 anni) perché è legittimato dal popolo (durata del governo prestabilita) e non può

essere sfiduciato (infatti non può sciogliere le camere). C’è una forma di elezione formalmente indiretta ma

sostanzialmente diretta perché si votano i grandi elettori che fanno parte della lista del presidente. La Camera è

eletta ogni 2 anni e il Senato si rinnova di 1/3 ogni 2 anni.

B) Forma di governo parlamentare  c’è una forma di legittimazione indiretta, perché il governo è legittimato

dalla maggioranza parlamentare con la fiducia. È il presidente della repubblica che nomina il presidente del consiglio

per formare il governo e poi presentarsi in solido per ottenere la fiducia. Risulta evidente che a differenza

dell’America il capo dello Stato e il capo del governo sono due persone diverse (separazione tra capo dello stato

e capo del governo) Inoltre la durata del governo è indeterminata in quanto può essere sfiduciato dal

Parlamento (in USA non esiste). C’è una struttura esecutiva a un livello perché il governo è composto dal

presidente del Consiglio e dai ministri, ma non sono posti in posizioni diverse: il premier è soltanto un primus inter

pares.

C) Forme di governo ibride  c’è una forma di legittimazione ibrida.

In Francia c’è il semipresidenzialismo in cui il Parlamento è eletto dal popolo e il Governo ha bisogno della fiducia

parlamentare da parte dell’Assemblea Nazionale (Camera Bassa). Il Presidente della Repubblica è un organo di

indirizzo politico e non di garanzia, come in America, solo che a differenza degli USA, il Presidente francese non è

anche Capo del Governo perché in Francia c’è un Primo Ministro (scelto dal Presidente) con il suo Governo. Per

questo si dice che vige un esecutivo bicefalo.

Il Governo è sottoposto al Presidente della Repubblica perché può sfiduciarlo e inoltre può sciogliere

anticipatamente il Parlamento (in USA il Presidente non può farlo) senza la necessità di una controfirma da parte del

Primo Ministro tra l’altro, solo che non può scioglierlo se è ancora al primo anno della legislatura.

Qualche volta è capitato che il partito che ha vinto le parlamentari non abbia vinto le presidenziali: a quel punto ci

sono problemi per la politica francese; si parla di coabitazione: altro non è che un doloroso compromesso fatto tra

Parlamento e Presidente. Le coabitazioni sono rare e sono avvenute fino al 2002 per circa 9 anni; dal 2002 in poi

con la riforma costituzionale hanno cercato di ridurle e ci sono riusciti. E’ bastato cambiare la durata del mandato del

Presidente della Repubblica da 7 a 5 anni, perché anche il Parlamento dura 5 anni: in questo modo si evita che,

votando in anni diversi, si possa dare un colore politico diverso ad entrambi i soggetti e inoltre essendo che prima ci

sono le presidenziali e 6 mesi dopo le parlamentari, per l’effetto trainante si tende a votare lo stesso partito del

Presidente che ha vinto 6 mesi prima. Questo ha annullato i rari casi di coabitazione anche se questa non è una

regola ma di fatto avviene sempre così per via della psicologia politica.

In Germania c’è il cancellierato dove il cancelliere è designato al momento delle elezioni quando si volta per uno o

per l’altro partito: non c’è una legittimazione diretta perché l’elettore vota per il partito ma già sa che votando per

quel partito ovviamente salirà il cancelliere di quel partito.

La scienza politica ha provveduto a fare un’ulteriore classificazione delle forme di governo:

Legittimazione del governo diretta Legittimazione del governo indiretta

1. 2.

FUSIONE GOVERNO­PARLAMENTO A GOVERNO PARLAMENTARE A BASE

INVESTITURA POPOLARE (UK) PARTITOCRATICA (ITA)

3. 4.

GOVERNO DIVISO (USA) GOVERNO POLICENTRICO

1. È come se il popolo eleggesse anche il governo dato che la maggioranza al parlamento si identifica con il

governo. Ad esempio l’UK

Dettagli
A.A. 2016-2017
32 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MellonCollie96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Lo Schiavo Lidia.