Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 193
Appunti di psicologia sociale Pag. 1 Appunti di psicologia sociale Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 193.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di psicologia sociale Pag. 41
1 su 193
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La natura del pregiudizio e la discriminazione

Il pregiudizio è un atteggiamento sfavorevole e talvolta ostile verso un gruppo sociale e i suoi membri. Distinguiamo tra:

  • Pregiudizio: dimensione di tipo cognitivo, tendenza cognitiva al comportamento discriminatorio;
  • Discriminazione: messa in atto esplicita di comportamenti che determinano uno svantaggio per l'outgroup.

Il pregiudizio è tendenzialmente un antecedente della discriminazione, ma non tutti i pregiudizi determinano discriminazione. Gli atteggiamenti, infatti, sono tendenze all'azione che possono anche non realizzarsi. In compenso, quando il pregiudizio è moralmente accettato e sostenuto a livello di gruppo o a livello sociale, questo può dare luogo a fenomeni di discriminazione di massa; quando in un contesto sociale il pregiudizio verso certi gruppi viene accettato e legalmente approvato (es. caso delle norme discriminatorie nei confronti degli ebrei che vennero approvate nei totalitarismi).

Del '900) si può determinare discriminazione di massa (che nei totalitarismi fu anche sterminio di massa). Tendenzialmente questa approvazione morale del pregiudizio si accompagna a fenomeni di disumanizzazione, ovvero di attribuzione ai membri dell'outgroup di caratteristiche di ordine animale e conseguente privazione di caratteristiche umane (es. produzione della nella quale i cittadini ebrei e africani venivano rappresentati con tratti di tipo animalesco).

La disumanizzazione è il livello più estremo di pregiudizio, e non è una caratteristica della modernità: Antonio Stella in un libro parla della diffusione del pregiudizio in Italia, mostrandoci il diario di un signorotto danese che scrive "Durante la battuta di caccia che ho fatto oggi sono stati uccisi due cinghiali, tre fagiani e uno zingaro con relativo bambino". La disumanizzazione, il trattare le persone come animali prima sul piano del pregiudizio e poi sul piano delle azioni, è un fenomeno che si è verificato in diverse epoche storiche.

piano del comportamento, è una caratteristica estrema della rappresentazione negativa dell'outgroup trasversale alle diverse epoche. Quando si vuole allontanare massimamente da sé i membri dell'outgroup, li si tratta e li si apostrofa come animali (ciò è stato analizzato da ricerche che hanno usato dati d'archivio, vedendo come questa operazione viene realizzata). p. 2042.

DUE "ISMI": RAZZA E GENERE

Il pregiudizio, nelle società contemporanee, fa riferimento a due "ismi": il razzismo e il sessismo. Il pregiudizio, dunque, si costruisce in relazione all'appartenenza etnica e all'appartenenza di genere. Si tratta di due categorie diverse: l'idea dell'esistenza di razze umane, che si sviluppa e si consolida a partire dal 1800, quando l'idea dell'esistenza delle razze umane diventa una giustificazione delle operazioni colonialiste degli europei verso africani e sudamericani, si è.

Dimostrata scientificamente insensata; l'idea che esistano delle razze umane, attualmente, è ritenuta pseudoscienza: la genetica ci ha mostrato come l'idea di poter identificare geni in grado di spiegare presunte differenze tra i componenti della razza umana è completamente fasulla, in quanto la base genetica è condivisa dai diversi gruppi etnici.

IL RAZZISMO

Pregiudizio o discriminazione verso le persone sulla base della loro etnia o della loro razza.

Dopo la WWII, a partire dalla riflessione su ciò che il razzismo politico istituzionalizzato aveva determinato in termini di catastrofi umane, il razzismo palese è diventato qualcosa di illegale e socialmente condannato. Questo discorso è ancora fondamentalmente valido, per quanto negli ultimi anni si sia potuto osservare l'emergere nel discorso pubblico di gruppi e persone che sostengono ancora pubblicamente posizioni esplicitamente razziste verso certi gruppi (es. ebrei e altri gruppi su).

base religiosa e su base etnica; per ignoranza le due spesso vengono fatte coincidere). Sebbene il razzismo esplicito sia illegale, ciò non significa che il razzismo sia scomparso; ciò è dimostrato dal fatto che le risorse nella società sono distribuite in maniera diseguale, secondo una modalità che sembra rispecchiare una diversa distribuzione di tipo etnico. Gli psicologi sociali, a fronte della constatazione che le forme di razzismo manifesto, pur sembrano minori di quanto lo sono state in passato, siano ancora in parte presenti nella società, hanno ragionato sul fatto che le nuove forme di espressione del razzismo hanno assunto manifestazioni di tipo diverso. Vi sono, per esempio, strumenti che consentono di indagare forme di "razzismo sottile" (o "razzismo moderno"), che invece di essere denigratorie rispetto all'outgroup insistono soprattutto sulla dimensione della "differenza tra noi e loro", in

relazione alla quale viene argomentata l'incompatibilità tra "noi e loro" (es. "i nostri valori, religioni, costumi e abitudini di vita sono diversi dai loro, e ciò spiega perché non possiamo convivere in una società").

Altri autori hanno definito la manifestazione del razzismo sotto quello che è stato chiamato "razzismo riluttante": il razzista riluttante è colui che non assume un comportamento discriminatorio quando questo sarebbe facilmente riconoscibile nella sua natura discriminatoria (il che andrebbe incontro a una disapprovazione a livello sociale), ma piuttosto adotta un comportamento discriminatorio quando questo non è immediatamente riconoscibile o quando il comportamento può essere giustificato attraverso spiegazioni che non chiamano in causa l'appartenenza etnica delle persone.

Riportiamo l'esempio di una ricerca che ha preso in esame la possibile esistenza di un comportamento

discriminatorio in un compito di selezione di candidati per una posizione di lavoro: ai soggetti sperimentali veniva chiesto di valutare tre profili: a) Il candidato è descritto in modo qualificato. b) Il candidato è descritto in modo poco qualificato. c) Il candidato è descritto come marginalmente qualificato, ma attraverso una descrizione ambigua. I partecipanti erano di etnia caucasica (bianchi) e valutavano un candidato che poteva essere del loro gruppo oppure afroamericano. Nelle prime due condizioni (alta e bassa qualifica) non vi era un effetto dell'etnia del candidato sulla scelta di assunzione; quando la condizione era ambigua, i partecipanti tendevano ad assumere i candidati afroamericani meno frequentemente di quanto facevano con i candidati bianchi: la condizione di ambiguità dava ai partecipanti la possibilità di nascondere un comportamento discriminatorio, in quanto la scelta di non assumere i neri poteva appellarsi al fatto che il profilo non era chiaro.

Era completamente soddisfacente (vi erano sia elementi negativi che positivi). Ciò dimostra che quando i soggetti hanno informazioni che vanno chiaramente in una direzione o nell'altra non fanno distinzione tra l'essere bianchi o neri; viceversa, quando ci sono elementi di ambiguità nelle informazioni, allora i soggetti tendono a preferire i candidati bianchi, giustificando la scelta con quelle informazioni del profilo dell'afroamericano che andavano in una direzione più negativa, e quindi non avendo bisogno di riferire la loro scelta all'etnia ma alle informazioni negative effettivamente presenti in parti del profilo.

Si tratta di una forma di razzismo che non esplicita il proprio punto di vista ma si camuffa facendo riferimento a giustificazioni di vario tipo.

Come rilevare il razzismo p. 208 -> 30/11/2020

IL SESSISMO

Pregiudizio e discriminazione verso le persone sulla base del loro genere sessuale.

Su cosa si fondano i pregiudizi (nell'area delle

Prestazioni lavorative e scolastiche, che noi qui consideriamo)? Sull'esistenza di una serie di dimensioni stereotipiche condivise che riguardano gli attributi tramite cui vengono connotati i due generi. Tali attributi sono sia di carattere positivo, sia di carattere negativo.

C'è un'enorme quantità di ricerche che hanno indagato la presenza di questi tratti che vengono attribuiti stereotipicamente ai generi e li connotano in termini positivi o negativi: gli uomini sono stereotipicamente concepiti come competenti e indipendenti (attributi presenti in minore quantità nel genere femminile); le donne sono invece concepite come più gentili e comunicative degli uomini. L'esistenza di questi stereotipi determina una rappresentazione di genere che si riflette nelle autorappresentazioni di genere di uomini come più capaci nell'ambito della prestazione del compito e di donne come più capaci nell'ambito della comunicazione relazionale.

Per giustificare questi stereotipi si costruiscono razionalizzazioni a livello di senso comune (spesso infondate), che vogliono portare alla naturalizzazione delle differenze di genere (spiegazione tramite fattori biologici): la maggior competenza relazionale delle donne sarebbe legata al fatto di essere madri; la maggior competenza di prestazione nel compito stereotipicamente attribuita agli uomini farebbe riferimento alla dimensione della forza. In tal senso, la stereotipizzazione degli uomini come più competenti e razionali rispetto alle donne, per esempio, li connoterebbe come più capaci in un compito matematico rispetto alla donna. Al di là del fatto che le persone siano più o meno disponibili a riconoscere l'esistenza di questi stereotipi (immagine valutativa di un gruppo sociale e dei suoi membri ampiamente condivisa e semplificata), oppure tendano ad attribuirli solo agli altri e mai a sé stessi, se guardiamo ai grandi numeri osserviamo unadistribuzione del tutto ineguale rispetto ai ruoli assunti dai due generi nei diversi ambiti scolastici e lavorativi in funzione degli stereotipi di genere. Varie ricerche, per esempio, hanno dimostrato una fondamentale inequale distribuzione nelle scelte universitarie compiute dai due generi, che sarebbe fortemente orientata secondo stereotipi di genere (es. le professioni di cura, in cui vengono richieste competenze comunicative e relazionali, sono scelte principalmente scelte dalle donne; discipline scientifiche tradizionali e ingegneria, che richiedono razionalità e competenza, sono scelte principalmente dal genere maschile). Questo si riflette poi sull'entrata nei mondi professionali, ancora fondamentalmente segregati per genere (segregazione orizzontale). Per tradizione, infatti, uomini e donne vanno occupando nella società diversi ruoli sessuali (gli uomini svolgono lavori a tempo pieno fuori dalla propria abitazione,
Dettagli
A.A. 2020-2021
193 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandracominelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Montali Lorenzo.