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Tuttavia in alcuni casi in cui valutano esplicitamente e consapevolmente un insieme di osservazioni,
si avvalgono di strategie che possono deviare molto dalla norma, in gran parte descrivibili
attraverso le regole euristiche dell'integrazione lineare EI o della stima pesata di ΔP
Capitolo 10 – Il linguaggio
Il linguaggio è la facoltà che ci permette di usare una lingua a fini comunicativi. In quanto
apparato simbolico è parte di un complesso sistema di comunicazione composto da più livelli
integrati.
Biologicamente → area di Broca (produzione linguistica) e area di Wernicke (comprensione
linguistica)
Suoni del linguaggio descritti attraverso due discipline
Fonetica → studia i dettagli acustici dei suoni e come vengono articolati
Fonologia → descrivere le categorie astratte dei suoni del linguaggio per ogni lingua
Fonema → unità di base di un suono linguistico
Altri campi di studi sono: grammatica, sintassi, morfologia, semantica, pragmatica
Parole possono essere formate per: derivazione, composizione, flessione
Lessico mentale → contiene tutte le conoscenze morfologiche, ortografiche, fonologiche,
sintattiche e semantiche associate ai costituenti linguistici; il lessico mentale fa parte della
memoria semantica, un deposito di tutte le nostre conoscenze acquisite
Priming semantico → riconosciamo più velocemente una parola target se è preceduta da una
parola “prime” semanticamente associata ad essa
Modello della diffusione dell’attivazione → quando il prime viene riconosciuto, la sua
rappresentazione nella memoria semantica si attiva
Levelt → rappresentazione mentale delle parole:
Concetti (rappresentazione mentale della parola); lemmi (funzione grammaticale della
parola); lessemi (espressione ortografica e fonologica della parola)
Caramazza → Independent Network Model (sviluppato su due livelli di rappresentazione)
Taft → Ipotesi della decomposizione obbligatoria
Struttura ortografica sillabica di base
Il sistema di elaborazione delle parole
Proprietà acustiche dei fonemi → dipendono da: contesto, velocità del parlato e
caratteristiche del parlante
Riconoscimento di una parola → dipende da quanto un input percettivo corrisponda
alla rappresentazione lessicale che ne abbiamo
Segmentazione dei suoni del parlato → resa possibile dagli indici distribuzionali e
dalla mobilità posizionale; probabilità di transizione (probabilità che ad un suono segua
un altro suono)
Warren → effetto di reintegrazione dei fonemi (un fonema coperto da un altro suono
viene completato automaticamente, senza accorgersene); l’effetto McGurk contribuisce
a chiarire il ruolo del contesto (sillaba pronunciata con labiale diverso da ciò che viene
udito)
Identificazione di una parola → identificare una parola target all’interno di una frase
Modello della coorte → uniqueness point; tre fasi: accesso, selezione, integrazione; il
riconoscimento di una parola presentata acusticamente avviene in 200-250 ms.
Decisione lessicale → tempo necessario a decidere se una stringa di lettere corrisponda
o meno ad una parola della lingua; varia in funzione di quante parole simili esistono
Pandemonium (Selfridge) → nel modello del Pandemonium il riconoscimento della
lettera è garantito da un sistema che utilizza alcune caratteristiche che restano invariate
anche se la posizione della lettera viene modificata; demoni dell’immagine, demoni dei
tratti, demoni cognitivi (demoni o neuroni), demoni decisionali
Reicher → effetto di superiorità della parola
Modello DRC (Dual-route Cascade Model) (Coltheart) → postula connessioni
bidirezionali fra conoscenze semantiche, fonologiche e ortografiche; prevede tre
procedure: una via non lessicale, una via lessicale diretta, una via lessicale semantica; le
vie non-lessicale e lessicale diretta cooperano nel buffer fonemico: se gli output sono
congruenti la lettura è veloce, altrimenti è lenta
Componente ERP (Event Related Potential) → N400
Il sistema di elaborazione delle frasi
Illusione di Mosè
Principi di minimalità: principio di attaccamento minimale (Mario guardava la
ragazza con il binocolo → binocolo si riferisce preferibilmente a “guardare”), principio
della chiusura ritardata (il disco sul tavolo vicino al muro è di Paola → “vicino al
muro” si riferisce prevalentemente a “tavolo”), principio della catena minima (a quale
studente hai detto di scrivere la lettera → “a quale studente” viene associato
preferibilmente all’azione “scrivere”)
Informazione prosodica → intonazione della frase
Corso temporale del processo di comprensione di una frase → il processo inizia prima
dell’arrivo dell’informazione linguistica corrispondente all’oggetto del verbo, come
dimostra l’anticipazione della saccade. L’informazione estratta dal verbo è usata per
guidare i movimenti oculari sull’oggetto che soddisfa i requisiti degli argomenti
ammessi dal verbo (the boy will move the cake vs. the boy will eat the cake)
Sintassi e EEG → nel processo di comprensione di una frase il cervello rileva anomalie
sintattiche, che possono essere indicizzate da diverse componenti elettrofisiologiche:
LAN (left anterior negativity), eLAN (early-LAN), P600 (potenziale tardivo)
La produzione della frase richiede: una funzione sintattica e un ordine
questo lavoro viene svolto dalla componente grammaticale che si occupa
dell’elaborazione funzionale (assegnazione delle funzioni sintattiche o delle
funzioni grammaticali) e dell’elaborazione posizionale strutturale (fissazione
dell’ordine degli elementi e la loro gerarchia)
il processo attraverso cui le parole vengono inserite nella struttura della frase
prima che venga proferita, viene detto coordinamento
Il linguaggio spaziale
Levinson → frame di riferimento
Comunicazione gestuale e linguaggio → il linguaggio può essere verbale o non verbale;
possiamo distinguere tre tipi di gesti, che servono per chiarire alcune parti del messaggio che si
vuole comunicare:
Gesti appartenenti alle varie lingue dei segni usate dalle persone non udenti
Gesti simbolici
Gesti che accompagnano o talvolta sostituiscono il parlato
Formano un lessico testuale che McNeil ha diviso in: gesti iconici, gesti
metaforici, gesti deittici, gesti di scansione
La dimensione pragmatica del linguaggio
L’approccio pragmatico del linguaggio attribuisce una funzione centrale all’intenzione
del parlante e al suo riconoscimento da parte dell’interlocutore. Una frase può essere
emessa con diverse intenzioni comunicative e avere così una diversa forza illocutiva,
segnalata da: intonazione, costruzioni sintattiche, avverbi o verbi
Ogni atto linguistico è prodotto dalla convergenza di tre livelli: livello locutorio (che
concerne l’emissione di suoni), livello illocutorio (esprime le intenzioni del parlante,
pragmatica), livello perlocutorio (conseguenze che ha la frase sugli interlocutori)
Searle propone un modo per catalogare gli atti illocutori, ma gli atti linguistici possono
essere catalogati in modo convenzionale? Non sempre: Sarle in Atti linguistici distingue:
Atti linguistici diretti: quando la forma grammaticale e il valore illocutorio
coincidono (ad esempio: forma dichiarativa e affermazione, forma imperativa e
ordine, forma interrogativa e domanda, ecc.)
Atti linguistici indiretti: quando la forma grammaticale e il valore illocutorio
non coincidono.
Grice parla di un principio di cooperazione che regola gli scambi comunicativi, ogni
interlocutore dovrebbe obbedire a quattro massime: massima della quantità (cerca di
soddisfare la richiesta di informazioni), massima della qualità (cerca di non dire cose
che credi false), massima della relazione (sii pertinente), massima del modo (sii
chiaro, conciso e ordinato)
Una massima può essere intenzionalmente violata per comunicare implicitamente
qualcosa, in questo casi si produce un’implicatura conversazionale
Mizau → uso dell’implicito, insinuazione (tentare un bluff a poker)
Capitolo 9 – Il problem solving
Duncker → Un problema sorge quando una creatura vivente ha un obiettivo, ma non sa come
conseguirlo. Quando uno non può muoversi da una data situazione alla situazione desiderata
semplicemente agendo deve fare ricorso al pensiero.
Componenti del problem solving:
Rilevazione del problema → rappresentazione iniziale del problema → ricerca della
soluzione
Approccio gestaltico (Kulpe → Kohler)
Pensiero produttivo vs. pensiero riproduttivo
Le scimmie di Kohler (detouring) → pensiero produttivo
Fenomenologia del problem solving (Kohler, Duncker, Wertheimer) → impasse,
fissazione, incubazione (Wallas), aha-erlebnis (→ soluzioni per insight,
“ristrutturazione o ricentramento”)
Dunker → fissità funzionale (problema della candela e della scatola di puntine)
Luckins → einstellung (set mentale) (vasi d’acqua)
Ohlsson → reinterpreta il modello gestaltico in chiave cognitiva; rilassamento dei
vincoli (Mayer → nove puntini)
Approccio analitico (Newell) (cognitivismo)
Logical theorist (LT) → programma per dimostrare automaticamente alcuni problemi
logici
Satisficing (Simon) → ricerca di soluzioni “buone abbastanza” rispetto agli obiettivi
GPS (Newell & Simon) → procedura euristica in grado di comprimere lo spazio degli
stati
Spazio tra gli stati → insieme di tutte le possibilità che si ottengono applicando al
vettore iniziale tutti gli operatori disponibili, e poi riapplicandoli iterativamente a tutti i
vettori output
Algoritmi di ricerca della soluzione:
Non intelligente 1 → prove ed errori
Non intelligente 2 → prove ed errori con memoria
Algoritmi di ricerca esaustivi → valutare tutti i percorsi possibili
Algoritmi di ricerca euristici → satisficing
Spazio del problema → composto da: vettore iniziale, vettore obiettivo, operatori
ammissibili, metrica
Analisi mezzi-fini (Newell & Simon)→ riduzione del problema a sotto-obiettivi da cui
si possa raggiungere l’obiettivo in un solo passaggio
Hill climbing (Newell & Simon) → non richiede memoria, solo di sapere quale sia
l’obiettivo e quale sia lo stato attuale
Backtracking → ritirata ad uno stato precedente della risoluzione del problema
Il ragionamento per analogie è un modo importante per