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OBLIO

Se ricordassimo tutto, nella maggior parte dei casi saremmo come malati che non ricordano nulla.

William James

› Mancanza di codifica

– ›

Spesso noi non codifichiamo le caratteristiche necessarie a “ricordare” un oggetto/evento

Decadimento

– Le tracce mnestiche tendono a decadere con il tempo?

› Non è più una teoria valida dell’oblio

– Jenkins & Dallenbach (1924)

L’oblio è il risultato del fatto che alcune memorie interferiscono con altre

Interferenza proattiva

Vecchie memorie interferiscono con la capacità di ricordare nuove memorie.

Interferenza retroattiva

Nuove memorie interferiscono con la capacità di ricordare vecchie memorie.

L’interferenza è maggiore quando i contenuti di memoria sono simili.

› Rimozione

– A volte siamo incapaci di ricordare eventi passati dolorosi

– Mentre non ci sono prove di laboratorio per questo, studi di casi suggeriscono che le memorie

› possono essere rimosse

› per un certo numero di anni e

› recuperate in terapia

La costruzione di memorie

› Teoria dello schema

– Preconcetti sulle persone, oggetti o eventi che distorcono il modo in cui nuova informazione è

interpretata e ricordata.

› Effetto della disinformazione

– La tendenza a incorporare informazioni false post-evento nella propria memoria dell’evento stesso

› Ricordi illusori

– La gente a volte crea ricordi che sono completamente falsi

Migliorare la memoria

› Tempo di pratica

– Distribuire il vostro studio nel corso del tempo

› Profondità di lavorazione

– Trascorrere del tempo di studio di qualità

› Tecniche mnemoniche verbali

– Utilizzare rima o acronimi per ridurre la quantità di informazioni da memorizzare

› Tecnica dei loci

– ›

Elementi da ricordare sono mentalmente collocati in luoghi familiari Interferenza

– Studio poco prima di dormire e rivedo tutto il materiale poco prima dell’esame

– Destinare un periodo ininterrotta di tempo per un solo corso

› Contesto reintegrazione

– Cercare di studiare nello stesso ambiente e stato d'animo in cui darai l’esame

Nomi importanti

› →

(1850–1909)

Hermann Ebbinghaus Pioniere nella sperimentazione sulla memoria. Curva dell’oblio.

Il primo a essersi interessato allo studio della memoria e al quale dobbiamo un grande contributo alla psicologia

sperimentale è Hermann Ebbinghaus. Per la prima volta nella storia della ricerca, Ebbinghaus si preoccupò di studiare e

spiegare quali fossero i meccanismi alla base grazie ai quali la memoria e i suoi magazzini si riempivano e si svuotavano.

Utilizzando materiale il più possibile neutro cioè delle sillabe senza senso, in cui la memorizzazione non fosse influenzata

da fattori esterni, egli dimostrò due fenomeni identificabili come: curva di oblio e curva della ritenzione.

Con il primo termine spieghiamo come la prestazione stessa del ricordare tende a calare con l’aumentare del tempo di

ritenzione, dunque il soggetto tenderà a perdere l’informazione e ciò dimostra come la memoria sia strettamente legata

al fenomeno oblio. Con il termine oblio indichiamo quel processo di rimozione o meglio di eliminazione d’informazioni

e materiale memorizzato, che può essere esercitato consapevolmente o no. Tale meccanismo va inteso, non in termini

di disturbo o disfunzione, ma come strategia che il nostro organismo attua in termini fisiologici e di economia. Mentre

con il termine ritenzione indichiamo che con l’aumentare delle ripetizioni del materiale da memorizzare, aumenta la

ritenzione e la prestazione stessa, fino ad arrivare ad un punto in cui tale processo non produce più miglioramenti.

Ovviamente se pur dotati di inventiva, questi primi studi presentano dei limiti. Il materiale stesso essendo neutro non

rispecchia quei contenuti o informazioni che siamo soliti memorizzare nella vita di tutti i giorni, connotati di valenza

affettiva o comunque simbolica dunque la rappresentazione data da Ebbinghaus è di una memoria di tipo passivo e senza

validità ecologica.

Grazie ai suoi studi ricordiamo anche altri due fenomeni registrati e componenti al tempo stesso della Curva di posizione

seriale: l’effetto di recenza e l’effetto di priorità. Entrambi sono fenomeni che si registrano quando chiediamo al soggetto

di ripetere o rievocare, in maniera libera, immediatamente del materiale presentatogli; nel primo caso l’effetto recenza

spiega come gli ultimi elementi di una lista o sequenza di target viene ricordato in maniera corretta e migliore, mentre

l’effetto priorità permette ugualmente di dimostrare come i primi elementi di una lista vengono ricordati più facilmente

dal soggetto rispetto a quelli intermedi ma con minor accuratezza rispetto agli ultimi elementi presentati. Tale curva

permise per la prima volta di dare fondatezza sulle ipotesi iniziali dell’esistenza di due magazzini di memoria distinti e

separati, quali il magazzino a breve termine e a lungo termine.

› →

(1886–1969)

Frederic Bartlett Schemata

Nel 1932 Frederic Bartlett gettò le basi per la successiva teoria degli schemi. Il suo presupposto chiave secondo cui le conoscenze

precedenti influenzano l'elaborazione di nuovi stimoli è stato illustrato nella famosa serie "ritratto d'uomo". Le riproduzioni in

sequenza di stimoli ambigui hanno mostrato una progressiva somiglianza con l'oggetto. Come ha sottolineato Bartlett, l'attivazione

di schemi specifici, ad esempio "lo schema del volto", influenza il recupero della memoria verso tali schemi. In cinque esperimenti

(Esperimento 1, n = 53; Esperimento 2, n = 177; Esperimento 3, n = 36; Esperimento 4, n = 6; Esperimento 5, n = 2), abbiamo testato

diversi fattori che potenzialmente influenzano i bias di recupero: per ad esempio, variando la procedura generale di riproduzione

(ripetuta o seriale) e omettendo invece di fornire segnali visivi o semantici per attivare gli schemi del volto. I partecipanti hanno

esaminato stimoli simili a volti con la didascalia "ritratto dell'essere umano" e li hanno riprodotti ripetutamente in condizioni

specifiche. Nessuno degli esperimenti ha rivelato una tendenza sistematica verso il caso descritto da Bartlett, anche quando ai

partecipanti è stato esplicitamente chiesto di disegnare "una faccia" come quella precedentemente esaminata. In uno degli

esperimenti di "riproduzione seriale" abbiamo addirittura ottenuto effetti contrari con una diminuzione della somiglianza dei volti

nel corso delle generazioni di riproduzione. Un'analisi attenta dei risultati originali solleva interrogativi sulla replicabilità dei risultati

di Bartlett, qualificando la serie dei "ritratto d'uomo" più o meno come un esempio illustrativo dell'idea principale della memoria

ricostruttiva.

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(1918)

Brenda Milner H.M. e amnesia

H. Molaison aveva 9 anni quando fu investito da un ciclista. Cadendo a terra, sbatté la testa. Correva l’anno 1935 e H.M.

si rivolse al medico perché a seguito dell’incidente aveva iniziato a sperimentare continue convulsioni che gli causavano

momentanee perdite di coscienza.

L’uomo visse così per altri due decenni, finché le convulsioni divennero così gravi da impedirgli di condurre una vita

normale. Perdeva conoscenza sempre più spesso, motivo per cui perse il suo lavoro di meccanico. Senza lavoro, salute

e famiglia, era disperato. I medici gli parlarono di un neurochirurgo che avrebbe potuto aiutarlo a risolvere il problema;

quest’ultimo stava sperimentando dei nuovi metodi per intervenire su pazienti con lesioni cerebrali.

Il Dr. Scoville provò tutte le terapie non invasive conosciute fino a quel momento dalla medicina, ma non ci fu alcun

miglioramento nella qualità di vita del signor H.M. Scoville decise allora di esportare parzialmente il lobo temporale del

paziente; di certo con questo intervento le convulsioni si ridussero notevolmente, ma le conseguenze furono

drammatiche. H. M. non ricordava nulla di quello che gli succedeva.

Spaventato dai risultati ottenuti, consultò la Dottoressa Brenda Milner che in quel momento era una specializzanda in

disturbi della memoria e che lavorava come docente di neuroscienza cognitiva.

Brenda Milner eseguì diversi esami sul paziente H.M. e si rese conto che a ogni visita non la riconosceva. Ogni incontro

era per lui una completa novità e questo perché non aveva alcuna memoria di quelli precedenti. Presentava episodi di

amnesia anterograda, ovvero, la perita della capacità di creare nuovi ricordi. Le conclusioni degli studi eseguiti da

Brenda Milner su questo paziente furono determinanti nel campo della neuropsicologia, in quanto le permisero di

individuare due tipi di memoria: quella esplicita e quella procedurale.

Lo stoico H.M. morì nel 2008 in una casa di riposo, a 82 anni. Forse è stato il paziente più famoso della storia

della neuroscienza. Per questo motivo, il suo cervello è stato conservato grazie alla formaldeide e le sue parti

danneggiate sono state analizzate in studi sui disturbi della memoria.

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(1920)

George A. Miller MBT e il numero magico 7±2

› →

(1927)

Endel Tulving Memoria semantica, episodica e procedurale

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(1929) (1942)

Richard C. Atkinson e Richard Shiffrin multiprocessor

› →

(1934)

George Sperling memoria sensoriale

› →

(1934)

Alan D. Baddeley memoria di lavoro

› →

(1944)

Elizabeth Loftus attendibilità dei ricordi

La memoria ha che fare con

– la codifica, l’immagazzinamento, e il recupero.

– il cervello, specialmente l’ippocampo e i lobi parietali e frontali.

La memoria ha la funzione di permettere agli organismi di trarre vantaggio dall’esperienza passata.

La memoria è

la capacità di conservare nel tempo le informazioni apprese e di recuperarle quando servono in modo pertinente.

– Ogni nuova esperienza comporta dei cambiamenti nei circuiti nervosi, rafforzandone alcuni e

indebolendone altri, così da creare nuovi circuiti nervosi.

– Anche ricordare qualcosa è un processo attivo e dinamico che modifica il ricordo stesso, dipendente

dalla storia di ciascun individuo.

La memoria è un sistema in continuo divenire, non un’informazione morta

La memoria è limitata

in termini quantitativi

- circa il numero d’informazioni che possiamo immagazzinare

in termini di durata

- molti apprendimenti decadono dopo un certo periodo di tempo

Quindi &eg

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
67 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aferri411 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Federici Stefano.