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LA PSICOLOGIA STORICO-CULTURALE DI LEV VYGOTSKIJ
Per Vygotskij l’apprendimento ha una natura collettiva, nel senso che si apprende soltanto
in contesti di relazione. Coloro che circondano i bambini possono creare un contesto di
sviluppo per il bambino, la relazione risulta così un fattore determinante per lo sviluppo
cognitivo. Le funzioni mentali prima si formano nel collettivo, nella forma di relazioni tra
bambini e così diventano funzioni mentali per l’individuo, Per Vygotskij il linguaggio
esterno precede quello interno. Alla base della teoria ci sono i seguenti assunti:
lo sviluppo dell’individuo è determinato dalla storia sociale e culturale dell’umanità;
- lo sviluppo del bambino dipende dal suo contesto storico e socio-culturale. Anche
Vygotskij, come Piaget cerca di vedere quali sono i punti di somiglianza tra lo
sviluppo della specie umana e quello individuale. In entrambi i casi l’elemento che
gioca di più sull’individuo è di essere inseriti in un contesto di relazione. Lo stesso
uomo primitivo progredisce cognitivamente quando riesce a trovare fattori che lo
mettono in relazione sia con il mondo esterno che con gli altri;
la maturazione fisiologica ha un ruolo importante ma secondario nello sviluppo
- delle orme più complesse del pensiero e del comportamento;
il punto più alto dello sviluppo naturale della specie umana è l’uso di artefatti per
- finalità produttive, strumenti in grado di mediare la relazione tra individuo e realtà.
La produzione degli artefatti è la molla che innesca lo sviluppo. Gli artefatti
possono essere o strumenti o segni, ed entrambi sono mediatori nella relazione
che l’uomo intrattiene con la realtà. Gli strumenti presentano una mediazione tra
uomo e natura. I segni del sistema linguistico rappresentano una forma di
mediazione simbolica efficace nella relazione uomo/uomo. Lo sviluppo storico-
culturale è responsabile dello sviluppo degli strumenti e dei segni. Lo sviluppo
cognitivo è come se fosse immerso in questo tipo di contesto da cui non può
prescindere. Il background storico-culturale deve essere studiato per comprendere
lo sviluppo cognitivo. 40 appunti di Giulia B.
I fattori che promuovo lo sviluppo cognitivo dell’individuo quindi sono:
la maturazione biologica del sistema nervoso centrale;
- lo sviluppo storico-culturale;
- lo sviluppo ontogenetico.
-
Dalla combinazione di questi fattori si ottiene lo sviluppo cognitivo. L'acquisizione dei
mediatori simbolici (linguaggio scritto e orale, calcolo, disegno), consentono agli individui
di entrare in relazione tra loro, e vi è una progressiva interiorizzazione delle forme
culturali. La principale attività di interiorizzazione è il linguaggio che nasce in un contesto
sociale e assolve principalmente ad una funzione interpersonale (influenzare il
comportamento altrui e favorire lo scambio). Progressivamente si sviluppa anche una
funzione intrapersonale e privata, utilizzata per regolare il proprio comportamento.
Progressivamente i segni linguistici assumono una funzione interna diventando processo
di interiorizzazione delle forme culturali del comportamento. Il passaggio tra linguaggio
esterno ed interno avviene attraverso il processo di interiorizzazione, secondo cui il
linguaggio interno, costituito dai propri pensieri, viene organizzato con la stessa struttura
dei segni linguistici esterni. I pensieri assumono un’articolazione proposizionale. Il
linguaggio esterno per essere efficace ha bisogno di sintassi per essere compreso dagli
altri. Il linguaggio esterno è organizzato in una maniera tale da essere comprensibile per
gli altri.
Per Piaget il linguaggio dipende dal pensiero, nelle prime fasi di sviluppo pensiero e
linguaggio sono egocentrici, ovvero non adattati alla realtà e non comunicabili agli altri.
Per Vygotskji il primo uso del linguaggio è sociale e comunicativo (interpersonale). In
seguito il linguaggio attraversa una fase egocentrica (il bambino commenta verbalmente
le proprie azioni). Infine, esso si trasforma in linguaggio interiore o pensiero verbale
(intrapersonale)
Il linguaggio è uno strumento del pensiero, la sua prima funzione è di comunicazione e
scambio sociale, poi si interiorizza ed anticipa e guida il comportamento. Le funzioni
psichiche vengono riorganizzate dal linguaggio e divengono funzioni superiori.
- C'è una prima fase in cui il bambino non ha capacità linguistiche e quindi affronta la
realtà con l'azione (fase pre-linguistica)
- Seconda fase in cui il bambino non ha ancora un linguaggio vero e proprio, ma ha
vocalizzazioni, è detta fase pre-intellettuale, perché c'è una prima caratterizzazione di
un linguaggio inter-relazionale.
- Ultima fase in cui si acquisisce il linguaggio per la comunicazione con l'altro, la
verbalizzazione diventa significativa e quindi si può dire che c'è un passaggio alla
referenzialità, il bambino interiorizza segni simbolici che lo portano a maturare
cognitivamente. 41 appunti di Giulia B.
Questo tipo di processo va a toccare tutte le componenti superiori del pensiero.
Zona di sviluppo prossimale
Questo concetto nasce dalla riflessione sul linguaggio esterno che progressivamente
diventa linguaggio interno, in una dimensione in cui la collettività gioca un ruolo
fondamentale.
La zona di sviluppo prossimale è la differenza tra il livello di sviluppo effettivo (quello che
il bambino è effettivamente in grado di fare da solo rispetto ad un compito assegnato) e il
livello di sviluppo potenziale (abilità che il bambino è in grado di esibire di fronte ad un
compito nel momento in cui ha il sostegno e l'aiuto di un adulto o di un coetaneo più
competente). Questo è possibile perché quando un bambino viene affiancato da un
adulto o da un compagno più competente, se questo è disponibile verso il bambino, è in
grado di aiutarlo nello sviluppo delle abilità che già possiede, ma che non sono ancora
mature; la volta successiva che il bambino eserciterà tale compito se riuscirà a farlo da
solo ciò vorrà dire che è stato interiorizzato, perché questo permette di acquisire
conoscenze nuove e di esercitare funzioni già possedute, ma non ancora maturate
pienamente. Nel caso in cui le prestazioni del bambino siano migliori, questo è dovuto al
fatto che la guida di un esperto gli consente di acquisire conoscenze nuove e di esercitare
funzioni non ancora mature, il processo con il quale si formalizza questa acquisizione non
è altro che l'interiorizzazione del dialogo a commento del compito: il bambino ripete
mentalmente quanto emerso dall'interazione e riformula il proprio pensiero. Il ruolo
dell'adulto è quello di modulare il suo comportamento per l'apprendimento del bambino;
importantissima è l'interiorizzazione delle abilità che in precedenza sono state suggerite
dall'adulto; da questo si può dedurre che l'apprendimento può anticipare lo sviluppo
naturale (al contrario di quello che sosteneva Piaget). Il bambino si sviluppa secondo i
suoi ritmi, ma nel caso in cui possa interagire con un adulto o con un compagno più
competente mentre esegue un dato compito, ciò permette di anticipare l'acquisizione
delle abilità correlate con quel compito. In termini educativi: un'analisi della velocità di
apprendimento permette di modulate l'intervento in base alle competenze effettive e
potenziali; bambini con lo stesso sviluppo effettivo possono avere ZPS differenti e
beneficiare in modo diverso dell'insegnamento e del sostegno dell'adulto.
La zona prossimale sarà più ampia nei bambini con disabilità mentale, rispetto a bambini
normodotati, questa distanza tra sviluppo effettivo e sviluppo potenziale può essere
accorciata se il bambino è affiancato da un adulto competente (es. insegnante di
sostegno).
L'apprendimento è un processo che avviene in un contesto sociale, per questo però è
necessario un compagno/adulto competente che sia però anche disponibile, lo sviluppo
42 appunti di Giulia B.
cognitivo non avviene spontaneamente e neppure semplicemente attraverso l'interazione
del bambino con il mondo esterno.
Critiche e punti di debolezza della teoria storico-culturale:
non è chiaro il tipo di apprendimento: come il bambino si accosta alla realtà?
• Questo problema si ha per i bambini che hanno un ZSP molto ristretta, perché
riescono a risolvere bene e velocemente il compito anche da soli, quindi la teoria
cosa ci dice su questi bambini? Manca il dato rispetto allo stile di apprendimento.
problemi di misurazione della zona prossimale di sviluppo, non chiariti da Vygotskij.
• c'è un problema di replicazione e generalizzabilità, dal punto di vista empirico ci si
• trova in difficoltà.
la zona di sviluppo prossimale presenta problemi di misurazione (talvolta Vygotskij
• misura la ZSP in termini di età, con tutti i limiti connessi).
c'è una difficoltà nello studio dei contesti storico-culturale, lo studio osservativi
• richiede tempo ed impegno, soprattutto la ricerca transculturale non è sempre
facilmente attuabile.
c'è una mancanza di compiti prototipici che rilevino i fenomeni evolutivi; le prove
• sviluppate da Vygotskij sono state raramente adottate in anni recenti, in quanto
descritte dall'autore in modo sommari e impreciso.
LO SVILUPPO COGNITIVO - JEROME BRUNER
Ha un approccio di tipo funzionalista , dedica l'attenzione a tutte le abilità mentali dalle
più semplici (suzione) alle più complesse (problem solving), rifiutando una visione stadiale
e discontinuo dello sviluppo fin dall'inizio, sostiene che quello che si deve osservare non
è il processo, ma lo scopo funzionalista: il comportamenti può essere compreso solo
tenendo conto degli scopi e delle intenzioni dell'individuo, analizzando quali funzioni un
determinato comportamento assolve per l'individuo. Non cosa si sviluppa ma come si
sviluppa: esperienza e intelligenza costituiscono le fonti della conoscenza (rapporto tra
individuo e ambiente)
L'intelligenza è l'insieme di strategie e procedure per la risoluzione di problemi e l'analisi
delle informazioni, attraverso i sistemi di codifica, sistemi cognitivi che fanno da filtro e
trattano il rapporto tra individuo e ambiente; lo sviluppo cognitivo è scandito dal
cambiamento dei sistemi di codifica in termini quantitativi, qualitativi e di integrazione;
questo processo continua fino all'adolescenza, poi si arresta. Dal punto di vista
quantitativo si passa dall'elaborazione d