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Il design come connessione tra arte e pubblico

Da questi due concetti nasce quello di design: "Il designer è quindi l'artista della nostra epoca. Non perché sia un genio ma perché con il suo metodo di lavoro riallaccia i contatti tra arte e pubblico; perché affronta con umiltà e competenza qualunque domanda gli venga rivolta dalla società in cui vive, perché conosce il suo mestiere, le tecniche e i mezzi più adatti a risolvere certi problemi indipendentemente da preconcetti stilistici o da false dignità artistiche derivate dalle divisioni tra le arti." - Bruno Munari, Arte come mestiere. La distinzione fra tecnica e arte e poi l'aggiunta del design, fa sorgere il quesito della possibilità che l'opera d'arte se riprodotta conservi il suo essere arte: "In linea di principio, l'opera d'arte è sempre stata riproducibile. Una cosa fatta dagli uomini ha sempre potuto essere rifatta da uomini. Simili riproduzioni."

venivanorealizzate dagli allievi per esercitarsi nell'arte, dai maestri per diffondere le opere, infine da terzi semplicemente avidi di guadagni." - Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

La riproduzione tecnica dell'opera d'arte è invece qualcosa di nuovo, che si afferma nella storia a intermittenza, a ondate spesso lontane l'una dall'altra, e tuttavia con una crescente intensità. I greci conoscevano soltanto due procedimenti per la riproduzione tecnica delle opere d'arte: la fusione e il conio. Bronzi, terrecotte e monete erano le uniche opere d'arte che essi fossero in grado di produrre in quantità. Tutte le altre erano uniche e non tecnicamente riproducibili." - Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

Per i greci la suddivisione più naturale tra le arti era quella tra "arti

libere” e “servili”, a seconda che richiedessero più o meno sforzo fisico, ripresa poi nel medioevo, in cui si distingueva tra: Arti liberali: - “Trivio” (grammatica, retorica, dialettica); - “Quadrivio” (geometria, aritmetica, musica-poesia e astronomia). Arti meccaniche, quali tessitura, edilizia, nautica, agricoltura, caccia, medicina, arte teatrale, edilizia, pittura e scultura (schema del filosofo e teologo del XII sec. Ugo di San Vittore). La nascita del libro come lo intendiamo oggi è da attribuire invece alla caduta dell’Impero Romano e all’espansione del mondo arabo-musulmano: “La mancanza di papiro, dovuta al distacco dell’Egitto da Roma, portò al declino della burocrazia e della stessa organizzazione militare. Il papiro non tornò più. Bisanzio e i centri medievali si servirono soprattutto di pergamena che era però un materiale troppo raro e costoso per accelerare.

Il commercio o anche l'istruzione. - McLuhan, Glistrumenti del comunicare lOMoARcPSD|3578778

Il messaggio che il destinatario ricava dall'opera d'arte dipende dal contesto culturale in cui il destinatario è inserito: "Un'antica statua di Venere, per esempio presso i greci, che la rendevano oggetto di culto, stava in un contesto tradizionale completamente diverso da quello in cui la ponevano i monaci medievali, che vedevano in essa un idolo maledetto. Ma ciò che si faceva incontro sia ai primi sia ai secondi era la sua unicità, in altre parole: la sua aura. Il modo originario di articolazione dell'opera d'arte dentro il contesto della tradizione trovava la sua espressione nel culto." - Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

Il problema della non riproducibilità della grafica già individuato dagli antichi greci si risolse così: "Con la

xilografia (silografia) diventò per la prima volta tecnicamente riproducibile l'agrafica; così rimase a lungo, prima che, mediante la stampa, diventasse riproducibile anche la scrittura. Nel corso del Medioevo, alla silografia vengono ad aggiungersi l'acquaforte e la puntasecca." - Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

Con il rinascimento si ha una rivoluzione su cosa si pensa sia un'opera d'arte: "il valore unico dell'opera d'arte autentica trova una sua fondazione nel rituale, nell'ambito del quale ha avuto il suo primo e originario valore d'uso. Questo fondarsi, per mediato che sia, è riconoscibile, nella forma di un rituale secolarizzato, anche nelle forme più profane del culto della bellezza. Il culto profano della bellezza che si configura con il Rinascimento per poi restare valido lungo tre secoli, dà a riconoscere chiaramente quei fondamenti,

una volta scaduto questo termine, al momento del primo serio scuotimento da cui sia stato colpito. Vale a dire: quando, con la nascita del primo mezzo di riproduzione veramente rivoluzionario, la fotografia…» - Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

Sempre in quegli anni avvenne un'altra rivoluzione: la stampa a caratteri mobili è una tecnica inventata da Johannes Gutenberg nel 1455 che si impose rapidamente nel mondo occidentale (sistimano 30.000 titoli e 12 milioni di copie nei primi 50 anni). Si impone così che anche l'opera d'arte scritta è riproducibile, sperandola così dalla tradizione dell'edizione miniata che era un'opera d'arte unica:

La principale caratteristica della stampa consiste nell'essere una dichiarazione pittorica che può venir ripetuta con precisione all'infinito, o almeno finché dura la matrice. La

ripetibilità è il nocciolo del principio meccanico che ha dominato il nostro mondo soprattutto a partire dalla tecnologia di Gutemberg. Con la tipografia, il principio del carattere mobile mostrò come meccanizzare qualunque lavoro manuale con la segmentazione e la frammentazione di un'azione totale." - Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica La stampa a caratteri mobili permise un'esplosione di livelli di alfabetizzazione, diffondendo così l'alfabeto fonetico e attuando concretamente la rivoluzione dovuta alla sua mancanza nella trascrizione: "Il fatto che l'alfabeto fonetico abbia dato all'uomo un occhio in cambio di un orecchio rappresenta probabilmente, sul piano sociale e politico, la più radicale esplosione che si possa dare in una struttura sociale. Quella sorta di esplosione dell'occhio, che spesso si ripete nelle aree arretrate,Viene comunemente chiamata occidentalizzazione" - McLuhan, Gli strumenti del comunicare Il rinascimento, con la riscoperta delle scoperte matematiche del mondo antico, portò all'origine del calcolo: "Col rinascimento fu il calcolo infinitesimale che permise all'aritmetica di imporsi alla meccanica, alla fisica e alla geometria. L'idea di un processo infinito ma continuo e uniforme, fondamentale nella tecnologia gutenberghiana dei caratteri mobili, diede origine al calcolo. Eliminate il nuovo medium della stampa, con la sua tecnologia frammentaria di ripetibilità uniforme e lineare, e la matematica moderna sparisce. La taumaturgica funzione dell'infinitamente frammentario e ripetibile divenne quella di rendere visivamente piatto, diritto e uniforme tutto ciò che era, invece, schembo, curvo e bitorzoluto." - McLuhan, Gli strumenti del comunicare Grazie all'introduzione del calcolo avvenne poi la rivoluzione scientifica del 600 (Galileo, Cartesio,

Newton, Leibniz): delimitazione di un ambito cognitivo in cui collocare tutti quei saperi ed esperienze non assimilabili al territorio delle scienze esatte, quantitative e misurabili e integralmente trasmissibili, non richiedono alcuna particolare illuminazione per essere compresi e messi in atto; riflessione sistematica intorno ai concetti di gusto, ingegno, genio, immaginazione creatrice, fantasia, bello e sublime.

La liberalizzazione del pensiero data dalla rivoluzione scientifica e la stampa portarono alla scrittura dei primi giornali che nacquero intorno al '600, La Gazette di Parigi, fondata nel 1631, fu il primo giornale con avvisi pubblicitari.

La prima definizione di estetica moderna è data da Baumgarten nel libro Aesthetica del 1750:

Il termine estetica è per la prima volta dichiaratamente adoperato e definito; Il termine estetica deve la sua origine etimologica al greco aìsthesis ("sensazione", "percezione").

“sensibilità”); “Scienza della conoscenza sensibile” che si realizza al massimo grado di perfezione e di bellezza nelle arti;

Estetica come unione di una teoria della conoscenza sensibile e di una riflessione sulle arti.

Inoltre Baumgarten distingue la conoscenza logica, intellettuale e razionale da quella sensibile, pre-razionale, intuitiva, soggettiva, che include anche la facoltà immaginativa. La seconda è un tipo di conoscenza inferiore rispetto alla logica ma dotata di un suo valore intrinseco. Il merito di Baumgarten è di aver riconosciuto per primo l’autonomia e il valore della sfera della conoscenza sensibile e dell’arte come forma di conoscenza particolare.

Abbiamo poi la prima definizione di belle arti nel 1750: “tra le arti liberali quelle che si propongono l’imitazione della natura sono chiamate belle arti, perché hanno come oggetto soprattutto il piacere: ma non è questa la

"solalOMoARcPSD|3578778cosa che le distingue dalle arti liberali più necessarie e utili come la grammatica, lalogica o la morale. Queste hanno regole fisse e stabilite, che ognuno può trasmettere adaltri. La pratica delle belle arti consiste invece in un'invenzione che prende le sue leggisoltanto dal genio" - Jean-Baptiste D'Alembert, Discorso preliminare all'Enciclopedia

Kant nella Critica del giudizio (1790) intende l'arte in generale come tèchne: per lui infatti arte èla capacità di esercitare una libera riflessione razionale, che comporta una certa dose di inventività einnovatività, nel progettare e realizzare artefatti materiali provvisti di utilità. Per questo motivo èimportante sottolineare le distinzioni fra:

  1. tèchne e l'operare naturale: la tèchne richiede un "progetto" mentre l'operare dell'animale èistintivo;
  2. tèchne e

scienza: nella téchne la riflessione razionale deve essere colta nella sua particolare peculiarità

Dettagli
A.A. 2019-2020
35 pagine
SSD Scienze matematiche e informatiche INF/01 Informatica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariateresa200127 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Produzione Multimediale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Labbate Giuseppe Andrea.