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Lo Stato
Prima che nascesse lo Stato i sistemi politici erano costituiti da regni, imperi e città, la maggior parte di questi venivano governati in modo decentralizzato, alcuni erano predominanti in termini di territorio o popolazione. La storia antica confuta l'idea che gli Stati moderni siano più grandi e stabili di tutti i sistemi politici tradizionali.
Lo Stato moderno è una forma politica unica. Gli Stati di oggi possiedono il potere di governare la popolazione di un territorio specifico. L'idea moderna dello Stato si sviluppò in Europa tra il XVI e il XVIII secolo, mentre l'utilizzo della parola
“Stato” divenne di uso comune alla fine di quel periodo.
Nascita, espansione e ristrutturazione.
Lo Stato nacque dall’Europa medioevale. Nel Medioevo l’Europa venne dominata dalla Chiesa cattolica romana e dai signori feudali. Essa costituiva un’autorità che sovrastava i sovrani. Anche all’interno dei loro territori nominali, i “governanti” erano limitati dai signori feudali. I monarchi occupavano una posizione più debole rispetto ai governanti odierni.
Nascita. 8 La guerra fu la forza che ha determinato la transizione allo Stato moderno. La nascita delle nuove tecnologie obbligò i governanti a ragionare in modo innovativo. Nell’Europa continentale i sovrani dovettero ingaggiare degli amministratori che avevano il compito di occuparsi di eserciti permanenti. Di fronte ai nuovi benefici ottenibili attraverso un esercito numeroso, le unità di Governo aumentarono di dimensione.
Con la crescita della burocrazia, e
Le strutture dell'amministrazione della giustizia divennero più uniformi. Con la diminuzione dei vincoli feudali, l'applicazione di regole omogenee facilitò la crescita del commercio. I governanti cominciarono a stabilire relazioni diplomatiche con gli esteri. Il risultato di questi cambiamenti fu la nascita delle monarchie più centralizzate in Inghilterra, Francia e Spagna nel XVI secolo.
A partire dal 1520 i riformatori protestanti di Martin Lutero condannarono la corruzione e i privilegi della Chiesa tradizionale. Questo movimento ebbe profonde conseguenze politiche, frantumando il mondo cristiano con l'antagonismo che si sviluppò tra i protestanti e i cattolici, soprattutto nella Guerra dei trent'anni.
Questo conflitto si concluse con la Pace di Westfalia. Essa è considerata fondamentale perché conferì ai governanti di quei territori un controllo maggiore sul pubblico esercizio della religione all'interno dei regni.
Rendendo l'unità nazionale più forte di quella religiosa di Roma. La minaccia posta da questa Pace scatenò la reazione di papa Innocenzo X, che dichiarò quel trattato nullo e privo di valore, ma nemmeno questo servì ad arrestare il declino dell'autorità papale.
Con lo sviluppo di autorità centralizzate in Europa, si sviluppò anche l'esigenza della loro giustificazione teorica. L'idea fondamentale era quella della sovranità temperata poi dai concetti di contrasto e consenso.
Il filosofo Bodin affermava che all'interno della società solo un'autorità doveva essere responsabile della legislazione, della guerra e della pace, delle nomine e incarichi pubblici, della giustizia e della moneta. Hobbes articolò ulteriormente questa argomentazione, secondo lui, in assenza dell'autorità centrale in grado di imporre la pace, l'umanità sarebbe regredita in uno stato
dominato da una lotta per la sopraffazione reciproca. Secondo Bodin il sovranoderivava ancora da Dio, mentre per Hobbes era guidato dal popolo.
La visione del governo creato dal popolo e per il popolo fu sviluppata anche dal filosofo Locke. Lui affermava che i cittadini hanno dei diritti naturali alla vita, libertà e proprietà e che questi diritti devono essere protetti dai governanti attraverso le leggi. I cittadini accettano queste leggi, ma dal momento in cui i governanti violano questi diritti naturali, i cittadini smettono di obbedire.
Queste idee di sovranità, consenso e contrasto, si riflettevano con modalità contrastanti, nelle rivoluzioni americana e francese. In America, i coloni dichiararono l'indipendenza della Gran Bretagna e costruirono una nuova repubblica, dando attuazione pratica alla teoria di Locke. La Rivoluzione francese reinterpretò la sovranità in termini democratici anziché liberali. Mentre il Governo federale
americano rimaneva limitato nella sua autorità, i rivoluzionari francesi dovevano in uno Stato centralizzato e unitario l'espressione di una comunità nazionale composta da cittadini con pari diritti. Mentre la rivoluzione americana fu costruita sullasfiducia nel potere politico, i rivoluzionari francesi favorivano il suffragio universale e un Governo autorizzato a perseguire la volontà generale, la quale viene seguita quando i cittadini prendono decisioni per il bene della società. I principi della Rivoluzione francese furono articolati dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, essa fece da preambolo alla Costituzione francese del 1791 e fu parte della Costituzione attuale.
Nell'analisi di Weber le espressioni "Stato" e "Stato moderno" coincidono. Infatti secondo lui gli Stati sono un prodotto tipico della modernità occidentale. La specificità dello Stato moderno si iscrive nella
specificità occidentale perché lo Stato moderno tende ad ereditare alcuni tratti istituzionali da precedenti assetti politici. Secondo la sua interpretazione, la razionalizzazione occidentale segue una dinamica che a lungo andare indebolirà i modi in cui i fenomeni erano stati interpretati e gestiti in altre civiltà. Il riferimento a ciò spiega il nesso dell'insorgenza dello Stato con quegli altri prodotti del processo di razionalizzazione occidentale che sono il capitalismo moderno, la scienza moderna e la tendenza all'espansione che lo Stato condivise con esse. Lo Stato moderno secondo Weber, infatti, si è costituito attraverso l'esplorazione di risorse materiali e istituzionali connesse all'esercizio del dominio politico. L'interpretazione weberiana dell'origine dello Stato moderno scorre parallela a quella marxiana della nascita del capitalismo industriale. Weber indica quali sono gli elementi costitutivi dello.Stato moderno: Monopolio dell'uso legittimo della forza fisica in un dato territorioEsistenza di un apparato amministrativo
Obiettivo di attuare gli ordinamenti prodotti attraverso meccanismi procedurali tipici dell'autorità legittima in via legale-razionale.
Espansione.
Le basi teoriche dello Stato democratico occidentale erano praticamente complete. Solo negli ultimi decenni del XX secolo lo Stato cominciò effettivamente a cambiare forma, riducendo la partecipazione diretta all'economia e ampliando il proprio ruolo regolatore.
Nel XIX secolo i confini si trasformarono in barriere, i giuristi prima stabilirono che i confini di un territorio si dovevano estendere nel mare e nel cielo. Durante la Prima guerra mondiale furono introdotti in Europa i passaporti che rimasero obbligatori per viaggiare all'estero fino a quando alcuni Paesi dell'Unione Europea abolirono i controlli di confine reciproci con l'Accordo di Schengen del 1985.
Anchesul piano economico la situazione cambiò, infatti dal libero scambio molti Governi passarono alle politiche protezionistiche. Alla fine del secolo il Regno Unito era l'unico Paese sviluppato a praticare il libero commercio. I mercati nazionali si rafforzavano rispetto all'interscambio locale e internazionale, mentre l'economia divenne suscettibile alla regolamentazione del Governo centrale. All'interno, le funzioni svolte dallo Stato iniziarono ad espandersi. L'istruzione, la tutela del lavoro e dell'ordine pubblico, la raccolta statistica e la responsabilità pubblica, divennero alcuni dei compiti dello Stato. Per la maggior parte del XX secolo gli Stati occidentali hanno assunto un ruolo crescente all'interno della società. Questa espansione fu innescata dalle esigenze belliche. I conflitti del 1914-1918 e del 1939-1945 furono guerre totali, combattute tra intere nazioni anziché tra forze armate specializzate, comportarono.
La mobilitazione della popolazione a sostegno del conflitto in nome del nazionalismo.
Dopo la Seconda guerra mondiale molti Governi applicarono le politiche anticicliche raccomandate dall'economista Keynes. In tutta Europa si sviluppò il Welfare State (Stato Sociale), in cui i governanti si assumevano il compito di proteggere i cittadini dai vari rischi. In questo modo lo Stato europeo creò un modello post bellico che integrava pieno impiego e assistenza pubblica con un'economia nella quale il settore privato continuava ad avere un ruolo di primo piano.
Ristrutturazione.
Gli "Stati in guerra" sono temporanei, mentre gli Stati sociali comportano impegni di lungo termine.
Con la redistribuzione del reddito operata dai Governi socialdemocratici in nome di una maggiore eguaglianza, l'aliquota media dell'imposta sul reddito crebbe notevolmente a metà degli anni Settanta. Mentre il pubblico impiego continuava ad espandersi, crescevano le pressioni finanziarie.
Dopo le crisi petrolifere di questi anni si cominciò a temere che i Governi potessero fallire. Gli anni Ottanta e in parte anche i Novanta, videro una significativa ristrutturazione, in particolare nei Paesi anglosassoni sotto lo stimolo del programma liberista del presidente degli Stati Uniti Reagan e del primo ministro britannico Thatcher. Le industrie nazionalizzate furono vendute, il welfare fu ridimensionato e lo Stato ridusse la fornitura diretta di servizi pubblici, utilizzando appaltatori privati. Le politiche fiscali finalizzate a contenere la disoccupazione vennero limitate a favore di politiche monetarie intese a limitare l'aumento dei prezzi. Nel 1980, in tutti i Paesi occidentali, la quota della spesa totale a carico dello Stato raggiunse il picco massimo. Altri due fattori formarono le basi della ristrutturazione dello Stato negli ultimi decenni del XX secolo. Le esigenze militari erano coerenti con una contrazione dell'apparato statale. L'interscambioil settore commerciale crebbe più velocemente rispetto alla produzione complessiva. Mentre