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CASE MUSEO: tipologia specifica di museo

con caratteristiche e problemi propri. Edifici ad uso abitativo che diventano musei pubblici. Luoghi di personaggi importanti o collezionisti. Possono essere privati o lasciati allo stato o comuni. Isabella Stewart Gardner Museum a Boston. Questa era una facoltosa donna americana, che aveva iniziato a collezionare opere d'arte nel suo piccolo, fino a quando ottenne una grande eredità dal padre. Inizialmente la collezione era conservata all'interno dell'abitazione della coppia, anche suo marito infatti era appassionato d'arte. Sul finire dell'800 iniziano a pensare di creare un museo a partire dalla loro collezione. Pensano di creare un nuovo edificio, sia come galleria che come abitazione privata. L'idea era quella di comprare un lotto di terreno in una zona appena bonificata e resa vivibile. Nella stessa zona venne poi spostato anche il museo di belle arti. Isabella divenne vedova prima della costruzione del museo.

Isabella era molto appassionata di Arte italiana. Nel 1886 conobbe un giovane studente dell'università di Boston, Bernard Berenson, e gli finanziò un viaggio di studi in Italia, appassionato di letteratura si appassionò qui di arte. Berenson iniziò a fargli da tramite con i collezionisti italiani. All'esterno è un edificio semplice, lineare, privo di decorazioni. All'interno vediamo che il blocco circonda in realtà un cortile interno sormontato da una vetrata. Riproduce internamente architetture rinascimentali veneziane. Non è una ricostruzione di un edificio reale, ma la riproposizione di elementi come finestre e balaustre comprate in Italia. Tre piani a gallerie e un ultimo piano riservato ad appartamento. Dal 1903 la collezione divenne pubblica, con Isabella ancora in vita. Alla morte il museo passò a una fondazione creata apposta. Per volontà testamentale la collezione era da accrescere e ampliare. Gli artisti.

Possono ancora risiedere nel museo. Le sale erano arredate come stanze vere e proprie. Il Tiziano (ratto d'Europa) che vediamo in foto era ancora collocato nella vecchia abitazione, collocato accanto al camino. Lo stesso quadro venne poi messo in una posizione d'onore, in una delle gallerie del terzo piano. La sala prese il nome di sala di Tiziano. Isabella scelse di posizionarlo accanto alla finestra per farlo illuminare naturalmente. Sotto posiziona mobili rococò e varie sculture, tra cui un puttino con freccia francese del 700. Ad un certo punto decise di collocare questo puttino sdraiato, quindi non nella posizione originaria e ancora oggi si trova così. Questo per mettere in relazione la statua con il putto dipinto da Tiziano, ricreando un associazione visiva. Questo è possibile sono in una casa museo, specchio del suo proprietario.

Il museo con il tempo cresce. Si decise in tempi recenti di creare una nuova ala. Il progetto fu affidato a Renzo Piano nel 2002.

La nuova ala viene inaugurata nel 2012. Edificio moderno legato dalla struttura originaria. I mattoni riprendono i colori degli originari. Costruì una passerella in vetro per collegare il vecchio museo con il nuovo. Realizzò nella parte bassa uno spazio a vetrate per creare un collegamento tra l'interno e l'esterno del museo, dove si trova la living room. Una serie di scale ispirate furono ispirate a quelle realizzate da Michelangelo. Richiamo al rinascimento riletto in chiave contemporanea. La facciata è completamente rivestita di rame, che cambierà con il tempo ossidandosi. All'interno del museo ci sono anche sale per l'uso del pubblico, come la sala per i concerti. Sulla facciata vediamo un'opera d'arte contemporanea, che fa parte del progetto di residenza per artisti. Ogni sei mesi l'opera viene cambiata. A Milano troviamo un circuito di case museo. Quattro case riunite, ma gestite in modo indipendente. La prima è la casa.

Il museo di Poldi Pezzoli, realizzata per volontà dello stesso proprietario. Nel 1861 redige il testamento dove crea un'associazione per creare una casa museo, qui decide anche il primo direttore di questa, Giuseppe Bertini, all'epoca direttore dell'accademia di Brera. Bertini fu suo consulente e lo aiutò nell'organizzazione della casa.

"Dispongo che l'appartamento da me occupato nell'ala tra il giardino e le due corti del mio palazzo via del Giardino 12 coll'armeria, coi capi d'arte, colla biblioteca e coi mobili di valore artistico che vi si troveranno all'epoca di mia morte costituisca una Causa o Fondazione Artistica nel senso che venga mantenuto... ad uso e beneficio pubblico in perpetuo colle norme in corso per la pinacoteca di Brera."

Casa in stile ecclettico, modelli e stili differenti. Il museo fu bombardato e in parte ricostruito similmente. Inaugurato nel 1881.

Vediamo un'immagine dell'armeria in stile gotico.

Questa fu bombardata e non è più come nella fotografia. "Uno scrigno che si apre nei racconti delle mille e una notte. Sono non meno d'un diecio dodici camere tra grandi e piccole, alcune davvero stampate di oggetti preziosi sia per l'arte pura come per le industrie artistiche. Vi si vedono i più splendidi esemplari della pittura lombarda, fiorentina e veneziana con l'impronta dell'autenticità in fronte. Così, un cumulo d'oggetti d'oreficeria, di ceramica, di vetreria, così mobili e arredi, così una grande sala ridondante d'armature e d'armi, tutto uno splendore di luci e di colori che domanda sguardi ripetuti, eppur giammai abbastanza soddisfatti" (Corriere della Sera, 26 Aprile 1881). Lezione 15 Degli stessi anni della creazione della casa museo Poldi Pezzoli è anche la casa museo Bagatti Valsecchi, non distante dal centro di Milano. Non furono i proprietari a decidere direndere pubblica l'abitazione, ma furono gli eredi, nel 1970. Questi crearono un'associazione apposita e la regione Lombardia comprò l'abitazione per rendere il piano nobile casa museo. Pubblico e privato che si uniscono per preservare un bene. La casa nasce quindi non per diventare museo. Qui vi vivevano i due fratelli Bagatti Valsecchi. Vi era una parte comune e poi ognuno aveva la sua parte privata. Lo stile è ancora ecclettico. Costruiscono ambienti che ricordassero momenti del passato usando sia opere originali sia riproduzioni affidate ad artisti contemporanei. Ad esempio la maggior parte dei soffitti sono invenzioni ottocentesche, ma non tutti. Non importava l'autenticità, ma l'apparenza. Ovviamente ci sono tutti i comfort del momento. Ad esempio troviamo un mobile all'apparenza rinascimentale, ma al cui interno troviamo un pianoforte. La casa è diventata museo circa un secolo dopo la creazione, quindi è stata.

leggermente modificata nel tempo. Esisteva però una raccolta fotografica che documentava sala per sala la disposizione originaria degli oggetti. Come mettere in sicurezza gli oggetti e rendere fruibili gli spazi? La prima soluzione è stata quella di creare teche per coprire gli oggetti posizionati sopra i mobili. Altro espediente è quello di prevedere una visita libera, senza distanziatori, ma con un controllore in ogni stanza. Non ci sono didascalie, che avrebbero rovinato il senso di abitazione. Ci sono pannelli all'ingresso di ogni stanza, che possono essere spostati per permettere la lettura degli spazi. Ancora a Milano troviamo la casa museo villa Necchi Campiglio. Costruita nei primi decenni del 900 da una famiglia di ricchi borghesi. Villa più all'avanguardia di Milano negli anni 30 del 900. Aveva anche una piscina riscaldata e campi da tennis. Oggi la villa appartiene al Fai, per decisione delle sorelle Necchi. Il Fai organizza visite guidate,

quindi non ci sono ne cartellini ne totem. La villa conserva anche opere non della famiglia, come la collezione di Claudia Gianferrari, critica d'arte che ha lasciato la propria collezione al FAI. Opere che comunque si integrano al contesto essendo degli stessi anni.
Villa Cerruti. Cerruti era proprietario di un'azienda di legatoria industriale. Iniziò una collezione che scelse di raccogliere in una villa che si fece costruire a Rivoli in stile provenzale. Inizialmente doveva essere abitazione dei genitori, che però non ci andarono mai, quindi diventò una villa suburbana. Non fu mai quindi realmente abitata, ma fu arredata come tale. La sorella, alla morte del proprietario, decise di lasciare, in gestione in maniera temporanea, la villa al Museo di Arte Contemporanea del Museo di Rivoli. A proprietà è privata, ma resa fruibile da un ente pubblico. Nella sala da pranzo troviamo una collezione di De Chirico. Venne aperta pochi anni fa. È un esperimento di
gestione dalla durata di 5 anni. Catalogo e inventario fatti dal museo. Il pubblico compra il biglietto al castello, da cui parte una navetta. Visita guidata accompagnata. Fondazione Accorsi Ometto. L'edifico apparteneva a Pietro Accorsi, antiquario che lavorò per Agnelli, per la famiglia Savoia, per i musei civici. Utilizzò il palazzo come galleria per il suo negozio e al piano nobile inserì la propria abitazione. Quando questo luogo fu trasformato in casa museo Accorsi era già scomparso e aveva ereditato tutto Ometto, che scelse un percorso che coniuga un esposizione in vetrine per sale a tema e da un punto in poi una casa museo. Non si tratta però della casa che Accorsi aveva realizzato all'interno del palazzo, ma la ricostruzione degli spazi che Accorsi aveva creato nella villa a Moncalieri, fuori dalla città. È un museo casa, non una casa museo. Riproduce ambienti non legati a quell'architettura. Percorso accompagnato conla presenza di un tappeto continuo per guidare il gruppo per non far calpestare i tappeti antichi. Altra tipologia di casa museo sono gli atelier d'artista, ambienti utilizzati da artisti che vengono poi trasformati in musei. Museo Gustave Moreau, padre del simbolismo francese, seconda metà dell'800. All'interno dello studio si conservano dipinti, bozzetti, studi preparatori. La trasformazione di questo in museo è stata voluta dallo stesso artista nel testamento. "Stasera, 24 dicembre 1862. Sto pensando alla mia morte e al destino delle mie povere piccole opere e di tutte quelle composizioni che mi prendo la briga di riunire, separate periscono, prese insieme danno una piccola idea nel 1862 Moreau aveva meno di 40 anni, morì più di 30 anni dopo. L'allestimento mantiene l'idea di studio d'artista, con lo spazio rivestito con continuità.i disegni vengono costruiti dei mobili con la possibilità di appendere questi all'esterno e di aprire gli sportelli per tirare fuori
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
77 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher minci99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Museologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Cretella Stefania.