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MECCANISMI OMEOSTATICI
Ci sono meccanismi che consentono di contenere le perturbazioni
degli universi narrativi: la perturbazione è l’ingresso dell’elemento
che disturba o distrugge equilibrio del mondo che è stato costruito;
per evitare che l’ecosistema narrativo esploda o imploda
intervengono meccanismi omeostatici.
Es. perturbazione: morte di uno degli interpreti o dei presentatori.
In questo caso devono essere messe in opera delle tattiche che
consentano di tenere coeso il mondo narrativo giustificando sviluppi
narrativi che prescindano dalla presenza di quel personaggio (es.
Asia Argento esclusa da X-Factor).
In termini operativi nella costruzione della narrazione abbiamo
necessità di prevedere linee narrative di fuga o alternative che
consentano di sopperire, tenere insieme l’universo narrativo anche
al venir meno di un suo elemento costitutivo.
La resilienza è la continuità: perché un universo raggiunga lo
status per cui lo riconosciamo come ecosistema ha bisogno di
tempo; quello che all’inizio gli manca è il contributo degli utenti, che
interviene a distanza di mesi almeno.
Il fattore della resilienza è centrale perché soddisfa i requisiti di
contesto e di sistema, cioè soddisfa, risponde alla necessità di
investire su un contenuto che poi possa produrre altri contenuti;
l’esperienza di consumo prolungata per tanto tempo è
fondamentale per il funzionamento dei sistemi mediali attuali.
A fronte di questa complessità sono stati messi a punto dei sistemi
di analisi che consentano di gestire e semplificare l’enorme volume
di dati e elementi che costituiscono un ecosistema narrativo. È
impensabile un’analisi semiotica che tratti volumi ampi di oggetti.
La crisi della semiotica è legata al fatto che un sistema narrativo è
troppo ampio per essere trattato dagli strumenti che la semiotica
offre.
Quando dobbiamo analizzare sistemi narrativi la semiotica cede il
passo sempre più spesso a strumenti di tipo matematico e
informatico.
Come si analizzano narrazioni estese?
La complessità è una caratteristica delle narrazioni attuali: non solo
fiction, ma qualunque tipo di contenuto, fortemente pragmatico,
informativo o promozionale, pone un problema, quello di mettere a
punto sistemi che consentano di navigare all’interno di questi mondi
e governarne le complessità, una mappa di navigazione che
elaboriamo attraverso sistemi, software o sistemi più o meno
sofisticati che poggiano su algoritmi.
Tre approcci: social network analysis)
1. modelli descrittivi, es. SNA ( ,
modelli che descrivono la time line, la linea di sviluppo di un
ecosistema narrativo, consentendo di descrivere identificando i
periodi, le fasi che non corrispondono con le fasi produttive, es.
blueprint, rappresentazioni grafiche che iconizzano un mondo
loop analysis
2. modelli predittivi, es. , uno strumento da
applicare all’evoluzione dei meme, un lavoro molto faticoso ma
incredibilmente produttivo. Ad esempio, per analizzare
l’evoluzione di un meme difficilissima da prevedere c’è la loop
analysis, che ci consente di prevederne lo sviluppo. Possedere
uno strumento predittivo ci consente di immaginare quali
significati potranno essere associati al nostro contenuto e
prevedere la sua aspettativa di vita.
3. modelli esperienziali, descrivono non più il contenuto ma
l’esperienza che di quel contenuto articolato in tutti i suoi
activity map
sottocontenuti viene fatta dai suoi fruitori, es.
Es. SNA
Quanto il Mibact sa favorire il ricambio di attori italiani? Il grafo
proiettato racconta la rete di connessioni che si stringe attorno a un
Come funziona la SNA?
nodo di partenza, Valerio Mastandrea.
Descrive l’insieme delle connessioni che legano un qualunque
elemento degli universi mediali a un qualunque altro elemento e ci
dice anche quanto sono frequenti le connessioni tra un elemento e
l’altro e quando un elemento è attraversato da reti che provengono
da altri nodi.
Es. partendo da un coro ridotto di personaggi, dai protagonisti di
Guardiani della Galassia (senza passare al metalivello della
produzione ma considerando solo l’universo simbolico Marvel di
riferimento) la SNA lavora su un’unità temporale di 5 anni. Per
ciascuno dei 5 protagonisti principali vediamo tutti i personaggi con
cui sono venuti in contatto. Vengono segnate tutte le connessioni,
gli incroci di ognuno dei protagonisti e dei personaggi dentro e fuori
dalla saga di Gdg, la rete che si attiva tra universo dei Gdg e tutto
l’universo Marvel, possiamo anche decidere di includere anche serie
e fumetti oltre al cinema. Nella costruzione complessiva una
relazione è centrale più gli incroci sono frequenti, più il nodo è largo
tante più connessioni con altri nodi della rete sono passate al suo
interno.
Non ridurre la complessità ma governarla complessivamente
compito della SNA.
Ne desumiamo una fotografia di come è bilanciato l’universo
narrativo, possiamo vedere che alcune linee narrative si sono
inspessite al punto che dovranno essere assottigliate perché hanno
esaurito il loro valore simbolico, altre invece sono sottili e sono
potenzialmente da spessire perché non sono state sfruttate ai fini
della resilienza dell’ecosistema narrativo.
loop analysis,
Nella diversamente dalla SNA, la funzione predittiva è
quella precipua: se nella SNA è lasciata invece alla nostra
interpretazione del grafo, qui è invece obiettivo primario della
rappresentazione grafica.
Es. Activity map (modello esperienziale)
La differenza con la SNA è che qui abbiamo icone che ci dicono non
solo che il fruitore si è collocato all’interno del device per fruire di
quel contenuto ma anche qual è mediamente il segno
dell’esperienza che l’utente ha fatto di quel contenuto.
Nelle colonne della map vengono inserite fasi topiche che
descrivono esperienza di un contenuto mediale.
Come possiamo periodizzare il consumo di un contenuto filmico?
Prima operazione che occorre fare è l’articolazione in fasi.
Questo tipo di rappresentazione grafica viene realizzata a partire da
foglio excel, dobbiamo sapere quali periodi mettere nelle colonne,
poi quali luoghi in cui l’esperienza si svolge (es. nel caso di
contenuto mediale: tv, cinema, sito, piattaforma). L’activity map è
uno strumento che ci aiuta a capire il processo di rilocazione o
disseminazione del contenuto mediale, dove come e quando il
fruitore si è mosso attraverso tutti i devices che possiede e
possiamo mappare la qualità della sua esperienza in relazione a
ciascuna fase: è il modello più soddisfacente per descrivere
l’esperienza mediale, integra dati e customer experience, ci dà
esatta indicazione di flusso di spostamento degli utenti da luoghi
anche non mediali, e ci dà un’indicazione non numerica ma legata
al modo esperienziale del tipo di vissuto che l’utente ha maturato di
quel contenuto in quella piattaforma e in quel determinato periodo.
Se prendiamo un campione di 1000 soggetti e fissiamo come soglia
di rilevanza 180, una casella in cui non abbia raggiunto 180 come
indice ci compare come vuota, perché il numero di fruitore passati
da quel device per quel contenuto non è rilevante.
Es. Loop analysis (Grey’s Anatomy)
La Loop analysis è stata elaborata in due contesti diversi della
comunicazione: studi fisici sulla diffusione degli impulsi elettrici e gli
studi biologici.
L’obiettivo è, a fronte di inserimento elementi perturbativi (input),
prevedere nel momento in cui entra uno o più fattori di
perturbazione come l’ecosistema (narrativo, nel nostro caso)
reagisca. La loop analysis anticipa quale sarà la ricaduta sugli esseri
viventi dell’ecosistema a fronte dell’intervento di uno o più input. Ci
permette di capire nel medio periodo come cambierà un certo
ambiente. Nel mondo mediale, a fronte dell’intervento di elemento
perturbativo ci permette di sapere come cambia l’intero
ecosistema. La complessità della loop analysis è che il circuito che
noi vediamo come insieme di relazioni tra gruppi di personaggi
descrive la relazione che si crea nel passaggio tra una stagione e
l’altra tra un gruppo O di personaggi originari, il gruppo Y dei
personaggi giovani del cast dell’universo narrativo della serie, il
gruppo C di personaggi di contorno.
I segmenti coi due pallini agli estremi indicano una relazione con un
segno negativo.
Quindi il gruppo originario interviene sul gruppo C esercitando
un’azione che tende a prevaricare, il gruppo C interviene sul gruppo
Y e tende a prevaricarlo, per cui questi 3 gruppi si contendono lo
spazio della narrazione: per quel che riguarda il mondo e la
gestione degli spazi non sono in un rapporto complementare, ma è
come se fossero competitor. In questo universo intervengono altri 2
fattori.
Linee curve che vanno da ciascun gruppo al gruppo stesso e
Le altre linee indicano un rapporto di autoregolamentazione, il
gruppo si mantiene sotto un rapporto di guardia, non cresce.
Ci sono 2 input che vanno a lavorare sui due gruppi O e C in modo
negativo, un input positivo segnalato da una linea con una freccia
che interviene sui giovani.
Esito dell’input su tutti gli esistenti inseriti all’interno dell’universo
narrativo:
es. O avrà una serie di pedici, cioè la sua popolazione, e verificherà
l’esito dell’input positivo o negativo. Un algoritmo moltiplica,
incrocia tutte le possibilità, finché non avrà considerato migliaia,
milioni di incroci possibili.
Possiamo desumere dalla semplice lettura dell’input negativo o
positivo in entrata che l’impulso negativo su O si riverbera sul
gruppo O stesso, operando negativamente anche sul gruppo Y e sul
gruppo C, cioè un input negativo sul gruppo O fa uscire anche
personaggi del gruppo Y e C. Al contrario un input positivo sul
gruppo Y ha effetto negativo su O e C.
Da ultimo C interagisce negativamente sia con O e Y oltre che con
sé stesso.
Es. entra input negativo che colpisce gruppo O, che cala.
Es. terribile incidente per cui un personaggio O viene colpito e
muore, quindi -O ma anche -Y e -C, perché la sua uscita provoca
l’uscita di personaggi a lui legati, porta un depauperamento negli
altri gruppi. Nel gruppo Y aumento di rilevanza dei giovani
determina una diminuzione di rilevanza del gruppo di origine e
determina una diminuzione della rilevanza del gruppo di contorno.
Esito in