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Attrito e Angoli di Aderenza/Attrito
SITUAZIONE STATICA
Ft ≤ f0N → tg φa ≥ FA/N
Ft/N = tg φa → tg φa ≤ f0
φ ANGOLO DI ATTRITO
SITUAZIONE DINAMICA
tg φ = fd
φ ANGOLO DI ATTRITO
SITUAZIONE STATICA
(β = 0)
l1/p ≤ sin(α + φa)/cos φa → T - Pis m α > 0
l1/p ≥ sin(α - φa)/cos φa → T - Pis m α < 0
SITUAZIONE DINAMICA
(β = generico)
T/p = sin(α + φ)/cos(φ - β)
IMPIANTAMENTO
La forza limite necessaria a provocare il moto del corpo è:
F = P/(1 - 2φae/h)
• COPPIA ROTOIDALE
la forza Fp peso del perno produce una coppia che all'equilibrio viene contrastata della Ff che dista dal centro del perno p producendo un momento |Ff·p|=|Ff·(r·sin φ)|
infatti la direzione della forza scaturita tra perno e cuscinetto non passa per il centro geometrico della coppia rotoidale, ma è tangente ad un cerchio di raggio r = r·sin φ o CERCHIO D'ATTRITO
• CORPO IN ROTOLAMENTO
Durante il rotolamento si crea una distribuzione di pressioni la cui risultante dà origine ad un momento frenante e si può ricavare il COEF. D'ATTRITO VOLVENTE FV= μ dove μ è r il PARAMETRO D'ATTRITO VOLVENTE (equivalente: formula di GodussKroller)
ossia: μ = α tan ϕ con α = cost b b = longh.
• diviso
CINGHIE
Le cinghie lavorano sulle pulegge per attrito e possono essere scoperte o a V
CINGHIA
PULEGGIA
CINGHIA
Ft = f'1N = f' N
Ft = fP N
f' = COEFF. D'ATTRITO EQUIVALENTE
f = COEFF. D'ATTRITO
TRASMISSIONE CON CINGHIE
β1 = ANGOLO DI AVVOLGIMENTO
βp - θr = ARCO DI ADERENZA
θr = ARCO DI SCORRIMENTO
T1 - qv2
a volte, l'estremine qv2 può essere trascurato →
T1 = Tmax
T2 = Tmin
θr = =Mg. Gever
Considera per la quale si ritiene la potenza max trasmissibile e quella di INCIPIENTESCIVAMENTO
Condizione generale di aderenza e che βp β
Nello studio in tale fenomeno non è tenuto conto di altre due tipi di dissipozione di potenza: RESISTENZA NEI SUPPORTI e la
DEFICIENZA ELL'ESIBILITA DELLA CINGHIA che in rotazione al tensione nel zone libero provocata dal peso proprio e delle sue componenti disco
OR̅ = braccio di FR
FR · OR̅ = MFRENANTE
Se la resistenza fosse stata contraria, per l'equilibrio il punto R sarebbe stato al di sotto di ½.
CERCHIO DI ROUITI
Tutte le ipotesi e procedure fatte fino ad ora sono valide solo sotto l'ipotesi di Rej, cioè LAVORO D'ATTRITO PROPORZIONALE al consumo (della pastiglia) in condizioni di attrito secco.
dLf = k dV
dacw che con αp = k (dfc/dt) dall'equazionep = k' / r
Per quanto riguarda invece i freni a tamburo ad accostamento libero, essi hanno la direzione della risultante delle forze normali passanti per il centro del tamburo e per il centro della camma che sostiene il ceppo, quindi la direzione è predeterminata dal tipo di costruzione.
Si possono incontrare di frequente freni a tamburo a doppio ceppo:
- INVOLGENTE (se un punto del tamburo si muove verso la camma)
- SVOLGENTE (se un punto del tamburo si allontana dalla camma)
Per CEPPI ESTERNI il più efficiente risulta quello SVOLGENTE.
Nel caso di ceppi interni si prova un fatto: L'ATTACCO/AUGGIMENTO, cioè porta il ceppo a restare sempre più erto al tamburo. Questo si verifica quando, in particolare, il coefficiente d'attrito.
generalmente effettuata attraverso la RISOLUZIONE con gli
EQUILIBRI DEI CORPI che vanno assunti sempre nella
configurazione deformata, ponendo reazioni e forze esterne
incognite con un verso arbitrario dettato dal sist. di 2°
scelto (tranne per la forza peso comunque). Eseguendo
l'equilibrio di tutti i corpi e facendo l'ipotesi di piccole
oscillazioni si riesce a ricavare l'equazione della vibrazione
(avendo prima opportunamente definito le forze elastiche e viscose
in gioco). Dall'equazione differenziale attenuata è possibile
definire sia la freq WN, CCR, ξ, ceq e Keq infatti:
WN2 = Keq / m g
CCR = 2 m ωn WN
p = ω / ωn
φ = 2ω / 2π
Segue inoltre che l'equazione soluzione quindi è del tipo:
μ(t) = Umax * e−ξwt * sin (ωbt + do)
dove ξ = ceq / CCR = ceq / 2mωN
ωb = ωn√1−ξ2
e i termini Umax e do possono essere ricavati dalle
condizioni al contorno risolvendo il problema di
cauchy
μ(o) = m
μ̇(o) = m ⇒ do
scegliendo do in maniera tale che risulti A > 0.