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ANALISI DELLE PERCEZIONI

Fino ad adesso abbiamo considerato il consumatore come lead user, e quindi come possibile generatore di idee per l'azienda. Adesso proviamo ad immaginare il consumatore come un valutatore, andando quindi ad analizzare la sua percezione. (attenzione però, in questa fase noi andremo ad introdurre tematiche quali le mappe percettive, che però non rappresentano delle preferenze, ma solo la percezione che il cliente ha del nostro brand o del nostro prodotto. L'attività di identificazione delle preferenze è anche molto utile, ma sarà un esercizio successivo). Il mondo delle percezioni è un mondo molto interessante che è diverso da quello delle preferenze, in quanto la percezione rappresenta l'organizzazione delle informazioni comunicate da un brand/prodotto e la loro categorizzazione in base ai bias del consumatore. Uno strumento molto utile per esplicitare le percezioni sono le...mappe percettive, perché appunto ci permette di avere una idea di come il consumatore registra l'info e la elabora. [non è quindi un ranking] Questo è un esempio di mappa percettiva. Il vantaggio di una rappresentazione come questa è sicuramente la semplicità di lettura. Ma è importante tenere a mente che i consumatori non valutano i prodotti sulla base di soli due criteri, ma si basano su un numero assolutamente incognito di n che però renderebbe impossibile una graficazione. Per questo è sempre utile utilizzare un piano 2d, che è preferibile anche ad un piano 3d (nel caso dell'individuazione di 3 n è sempre meglio utilizzare 3 piani a 2d invece che i in 3d, a meno che non si abbia la possibilità di interagire con quel modello). L'ipotesi delle due dimensioni è quindi una semplificazione ai fini del modello, ma è una semplificazione molto utile e che fornisce parecchi spunti diriflessione. Perché queste mappe sono così interessanti? Perché permettono di: - capire il nostro posizionamento in base a dei criteri rilevanti, - capire se il nostro prodotto contribuisce ai benefici chiave che erano estinti dai precedenti prodotti, - capire come sono posizionati i nostri competitor, - capire che diretti concorrenti abbiamo e 22 - capire se ci sono delle zone di mercato inesplorate, interessanti per strategie di blue ocean. Andare ad identificare le nomenclature corrette per gli assi è un lavoro complesso che richiede molte analisi, perché deve stare attento al trade off tra capacità informativa e capacità di sintesi. (Qui c'è un riferimento al metodo decompositivo MDS [Multi Dimensional Scaling]) È però un analisi molto interessante da condurre, perché può portare nuovi modi di vedere il business e nuovi criteri di valutazione (ad esempio, la componente ambientale dello store non era

Una caratteristica a cui si guardava nel business delle librerie, anche se poi si è rivelata molto importante per i clienti e ha permesso di incrementare notevolmente il fatturato una volta allineata ai bisogni dei clienti) È quindi solitamente utilizzata a fini ispirazionali, poiché la scarsa certezza dell'attribuzione delle nomenclature non la rende uno strumento molto affidabile ma potrebbe far nascere risultati non sporcati da bias, come potrebbe succedere per i risultati dei metodi compositivi (che analizzeremo successivamente).

Le mappe di preferenza sono solitamente articolate per attributi, che poi vengono moltiplicate per il peso che ogni cliente da caratteristica. Per questo tipo di analisi si utilizza il punto ideale (oppure il vettore ideale) ovvero una tecnica in cui si identifica la combinazione ideale degli attributi, in forma di punto o di vettore.

Le Joint Space Maps invece è una mappa combinata, in cui oltre a mostrare

le caratteristiche del mio prodotto, cerco di indicare anche i punti (o i vettori) ideali. Questo mi permette di posizionare il mio prodotto nel segmento di persone con gusti allineati al prodotto in questione, e che quindi rappresentano un interessante mercato da esplorare. La combinazione tra graficazione delle percezioni e graficazione delle preferenze lo rende uno strumento davvero potente. In parole povere, sapendo come sono posizionato e sapendo come sono organizzati i gusti e le preferenze dei clienti, posso indirizzare i miei investimenti nell'attacco di mercati che accoglierebbero con entusiasmo il mio prodotto. Le Mappe percettive sono invece l'oggetto del nostro focus. Nei metodi decompositivi, si parte da una valutazione aggregata tramite sondaggio, dove si chiede di esplicitare il grado di dissimilarità tra due marche/prodotti/.. (si può anche chiedere il grado di similarità, ma quello di dissimilarità permette

un'analisi più accurata)​​A partire dai dati raccolti, tramite il metodo multidimensional scaling quindi si andrà a graficare, in maniera assolutamente corretta, il posizionamento delle percezioni delle marche. La difficoltà qui sarà nella definizione della nomenclatura degli assi. Quanto detto a pagina 20 è riferito a questo metodo.​ Nei modi compositivi​, invece, noi chiederemo di valutare delle caratteristiche. Ovviamente qui la difficoltà sta proprio nella definizione di suddette caratteristiche. Fatto ciò, l'analisi numerica avverrà tramite l'analisi dei componenti principali. Quindi qui il trade off tra i due modelli è: avere il controllo sulla definizione degli assi vs avere la certezza che gli assi siano corretti. 24 Multidimensional Scaling Per capirlo, l'esempio fatto in classe è quello di paragonare questo esercizio alla ricostruzione di una mappa geografica partendo dalle

distanze tra le città

Come procedo dunque? Distribuisco in maniera del tutto casuale le distanze (lancio quindi​​ ​dei seed casuali) e ad ogni giro l'algoritmo ridurrà l'errore totale (chiamato stress)(Poiché l'assegnazione iniziale potrebbe influenzare il risultato finale, c'è anche la​ ​possibilità di lanciare più seed casuali così da eliminare eventuali risultati falsati legati​all'assegnazione iniziale)

Lo stress è la distanza tra i valori reali e quelli effettivi. Sotto la formula.

Da una distribuzione casuale arriviamo quindi ad una distribuzione come questa

La mappa creata però può essere storta, in quanto l'algoritmo riuscirà a minimizzare l'errore​tra distanza effettiva e distanza casuale ma non è in grado di capire la rotazione​. Per fare ciò, un'idea potrebbe essere quella di prendere come assi le linee che congiungono gli

Elementi più distanti (non è necessario che siano perpendicolari). Se in questo caso era semplice perché gli assi sono le coordinate, nel caso delle mappe percettive aziendali si opera allo stesso modo ma la definizione di questi assi è la parte più complessa.

Come possiamo immaginare quindi, una mappa di questo tipo è molto informativa, perché già solo la posizione, sia in assoluto che in relazione agli altri, ci dice moltissimo.

Una grossa criticità è però data dall'utilizzo della media. In fase iniziale, quindi quella di aggregazione, si utilizza la media di tutte le osservazioni.

Ricorda: la media uccide l'eterogeneità e non è mai ottimale uccidere l'eterogeneità in marketing.

QUINDI: questo metodo, che opera tramite l'assegnazione di seed casuali e la successiva minimizzazione dello stress, ci permette di avere una geografia dei brand/prodotti/..

moltoprecisa ma presenta delle criticità che nascono a causa della difficile interpretazione degli assi a causa della forte omogeneizzazione dei risultati che non permette di identificare opportunità interessanti su nicchie particolari.

Metodo attribute-based

È un pooling di dati. L'approccio è totalmente diverso da quelli precedentemente espresso. In questo caso si chiederà di valutare ogni marca in funzione di alcuni attributi (da scegliere con cura, ricorda infatti che questa parte è fondamentale perché qui non hai nessuna certezza sugli assi!) e si cerca di fare una riduzione dei dati (tramite l'analisi dei componenti principali), per trovare delle strutture di informazioni latenti (analisi dei fattori).

Questo metodo è molto interessante perché riduce notevolmente il problema principale del modello decompositivo, ovvero quello di denominare gli assi.

Abbiamo dunque continuato con la nostra

Analisi per quanto riguarda preferenze e percezioni, evidenziando ancora di più le differenze (pensa all'esempio di un ciccione. La percezione è che è grasso, ma magari io sono attirato dai grassi. Le percezioni dicono molto poco sulle preferenze).

Inoltre, non è detto nemmeno che la percezione sia allineata tra tutti. Magari io uso un carattere estetico per valutare una persona (grasso) mentre qualcun altro ne usa un altro. Quindi in ambito aziendale, è sempre importantissimo andare a valutare se le percezioni dell'azienda sono allineate con quelle del mercato. (non lo sono quasi mai!)

A proposito di disallineamenti di percezioni, sono degne di nota e di attenzione anche i disallineamenti tra:

  • clienti affezionati e clienti prospects (attenti all'effetto alone, vedi pag 27)
  • retailer e clienti finali
  • nicchie di mercato varie

Ponendo attenzione a questi elementi è possibile non essere presi alla sprovvista!

27SPSS.MDS Questa lezione è dunque molto importante per il nostro progetto. Analizza → Scale → Multidimensional scale (ALSCALE) → Modello: "ordinal" → dimensionamento e max 2 (forziamo l'analisi a due dimensioni per questioni di leggibilità, ed è fondamentale per iniziare l'esercizio) → Group plot Questo mi permette di vedere quante reiterazioni ci sono volute per minimizzare lo stress (ricordiamo dalla scorsa lezione che questo algoritmo parte da seed casuali e procede con un processo iterativo alla minimizzazione della differenza tra il previsto e l'effettivo) Arrivati a questo punto, posso trovare le coordinate e la mappa. Se ricordiamo quanto detto nella precedente lezione, sappiamo che dobbiamo valutare se sia necessaria una rotazione degli assi (guarda l'esempio delle città). In questo caso però.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
83 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sessagiordano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Marketing di prodotto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Montaguti Elisa.