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Il potenziale di mercato e il gap di potenziale
Il discorso cambia per i beni durevoli, dove il potenziale è dato dal numero massimo teorico di soggetti che possono utilizzare i prodotti (N x p) - quantità in uso (Uuso) + quantità di prodotti che hanno bisogno di essere sostituiti (Usost).
PotMkt x pt
La differenza tra il potenziale di mercato e il consumo effettivo è definito gap di potenziale. Esso misura dunque quanto può crescere la domanda in un certo mercato. Questo gap è spiegato da cause di primo livello e cause di secondo livello, quelle di primo livello sono:
- Gap di non utilizzo: alcuni decidono di non utilizzare il prodotto
- Gap di utilizzo: alcuni decidono di utilizzarlo meno volte
- Gap di uso leggero: alcuni decidono di utilizzarlo in quantità (dosi) minori
Nella fase di misurazione è importante monitorare la pressione competitiva. Un ampio gap di potenziale segnala
asse e le quote di mercato sulla y. Collegando i punti ottenuti si ottiene la curva di concentrazione. Questa curva permette di valutare il grado di concentrazione del settore e di individuare eventuali oligopoli o monopolisti. Inoltre, può essere utile per valutare la posizione competitiva di un'impresa rispetto ai suoi concorrenti. È importante sottolineare che la curva di concentrazione da sola non fornisce informazioni complete sulla concorrenza di un settore. È necessario considerare anche altri fattori, come la presenza di barriere all'entrata o all'uscita, la presenza di sostituti, la capacità di negoziazione dei fornitori e dei clienti, ecc. In conclusione, la curva di concentrazione è uno strumento utile per valutare la concorrenza di un settore, ma va utilizzata in combinazione con altre analisi per ottenere una visione completa della situazione.Le quote sulla y, e si indicano sul piano le quote cumulate. Si ottiene così la curva (o spezzata) di concentrazione. Il numero di player da considerare è quello necessario per raggiungere un certo grado di concentrazione. È possibile costruire un indice: il rapporto di concentrazione (che non è un rapporto), ossia la sommatoria delle quote di mercato del numero scelto n di imprese.
Decisioni di differenziazione: quante e quali soluzioni di valore offrire al mercato. L'ipotesi di base è che ci siano prodotti più differenziabili di altri (o almeno che la domanda li riconosca così). L'alternativa è fra un approccio di differenziazione dell'offerta o, all'opposto, un approccio di offerta indifferenziata. Differenziando maggiormente la propria offerta si incrementano i costi (necessità di conoscere meglio i clienti, perdita di economie di scala), ma si ottengono maggiori benefici in termini di risultati.
competitivi ed economici (maggiore distribuzione e offerta preferibile rispetto ai competitors). La differenziazione può anche essere un potente strumento in caso di basso potenziale di mercato, perché permette di sviluppare nuovi segmenti di mercato ancora non adeguatamente serviti. RICCARDO BURLANDO 25 Perché la differenziazione sia efficace, è necessario che essa sia rilevante, ossia che gli attributi differenziati siano rilevanti per i clienti, e deve essere percepita dai clienti, tramite appositi strumenti quali campagne di comunicazione, loghi e denominazioni (es. Coca Cola Zero, con nome e colore predominante diversi rispetto alla Coca Cola). Processo di segmentazione: segmentare significa riconoscere le differenze che ci sono nella domanda. La domanda è infatti composta da un ampio numero di individui molto diversi tra loro. Segmentare significa individuare gruppi di clienti con caratteristiche e bisogni simili. Il segmento è una modalità diLa rappresentazione delle differenze tra clienti è un processo base per scegliere la differenziazione dell'offerta. Si divide in tre fasi:
- Analisi: scelta dei criteri di segmentazione e profilazione dei segmenti. I requisiti di un segmento sono:
- Descrivibilità e misurabilità: per stimare i volumi di vendita, l'elasticità al prezzo, ecc.
- Sostanziabilità: essere abbastanza grandi da giustificare lo sforzo di analisi dei segmenti da servire
- Stabilità: essere robusti rimanendo stabili anche usando criteri diversi di segmentazione
- Differenziabilità (responsività univoca): rispondere in modo diverso a diverse proposte di valore
- Raggiungibilità (accessibilità): essere raggiungibili dall'azienda (distribuzione e comunicazione) in condizioni di economicità
In mancanza di una sola di tali condizioni, la segmentazione risulta inutile e/o sbagliata.
Per segmentare si utilizzano vari tipi di criteri.
La scelta dei criteri da utilizzare è molto importante, perché criteri diversi generano segmenti diversi e quindi diverse value propositions. Maggiore è la correlazione dei criteri con le preferenze dei clienti, maggiore è l'efficacia della segmentazione. I criteri descrittivi servono per costruire il segmento basandosi sulle caratteristiche degli individui. Per esempio, basandosi sull'età è possibile costruire il segmento dei neonati e quindi scegliere il prodotto (ciuccio) da destinargli. Alcuni criteri descrittivi possono essere utilizzati a priori, come quelli geo-demografici (età, sesso, localizzazione), sociografici (reddito, professione) e psicografici (stili di vita). I criteri a priori, seppur molto comodi, possono portare a conclusioni diverse dalla realtà. Un'altra categoria sono i criteri causali, che partono a posteriori dalle preferenze (test di concetto o espresse dai consumi) dei consumatori, da qui.costruiscono isegmenti e solo alla fine ne ricostruiscono le caratteristiche sociodemografiche. Questo tipo di segmentazione è più efficace per lo sviluppo di nuovi prodotti (identifica isegmenti direttamente sulla base delle preferenze), ma è anche più impegnativa ed onerosa. La scelta migliore sarebbe utilizzare entrambe le tipologie di criteri, la cosiddetta segmentazione multipla.
2. Misurazione della dimensione del mercato e della domanda: si stima il potenziale di attrattività dei segmenti, si effettuano analisi della concorrenza e analisi delle risorse dell'impresa. A valle del processo bisogna verificare la correttezza della diversità dei segmenti, misurandone il potenziale e l'accessibilità, capendo quindi la possibilità dell'impresa di servire i segmenti e selezionare i segmenti più interessanti da seguire. È importante anche l'analisi del rischio dei segmenti: il rischio dipende dalla
stabilità del segmento, dalla possibilità di erigere barriereprotettive, dal tasso di cambiamento tecnologico dell’offerta rivolta al segmento e dallaprobabilità di reazione dei concorrenti e quella di ingresso di nuovi player.
3. Decisione e profilazione: selezione dei segmenti obiettivo. Si procede in seguito aprofilare i segmenti, ossia si descrive, nel maggior dettaglio possibile, ogni segmento.RICCARDO BURLANDO 26Questo processo è fondamentale perché permette incorpora tutti gli elementi utili perla progettazione e l’implementazione dell’offerta.
Targeting: una volta selezionato il segmento obiettivo si procede a costruire l’offerta per ilsettore. A seconda della tipologia di offerta si possono avere tre tipi di targeting:
- Targeting indifferenziato: piano di offerta rivolto indistintamente a tutto il settore, un esempio è Bic, che non fa differenze per i segmenti individuati
- Targeting differenziato: sviluppare un
profilo d'offerta ad hoc per ogni segmento. Questo è fattibile solo dalle imprese che hanno le risorse per farlo. In questo caso si corre il rischio di cannibalizzazione, per cui un prodotto viene consumato più di un altro prodotto della stessa offerta destinato a un altro segmento.
Targeting concentrato: l'offerta mira a pochi segmenti praticabili, come per esempio i tour operator, che mirano a un preciso segmento di clienti basato sulle loro esigenze.
Posizionamento: è lo spazio/il modo in cui la domanda interpreta il profilo di offerta.
CAPITOLO 11 – Product Management
Il Product Management include l'insieme delle scelte aziendali relative ai prodotti e alle marche dell'azienda, riguarda tutte le decisioni di creazione e sviluppo dei nuovi prodotti, digestione, adattamento ed eventuale eliminazione di quelli esistenti.
Posizionamento: è definita strategia di posizionamento tutto ciò che l'impresa compie.
Per fare in modo che il prodotto venga concepito in un certo modo dal consumatore. Gli strumenti del posizionamento sono tutte le leve del marketing. Per elaborare una strategia di posizionamento bisogna esaminare i modi in cui i clienti percepiscono l'offerta e gli aspetti che li guidano nelle scelte di consumo. Visualizzare il posizionamento permette anche di comprendere la posizione del proprio prodotto nella testa dei consumatori, ma anche la distanza rispetto ai prodotti della concorrenza. Per vederlo meglio è possibile disegnare una mappa delle preferenze, incrociando due fattori (non correlati) rilevanti nella percezione del valore.
Si rivolgono domande ad hoc ai clienti e gli si fa valutare certe affermazioni, per poter valutare il metro di giudizio. In questo modo è possibile raggruppare certi tipi di giudizi e certi segmenti di consumatori (a destra). A questo punto si chiede ai consumatori di valutare gli altri prodotti sul mercato usando le stesse dimensioni: si comprende
così il posizionamento dei prodotti già esistenti nella testa dei consumatori (mappa delle percezioni). Sovrapponendo poi le due mappe è possibile comprendere la distanza tra le aspettative dei clienti e il posizionamento dei propri prodotti, per poter operare situazioni correttive in caso di discordanza (mappa di posizionamento). Tema importante è la selezione delle dimensioni da utilizzare per la costruzione della mappa. RICCARDO BURLANDO 27 I limiti dell'utilizzo delle mappe sono l'estrema sintesi della rappresentazione, che fornisce poche informazioni. La rappresentazione è inoltre statica, e non riflette i possibili cambiamenti delle percezioni. Infine, è bene ricordare che gli spazi vuoti non necessariamente identificano un'opportunità. Le basi del posizionamento Attributi: Si cerca di focalizzarsi su un attributo del prodotto che veicoli il suo posizionamento nei casi in cui tale attributo sia distintivo (es. Geox,“l