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M.E. M.R. M.A

Es. "Usciro (M.A.) quando avrà smesso di piovere (M.R)".

Deissi fantasmatica: Fa riferimento al fatto che abbiamo la capacità di proiettarci idealmente in un altro 'qui ed ora' (guida turistica) → capacità proiettiva.

Imperfetto onirico: per i sogni, si neutralizzano le connotazioni deittiche. La dimensione dell'imperfetto ci permette di spostarci in una situazione irreale.

Imperfetto di cortesia: forma sfumata per esprimere una richiesta ("Volevo un etto di prosciutto").

Imperfetto ludico: tipico dei bambini ("Facciamo che io era la mamma..."), anche se il gioco deve ancora avvenire.

Architettura del testo: Corsivi e deittici servono per rafforzare la struttura del testo. La sintassi descrive questi legami nella frase (legami fra le parole all'interno di un enunciato, legami logici = analisi logica) e nel periodo (legami...

Tra le frasi analisi del periodo. La forma canonica della frase è: soggetto + verbo + complemento. Il soggetto permette di classificare il verbo (transitivo/intransitivo). Il complemento può essere diretto (senza preposizioni) o indiretto (con preposizioni). Alcuni verbi possono essere intransitivi con uso transitivo ("Correre un rischio/pericolo"). Transitività e intransitività non sono caratteristiche intrinseche del verbo; il verbo di per sé possiede solo una valutazione all'interno di un testo, non può essere fatta una valutazione a prescindere. Oggi si parla di Grammatica Valenziale, un modello di descrizione della frase basato su un approccio semantico a partire dal verbo e dai legami che è in grado di realizzare. I verbi vengono perciò classificati in base alle loro valenze, cioè ai legami semantici che possono creare → saturazione semantica. Ogni valenza serve a completare il significato del verbo. Es.

“Esistiamo” → monovalente (“Noi”);“Corriamo” → bivalente (“noi”, “un rischio”, perché porta un cambiamento del significato del verbo (valore semantico)). Possiamo anche dire “Correre per strada” o “Correre lentamente”, ma non saturano il significato del verbo, lo circostanziano solamente.

“Io presto un libro a qualcuno” → trivalente.

“Tradurre” → tetravalente (Io traduco un testo da italiano a inglese). Vi sono anche verbi zerovalenti, cioè senza valenze (“Oggi piove); sono spesso verbi impersonali. Valenze = argomenti.

"Sistema e Testo. Dalla grammatica valenziale all'esperienza dei testi" è un libro di testo utilizzato per le superiori. L'autore è Francesco Sabatini, è stato Presidente dell'Accademia della Crusca.

Questa grammatica prova a superare il fatto che le grammatiche tradizionali si concentrino

La grammatica valenziale si fonda su due principi: considera come unità di osservazione la frase; individua nel verbo l'elemento centrale costitutivo della frase. I due principi sono strettamente connessi, perché è la presenza del verbo che permette di definire la frase. La compiutezza di significato della frase è legata infatti alla presenza del verbo; gli elementi che si possono aggregare al verbo (nomi o elementi equivalenti) sono chiamati argomenti. Il verbo costituisce il nucleo della frase. Es: "Maria fa partire Andrea" -> "Maria fa partire" è il primo argomento; "Andrea" è il secondo argomento che 'satura' il verbo "fa partire", funziona da complemento oggetto diretto. "Fa partire" è in realtà formato da due elementi verbali: il verbo 'fare', che havalore causativo perché Maria fa l'azione per cui Andrea parte; "Andrea" è quindi l'oggetto di "Fapartire", ma è il soggetto di "Partire". Ciò significa che la lingua ha dei vincoli logico-sintattici, vincoli che le grammatiche tradizionali non ci fanno vedere. Un altro esempio è la frase: "Giuliana fa riparare la macchina al meccanico"; "fa riparare la macchina" è oggetto diretto, ma in realtà fa si che sia il meccanico a ripararla. Modello di Palermo (vedi manuale): "Paola legge poesie" → "Legge" è il nucleo; "Paola" è il primo argomento; "Poesie" è il secondo argomento. Questi elementi del nucleo sono legami argomentali; intorno si dispongono gli elementi non argomentali, detti "espansioni" → "Mia zia Paola legge ad alta voce le poesie di Pascoli". Questo nucleopuò essere ulteriormente circostanziato da elementi di contesto, cioè quelli che situano l'avvenimento; sono quindi elementi di tipo spaziale o temporale. Ci sono differenze di terminologia. Modello di Sabatini: troviamo il nucleo, formato da Argomento 1, Argomento 2, verbo. Per gli elementi non argomentali Sabatini ci dice che questi elementi si chiamano 'circostanti', perché stanno all'esterno del nucleo e lo circondano. Gli elementi che sono chiamati 'elementi di tipo circostanziale' nel testo di Palermo, sono qui chiamati 'espansioni'. Nella grammatica valenziale di Sabatini la frase assume a sua volta una configurazione di insieme con sottoinsieme. Esempio di coordinazione copulativa tra 2 frasi: "Piero porterà la frutta e Giulia porterà la torta"; il nucleo è messo in relazione con l'altra frase; il legame fra i nuclei è rappresentato da 'e'; le due frasi hanno identico

valore perché si trovano allo stesso modello tipologico. Si può rappresentare anche un altro tipo di relazione: "Qualcuno suonò il campanello. Silvia aprì la porta" → le frasi sono di pari livello, ma hanno una situazione di sequenzialità/giustapposizione; la grammatica tradizionale non avrebbe messo queste 2 frasi in relazione. Perché? Perché il modello di Sabatini osserva come il testo può rendere la sequenzialità delle azioni sia attraverso congiunzioni che giustapposizioni. Nel parlato non usiamo le congiunzioni ma la giustapposizione, le nostre frasi non hanno una punteggiatura. La coordinazione e la giustapposizione rappresentano l'andamento paratattico = queste frasi sono tutte allo stesso livello e ci permettono di organizzare le nostre conoscenze. In realtà, siamo noi a dare un valore alle relazioni nella frase.

Altra frase: "Che tu sia silenzioso rivela la tua preoccupazione"

Secondo la grammatica tradizionale non si inizia una frase con "che". Vi sono due verbi, quindi 2 nuclei: 'Tu sia silenzioso' - il verbo 'essere' è qui una copula. 'Sia silenzioso' è il predicato nominale. 'Tu' è il soggetto esplicito. 'Rivela' è il nucleo; 'La tua preoccupazione' è oggetto diretto. 'Che tua sia silenzioso' è il soggetto del secondo nucleo, frase soggettiva. È una situazione di ipotassi, ma non al 100% perché la soggettiva e l'oggettiva sono frasi che svolgono una funzione argomentale, quindi stanno sullo stesso livello, ma diventano quasi una parte del nucleo.

Altra frase: "Il fiume ruppe gli argini e le campagne furono invase dalle acque prima che i soccorritori fossero sul luogo e gli abitanti avessero abbandonato le case" - costruzione che prevede il rapporto di subordinazione e non di sequenzialità.

E' possibile ragionare sulla base della grammatica valenziale, riconoscendo che: “Il fiume ruppe gli argini” è allo stesso livello di “le campagne furono invase dalle acque”; i due elementi connettivi ('e') sono subordinati all'altra frase: “prima che i soccorritori fossero sul luogo” a sua volta legata a: “gli abitanti avessero abbandonato le case”. Le due circostanze sono sullo stesso livello: “prima che i soccorritori fossero sul luogo” e “prima che gli abitanti avessero abbandonato le case”. La forza di questo modello è che il ''che'' è enunciato una sola volta, ma si diffonde e mantiene tutti gli elementi di pari livello. La grammatica valenziale lavora in maniera concentrica a partire dal nucleo rispetto alle espansioni; esse sono innanzitutto a livello della frase, ma sono proiettate anche verso il testo, mettendo in relazione le diverse frasi fra loro, sia.

Che siano coordinate/subordinate, sia che siano frasi giustapposte. La grammatica tradizionale lavorava attraverso un modello in cui si prendono in considerazione i tipi di legame sintattico. Il carico informativo è situato nel testo quindi sono io a dover desumere quali sono le relazioni tra le parti. I connettivi sono impliciti.

Nella grammatica valenziale i connettivi sono espliciti e il carico informativo è sul testo (nel caso della coordinazione) o sulla sintassi (nel caso della subordinazione).

Gli incisi non vanno ad aggiungere nulla, perché risultano marginali. Spesso i testi sono correlati da note, per precisare gli incisi.

Le congiunzioni possono essere:

  • copulative
  • disgiuntive
  • avversative:
  • dichiarative
  • conclusive
  • correlativema

Il "ma" crea un'opposizione, ma è sufficiente un'intonazione per rendere funzionali anche le particelle copulative; es. "Mi suonano al citofono e io non sono ancora pronto" → valore avversativo

('e' non è qui una copula, ma un'avversativa). Desumiamo informazioni non solo dalla sintassi, ma anche dal testo!

La nominalizzazione

Si realizza a partire da un elemento che viene trasformato in un nome; si parla di trans-categorizzazione, cioè un processo che permette di passare da una categoria morfologica ad un'altra. La grammatica tende a spostare l'attenzione sui rapporti formali, cioè sulla categoria di partenza (verbo, aggettivo, avverbio...) e quella di arrivo (nome).

I procedimenti possono essere diversi, realizzati aggiungendo del materiale lessicale (suffissi) a un elemento di partenza:

  • verbo → nome: dimostrare → dimostra-zione
  • aggettivo → nome: bello → bell-ezza
  • avverbio → nome: bene → (il) bene (qui non si è usato un suffisso).
  • verbo → nome: dimostrare → (il) dimostrare (qui non si è usato un suffisso).

Ci sono dei verbi a suffisso

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
24 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara-4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Papa Elena.