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APPUNTI DI LINGUISTICA ITALIANA PROF.SSA CACIA – UNITO
L’italiano è un’evoluzione del latino, ma di quale latino?
5 varietà di latino:
- arcaico (VIII sec a. C. )
– preclassico
- classico
- postclassico
- tardo o volgare (fine del II sec d. C, fino al VII-VIII sec d. C.)
Le lingue storico-naturali sono delle entità viventi che cambiano nel corso del tempo.
L’italiano contemporaneo è un mutamento dell’italiano standard. L’italiano non è altro che un latino
modificato e come tutte le lingue romanze rappresenta un’evoluzione del latino volgare (> lat
vulgare(m) “comune a tutti, ordinario”, da vulgus cioè volgo) cioè del lat parlato.
Quando l’impero iniziò a sgretolarsi cambiarono le cose pure sul versante linguistico.
Innanzitutto ricordiamo che gli aggettivi dimostrativi di oggi risalgono a ecce + dimostrativi latini
(ecca, eccum, eccos, eccistam, eccilla, eccillum, eccillud). Nelle lettere di Cicerone troviamo un
uso molto frequente delle preposizioni. Le vocali cambiavano a seconda delle funzioni.
In modo da diffondere il cristianesimo i padri della Chiesa cercavano di avvicinarsi al parlato.
Fonti del latino volgare:
- tracce dell’uso parlato nelle opere degli scrittori latini (Commedie di Terenzio e Plauto)
ǔ
Latino classino vetus “vecchio” Plauto usava una forma alterata, ossia vet lus (diminutivo di
ǔ
vetus; nasce dalla base vetus + un suffisso, lat volgare). Vetus + - lus.
L’esito italiano non può derivare da vetus , altrimenti avremmo avuto vetu > veto.
ǔ ǔ ǔ ǔ ǔ
Deriva appunto da vet lus > vet lu > vet lo. Da vet lo la cade sincope = vetlo. TL era difficile
da pronunciare ed era simile a KL per cui > veklo > (rafforzamento dell’occlusiva velare sorda)
vekkjo > (trascrizione in grafemi italiani) vecchio.
ǔ = indica la brevità della vocale (u breve)
ū = indica la lunghezza della vocale
A seconda della brevità o lunghezza delle vocali in latino, abbiamo oggi suoni diversi in italiano. Il
sistema italiano si basa sul timbro (sulla qualità), ovvero sulla chiusura o apertura delle vocali. Il
sistema latino si basava invece sulla quantità.
- iscrizioni (due tipi):
ufficiali funzionavano come messaggio alla popolazione
umili le scriveva il popolo; dediche ecc..
Molte iscrizioni sono andate perdute col tempo. Degli studiosi tedeschi hanno però fatto una
raccolta di iscrizioni ricordata come Corpus Inscriptionum Latinarum, che si pone come fonte
autorevole di documentazione epigrafica, relativa ai territori compresi nell’Impero Romano. Diverse
furono ritrovate sui muri di Pompei e furono considerate più importanti di tutte le altre, in quanto
possono essere datate (ciò lo ha permesso la lava). Nel 79 d. C. ci fu una delle più grandi eruzioni
del vulcano Vesuvio e anche una delle prime ad essere documentate. La maggior parte di questi
graffiti presenta tratti del latino volgare: sonorizzazione delle consonanti sorde intervocaliche;
caduta di -m finale dell’accusativo; riduzione di dittonghi AE/OE > E e di AU > O; chiusura di E in
iato (iato = sequenza di due vocali che appartengono a due sillabe distinte e non costituiscono
dittongo).
Auricūlas è una forma che troviamo nelle iscrizioni pompeiane.
Alcune iscrizioni:
1 Valerius Antoninus ispose rarissime fecit (proveniente dall’Africa) in latino classico ispose
sarebbe stato scritto isponsae.
2 Antipatra dulcius tua, hic so et non so (proveniente da Napoli) sum > su > so
Da AURIS (forma che troviamo nelle iscrizioni pompeiane) a ORECCHIA:
auris + -ulas = auricūlas
auricūlas > auricla (apocope)
auricla > oricla (monottongamento AU > O)
oricla > orikkja (rafforzamento dell’occlusiva velare sorda + trasformazione della laterale in iod)
orikkja > orecchia (evoluzione della vocale i latina tonica).
Quando il nesso -KL si trova in posizione interna abbiamo due situazioni:
auricla (in posizione intervocalica)
masclus (preceduto da consonante)
-KL > -KJ abbiamo il mantenimento ma non il rafforzamento + l’evoluzione della laterale in iod
(stessa situazione quando -KL è in posizione iniziale).
- osservazione dei grammatici latini:
Appendix Probi (l’appendice di Probo):
●227 coppie di parole
●la struttura è A (forma corretta) non B (forma sbagliata)
speculum non speclum
musculus non musclus
vetulus non veclus
columna non colomna
formica non furmica
L’autore dell’opera è anonimo. Probo era un grammatico latino, vissuto nel I sec d. C. questo
elenco si trova alla fine di una copia di un’opera di Probo. Secondo gli studiosi, l’autore era un
maestro stanco degli errori dei suoi allievi.
Altri tratti:
- sincope; caduta di un suono o di un gruppo di suoni all’interno di una parola ≠ aferesi (inizio
parola) e ≠ apocope
- prostesi; si tratta di un’aggiunta, un appoggio vocalico iniziale
- riduzione di alcuni nessi consonantici; come – ns > - s (mesa per mensa)
- casi da ipercorrettismi; autocorreggersi in modo eccesivo porta a fare errori
EVOLUZIONE DEL VOCALISMO TONICO E ATONO
ː
lat. prīmu(m) it.: ['pri mo]
primo ː
it.:['se no]
lat. sĭnu(m) seno ː
lat. tēla(m) it.: ['te la] tela
Il sistema latino aveva 10 vocali; l’italiano ha sviluppato un vocalismo proprio.
Collochiamo la A al centro perché è la vocale di massima apertura; agli estremi abbiamo invece le
vocali di massima chiusura.
Le vocali brevi latine si sono aperte. Le vocali lunghe latine si sono chiuse.
Le vocali atone (non accentate), non presentano funzione distintiva (non creano coppie minime),
quindi tendono ad essere neutralizzate.
Una labiovelare è formata da un elemento velare, sordo o sonoro, con accanto un elemento labiale
(una u semiconsonante, cioè seguita da un’altra vocale).
KW labiovelare sorda
GW labiovelare sonora
KW- se si trova in posizione iniziale
-KW- se si trova in posizione interna
Le parole di origine latina avevano la labiovelare sorda in posizione interna o iniziale. Il latino
possedeva la labiovelare sonora SOLO in posizione interna (linguam > lingua); al contrario
dell’italiano che possiede tante parole che hanno la lab. sonora in posizione iniziale e questo
perché sono parole che evidentemente non derivano dal latino, ma (al 90%) sono di derivazione
germanica. Labiovelare sorda
iniziale + A quando (lat) > quando (ita) = mantenimento della labiovelare
Labiovelare sorda in posizione iniziale o interna + vocale diversa da A quid > qui > que (latino
volgare) > q(u)e – caduta elemento labiale – qe = ke (trascrizione con simboli) > che (trascrizione
con grafemi della lingua italiana).
Mutamenti morfologici:
- problema legato alla lingua latina di per sé
- problema legato ai fenomeni fonetici di passaggio dal latino classico al latino volgare (apocope)
- scomparsa del sistema dei casi
I casi servivano ad esprimere la funzione logica all’interno della frase; la posizione era libera,
perché tanto c’era l’uscita finale della parola e quindi il soggetto non doveva essere per forza
all’inizio.
- maggior uso di preposizioni
- semplificazione delle declinazioni
- riorganizzazione dei generi
Scomparsa del neutro (assorbito dalla prima declinazione M)
- um > - u
- us > - u
> -o nomi maschili (lupus > lupo)
ESERCIZIO
Mercoledì
m = nasale; occlusiva labiale sorda
e = vocale palatale media chiusa/atona
r = costrittiva alveolare sonora; vibrante
c = occlusiva velare sorda
o = vocale velare media chiusa
l = laterale
e = vocale palatale media atona
d = occlusiva dentale sonora
ì = vocale palatale di massima chiusura tonica/aperta
● occlusive nasali (n, m) palato molle inerte, l’aria esce pure dal naso