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LA LINGUISTICA
La linguistica è una scienza debole (ossia che non ha un oggetto osservabile in laboratorio) che segue il
metodo scientifico.
a. Motivi per cui la linguistica è considerata una scienza:
• Utilizza i metodi delle altre scienze
- si parte da ipotesi generali cercando di verificarle
- le ipotesi formulate sono chiare e controllabili
• Ha un carattere descrittivo e non normativo
non spiega come utilizzare la lingua, ma ne descrive le caratteristiche
• Ha lo scopo di sviluppare la consapevolezza del linguaggio
La linguistica ha lo scopo di farci prendere consapevolezza del linguaggio che gestiamo in maniera così
naturale.
• Studia cosa sono, come sono e come sono fatte le lingue
b. Le ipotesi fondamentali della linguistica/dei linguisti:
• Il linguaggio verbale umano è governato da regole in ogni suo aspetto
• Le lingue costituiscono un fenomeno unitario
ossia, tutte le lingue hanno regole in comune (dette “universali”), questo perché siamo tutti umani ed
apparteniamo alla stessa specie, da questo deriva che la nostra mente può governare solo lingue che hanno
determinate caratteristiche.
• Le lingue sono sistemi
per sistema si intende un insieme di elementi fortemente correlati, a tal punto che la funzione e l'identità di un
elemento dipendono dagli altri elementi.
In questo senso la lingua è un insieme di insiemi.
c. Gli insiemi del sistema lingua:
• sistema fonologico
• sistema sintattico
• sistema semantico
• sistema morfologico
d. tre distinzioni fondamentali per l’analisi linguistica
1. Astratto e concreto
Langue e Parole
Ferdinand de Saussure analizza la distinzione tra Langue (sistema astratto) e Parole (realizzazione concreta).
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Appunti di linguistica generale Laura Bernardelli
Langue > la langue corrisponde al sistema lingua, è astratta ed appartiene alla collettività, è un fatto
sociale (non perché mette in comunicazione gli individui ma nel senso che è un'idea nella mente
collettiva).
Parole > atto individuale e concreto di fonazione reso possibile dalla langue, che è il sistema di
riferimento senza il quale la parole non potrebbe esistere. Mentre l'individuo può utilizzare la parole in
modi diversi, non può modificare la langue perché essa non è posseduta da nessuno.
Competenza ed esecuzione
Chomsky riprende la definizione di langue e parole di Saussure e li rivoluziona.
Chomsky sostiene che la lingua non è superiore all'uomo, ma un prodotto della sua mente. Da questo
consegue che studiando la lingua possiamo anche studiare i processi cognitivi dell'uomo.
Chomsky individua quindi, al posto della langue la competenza ed al posto della parole l'esecuzione.
Competenza > il concetto di competenza non corrisponde a quello di langue, infatti con competenza si
intende un insieme di competenze che un parlante ideale di una lingua possiede (saper parlare, saper
comprendere, saper esprimere ed imparare concetti). La competenza è un fatto mentale ed astratto.
Mentre la langue è un concetto sociale trascendente dall'individuo, la competenza è un concetto
individuale e ha sede nella mente dell'individuo.
Esecuzione > il concetto di esecuzione corrisponde al concetto di parole di Saussure, è l'atto concreto
di realizzazione della competenza.
Chomsky delinea una serie di competenze che il parlante ha nella propria lingua:
1. Competenza fonologica
Il parlante di una lingua sa:
• ɵ
quali sono e quali non sono i fonemi della sua lingua (ex. Il parlante italiano sa che il suono non è
della sua lingua)
• sa riconoscere le combinazioni di fonemi possibili nella sua lingua (ex. In italiano “aertsd*” non è una
combinazione possibile mentre “terragone” sì)
Questa competenza permette di:
• identificare e manipolare le componenti fonologiche della lingua (fonemi, sillabe, etc)
• riconoscere e produrre rime
• riconoscere il ritmo della lingua
• riconoscere dove cade l'accento
2. Competenza morfologica
Il parlante di una lingua:
• sa riconoscere le parole appartenenti alla sua lingua e possiede un lessico mentale
• sa distinguere nella propria lingua:
- Parole non esistenti ma possibili, parole grammaticali ma che non esistono nella lingua del parlante
(vengono chiamate anche lacune accidentali) > ex terragone
- Parole non esistenti e non possibili, parole agrammaticali > aerftrf*
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Appunti di linguistica generale Laura Bernardelli
• sa formare parole nuove per mezzo di regole di derivazione e ottenere le forme flesse di una parola
data (ex. Terragone > terragoniere > teragonierista > terragonante etc.)
3. Competenza sintattica
Il parlante di una lingua sa:
• Formulare e comprendere frasi che non ha mai sentito prima
• riconoscere frasi ambigue a livello sintattico o lessicale (ex. Marco ha fatto l'operazione, Mario ha
chiamato la ragazza con il cellulare)
4. Competenza semantica
il parlante sa:
• riconoscere il significato di parole e frasi
• riconoscere le relazioni di significato tra le parole
2. Diacronia e sincronia
I terminin diacronia e sincronia si riferiscono a modi diversi di analizzare la lingua il base al tempo:
− Analisi diacronica > scoprire l'evoluzione della lingua in un arco di tempo (ex. L'evoluzione della
lingua a partire da Dante fino a Manzoni)
− Analisi sincronica > analisi della lingua in un determinato momento (ex. Analisi della lingua nel 1800)
Nel 1700 viene scoperto il sanscrito, la lingua degli antichi testi sacri indiani. Si nota che nel sanscrito ci sono
alcune radici del greco e si ipotizza che le due lingue si siano incrociate, ma non solo, si ipotizza che le lingue
abbiano un progenitore comune: l'indoeuropeo. Da qui inizia l'interesse nello studiare l'evoluzione della lingua
e quindi farne un'analisi diacronica. Vengono ricostruite varie famiglie linguistiche, tra le quali le
neolatine/romanze.
Nel 1800 si pensa che l'analisi diacronica sia l'unica possibile, fino a che nel 1888, Saussure, durante una
delle sue ultime lezioni sostiene che esista un altro modo di analizzare la lingua, in quanto i parlanti di una
lingua, seppur non conoscendone la storia, sanno parlarla, sostenendo così l'analisi sincronica.
La linguistica odierna pratica un'analisi sincronica della lingua, ossia studia la lingua all'interno del suo
sistema, ed è per questo che Saussure viene considerato il padre della linguistica moderna.
Saussure è inoltre uno dei maggiori rappresentanti dello strutturalismo, ossia, considerare il linguaggio una
struttura in cui ogni elemento dipende dagli altri.
3. Dicotomia sintagmatico-paradigmatica
Ogni produzione di un enunciato prevede due operazioni:
1. selezione del materiale linguistico > Piano paradigmatico
Nella codifica di una parola il parlante seleziona i suoni che la compongono ed esclude quelli che non la
compongono, scegliendo tra le “scelte possibili”
2. combinazione del materiale linguistico > piano sintagmatico
Il parlante combina i suoni scelti per formare una parola
L'asse paradigmatico è quindi il magazzino di memoria dal quale vengono selezionati gli elementi da disporre
sull'asse sintagmatico. 9
Appunti di linguistica generale Laura Bernardelli
I rapporti sintagmatici sono detti rapporti in praesentia.
Gli elementi vengono posti sulla catena sintagmatica rispettando la dipendenza dalla struttura, quindi
cambiando in base agli elementi dai quali sono seguiti o preceduti. Questo ha conseguenze:
− a livello morfo sintattico > le parole cambiano in base a quelle da cui sono precedute o seguite (ex. il
topo mangia non il topi mangiate)
− a livello semantico > una parola cambia significato in base al contesto, che corrisponde all'asse
sintagmatico (ex. Ho comprato una marca da bollo – la marca di quel vestito e famosa)
− a livello fonetico > ad esempio la lettera s ha un suono diverso in base alle lettere che la precedono o
seguono ([z]baglio – [s]tanco)
questo dimostra che gli elementi sull'asse sintagmatico sono effettivamente compresenti.
I rapporti paradigmatici sono invece rapporti in absentia e riguardano la relazione tra ciò che è presente
nell'enunciato e il materiale che avrebbe potuto essere in quell'enunciato (nella stessa posizione, in quel
determinato contesto), ma è stato scartato.
Ex. la [k] di [kane] è in rapporto paradigmatico con [g] [t] [s] [z]
la parola “cane”, nella frase “il cane mangia il burro” è in rapporto paradigmatico con “topo”, “gatto”, “mulo”; il
verbo “mangia” è in rapporto paradigmatico con “guarda”, “trova”, “vede”, etc.
Gli elementi sull'asse paradigmatico non sono effettivamente compresenti, ma sono presenti solo nella mente
del parlante. 10
Appunti di linguistica generale Laura Bernardelli
FONETICA
La fonetica è la scienza che si occupa di studiare i suoi prodotti e percepiti dagli esseri umani per comunicare
verbalmente. Quando si parla di fonetica, si parla del piano fisico, pratico e concreto.
La fonetica si divide in tre ambiti:
1. Fonetica articolatoria (produzione)
studia la produzione del suono da parte del parlante e come essa avviene
2. Fonetica uditiva (percezione)
Studia come il suono viene percepito da chi lo riceve, quindi studia l'orecchio (organo di percezione dei suoni),
cosa succede quando viene colpito dalle onde sonore e come essere vengono trasformate in informazioni
linguistiche.
3. Fonetica acustica
Studia il suono come realtà fisica, vibrazioni ed onde sonore e descrive il fono come realtà scientifica, fisica e
misurabile.
a. La fonetica articolatoria
La fonetica articolatoria descrive:
− l'apparato di fonazione
− la modalità di produzione dei suoni
− classifica i suoni sulla base delle loro caratteristiche fonatorie secondo criteri specifici
L'apparato di fonazione è composto da:
− bocca: labbra, denti
− cavità nasali > si estendono a partire dall'ugola
− palato molle > si schiaccia contro la parete faringale durante la produzione di suoni e chiude il
passaggio dell'aria alle cavità nasali
− alveoli > pieghe d tessuto dietro agli incisivi
− lingua, si divide in apice (anteriore), dorso (centrale) e radice (posteriore).
Ciò che permette la produzione di suoni è il passaggio di aria. Si distingue tra:
− aria regressiva > aria che esce
− aria ingressiva > aria che entra
La creazione di ostacoli all'aria