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THOMAS BERNHARD

Negli anni Cinquanta Thomas Bernhard (1931) scriveva poesie, ma ottiene notorietà a inizio anni

Sessanta col suo primo romanzo, Frost (Gelo, 1963). Alla fine degli anni Sessanta si dedica alla

produzione teatrale e riscuote successo a livello nazionale.

Quando esce l'autobiografia, lui è già attivo nel settore. La sua infanzia e giovinezza son

particolarmente travagliate, a causa della guerra e della malattia che lo porterà alla morte (1989).

Bernhard nasce in una città olandese: sua madre si è spostata per partorire perché Thomas è un

figlio illegittimo: l'uomo con cui l'ha avuto l'ha lasciata e non ha mai riconosciuto il bambino. È

soltanto il primo dei tanti fantasmi nella vita di Bernhard, che ha preso il nome della madre che,

dovendo lavorare (1933-34), porta il bambino a Vienna dai nonni. Il nonno fa lo scrittore, la nonna

lavora fuori casa. Siamo in pieno austro-fascismo: Dollfuss è stato ucciso. La famiglia versa in

gravi difficoltà economiche. L'unico zio di Bernhard è militante nel partito comunista, abolito a

Vienna. La famiglia decide di spostarsi in campagna, in cui il nonno stringe amicizia con lo scrittore

Karl Zuckmeier. Finalmente pubblica il suo libro e vien riconosciuto come scrittore importante. Nel

1936 la madre di Bernhard sposa Fabian e lui inizia a frequentare le elementari. Nel 38 c'è

l'annessione dell'Austria, a settembre del 39 Hitler invade la Polonia e inizia il conflitto. Nella sua

opera Ausschloessung, estinzione, emerge lo smarrimento del dopoguerra. Un ragazzo va al

funerale dei genitori morti in un incidente d'auto, è l'unico erede di un castello tenuto da una

famiglia ex nazista.

AUTOBIOGRAPHIE - AUTOBIOGRAFIA

EIN KIND (UN BAMBINO) Siamo a Traunstein a inizio guerra. Ognuna delle biografie ha un motto:

Ein Kind si apre con una frase di Voltaire: “Nessuno ha trovato, né troverà”. Thomas ha otto anni

ed abita a Traunstein con la sua famiglia, in una casa vicino alla piazza del mercato. Un

pomeriggio prende la bicicletta del suo tutore, che è stato richiamato in Polonia e sta per marciare

in Russia con l'esercito tedesco, aspetto descritto con ironia da Bernhard. Non c'è nessuno che

possa vederlo, ma Thomas prova comunque un lieve senso di colpa. Fa il suo primo giro in bici:

esce dalla piazza, va sulla via principale, fa qualche giro intorno alla Chiesa e, non contento,

decide di intraprendere quella che per un bambino di otto anni è un'impresa eroica: andare a

Salisburgo, a 36 km da lì. Vuole andare a trovare la zia Fanny, sorella del padre, che ha una bella

casa col giardino e cucina ottime bistecche. Thomas parla della sua ammirazione nei confronti dei

ciclisti. Non tutti hanno una bicicletta, ma ora lui sì, e fa parte dei ciclisti. Nessuno gli ha mai

insegnato a pedalare. Thomas spinge tutte le sue esperienze all'estremo: non può fermarsi dopo

due giri. Prova il piacere di esser all'altezza della bicicletta, in senso figurato: è troppo basso per la

bici del tutore. Gli piace vedere tutto dall'alto, senza sfiorare il suolo, come fluttuando.

Thomas riflette e dice che tutto nella vita capita troppo presto o troppo tardi, mai al momento

giusto. Prova ammirazione per se stesso, per aver tentato l'impresa. Nel frattempo aumenta la

distanza dal luogo del misfatto. Poco dopo, arrivato a Teisendorf, deve scendere e spingere la bici:

scopre i lati sgradevoli dell'andare in bici. A un certo punto si rende conto di essersi macchiato la

calza con l'olio della catena e di sanguinare dalla gamba. Non è più entusiasta, prova un senso di

sconfitta e cade in un fosso, provando ancora più vergogna. Thomas conosce la strada, mancano

soltanto 13 km, ma ricorda di non conoscere l'indirizzo della zia: non troverà mai casa sua. Invidia

le macchine e i motociclisti che passano e non si preoccupano della sua esistenza.

La ruota posteriore si muove ancora: deve tornare a casa. Ma arriva un temporale che trasforma il

paesaggio in un inferno. Come sempre è caduto in una tentazione il cui esito l'ha deluso. Si

immagina sua madre andare alla polizia arrabbiata e le sue parole: “tremendo, spaventoso

bambino, mi mancavi solo tu!”. È impensabile tornare a scuola lunedì. Si è allontanato nel modo

più terribile, senza permesso ed ha rovinato la bici del tutore. Ha paura, ma continua a pedalare

per ore. Non può rimettere tutto a posto. Vorrebbe morire, ma non è così facile: bisogna pagare le

conseguenze delle proprie azioni. Bernhard si autocondanna alla pena capitale, di cui ancora non

conosce la natura. Tutto ciò che ha combinato prima non son nulla in confronto a questo.

Tuttavia crede che suo nonno lo “salverà”. Dietro le parole di Thomas ci son ancora i rimproveri

della madre. Il padre biologico avrebbe abbandonato la fattoria paterna, che disprezzava, e le

avrebbe dato fuoco per vederla bruciare passandoci davanti in treno.

Piangere e lamentarsi non serve. Lui ama sua madre, ma lui per lei non è un buon figlio. È

disgustato da se stesso dopo il primo momento di trionfo. Vorrebbe soltanto essere a casa. Dice di

aver infangato la sua anima (cfr. religione cattolica). Entra in un'osteria e si rende conto di non far

parte di tale umanità allegra, permeata da calore umano. Lui è un delinquente, il nemico, non

merita di farne parte. Qualcuno fa caso a lui, che si vergogna, ma nel contempo è felice. Lo fanno

bere e lo coprono; la cameriera lo interroga e lui scoppia a piangere. Il bambino è tornato bambino,

non è più l'eroe di prima. La cameriera, che ha un grande istinto materno, lo consola. Lui si sente

salvato, ma è sempre il bambino peggiore di tutti. Si tira su perché lei gli porta da mangiare e da

bere. Potrebbe essere felice lì. Gli piacciono le osterie e le loro compagnie tranquille e libere. Le

osterie son emblema della società, ricorrenti in letteratura austriaca. Che cosa ne sarà di lui,

quando se ne andrà da lì?

Thomas dice di avere la sua scena, il suo teatro delle marionette: nei momenti più terribili c'è una

via di salvezza: l'arte. La salvezza è fare teatro pure delle esperienze più terribili. Le marionette,

qui, son i ragazzi che ballano. Ci si distanzia dalla brutalità della vita.

Thomas si addormenta e vien svegliato quando il temporale è finito. Due ragazzi gli riportano la

bici e lo portano a casa loro prima di riportarlo a casa. La loro madre è amorevole ma non

apprezza il suo comportamento (“Che cosa diranno i tuoi genitori?”).

Dopo averlo accompagnato a casa, i ragazzi spariscono prima che lui abbia il tempo di ringraziarli.

Sale al secondo piano e non sente nulla: dev'essere molto tardi. Crede che sia meglio passare

prima dal nonno, che è l'autorità, il giudice della famiglia. Se passerà direttamente da sua madre,

saranno guai. Così esce ed attraversa la città, di cui ama il silenzio e il vuoto.

Thomas si reca a Ettendorf dal nonno come su una montagna sacra (elevazione anche biblica).

Tutto ciò che sta in basso è disgustoso, il mondo ottuso in cui regna la cattiveria. La sua

camminata diventa quasi solenne. Laggiù non è nessuno: sale e diventa qualcuno. L'orgoglio

sublime è caratteristica del nonno, come la superiorità e il disprezzo. Si compiace con se stesso

per l'impresa di Salisburgo, anche se non è arrivato a destinazione (cfr. Schiller: personaggi dei

drammi che dimostrano la loro grandezza nel fallimento). Thomas prepara ciò che dirà al nonno.

Più si avvicina alla sua casa più si rende conto della grandezza della sua impresa. Il nonno dice

che bisogna esser attivi, una massima che governa la giornata dello scrittore fino alla sua morte.

“Meglio un delitto dell'inattività” (Untaetigkeit – gestaetig sein). Bisogna sempre far lavorare la testa

(cfr. Faustismo, “azione”).

I nonni creano la presenza di Satana (cfr. Faust, Mefistofele), senza cui ci sarebbe soltanto il bene

e non ci sarebbe attività.

Thomas prepara il racconto nei minimi dettagli.

Il nonno disprezza chi parla per Umwege anziché esser diretto, per chi si esprime in modo

dilettantesco e si perde in chiacchiere inutili. Son ci cosiddetti uomini di mezza cultura.

Il nonno ama le persone semplici perché si esprimono in modo chiaro: i contadini, i pastori. In

campagna non si respira la mediocrità della città.

Al nonno piacciono le persone che parlano (reden), non che blaterano (schwetzen). Più colte

diventano le persone, più è insopportabile il loro chiacchiericcio. Il nonno si è creato dal nulla, si è

fatto una sua cultura e non sopporta la mezza cultura degli altri.

Thomas arriva a destinazione all'alba, con un effetto quasi teatrale. Lui sottolinea spesso la

teatralità di certi momenti della vita.

Non osa ancora entrare: non è gentile svegliare subito i nonni; si renderebbe ulteriormente

colpevole. I nonni son un punto di riferimento per lui. La casa dei nonni appartiene a un contadino

(“confina col Paradiso”). Thomas Bernhard, che ama da sempre la realtà della fattoria, vivrà molto

in città, ma quando diventerà scrittore comprerà case rurali.

Nell'autobiografia nulla è realmente vero. Il racconto dell'esistenza no è l'esistenza. Bernhard si

sofferma sulla descrizione del luogo, le prealpi bavaresi.

Secondo Kafka un gran libro dev'essere come un pugno in testa: deve scuotere, lasciare qualcosa,

cambiarti dentro. Lo scopo di Bernhard era questo: provocare. Suscitò scandalo a teatro.

Bernhard descrive inoltre la mentalità piccolo-borghese delle piccole città: la stupidità, la cattiveria

ecc., parlando un po' con le parole del nonno, che stima tanto e col quale fa delle passeggiate.

Della madre elogia l'abilità in cucina, la sua capacità di trasformare pochi resti in un piatto buono.

I contadini della fattoria del nonno hanno un nipote della sua età, Georg, detto Schorschi, che

dorme al piano terra e va a scuola in un altro paesino. Schorschi è intelligente ed ha una gran

considerazione (reciproca) per il nonno di Thomas. Cresce senza padre, insieme ai nonni

contadini, è povero ma forte e dotato in matematica. Thomas lo incontrerà di nuovo quando

entrambi avranno 45 anni: impazzito, Schorschi si è chiuso in casa dei nonni. Non si è ucciso,

forse perché si è già ucciso suo padre. È felice della visita di Thomas. Tramite Schorschi, Thomas

guarda alla loro infanzia, il cui ricordo è sempre vivo.

Emerge, nella scrittura, l'aspetto dell'oralit&agra

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
34 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/14 Lingua e traduzione - lingua tedesca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentein_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua tedesca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Morello Riccardo.