Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PUBLIC SPEAKING
La comunicazione è un'attività complessa che necessariamente si sviluppa nelle relazioni interpersonali. È il mezzo più naturale ed efficace per consentire agli individui di scambiarsi contenuti cognitivi ed emotivi.
Molte volte le persone hanno paura/timore di parlare in pubblico, ma sono tante le occasioni nelle quali si può e si deve parlare in pubblico (assemblee, riunioni, tenere relazioni, moderare una tavola rotonda, discussione della tesi ecc.). Il discorso orale è contestualizzato, mentre il discorso scritto è decontestualizzato. Ciò vuol dire che l'atto di comunicazione arriva direttamente all'uditorio, mentre lo scritto lo scrivo in un momento e poi verrà letto in un momento successivo e da un'altra persona (non c'è un rapporto diretto tra chi scrive e chi legge). La comunicazione è un atto di scambio e si svolge in un determinato contesto. Tale atto implica
significato alle parole è fondamentale per garantire una corretta comprensione tra l'emittente e il ricevente. Tuttavia, durante il processo comunicativo possono verificarsi dei rumori, che possono alterare il messaggio originale. Questi rumori possono essere di natura fisica, come ad esempio un suono di fondo che disturba la comunicazione, oppure di natura semantica, come ad esempio una parola che viene interpretata in modo diverso da come era intesa dall'emittente. Per garantire una comunicazione efficace, è importante che l'emittente riceva un feedback dall'audience. Questo feedback permette all'emittente di adattare costantemente i propri codici comunicativi in modo da renderli comprensibili e appropriati per il ricevente. Infine, l'effetto della comunicazione è sempre presente a causa della sua natura negoziale. La comunicazione implica un processo di scambio reciproco di significati e di negoziazione tra le parti coinvolte. Ogni comunicazione ha un effetto sulle persone coinvolte, che può essere di varia natura, come ad esempio un cambiamento di atteggiamento, una presa di coscienza o una decisione. In conclusione, la comunicazione è un atto di negoziazione che richiede la presenza di un emittente e un ricevente, un messaggio trasmesso attraverso un canale e la condivisione di uno stesso codice linguistico. Durante il processo comunicativo possono verificarsi rumori che alterano il messaggio originale, ma grazie al feedback dell'audience l'emittente può adattare i propri codici comunicativi. L'effetto della comunicazione è sempre presente a causa della sua natura negoziale.Il significato di una determinata parola vuol dire che c'è stata una negoziazione tra emittente e ricevente. Un altro elemento è che non è possibile non comunicare, anche il silenzio, per esempio, viene interpretato (può essere percepito come un'aggressione).
Per poter comunicare sono necessarie 3 competenze:
- Sintattica: si riferisce all'aspetto formale del messaggio e alla capacità di produrre frasi formalmente corrette e di comprenderle come tali in base alle regole grammaticali. Permette di stabilire la categoria grammaticale di una parola (nome, aggettivo, verbo ecc.). Essa fornisce informazioni di tipo morfologico e ci permette di stabilire le relazioni che intercorrono tra le parole.
- Semantica: si riferisce agli aspetti di contenuto e alla capacità di associare le parole (significati) agli oggetti, eventi o situazioni a cui corrispondono. Il tema della referenza assume particolare rilevanza quando si parla di comunicazione.
c'è il sistema prossemico, ovvero la gestione del contatto interpersonale (avvicinarsi o meno all'interlocutore, toccare l'interlocutore ecc.).
In un'arringa di un processo penale se c'è totale silenzio e molta attenzione verso la requisitoria del PM, allora si può fare rumore, come accartocciare un foglio di carta per distogliere l'attenzione anche solo per un momento.
La persona che ascolta in quel momento non è solo la persona che ascolta passivamente le parole, ma aiuta a tirar fuori le parole e i significati giusti all'altra persona. Come avvocati quando ci approcciamo ad un cliente, dobbiamo tirare fuori il vissuto delle persone, cose che magari non vogliono dire a nessuno. In alcuni casi dobbiamo far venire fuori le storie, che sono necessarie al nostro lavoro. E dobbiamo anche capire fino a che punto possiamo spingerci a tirare fuori le storie.
L'arte di parlare in pubblico è un'arte antica (Cicerone ecc).
Quintiliano diceva che sarebbe disciplina assai semplice e di poco conto, la retorica, se si riducesse ad un solo breve codice normativo; invece, la maggior parte delle regole da seguire muta a seconda dei moventi, delle circostanze, delle occasioni, delle necessità e perciò un oratore deve possedere soprattutto l'avvedutezza, cioè la dote di adeguarsi allo sviluppo di varie situazioni. Il discorso del contesto veniva già affrontato e sottolineato più di 2000 anni fa. I requisiti dell'oratore per Cicerone: a) Vasta cultura. b) Stile ben plasmato nella scelta e nella disposizione delle parole. c) Conoscenza delle passioni e dei sentimenti umani: tutta la potenza e tutta l'arte dell'eloquenza devono essere impiegate a placare e eccitare l'animo degli ascoltatori. d) Grazie e arguzia e poi una cultura degna di un uomo ben nato. e) Prontezza e concisione sia nel replicare sia nell'attaccare, non disgiunte da fine garbo ed eleganza. f)Conoscere bene la storia del passato e un ricco repertorio di vicende e uomini particolari.Conoscenza delle leggi e del diritto civile.
Modo di porgere, che deve essere sorvegliato nei movimenti, nei gesti, nella mimica e nella giusta e varia modulazione della voce.
Memoria, scrigno di tutte le conoscenze.
Aver fiducia di poter raggiungere il traguardo per altre vie (creatività).
Conoscenza degli argomenti e delle discipline più importanti. Infatti, il discorso deve sboccare e sgorgare abbondante dal sapere: se non è sotto un contenuto ben conosciuto e padroneggiato dall'oratore esso si riduce a un'esposizione per così dire vuota e quasi puerile.
Attraverso il linguaggio orale noi tendiamo a coinvolgere chi ci sta ascoltando e quindi ci sono una serie di tecniche oratorie che mirano a questo. L'obiettivo è convincere chi mi sta ascoltando della bontà delle cose che sto dicendo.
È molto importante in un discorso
Orale non leggere, perché altrimenti non si riesce a guardare l'uditorio e raccogliere l'attenzione o comprendere i dettagli per cui devi cambiare argomento o altro. Quindi va bene avere una scaletta o un testo, ma bisogna leggerlo con la coda dell'occhio. Ecco perché è importante la memoria.
Inoltre, è importante il sapere per riuscire a controbattere subito le osservazioni che mi raggiungono dal pubblico.
Le parti di un discorso ben costruito:
A. Esordio, ovvero una breve introduzione.
B. L'esposizione dei fatti.
C. La prova dei fatti.
D. La confutazione di tesi contrarie.
E. La conclusione.
F. L'epilogo.
L'esordio e l'epilogo sono quelle parti del discorso che tengono a coinvolgere e a fare appello ai sentimenti, mentre la parte mediana è quella più razionale. Gli studi di scienze cognitive ci dicono che la nostra attenzione si focalizza all'inizio e alla fine di un discorso orale.
Anche nei discorsi pubblici
Bisogna operare delle scelte, ovvero scegliere che argomenti utilizzare per rafforzare la mia testi, come nel problem solving. Esistono delle tecniche di coinvolgimento esplicate da Cicerone nel De oratore. Egli scrive che niente conta più nell'oratorio del fatto che l'ascoltatore sia bendisposto nei confronti dell'oratore e sia emotivamente coinvolto, sì da lasciarsi dominare più dagli impulsi e dalle emozioni che da una valutazione critica razionale. Gli uomini giudicano molto più in base a odio o amore, desiderio, ira, dolore, gioia, speranza, timore o per qualche altro moto interiore piuttosto che in base alla verità o a una disposizione o a una qualche norma giuridica, precedente legale o alle leggi ecc. Ma giovano all'oratore anche il tono pacato della voce, il volto attiggiato a modestia, il linguaggio affabile: se ti lasci prendere dalla foga, deve sembrare che tu vi sia costretto tuo malgrado. È molto utile dare
L'impressione di un carattere affabile, generoso, mansueto, rispettoso dei doveri, di un animo riconoscente, non bramoso né avido; tutte le doti proprie degli uomini onesti, modesti, non violenti, non ostinati, non litigiosi, non scostanti conciliano bene la simpatia e rendono ostili nei confronti di chi non le possiede. E così le qualità contrarie si devono ascrivere, per la stessa ragione, agli avversari.
Cicerone sostiene anche l'importanza degli stili di eloquenza, dicendo che i compiti dell'oratore sono molteplici: esauriente nel convincere, moderato nel dilettare e veemente nel commuovere. Il buon oratore dovrà saper gestire questi diversi generi e dovrà soppesarli in maniera diversa ogni volta a seconda della circostanza e dell'uditorio.
Vi sono anche tecniche di amplificazione e artifici retorici. Secondo Quintiliano colpiscono molto forte l'uditorio l'insistenza su un solo concetto, l'esposizione chiara e il...
porre i fatti quasi sotto gli occhi come se si stessero svolgendo. Si tratta di una strategia efficacissima nell'esporre il caso, al fine di illuminare e amplificare l'oggetto dell'esposizione, di modo che gli ascoltatori abbiano l'impressione che ciò che noi amplificheremo sia tanto grande quanto il discorso sarà in grado di renderlo. A questa strategia si oppongono la trattazione rapida di talune questioni, l'allusione che fa comprendere più di quanto si dica, la brevità concisa e chiara, l'attenuazione, la derisione, la digressione, la distinzione da quello che si è già detto, il ritorno all'argomento principale, la ripetizione e il sillogismo, l'esagerazione, l'interrogazione e l'enunciazione della propria opinione, l'ironia (dice una cosa e ne suggerisce un'altra), esitazione, distribuzione, rettifica, difesa anticipata, indurre in errore, l'ilarità, anticipare gli
argomenti del