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GRANULOCITI
Questi globuli bianchi si caratterizzano per il nucleo e per i granuli che si trovano nel loro citoplasma. Vengono chiamati anche polimorfonucleati perché tutti i granulociti dei tre tipi sono caratterizzati dal fatto che il loro nucleo non è sferico, ma presenta delle lobature costrozzature. In linea di massima i granulociti neutrofili possiedono il maggior numero di lobi, che possono arrivare a possederne fino a 5.
In tutti i granulociti esistono due tipi di granuli: i granuli azzurrofili (4-5% di tutti i granuli), che si tratti di granuli aspecifici che colorano di azzurro e sono dei lisosomi di fatto, e i granuli specifici, ovvero i granuli che identificano un granulocita.
Neutrofili
I neutrofili sono dei granulociti che, se analizzati al M.O. non possiedono granuli, ma se analizzati con un M.E. si nota che al loro interno si trovano dei granuli contenti molecole di:
- lisozima, la quale è capace di frammentare la parete esterna dei batteri
permettendol'esplosione del batterio. Ha quindi un'azione battericida; - lattoferrina, ovvero una molecola avida di ferro che una volta liberata all'esterno porta via il ferro dall'ambiente extracellulare, il quale è necessario per il metabolismo di molti batteri. Svolge quindi un'azione batteriostatica; - proteine che mediano la fagocitosi, il che rende il neutrofilo una cellula capace di usare la fagocitosi come modalità di difesa. Il neutrofilo è un granulocita della risposta infiammatoria capace di azionare meccanismi difensivi nell'organismo. Quando avviene un evento patologico, di solito le infezioni o la necrosi, che richiede un suo intervento i granulociti si arrestano sull'endotelio nei pressi del focolaio, attivano il movimento anemoide, attraversano l'endotelio e, guidati dalle molecole pro-infiammatorie raggiungono il focolaio. Qui si attivano e innalzano il loro metabolismo: consumano molto ossigeno in
questa fase e serve per formare l'ATP necessario. In questa fase di attivazione liberano i loro granuli e fagocitano gli organismi nocivi. Durante questi fenomeni di respirazione accelerata, una parte dei metaboliti dell'ossigeno prodotti nei mitocondri (radicali liberi dell'ossigeno), sfuggono dai mitocondri e non vengono usate per formare l'acqua. Siccome sono sostanze fortemente ossidanti, si comportano da agenti tossici e avvelenano i batteri uccidendoli (stress ossidativo) costituendo una vera e propria arma chimica.
Un altro ruolo che svolgono è nei confronti dei tessuti dove è avvenuta la morte cellulare patologica (necrosi), rimuovendo i detriti cellulari originati dalla necrosi. Quando i granulociti neutrofili si accumulano in grandi quantità, i loro enzimi distruggono il tessuto e al suo posto si forma una raccolta semifluida di materiale che contiene tutti i neutrofili richiamati e i detriti (ascesso).
Eosinofili Si tratta di granulociti che
possiedono molti granuli che si colorano col colorante acido, perché contengono una proteina basica. I granuli degli eosinofili vengono liberati quando si trovano nei pressi di focolai infiammatori. La loro proteina basica ha una duplice azione: è in grado di danneggiare i batteri e, soprattutto, è in grado di danneggiare i parassiti eucarioti perché si lega alla loro membrana e la lacera. Gli eosinofili sono quindi implicati per difenderci sia dai parassiti unicellulari, come i funghi patogeni o l'ameba, sia dai parassiti di grossa stazza, come i vermi. In più è stato visto che gli eosinofili sanno rimuovere dal torrente circolatorio i complessi antigene-anticorpo, che si formano durante la risposta immunitaria e che potrebbero a loro volta depositarsi nei tessuti e generare fenomeni infiammatori (=> pulizia del sangue). Basofili Sono dei granulociti ripieni di granuli di grandi dimensioni, che si colorano con lo stesso colorante basico checolora la cromatina del nucleo. Solo al M.E. è facile riconoscere i due lobi del nucleo del basofilo, mentre nell'analisi istologica questo non è possibile. I loro granuli contengono eparina e istamina, ovvero gli stessi mediatori usati nei mastociti del tessuto connettivo. I granulociti basofili sono quindi da considerarsi la controparte circolante dei mastociti peri-vascolari. Liberando piccole quantità di mediatori presiedono agli scambi tra sangue e tessuto, inoltre sono in grado di fissare le IgE e negli individui allergici contribuiscono al rilascio patologico dell'istamina. AGRANULOCITI Monociti I monociti sono gli unici globuli bianchi ad avere il nucleo con la cromatina lassa e sono i globuli bianchi più voluminosi con un diametro vicino ai 14 µm. Il citoplasma è leggermente basofilo con i granuli azzurrofili. Il monocita si differenzierà in un macrofago. Linfociti I linfociti sono la seconda popolazione di globuli bianchi.Il grosso dei linfociti che si riescono a vedere nei preparati istologici di sangue appartiene alla categoria dei piccoli linfociti, che infatti sono poco più grandi dei globuli rossi. I piccoli linfociti possiedono un sottilissimo citoplasma e un nucleo rotondo con la cromatina densa, che occupa circa il totale del volume del piccolo linfocita. Nel citoplasma si riconosce una tenue basofilia dovuta alla presenza di poliribosomi liberi.
Una ristretta minoranza di linfociti è costituita dai grandi linfociti, i quali sono grandi più o meno quanto un monocita. Questi grandi linfociti possiedono al loro interno granuli azzurrofili, per questo vengono chiamati grandi linfociti granulati (LGL). Gli LGL corrispondono funzionalmente a una sottopopolazione linfocitaria che è quella delle cellule NK (natural killer).
Tutti gli altri linfociti appartengono ai linfociti B o ai linfociti T, i quali non sono distinguibili tra loro a livello morfologico. Grazie
All'immunoistochimica è possibile distinguerli, ovvero usando degli anticorpi modificati in laboratorio marcati con delle sostanze segnale, che possono rendere la molecola, contro cui l'anticorpo è diretto, differenziabile al microscopio. I linfociti B si identificano perché hanno il CD19 e il CD22, mentre i linfociti T esprimono il CD3 e tramite questi fattori è possibile riconoscerli.
LINFOCITI B
Questo particolare tipo di linfociti assume questo nome perché si differenziano e maturano in aree specifiche del midollo osseo, dove acquisiscono la capacità di riconoscere specifici antigeni not-self. Sulla loro membrana hanno delle immunoglobuline, le quali sono in grado di incastrarsi specificamente con un antigene not-self permettendone così il riconoscimento. Durante i periodi immediatamente precedenti e successivi alla nascita il midollo fabbrica un gran numero di linfociti B: ogni singolo linfocita B ha una diversa
immunoglobulina di superficie e quindi ciascuno di essi è in grado di riconoscere un diverso antigene not-self. Per questo motivo si dice che questo tipo di linfociti, maturando, acquisiscono l'immunocompetenza. Una volta maturati si distribuiscono negli organi linfoidi secondari e aspettano che una cellula presenti l'antigene gli porti un antigene che ha trovato. Quando questo accade, l'antigene not-self presentato induce nel suo linfocita immunocompetente una rapida proliferazione. Da una singola cellula che c'era, se ne formano migliaia (cloni) tutte in grado di riconoscere quell'antigene not-self. Di questi cloni, metà rimangono cellule quiescenti (cellule B della memoria immunologica), e si distribuiscono ai vari organi linfoidi, l'altra metà sono plasmacellule che si mettono a fabbricare grandi quantità di anticorpi solubili, tutti capaci di riconoscere e attivare l'antigene not-self che è stato la causa di
Tutto. Questo processo prende il nome di immunità umorale, perché nella medicina prescientifica gli imiasmi erano le sostanze ignote che facevano ammalare, mentre gli umori erano le sostanze altrettanto ignote che però l'organismo produceva per far guarire un paziente dalle malattie.
I linfociti T assumono questo nome perché maturano e acquisiscono l'immunocompetenza nel timo, acquisendo il recettore per antigeni not-self. Durante le prime fasi della vita si formano i linfociti T, ognuno immunocompetente per un specifico antigene, e si distribuiscono in tutto il corpo. Dopo di che, i linfociti si distribuiscono nei vari organi linfatici aspettando l'eventuale contatto con l'antigene not-self che sanno specificamente riconoscere.
Mentre i linfociti B sono una popolazione cellulare omogenea, i linfociti T sono suddivisibili a loro volta in due tipologie: i linfociti T helper (esprimenti anche il CD4) e i linfociti T citotossici.
(esprimenti anche il CD8). Quando entra l'antigene not self, da un lato va a stimolare la risposta umorale, dall'altro va ad incastrarsi nei linfociti T helper e citotossici. Entrambi appena entrano a contatto con l'antigene per il quale sono immunocompetenti, fanno il clone (mezze cellule della memoria, mezze cellule effetttrici). Il processo dei linfociti si chiama immunità cellulo-mediata.
linfociti T CD4 helperI rimangono negli organi linfoidi e producono grandi quantità di molecole segnale chiamate interleuchine perché sono citochine specifiche che servono a far interagire i leucociti. Alcune di queste interleuchine stimolano i linfociti B, altre fanno proliferare bene il linfocita T, altre ancora sono fattori di crescita del midollo osseo e aumentano l'emopoiesi dei granulociti neutrofili e dei macrofagi (potenziano difese innate) e, infine, altre sono note come interferoni gamma, ovvero molecole antivirali. Queste ultime quando agiscono su una
cellula self infettata bloccano la replicazione della cellula.
linfociti CD8 citotossiciI vanno nei tessuti e distruggono mandando in apoptosi le cellule not-self. Questi linfociti vanno nei tessuti, si attaccano alle cellule bersaglio che possono esprimere l'antigene not-self (come le cellule di parassiti eucarioti oppure cellule infettate dal virus oppure possono essere cellule tumorali) e inducono il fenomeno apoptotico.
A seguito di eventi spontanei in ogni individuo si formano almeno una decina di cellule tumorali che vengono prontamente eliminate da questo sistema immunitario.
cellule natural killer
Le (NK) coincidono con le cellule LGL e sono poco presenti nel sangue perché girano nei tessuti, ma non riconoscono il not-self e viceversa possiedono recettori che sono capaci di riconoscere benissimo gli antigeni self. Esse vanno a toccare gli antigeni di istocompatibilità che tutte le cellule del nostro corpo esprimono. Se si attaccano a una cellula dell'organismo
con un recettore self, le cellule NK si staccano e vanno a toccare la cellula dopo, ma se non lo dovessero trovare