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LINFOCITI

Sono cellule che originano dalle cellule staminali emopoietiche presenti nel midollo osseo, sono una popolazione di cellule responsabili dell'immunità.

Hanno una forma sferica, con un diametro variabile, ed un nucleo anch'esso dalla forma sferica che occupa quasi per intero il lume cellulare lasciando poco spazio al citoplasma.

In base alle dimensioni, i linfociti presenti nel sangue vengono classificati come: piccoli, medi o grandi linfociti.

Funzione dei linfociti:

Sono in grado di extravasare (uscire dal vaso sanguigno in cui decorrono), raggiungere il sito di infiammazione, attivare la risposta immunitaria e tornare infine nel sangue attraverso le vie linfatiche.

Sono privi di attività fagocitica, ma possiedono un'attività ameboide.

Si distinguono 3 popolazioni di linfociti:

  • Linfociti T: cellulo-mediatori sono i principali effettori della risposta immunitaria e producono citochine che avviano l'immunità umorale.
  • Linfociti B: sono responsabili della produzione di anticorpi e della memoria immunitaria.
  • Linfociti NK: sono cellule citotossiche naturali che distruggono cellule infettate o tumorali senza bisogno di un'attivazione specifica.

B: acquisita umorale, sono importanti effettori dell'immunità ed in particolare dell'immunità omediata da anticorpi, contro le infezioni da agenti patogeni. La stimolazione da parte di un antigene induce la proliferazione clonale ed il differenziamento dei linfociti B in plasmacellule (che producono anticorpi) o in linfociti B della memoria.

Linfociti NK (natural killer): sono funzionalmente attive contro le cellule tumorali e le cellule infettate da virus. Possono legarsi a cellule ricoperte da anticorpi e svolgere la propria funzione citotossica, indotta dall'esocitosi di granuli azzurrofili contenenti enzimi litici.

Striscio di sangue con linfocita:

PIASTRINE trombociti,

Le piastrine, altrimenti dette trombociti, sono piccoli frammenti citoplasmatici che svolgono un ruolo fondamentale nel processo di coagulazione del sangue. Si formano nel midollo osseo per frammentazione dei megacariociti. Hanno una forma discoidale biconvessa, sono prive di nucleo e contengono molti

plasmatica delle piastrine è rivestita esternamente da uno strato particolarmente denso chiamato glicocalice. Questo è costituito da proteoglicani e glicoproteine, che svolgono importanti funzioni recettoriali e partecipano ai meccanismi di adesione e aggregazione piastrinica. La porzione interna della membrana presenta numerosi fasci di microtubuli, disposti concentricamente. Questi hanno la funzione di mantenere la forma discoidale delle piastrine e garantire la loro deformabilità. Tra i microtubuli sono distribuiti microfilamenti di actina e miosina, responsabili della contrazione delle piastrine, del rilascio del contenuto dei granuli e della loro motilità verso i siti di lesione.

La plasmatica forma numerose invaginazioni del citoplasma, che costituiscono un canalicolare, che permette l'adsorbimento dei fattori della coagulazione e che funziona da condotto per il rilascio dei prodotti di secrezione contenuti nei granuli. Il sistema tubulare denso è presente inoltre un in grado di accumulare e rilasciare ioni Ca2+, indispensabili per l'attivazione delle funzioni piastriniche.

Le piastrine contengono 3 tipi di granuli:

  • Granuli alfa: contengono le proteine della coagulazione e glicoproteine adesive.
  • Granuli delta: contengono alcuni mediatori del tono muscolare, quali: ADP, ATP e ioni calcio, i quali permettono l'adesione delle piastrine e la vasocostrizione.
  • Granuli lambda: sono lisosomi contenenti enzimi idrolitici, i quali contribuiscono alla dissoluzione del coagulo.

Striscio di sangue contenente piastrine:

PROCESSO DI COAGULAZIONE

È un processo caratterizzato da una serie di eventi fisiologici finalizzati alla riduzione delle perdite.

Le emorragie sono problematiche che si verificano in seguito a lesioni vascolari. Tale risposta è volta ad arrestare l'emorragia, avviare la riparazione del vaso danneggiato e mantenere la normale fluidità del sangue per permettere un'adeguata circolazione.

Grazie alla capacità delle piastrine di aderire alla parete del vaso (adesione) e di aggregarsi tra di loro formando un primo tappo emostatico (aggregazione), si forma un coagulo che blocca la fuoriuscita del sangue.

Il processo della coagulazione viene suddiviso in fasi:

  • Fase vascolare: quando un vaso è leso, si ha l'attivazione delle cellule endoteliali e una vasocostrizione riflessa. Nella sede del danno si ha l'interruzione dell'endotelio.
  • Fase piastrinica:
    • Adesione piastrinica: le piastrine aderiscono al collagene esposto nella sede del danno. Avviene la rilascio di serotonina, VWF (fattore di von Willebrand) e altre molecole che determinano la loro degranulazione e il rilascio di sostanze che favoriscono la coagulazione locale.

Le piastrine si legano al fattore prodotto dalle

cellule endoteliali nel sito della lesione, che porta ad un incremento dell'attacco delle piastrine (le quali ne richiamano altre ad unirsi) che formano il tappo emostatico.

  • Attivazione piastrinica: le piastrine liberano nel circolo sanguigno il contenuto dei propri granuli, questo incrementa l'attivazione piastrinica ed il reclutamento di piastrine nella sede del danno.
  • Aggregazione piastrinica: si formano legami reciproci tra le diverse piastrine, che occludono le soluzioni di continuità del vaso leso. I recettori accoppiati alle proteine G, mediano i segnali di attivazione di agonisti solubili (trombina, trombossano, ADP). Le piastrine attivate rilasciano il contenuto dei granuli alfa e delta, favorendo: l'adesione di nuove piastrine a quelle già adese sul collagene, un'ulteriore vasocostrizione e aggregazione piastrinica, la formazione del coagulo.

Fase del sistema coagulativo: l'agglomerato di piastrine che formano il temporaneo tappo.

emostatico coagulo conversione del fibrinogeno primario viene convertito in in seguito alla (prodotto dagli in fibrina; catalizzata dalla trombina, epatociti) la conversione del fibrinogeno è che è formata a sua conversione della protrombina. volta a partire dalla - Fase di rivascolarizzazione: • Retrazione del coagulo: è un lungo processo durante il quale i lunghi filamenti di fibrina si accorciano, riducendo la dimensione del coagulo notevolmente. 89 • Rimozione del coagulo: trasformato il plasminogeno in plasmina,viene la quale catalizza la degradazione della fibrina e di conseguenza la rimozione del coagulo. 90 TESSUTO EMOPOIETICO È un tessuto connettivo reticolare, a funzione emopoietica. Emopoiesi: cellule produzione degli elementi maturi presenti nel sangue circolante, a partire dalle staminali emopoietiche (HSC), che sono cellule multipotenti. In base al prodotto differenziativo finale che viene ottenuto attraverso il processo emopoietico, sipossono distinguere 3 differenti linee maturative: - Linea eritropoietica: porta alla formazione dei globuli rossi. - Linea linfopoietica: porta alla formazione dei linfociti (B, T, NK). - Linea mielopoietica: porta alla formazione degli altri globuli bianchi e delle piastrine; si distingue in: - Linea granulocitopoietica: da origine ai granulociti. - Linea trombocitopoietica: da origine alle piastrine. - Linea monocitopoietica: da origine alle cellule della linea monocito-macrofagica. SEDI DELL'EMOPOIESI: La prima sede embrionale, in cui o si instaura il sistema emopoietico, è rappresentata dal lamesoderma extra-embrionale del sacco vitellino regione aorta-gonado-HSC origina dal e dallamesonefrica. Alla 5' settimana dello sviluppo embrionale, le cellule staminali emopoietiche colonizzano il fegato, il principale organo migrando poi nel midollo osseo, nel timo e nella milza; durante la vita fetale, il fegato è il principale organo emopoietico. Il midollo osseo diventa.

Il principale organo emopoietico. Successivamente alla nascita nell'adulto può accadere che, in caso di necessità, il fegato, la milza ed il timo riprendano la propria attività emopoietica extramidollare.

Emopoiesi: si parla di midollo osseo.

Può essere distinto in:

  • Midollo rosso: è il vero e proprio midollo osseo a funzione emopoietica. Ha questa denominazione grazie alla sua colorazione, dovuta alla ricca presenza di eritrociti. Nell'adulto lo troviamo in poche zone: cresta iliaca, diafisi dell'omero e del femore e nello sterno.
  • Midollo giallo: dopo i primi 5-6 anni di vita si assiste ad una progressiva trasformazione del midollo rosso in midollo giallo; questa trasformazione è dovuta all'accumulo di adipociti ed alla perdita della funzione emopoietica.

L'architettura del midollo è caratterizzata da: una fitta rete vascolare e un'impalcatura stromale di fibre reticolari, che accoglie una grande varietà di.

elementi cellulari. Pertanto il midollo osseo contiene:

  • Compartimento vascolare.
  • Compartimento reticolare.
  • Compartimento emopoietico.

Compartimento vascolare: è riccamente vascolarizzato; il sangue circola all'interno di una rete molto ramificata di vasi.

All'interno della diafisi di un osso lungo è presente l'arteria che si trova al centro del canale diafisario, da questa si espandono radialmente rami arteriosi che, una volta arrivati alla periferia, si trasformano in capillari e si continuano in sinusoidi di calibro irregolare.

I sinusoidi presentano una parete formata da 3 strati: endotelio, membrana basale, strato avventizio incompleto.

Le cellule endoteliali che delimitano il lume vascolare sono larghe e piatte, con giunzioni sovrapposte che permettono una notevole espansione del volume.

L'endotelio poggia su una membrana basale discontinua, ricca di proteoglicani e fibre reticolari. Lo strato esterno è costituito da

cellule avventizie o periciti. I seni venosi rappresentano la sede degli scambi tra midollo osseo e circolo sanguigno. Compartimento di sostegno: cellule reticolari. La superficie dei sinusoidi è costituita da I processi citoplasmatici di queste cellule guaina avventizia. Avvolgono la parte esterna del sinusoide formando una 91. Lo stroma cellulare è rinforzato da collagene, proteine della matrice, proteoglicani. Compartimento emopoietico: cordoni interposti tra i sinusoidi. Le cellule emopoietiche formano dei isolotti eritroblastici: Gli eritroblasti sono localizzati sulla superficie esterna dei sinusoidi, a formare gli macrofago centrale radialmente gli

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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Melaccia01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Paino Francesca.