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La doppia esposizione
• Vantaggi: incentiva gli acquisti del prodotto e di prodotti complementari, gli acquisti di
impulso.
• Svantaggi: costo dello spazio e costo di gestione dello spazio.
Modelli di layout e strategie competitive
Evoluzione del layout
Passato Futuro
Massima economicità Massima atmosfera
Percorsi semi-obbligati Percorsi liberi
Gondole elevate Gondole più basse
Vendita di oggetti Vendita di idee
Il display merceologico
Obiettivi del distributore:
• Soddisfare le esigenze del cliente: ricevere informazioni (velocizzare, semplificare il
processo di acquista e aumentare il livello di conoscenza dell’offerta) -> fattori che
consentono di rafforzare la relazione tra cliente e insegna (Obiettivo di marketing).
• Massimizzare la redditività dello scaffale: attraverso l’allocazione dello spazio alle
referenze in base a principi economici (obiettivi di fatturato, margine unitario e margine
complessivo).
• Strumento: di differenziazione dell’offerta commerciale di costruione della marca insegna.
Processo di definizione display:
1 Classificare le referenze in chiave marketing: definire i criteri espositivi e di scelta rilevanti per
il consumatore: -> rafforzare la relazione insegna/cliente
• Semplificare il processo d’acquisto
• Informare il consumatore sull’offerta merceologica
• Creare cultura di prodotto
• Creare valore per il consumatore
-> Classificazione dell’assortimento: necessità di organizzare l’esposizione di una categoria
fornendo al consumatore una chiara chiave di lettura.
-> Il consumatore deve ricevere informazioni dal display non essere disorientato
->La funzione informativa di un display merceologico deve essere ben organizzata: la
comunicazione nel pdv deve essere a supporto della lettura del display
-> La classificazione dell’assortimento: utilizzo i criteri di: analisi della domanda, analisi del
processo d’acquisto e rilevazione delle variabili rilevanti nella scelta
2 Organizzare le referenze sullo scaffale: definire i metodi di esposizione dei segmenti/famiglie
di prodotti e delle marche.
Scelta del display merceologico
-> E’ possibile posizionare le referenze creando un display verticale/orizzontale di segmento e un
display verticale/orizzontale di marca. Da fare attenzione però ai vincoli logistico assortimentali:
soluzione perseguibile solo se ogni marca in assortimento dispone di tutte le famiglie di prodotto
(Marca verticale e segmento orizzontale).
-> Non esiste una soluzione di display merceologico universalmente valida, dipende da:
• Politica assortimentale
• Caratteristiche della categoria merceologica
• Comportamento di acquisto del consumatore
Soluzione ottimale per il distributore: (segmento verticale e marca orizzontale)
• Consente di gestire la qualità dello spazio in verticale posizionando sui ripiani più pregiati le
marche a maggiore margine
• Offre informazioni al consumatore sull’offerta merceologica garantendo visibilità alla famiglia
merceologica e presentando le alternative di prodotto
• Favorisce il confronto tra marche
• Consente di gestire la qualità dello spazio in orizzontale posizionando prima rispetto al percorso
del consumatore i segmenti a maggiore redditività, o nel caso di presenza di più marche sullo
stesso scaffale, le marche a più elevata redditività unitaria
Soluzione ottimale per il produttore: (segmento orizzontale e marca verticale)
• Consente di gestire la qualità dello spazio in verticale posizionando sui ripiani più pregiati le
referenze a maggiore margine
• Garantisce la visibilità della marca
• Scelta dal distributore quando la marca rappresenta il primo criterio di scelta per il consumatore.
In questo caso il distributore ritiene prioritario l’obiettivo di servizio e fidelizzazione, rispetto
all’obiettivo di massimizzazione della redditività
• Scelta dal distributore quando non esistono forti differenze di marginalità tra le marche quanto tra
le referenze
riorganizzazione delle categorie per soddisfare un bisogno complesso
Scelta del display-> definire i metodi espositivi dei segmenti/famiglie di prodotti e delle marche
verticali o orizzontali.
Generale:
• Quando l’ssortimento è molto profondo è preferibile disporre le marche in verticale e i
segmenti di consumo della marca in orizzontale.
• Se il consumatore sceglie prima la marca e poi il segmento di consumo -> accorpare la
marca ed esporla in verticale
• Se il consumatore sceglie prima il segmento di consumo e poi la marca -> esporre il
segmento in verticale e la marca in verticale o orizzontale.
-> Le categorie dovrebbero essere esposte solo in verticale per facilitare la lettura del consumatore
-> la verticalizzazione rende lo scaffale più ordinato e di facile letture, riduzione dei costi di
handling e facilità la presentazione dei nuovi prodotti.
Problematiche nell’allestimento del display
• Gestire per tempo le rotture di stock
• Avvicinare i prodotti al bordo esterno dello scaffale
• Esporre i prodotti frontalmente
Special display:
Cross selling: è l’azione o la pratica di vendere un prodotto o un servizio aggiuntivo ad un
cliente esistente, ovvero mira a indurre il cliente ad acquistare altri articoli associati a quello
desiderato (inserire il tonno nella gondola della pasta, mettere il detersivo nel reparto dei vestiti).
Aggregazione delle categorie merceologiche:
q • Criterio merceologico: i reparti vengono creati aggregando categorie simili sul piano
strettamente merceologico
• Criterio espositivo : aggregazione secondo funzioni d’uso -> stimola gli acquisti di impulso.
La space allocation
Allocazione dello spazio: assegnare lo spazio espositivo in termini di quantità e qualità
alle referenze
-> visibilità prodotto a scaffale -> vendite
-> Definizione della quantità e qualità di spazio da allocare alle marche e alle referenze di ciascuna
categoria una volta definito lo spazio assegnato alla categoria.
Obiettivo: garantire una otimile disponibilità di prodotto a scaffale per gli acquirenti, migliorare le
vendite baseline e stimolare gli acquisti di impulso -> così si aumenta il fatturato e la redditività del
pdv.
-> importante è evitare le rotture di stock poiché deteriorano i fatturati del distributore e del
produttore (cause: riordino da pdv, non corretta attribuzione degli spazi e rifornimento a scaffale)
Capacità di percezione visiva umana: ad una distanza di un 1,5m dallo scaffale è di 120*120
cm max.
Elasticità delle vendite allo spazio: assegnando uno spazio qualitativamente migliore alla
referenza aumenta la visibilità sullo scaffale e le vendite -> la sensibilità delle vendite allo spazio
varia in funzione ai livelli di presentazione (le vendite sono maggiormente sensibili alla visibilità che
discende dalla verticalità dell’esposizione).
Paramentri per l’allocazione:
• Qualità di spazio alle referenze: assegnare la miglior qualità dello spazio alla referenza
che assicura il maggior margine netto in valore assoluto per unità di spazio. L’area più pregiata
è quella che il consumatore visione per prima (sulla gondola).
-> E’ più importante della quantità sia per i beni ad acquisto programmato che ad acquisto
d’impulso.
-> Assegnare la miglior qualità espositiva ai prodotti con il più alto margine unitario
• Quantità di spazio alle referenze: la sensibilità delle vendite allo spazio varia in funzione
dei cm lineari assegnati. Aumentando la quantità di spazio, aumenta la visibilità e le vendite.
Definita in funzione del contributo di ciascuna categoria al fatturato complessivo del pdv.
-> il merchandiser deve generare fedltà cognitiva -> la massimizzazione della redditività
complessiva non deve contrastare la chiarezza espositiva
Vincoli per l’assegnazione quali-quantitativa dello spazio espositivo:
• •
Esigenze estetiche Esigenze
economiche
• Esigenze di vendita
Elasticità delle vendite
Acquisti di impulso: sono maggiormente sensibili alla quantità di spazio espositivo assegnato
Acquisto programmato: sono meno sensibili alla quantità di spazio espositivo assegnato.
Creano dei poli di attrazione, dove conviene inserire beni d acquisto di impulso. (Caratteristiche:
hanno un alto grado di necessità nella scala dei bisogni, più alta fedeltà alla marca, minor
variabilità qualitativa nel tempo e nello spazio).
->Per individuare empericamente la tipologia dei prodotti: curva di concentrazione. I
prodotti a più alta rotazione sono programmati e i prodotti a bassa rotazione sono di
impulso.
Le vendite in relazione allo spazio espositivo possono variare per:
• Qualità dello spazio: posizione sullo scaffale -> soglia minima di visibilità sono 3 facing (25-
30 cm). Nella qualità dello spazio troviamo la rivalità tra marche. Importnte eliminare il
sovra-stock per assgnare a tutte le referenze lo spazio minimo necessario di facing.
• Tipologie di prodotti: il food si aggrega per marca; il non food si aggrega per funzione d’uso.
• Livello di programmazione degli acquisti
• Presenza di un’elasticità incrociata
Criteri di allocazione della quantità di spazio alle referenze
Obiettivo: massimizzare il margine complessivo per unità di spazio -> l’allocazione della quantità
di spazio alle referenze/marche viene effettuata secondo un criterio proporzionale
Margine complessivo per unità di spazio
Si può aumentare con:
• Aumentare i prezzi di vendita e quindi i margini unitari
• Riducendo lo spazio per categoria
• Manovrando la quantità e qualità dello spazio assegnato alle marche
-> Lineare squilibrato: un lineare è squilibrato quando ha un consistente campo di variazione del
margine complessivo per unità di spazio allocato alle diverse marche e referenze.
Parametri: vendite a volume, vendite a valore, margine lordo, margine netto, margine di
contribuzione di primo e secondo livello e utile netto (profittabilità diretta di prodotto).
Criteri di
assegnazione dello
spazio alle
referenze:
• Assegnazione
in
proporzione
alla quota di
fatturato
generato:
Favoris
o ce le
marche
leader
e i
prodotti più venduti
Riduzione della profondità dell’assortimento
o Riduzione del rischio sto