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PRO/CONTRO- Da considerarsi ascessi vascolari periferico a tutti gli effetti: soluzioni EV/NP <800Osm/L, ph compreso tra 5 e 9, farmaci non vescicanti e non irritanti- Possibili complicanze locali (flebiti e tromboflebiti), evitabili se inseriti per via ecoguidataa mezzo braccio- La gestione richiede “know how” specifico- Rischio infettivo molto basso
CATETERE VENOSO CENTRALE
Catetere la cui punta è localizzata nel 1/£ distale della vena cava superiore o nel 1/3 prossimaledell’atrio destro o alla giugulare cavo atriale.
Sedi di inserimento:
- Vena succlavia
- Vena giugulare
- Vena basilica
- Vena cefalica
- Vena femorale
- Vena cava superiore
- Vena cava inferiore
- In prossimità dello sbocco dell’atrio destro, catetere RADIOPACO, ai raggi X èindividuabile, in poliuretano o in silicone. Per essere sicura devo stare attente a nonpungere la pleura e provocare uno pneumotorace. Radiografia di controllo per vedere seè stato posizionato
correttamente.
QUANDO SCEGLIERE UN CVC
- Somministrazione di soluzioni vescicanti, per nutrizione parenterale, con osmolarità superiore a 900 mOsm/L di fatto qualsiasi terapia
- Pazienti clinicamente instabili e/o regimi infusionali complessi
- Terapia infusionale discontinua di lunga durata
- Trattamenti chemioterapici discontinui previsti per più di 3 mesi
- Accesso venoso periferico difficile o impossibile
PICC
Indicato per terapie infusionali di medio lungo termine (6gg o 12 mesi) la punta viene posizionata in prossimità della giunzione tra vena cava superiore ed atrio destro a partire dalla vena brachiale.
centrale introdotto per via periferica:
- Si per soluzioni ipertoniche
- Si farmaci vescicanti
Lunghezza 40-60 cm:
- Piccolo calibro (24G-25G o 6 Fr-2 Fr)
- Morbido, flessibile, blocompatibile
- Silicone o poliuretano terza generazione
- Valvolato o non valvolato
- Monoluma, billuma, triluma
- Power restant 5 ml/sec
Medio lungo termine (1-12 mesi):
- Si
utilizzo discontiuno
Si utilizzo extraospedaliero
Quando è indicato?
Pazienti a rischio di complicanze meccaniche: pazienti obesi, pazienti con alterazioni anatomiche e/o patologiche del collo, pazienti con grave coagulopatia
Pazienti a rischio di complicanze infettive: pazienti con tracheotomia, pazienti immunodepressi o soggetti ad alto rischio di batteriemie
Aspetto logistico più vantaggioso: domicilio, necessità di un team dedicato
Tunnelizzazione distanziare e proteggere;
- Stabilizzazione
- Rotazione
- Comodità
Distanziare sito di ingresso, veni-puntura da sito di fuoriuscita cutanea.
CVC: tunnellizzati a lungo termine
- Fuoriescono dalla cute a distanza di qualche cm dal sito della venipuntura
- Introdotti nel tessuto sottocutaneo, presentano una cuffia in Dacron che permette di ridurre il rischio di infezioni (in alcuni anche cuffia aggiunta di collagene impregnata d'argento)
- Catetere Broviac (età pediatrica)
- Catetere Hickman
Catetere Groshong- Emergenza Prossimale (farmaci, prelievi) intermedio (NP) e distale (colloidi, misurazione PVC)
Cuffie=fissare e proteggere: servono per proteggere e fissare il catetere, posizionati e rimossi chirurgicamente, dopo 10-15 giorni, e danno maggiore stabilità riguardo l'infezione.
SIGNIFICATO TUNNEL-CUFFIA: la cuffia e la tunnellizzazione possono proteggere dalla contaminazione extraluminare ma non da quella intraluminare.
SISTEMI IMPIANTABILI PORT-A-CATH
Dotati di serbatoio in titanio, acciaio, plastica vengono posizionati a livello dell'atrio destro, ha tutte le caratteristiche per essere considerato centrale ma noi non lo vediamo dall'esterno. Come quello venoso centrale ma non si vede fuori. Riesci a identificarlo palpando a cute.
Viene usato l'ago di UBERH e ha una base iniziale comune dopo di che scende a 90 gradi e dà la possibilità di perforare questa membrana. Bucando la membrana soprastante, ci sarà il cvc a livello centrale.
sarà possibile di recuperare sangue. Il sito dell'ago di UBERH è di 7 giorni. Irrigare ogni 20-30 giorni, è preferibile non aspirare sangue per verificare la pervietà. La presenza del Port è anche nei pazienti di emodialisi e nei pazienti chemioterapici. DISINFEZIONE raccomandazioni: Evidenza IA: preferire la clorrexidina 0.5-2% (clorexidina gluconato 2% in alcool etilico 70% CDC, 2010) In alternativa lodopovodone-alcool 70% Non usare solventi Effettuare SCUB degli accessi e device sterili EVIDENZA Lasciare asciugare il disinfettante (tempo di contatto) COMPLICANZE DEGLI ACCESSI VASCOLARI Schiacciamento del catetere Occlusione del lume Dislocazione del catetere Infezioni Stravaso Torsione dell'emergenza del catetere Dolore Arrossamento INFEZIONI DA CVC - Stafiloccoco Epidermidis aureo gram + al 60% - Streptococco gram+ - Klebsiella gram - - Eschericihiacoli, eteriococchi, pseudoonas gram- 25% - Candida(fungo)15%Contaminazione catetere mani del personale, antisettici
Contaminazione della zona di raccordo del catetere set infusionale
Colonizzazione punta del catetere
Contaminazione dei liquidi infusionali
Caratteristiche del paziente
Caratteristiche della terapia somministrata
Caratteristiche del metodo di inserimento (minor rischio i cateteri tunnellizzati)
Caratteristiche del catetere
Gestione del CVC
Presidi per la gestione degli accessi vascolari: feltrini clorexidina, biopatch
Sistemi di fissaggio per i punti di sutura statlock.
SISTEMI DI CHIUSURA E FISSAGGIO
Statlock (indicato per cateteru esterni tunnellati, midline, PICC, CVC, breve e termine e HOHN)
Sostituzione 7-10 giorni
FISSAGGIO ESTERNO CON CEROTTI TRASPARENTI SEMIPERMEABILI (di poliuretano) IN POLIURETANO
Si medica per le 24 ore garza+cerotto
Sostituzione a ogni apertura (7-10gg)
Disinfezione degli Hub
Chiudere tutte le vie impiegate.
LINEE INFUSIVE- Cambiare Le linee ogni 72 ore,
se usate per infusioni normali
Cambiare ogni 24 ore le linee usate per infusione di lipidi
completare le infusioni di sacche con lipidi entro 24 ore
completare le infusioni di emoderivati entro le 4 ore
Valutazione exit site:
- Score 0: Cute sana, integra, senza segni di flogosi
- Score 1: iperemia al punto di uscita del CVC < 1 cm quadrato con o senza fibrina
- Score 2: iperemia al punto di uscita del CVC compresa tra 1 e 2 cm quadrati con o senza fibrina
- Score 3: iperemia, secrezioni e/o pus con o senza fibrina
Complicanze in corso di terapia infusionale:
- Occlusione (arresto del flusso), torsione del CVC, posizione in cui è stato predisposto l'accesso venoso (piegamento braccio in catetere in fossa antecubitale)
- Sovraccarico circolatorio (dispnea, tachicardia, aumento PA, edema polmonare)
- Infiltrazione (fuoriuscita nei tessuti di soluzione non vescicante o necrotizzante)
- Stravaso (fuoriuscita nei tessuti di soluzione non vessicante o necrotizzante)
INFILTRAZIONE
STRAVASO(arto freddo/pallido)
Interruzione della fleboclisi
Osmolarità elevata auspicabile che venga infusa su via centrale
Rimozione accesso vascolare
Arto gonfio nel punto di inserzione
Mettere l'arto in scarico
Rossore
Pallore dato dalla presenza di liquido nel sottocute
Cute tesa
Interrompere l'infusione
Vedere se c'è ritorno venoso abbassando la flebo al di sotto del punto di inserzione (la PA del paziente è più alta e deve esserci ritorno venoso)
Iperemia
Provare ad aspirare il liquido dall'accesso venoso ancora in sede
Vedere dimensione ed estensione del pompo (GONFIORE) valutando il tempo di infusione rimanente
Reperire un altro accesso venoso
NON mettere l'arto in scarico se no va in necrosi!
Prelievo di sangue da accesso venoso:
- Il prelievo attraverso agocannula è associato a maggiore emolisi
- Prelievo da sconsigliare
- Se vi sono
indicazioni per farlo: arrestare il flusso nel dispositivo per almeno 2 minuti, rimozione di non meno di 5ml di sangue, iniettare 20 ml fisiologica tramite tecnica stop and go
EMOTRASFUSIONE
La trasfusione è l'infusione, in urgenza (emorragie massive e anemia importati) o in elezione (trasfusione programmata, pazienti che devono essere sottoposti ad interventi chirurgici), di sangue o di alcuni componenti come risposta a esigenze cliniche specifiche.
Infusione per via parenterale di sangue o derivati. Emotrasfusione eseguita in:
- Urgenza: emorragie massive, anemie importanti.
- Elezione: trasfusione programmata, pazienti che devono essere sottoposti ad interventi chirurgici.
Trasfusioni:
- Omologhe: donatore diverso dal ricevente.
- Autologa: il paziente prima di un intervento chirurgico decide di raccogliere parte del proprio sangue in sedute diverse. Il sangue rimane a disposizione per essere trasfuso in un momento successivo.
Trasfusioni autologhe: non dovrebbero esserci rischi di compatibilità.
L'unico errore potrebbe essere di tipo umano, ovvero la trasfusione alla persona sbagliata. - Non c'è rischio di trasmissione di infezioni (epatiti e HIV), esclusa la contaminazione batterica. Quando si ricorre a trasfusioni? Anemie (il paziente riferisce astenia e dispnea) per mantenere il trasporto dei gas respiratori, disturbi della coagulazione, interventi, emorragie, carenze di componenti del plasma, mantenere la volemia. Il nome del donatore avrà un codice identificato e bisogna trasfondere 280±50 ml. Nella sacca è presente anche la data di scadenza. Conservazione a minimo 2°C, massimo 6°C (4°C±2). Esame: emocromo (colore del sangue, parte corpuscolata, piastrine) -> valori nelle donne 12-16, negli uomini 14-18. Tutte le sacche devono essere etichettate in conformità alle normative nazionali e internazionali, leggibili a occhio nudo e con il lettore automatico: - Contenuto della sacca - Gruppo sanguigno ABO e fattore Rh - Data di donazione edi scadenza- Numero identificativo della donazione- Nome e indirizzo della struttura di prelievo- Temperature di conservazione (solitamente dai 2 ai 6 gradi)- Eventuali altri fenotipo di gruppi ematici ricercatiEmazie concentrate: sono indicate per aumentare rapidamente l'apporto di ossigeno ai tessuti.Il valore soglia di hb che giustifica la trasfusione di globuli rossi nel pz adulto è in genere di 6-7g/dl, ad eccezione di quei casi che