Anteprima
Vedrai una selezione di 13 pagine su 57
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 1 Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 2
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 6
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 11
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 16
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 21
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 26
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 31
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 36
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 41
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 46
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 51
Anteprima di 13 pagg. su 57.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Igiene prof ssa Tesauro Pag. 56
1 su 57
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Trasmissione diretta (microrganismi labili).

Contatto diretto: infezioni veneree - gli agenti sono rapidamente inattivati dall’ambiente;

Inoculazione a seguito di aggressione di animale infetto (rabbia).

Contatto semidiretto (via aerea):

goccioline, contenenti agenti patogeni, prodotte con starnuti, fonazione, inalate

immediatamente da un soggetto recettivo presente nelle immediate vicinanze (2-3 metri nel

caso dello starnuto, 30-90 cm per tosse o fonazione).

Trasmissione indiretta (microrganismi più resistenti):

⁃ veicoli: acqua, alimenti, aria - veicolo a distanza di nuclei di gocciolina essiccate -

oggetti e substrati vari;

⁃ vettori: organismi animati;

⁃ obbligati: senza di essi non può avvenire la trasmissione della infezione (infezioni

chiuse);

⁃ meccanici: insetti che attuano il trasporto di materiale contaminato.

Modi di comparsa delle malattie infettive nella popolazione:

⁃ endemia: malattie il cui agente eziologico è stabilmente presente nel territorio e

circola nella popolazione;

⁃ sporadicità: caso che si manifesta in una popolazione in cui la malattia è assente da

tempo e che non si trasmette ad altri (malaria);

⁃ epidemia: malattia che si manifesta con un numero di casi superiore al previsto in un

certo periodo di tempo in una certa area geografica. Oppure due o più casi di malattia

tra loro collegati;

⁃ caso indice: primo caso di malattia che introduce il contagio (famiglia, scuola);

⁃ pandemia: quando la diffusione epidemica va oltre i confini di un paese e dilaga

attraverso i continenti. Appunti di Igiene, 10/04/2015

Epidemia: malattia che si manifesta con un numero di casi superiore al previsto in un certo

periodo di tempo in una certa area geografica.

Caso indice: primo caso di malattia che introduce il contagio.

Obiettivi dell’indagine di epidemia:

⁃ interrompere l’epidemia;

⁃ prevenire epidemie future;

⁃ aumentare le attività di sorveglianza a livello locale;

⁃ aumentare le conoscenze scientifiche di una malattia;

⁃ eseguire attività di formazione.

Misure di controllo immediate:

⁃ profilassi;

⁃ isolamento (separazione del soggetto da tutte le altre persone ad eccezione del

personale sanitario);

⁃ contumacia (obbligo di permanere in un dato luogo —> ospedale, proprio domicilio,

osservando le prescrizioni igienico-sanitarie imposte imposte);

⁃ misure igieniche;

⁃ informazione del pubblico.

I casi che vengono segnalati durante le prime fasi di un’epidemia possono non essere

rappresentativi.

E’ preferibile procedere alla:

⁃ definizione di caso;

⁃ descrizione della popolazione a rischio;

⁃ ricerca di altri casi.

La definizione di caso comprende:

⁃ tempo;

⁃ luogo;

⁃ persona;

⁃ sintomi clinici e/o risultati di laboratorio.

Esempio di definizione di caso: paziente di età superiore a 5 anni, residente nella città X, nel

mese di maggio 2014, con febbre superiore a 38 gradi e uno dei seguenti sintomi: esantema,

congiuntivite, raffreddore. Evidenza microbiologica di infezione da virus morbilloso.

Confermare la diagnosi:

⁃ rivedere le storie cliniche dei casi;

⁃ intervistare diversi casi;

⁃ discutere sui campioni biologici e sui test di laboratorio;

⁃ implementare un sistema per la diagnosi di laboratorio rapida;

⁃ confermare la diagnosi di laboratorio;

⁃ consultare gli esperti.

Ulteriori studi se:

⁃ eziologia o sorgente di infezione sconosciuta;

⁃ casi gravi;

⁃ l’epidemia non si interrompe;

⁃ pressione da parte del pubblico;

⁃ opportunità per la formazione;

⁃ interesse scientifico.

Prevenzione primaria.

Può essere definita come la promozione ed il mantenimento della salute attraverso interventi

individuali o collettivi effettuati sulla popolazione sana.

La prevenzione primaria, operando su soggetti presunti sani o comunque non malati,

persegue l’obiettivo di:

⁃ eliminare il rischio;

⁃ ridurre il rischio (al fine di impedire l’insorgenza di malattie, disabilità o handicap).

Agente causale noto:

⁃ biologico (microrganismi);

⁃ fisico (rumore, radiazioni ionizzanti);

⁃ chimico (ossicarbonismo, alcolismo).

Si ottiene un rischio pari a zero rimuovendo la causa.

Agente causale non noto —> riduzione o rimozione dei fattori di rischio.

Livello di Tipologia degli Obiettivi Effetti

Destinatari

prevenzione interventi conseguibili epidemiologici

Immissione fattori Prevenzione del

positivi di rischio di danno o

Primaria Soggetti non Riduzione

benessere suo contenimento

malati o prevalenza e

atto ad impedire

prevention of Eliminazione o

presunti sani incidenza

l’insorgenza di

occurence neutralizzazione di malattie

fattori negativi

Per una corretta programmazione di interventi di prevenzione primaria, occorre conoscere:

⁃ fattori di rischio e valori del rischio relativo (RR) e attribuibile (RA);

⁃ popolazione a rischio su cui effettuare l’intervento preventivo;

⁃ metodi ed interventi idonei a rimuovere i fattori di rischio e a stimarne l’efficacia ed il

grado di accettazione da parte della popolazione;

⁃ analisi costi/benefici e costi/vantaggi.

Appunti di Igiene, 14/04/2015

Storia naturale e prevenzione delle malattie cronico-degenerative.

Fase libera - fase di latenza - fase pre-clinica - malattia clinica - cronicizzazione - morte.

La fase libera e la fase di latenza sono proprie della prevenzione primaria, la fase pre-clinica

appartiene alla prevenzione secondaria, la malattia clinica e la cronicizzazione appartengono

alla prevenzione terziaria.

Nelle malattie infettive è molto difficile riconoscere una fase pre-clinica.

L’obiettivo della prevenzione secondaria è la scoperta e la guarigione di casi asintomatici.

Questo comporta una riduzione della mortalità: riduzione della prevalenza nelle malattie a

rapida guarigione se diagnosticate tempestivamente. La prevenzione secondaria non riduce

l’incidenza perché non rimuove le cause della malattia.

La prevenzione secondaria è un atto di natura clinico-diagnostico e trova essenzialmente

possibilità di utilizzo solo per le malattie croniche. Consiste nell’identificazione precoce delle

malattie o delle condizioni di rischio (precancerose, ipercolesterolemia) seguita

dall’immediato intervento terapeutico per interrompere o comunque rallentarne il decorso.

Lo screening viene ad essere utilizzato per alcune patologie, prevalentemente cancerose (pap

test, mammografia).

La prevenzione secondaria è destinata a malati sconosciuti, prevede una diagnosi precoce e

un adeguato trattamento di malattie in stadio proclitico e asintomatico, i suoi obiettivi

conseguibili sono la guarigione della malattia e/o la diminuzione della mortalità.

In un test di screening abbiamo una popolazione di soggetti che sono o sani (bianchi) o malati

(neri) o sani ma positivi al test (bianchi/neri). Il gruppo di riferimento va scelto ovviamente in

base al tipo di test che c’è da eseguire.

Caratteristiche di un test di screening:

⁃ aumento significativo della durata e qualità della vita;

⁃ sensibilità, specificità, valori predittivi del test;

⁃ disponibilità di mezzi diagnostici per esaminare i positivi al test;

⁃ problemi psicologici legati alle false positività;

⁃ costo del test, personale, conferma diagnostica;

⁃ modalità e tecniche di esecuzione del test;

⁃ invasività e dannosità del test.

Efficacia di un test di screening.

L’efficacia di un test si valuta attraverso:

⁃ sensibilità;

⁃ specificità;

⁃ valore predittivo.

Ambiti di applicazione del test di screening:

a) malattia in corso nella fase iniziale: l’intervento precoce porta miglioramento della

prognosi (tumore colon retto, diabete) o guarigione (cancro mammella in fase iniziale,

cancro cervice uterina);

b) condizione predisponente per lo sviluppo di una malattia (displasia grave del collo

dell’utero, poliposi del colon, ipercolesterolemia);

c) per ricerca: per valutare la diffusione di un fenomeno, quando non è possibile

sottoporre la popolazione ad esempi diagnostici veri e propri;

Le campagne di screening potranno quindi essere: di massa, mirata, multipla (applicazione

simultanea di due o più test di screening indipendenti tra loro, alla stessa popolazione e nella

stessa occasione), multifasica (applicazione, in tempi successivi, di test di screening a diversa

sensibilità e specificità, su gruppi sempre più selezionati costituiti dai positivi ai test

precedenti).

Solo poche malattie sono suscettibili di prevenzione secondaria:

⁃ fase preclinica sufficientemente lunga per la loro individuazione;

⁃ esistenza di test di screening accettati dalla popolazione;

⁃ intervento terapeutico preclinico efficace;

⁃ intervento terapeutico post-sintomatologico inefficace;

⁃ la malattie deve essere di prevalenza abbastanza alta.

Condizioni patologiche suscettibili di prevenzione secondaria:

⁃ carcinoma della cervice uterina: striscio cervicale, ogni 3-5 anni;

⁃ carcinoma grosso intestino: ricerca sangue occulto nelle feci, dopo i 50 anni, ogni

anno;

⁃ carcinoma della mammella: mammografia annuale nelle donne 50-69 anni;

⁃ ipertensione: controllo dei valori pretori ogni 5 anni a partire dai 16 anni;

⁃ in epoca prenatale: riduzione della mortalità perinatale mediante controlli ostetrici

periodici in gravidanza;

⁃ subito dopo la nascita: screening della fenilchetonuria, dell’ipotiroidismo congenito.

Tumore della mammella:

il test impiegato per lo screening del tumore della mammella è la mammografia, ovvero una

radiografia delle mammelle. L’esame si esegue appoggiando le mammella una per volta su un

piano, dove vengono leggermente compresse e radiografate in senso orizzontale e in senso

verticale. L’esame di solito non è doloroso e non è associato ad alcun rischio per la salute,

dato che le dosi di radiazioni emesse sono molto basse. In Italia, i programmi di screening

mammografia, attivati o in via di attuazione in gran parte delle regioni, prevedono

l’esecuzione di una mammografia ogni due anni per le donne tra i 50 anni e i 69 anni.

Tumore delle cervice uterina:

il test impiegato per lo screening del tumore della cervice uterina è il pap test. Consiste in un

prelievo, tramite una spatola e uno spazzolino, di alcune cellule di sfaldamento dal collo

dell’utero.

Tumore del colon retto:

per lo screening del tumore del colon rotto sono impiegati due tipi di test: la ricerca del

sangue occulto nelle feci e la rettosigmoidoscopia. La ricerca del sangue occulto permette di

individuare l’eventuale presenza nelle feci di sangue invisibile a occhio nudi, oppure nascosto

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
57 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher m.caneva di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia e igiene e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Tesauro Maria.