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SUDDIVISIONE DELLE FORME FARMACEUTICHE PER LA VIA DI
SOMMINISTRAZIONE (NON ORALE)
▪ cutanea: la cute è composta da una serie di strati di cellule differenziate in
maniera diversa. Lo strato corneo è il più esterno dell'epidermide, è molto
sottile e composto di cellule morte ricche di cheratina. Il derma è molto più
spesso, qui arrivano i vasi sanguigni e nascono tutti gli annessi. Sullo strato
corneo non si deve applicare nessuna forma farmaceutica perché è composto da
cellule morte, al massimo si spalmano idratanti, solari...cioè sostanze che
devono rimanere in superficie e che non hanno un attivo vero e proprio. Nella
parte inferiore dell'epidermide si iniziano invece a mettere pa come antibiotici,
antifungini, antiinfiammatori, antiistaminici... Quando si arriva al derma, poiché questo è molto
vascolarizzato, non si agisce più sulla pelle (o non solo), ma si agisce a livello sistemico. L'ideale
sarebbe rimanere nell'epidermide inferiore, ma in genere se si supera lo strato corneo una
percentuale di farmaco arriva anche nel derma.
Ci sono diverse forme farmaceutiche ad applicazione cutanea, classificate in base alla consistenza:
solide (polveri aspersorie e matite cutanee); liquide (soluzioni, sospensioni ed emulsioni, che
possono essere lozioni, spray, shampoo, lacche ungueali); semisolide (pomate, che comprendono
unguenti, creme, geli e paste; cataplasmi e impiastri medicati).
Le polveri per applicazione cutanea, come riporta la FU, devono soddisfare diversi requisiti:
avere una finezza adeguata e assenza di aggregati per non essere abrasivi; avere una certa adesività
sulla pelle per non volare via ed esplicare l'azione sulla cute; avere una buona scorrevolezza che
faciliti l'applicazione e la fuoriuscita dal tubetto.
Tutti i prodotti ad applicazione cutanea hanno una loro carica microbica, cioè hanno dei
microorganismi (che ovviamente non devono essere patogeni e non devono essere in quantità
pericolose) all'interno, ma nel caso di applicazione su grandi ferite aperte e cute molto lesa, è
previsto dalla FU che le preparazioni dermatologiche siano sterili.
Come tutte le forme farmaceutiche devono soddisfare diversi saggi:
• finezza determinata per setacciatura o altro metodo appropriato
• uniformità delle unità di dosaggio (sono esentate le droghe vegetali polverizzate)
• uniformità di contenuto si fa se la polvere a dose unica contiene meno di 2mg di pa o
meno del 2% di pa sulla massa totale
• uniformità di massa non è richiesto se per tutti i pa è richiesta l'uniformità di contenuto
• sterilità si effettua solo qualora sia richiesta e la condizione di sterilità deve essere riportata
in etichetta.
Le preparazioni liquide possono essere di diversa viscosità ma comunque devono essere versabili.
Possono essere soluzioni, sospensioni o emulsioni di uno o più pa e possono essere addizionate con
eccipienti come stabilizzanti, emulsionanti ecc. Come le polveri cutanee, se si applicano su ferite
aperte devono essere sterili e dunque soddisfare al saggio di sterilità.
Queste formulazioni comprendono shampoo e schiume cutanee. Gli shampoo sono destinati
all'applicazione sul cuoio capelluto e successivo risciacquo con acqua. Se agitati con acqua
generalmente producono schiuma e normalmente contengono tensioattivi. La schiuma dal punto di
vista formulativo è una soluzione liquida con un tensioattivo; perché diventi una schiuma la
soluzione deve essere erogata attraverso una valvola apposita in modo che la soluzione si disponga
a film intorno a delle particelle di aria formando la schiuma. NB anch'esse se applicate su cute lesa
devono essere sterili.
Le preparazioni semisolide sono preparazioni liquide addizionate con eccipienti, che devono avere
determinate caratteristiche: una consistenza adeguata, buona tollerabilità e assenza di potere
allergizzante, capacità di favorire la penetrazione del pa, buona conservabilità e stabilità, facilmente
lavabile o asportabile dalla cute e, se richiesto, essere sterilizzabili.
Ci sono eccipienti lipofili, che non si mescolano con acqua, non la incorporano o al massimo solo
frazioni piccolissime, si miscelano con gli oli e sono asportabili con i tensioattivi. Essi
comprendono idrocarburi, che possono essere liquidi (paraffina), semisolidi (vaselina) o solidi
(paraffina solida) e possono essere miscelati per ottenere consistenze diverse; gliceridi, anch'essi
liquidi (oli vegetali), semisolidi (grassi di tipo animale o vegetale) o solidi (mono-, di-, tri-gliceridi);
esteri di acidi grassi; alcoli grassi (alcool cetilstearilico, cetilico, stearico...); cere (d'api, carnauba,
candelilla...); siliconi. E ci sono eccipienti idrofili, lavabili con acqua e miscelabili con essa. Essi
comprendono polialcoli (glicerina) non molto usati perché sono liquidi, quindi non mi aiutano ad
ottenere la consistenza semisolida e idrocolloidi che aumentano la viscosità dell'acqua e quindi
portano facilmente alla formazione di un prodotto semisolido. Possono essere naturali (gomme,
amido, gelatina...), semisintetici (derivati della cellulosa), sintetici (carbossipolimetilene...).
Fra quelli lipofili e quelli idrofili c'è una categoria di mezzo che comprende quegli eccipienti lipofili
in grado di incorporare acqua/liquidi idrofili rimanendo stabili. Uno di questi è la lanolina, una
sostanza semisolida cerosa, giallo pallido, con odore caratteristico, ottenuta dal lavaggio della lana
di pecora con solventi organici. Si tratta di una miscela di idrocarburi, acidi grassi e alcooli liberi ed
esteri di acidi grassi (per es steroli). L'insieme di questo sostanze, con attività tensioattiva,
conferisce alla lanolina la capacità di incorporare stabilmente acqua (formando un'emulsione A/O) e
questo permette un aumento consistente di viscosità. Dalla lanolina, per idrolisi, separazione e
purificazione della frazione ad attività tensioattiva, si ottengono gli alcoli della lanolina, che hanno
una migliore consistenza, purezza, conservabilità e potere emulsionante.
I polietilenglicoli sono derivati di policondensasione dell'ossido di etilene. Possono essere solidi o
liquidi in rapporto con il peso molecolare. In FU sono riportati come Macrogol e sono igroscopici.
Sono miscelabili e solubili in acqua e in alcool ma insolubili negli oli.
Questa classe di preparazioni contiene diverse sottoclassi:
UNGUENTI: prodotti con un veicolo a fase unica (non sono sospensioni o emulsioni) dove viene
dispersa una sostanza liquida o solida che è l'attivo. Possono essere idrofobi, cioè che incorporano
solo piccolissime quantità di acqua o non ne incorporano affatto→sono preparati a base di grassi,
oli, paraffine o siliconi; idrofili, cioè che presentano basi miscibili con acqua, non sono untuosi né
occlusivi→sono preparati a base di polietilenglicoli liquidi e solidi; assorbenti acqua, cioè che
incorporano importanti quantità di acqua ma non necessariamente sono idrofili→preparati a base di
lanolina o suoi alcoli, vaselina idrofila ecc.
CREME: sono preparazioni bifasiche, sistemi dispersi in cui due fasi immiscibili vengono disperse
l'una nell'altra per mezzo di tensioattivi. Comprendono emulsioni A/O (creme idrofobe), emulsioni
O/A (creme idrofile) ed emulsioni doppie A/O/A o O/A/O poco utilizzate in tecnologia farmaceutica
perché costose. NB devono essere addizionate di conservanti sia per la fase acquosa sia per quella
oleosa, perché essendo a stretto contatto con quella acquosa è facilmente inquinabile.
GELI: sistemi semisolidi costituiti da una massa condensata che racchiude un liquido. Sono
considerati a fase unica perché non c'è un preciso confine tra le macromolecole disperse e il liquido.
Questi comprendono gli idrogeli, che contengono acqua e devono essere addizionati di conservanti
e gli organogeli, che contengono liquidi organici lipofili e non hanno bisogno di conservanti.
Fenomeno di swelling: assorbimento di liquido con aumento di volume; imbibizione: assorbimento
di liquido senza notevole aumento di volume (vedi lezione 9 - xerogeli, sineresi).
PASTE: prodotti con una fase unica come veicolo di pa. Hanno un'alta percentuale di polveri
dispersa in eccipiente idrofilo o lipofilo che gli conferisce proprietà di protezione, infatti si usano
principalmente come protettivo meccanico.
CATAPLASMI: consistono in una base idrofila, che trattiene il calore, in cui sono dipersi principi
attivi solidi o liquidi. Sono usualmente spalmati in strato spesso su una tela adatta e scaldati prima
dell'applicazione sulla pelle, per evitare l'ustione si splama un olio sulla parte da trattare che funge
da barriera.
IMPIASTRI MEDICATI: sono preparazioni flessibili che contengono uno o più pa, sono destinati
ad essere applicati sulla pelle, ma a differenza dei precedenti non sono caldi, quindi non sono
irritanti sulla pelle e hanno bisogno di uno strato adesivo per aderire perfettamente e rimanere sulla
cute anche per diversi giorni (invece i cataplasmi si tolgono subito). La corrispondente forma
moderna sono i cerotti medicati.
Le forme farmaceutiche ad uso cutaneo occludenti (unguenti, paste, creme idrofobe, impiastri
medicati) non sono facilmente lavabili, fungono da protettivi e idratanti e quindi consentono una
maggiore penetrazione del pa.
Come si preparano queste formulazioni? A livello industriale si utilizzano i turboemulsori,
macchinari che frammentano il materiale e dunque favoriscono l'emulsione. Una volta preparata
l'emulsione questa deve essere migliorata, raffinata, per mezzo di una raffinatrice tricilindrica: è
composta da 3 cilindri allineati, di cui i primi due ruotano in un senso e il terso in quello opposto. Il
materiale passa fra i cilindri 1 e 2 dove viene raffinato (si eliminano eventuali globuli e bolle d'aria)
e, poiché è molto appiccicoso, rimane aderito al cilindro 2 che a sua volta lo trasferisce sul cilindro
3 da cui viene recuperato.
POMATE: devono sottostare a numerosi saggi: sterilità (se richiesto); uniformità delle unità di
dosaggio; dimensione delle particelle; aspetto, colore e odore; perdita di acqua e altri componenti
volatili; viscosità; sensazione sulla pelle (untuosità: richiede un tecnico che la testi e consistenza: è
importante perché è ciò che rende più o meno facile l'applicazione, si fa con il penetrometro); pH;
tipo di emulsione; capacità di spandimento (si fa con l'estensometro, costituito da due lastre di vetro
con cerchi concentrici, si mette la pomata al centro della prima lastra e la seconda sopra, si
schiaccia e si verifica l'espansione della pomata).
Esistono diverse vie di penetrazione attraverso la cute: il pa può usare la via transepidermica, che
pu