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Il cavallo

Nel 2019 è uscito un articolo in cui si è stabilito che i Cambaytherium (65-55 milioni di anni fa), animali che sembrano più ad un tapiro che ad un cavallo, rappresentano l'ultimo antenato comune di Anthracobinidae (estinti) e Perissodattili, per cui non sono il progenitore diretto di tutti i perissodattili bensì un modello da cui sono derivati.

Rispetto al cavallo questo animale era piccolissimo, aveva il garrese bassissimo, la groppa abbassata, e in particolare aveva le cinque dita che poggiavano per terra e presentavano dei cuscinetti plantari.

In seguito l'evoluzione del cavallo l'ha portato a risollevare la groppa, ad alzarsi tanto e a cambiare la testa, che si è allungata con il Miohippus, i cui fossili sono stati ritrovati esclusivamente in Nord America.

Dal Nord America, attraverso la Beringia (dove i continenti si toccavano), questo si sposta e si sviluppa in Asia, mentre scompare in Nord America.

Quindi fino a qualche anno fa...

si sapeva che il cavallo avesse origine in Asia, ma in realtà tantissimi soggetti vivevano al contempo in America, dove per qualche motivo ancora sconosciuto si sono estinti. 51 di 111 il Merychippus è il progenitore più vicino del cavallo, il quale risulta essere più alzato, avere una testa più lunga e un collo potente, la quinta ossa del dito diventa un vestigiale, il quarto e il secondo collassano sopra al terzo dito e non toccano per niente terra (rispetto al Miohippus in cui né il quarto né il secondo dito toccavano più per terra ma erano ancora lunghi), scompaiono i cuscinetti e si forma il vero e proprio zoccolo. Quindi arriviamo a 5 milioni di anni fa in cui abbiamo tutta una serie di ramificazioni, ma ciò che ci è rimasto è ben poco di tutte queste specie che si sono separate tra loro seppur sappiamo della comparsa di una forma primitiva di cavallo. Successivamente a questo periodo, si è giunti alPrzewalski (4,5 milioni di anni fa) che ha lo zoccolo e solo il terzo dito che appoggia, dovediventano veramente vestigiali anche il secondo e quarto dito.Dei perissodattili abbiamo solo tre famiglie che sopravvivono (equidi, tapiri), di cui una non c'èuna consistenza molto elevata per cui molto al limite (rinoceronte).I caratteri distintivi di questi equidi sono:
  • Dito medio preminente sulle altre dita
  • Canini assenti (dove ci dovrebbero essere i canini c'è una barra d'osso senza denti)
  • Clavicola assente
  • Stomaco semplice (no ruminanti perché monogastrici anche se erbivori)
  • Cistifellea assente
Tra gli equidi sono rimasti la zebra, l'asino e i cavalli. SENSI DEL CAVALLO VISTA- come in molti animali predati, gli occhi del cavallo sono posti lateralmente sulla testa,consentendo un ampio campo di visione, di circa 350°, per poter sorvegliare una vasta areadell'ambiente circostante. Questo aspetto vantaggiosolimita però l'area in cui la visione dei due occhi si sovrappone, che dà la profondità di campo e quindi la percezione esatta della distanza di un oggetto. In questo campo visivo formidabilmente ampio esistono tuttavia delle aree dette cieche, non visibili dall'occhio del cavallo a meno che non sposti il corpo o la testa. Una di queste, l'area cieca frontale, è posta anteriormente ed è dovuta al fatto che il ligino naso si posiziona proprio in mezzo ai due occhi impedendo la visione di una piccola porzione dello spazio anteriore. Questa area cieca è maggiore se il cavallo ha la testa chinata mentre diminuisce se alza la testa. L'altra zona cieca, quella posteriore, è dovuta alla groppa se il cavallo tiene la coda alta o alle zampe se invece la tiene abbassata ed è comunque influenzata anche essa da come il cavallo porta la testa: un leggero spostamento laterale rende possibile la visualizzazione dello spazio dietro.di lui. Nell'occhio del cavallo i bastoncelli (fotorecettori molto efficaci nel percepire il movimento quando il livello di luminosità è molto basso) sono prevalenti: quindi la vista in condizioni di luce scarsa è migliore rispetto a quella dell'uomo; è inoltre ulteriormente acuita dalla presenza del tapetum lucidum, costituito da cellule in grado di riflettere la luce all'interno dell'occhio. Il cavallo non ama la luce forte, tanto che ha delle strutture che partono dall'iride (corpora nigra) che gli fanno da tettoglia per proteggere la pupilla (rettangolare) dall'ingresso di luce eccessiva. Nell'occhio del cavallo sono comunque presenti i coni, anche se in numero inferiore rispetto ai bastoncelli, che permettono la distinzione dei colori. Il cavallo ha una visione dicromatica: i cavalli non percepiscono tutta la gamma di colori visibili dall'uomo, essi ad esempio non sono in grado di distinguere il colore verde dal

OLFATTO- l'olfatto per il cavallo è un senso molto importante, basta pensare al fatto che il riconoscimento fra cavalli è proprio basato sull'ispezione olfattiva. Inoltre, attraverso l'olfatto, il cavallo è in grado di recepire una grande quantità di messaggi chimici. Da un punto di vista anatomico, possiamo dire che la mucosa con le cellule ricettive è molto estesa così come l'area del cervello deputata all'elaborazione dell'olfatto. Inoltre, la percezione olfattiva è incrementata dalla presenza di un organo olfattivo accessorio, l'organo di Jacobson, costituito da due tubuli a fondo cieco situati ai lati del setto nasale, comunicanti con la cavità nasale tramite il dotto naso-palatino. Il cavallo mette in funzione questo apparato tramite il FLEHEMN, atteggiamento che consiste nell'estendere la testa sul collo, nell'arricciare il labbro superiore fino a chiudere le narici.

Tale organo è deputato ad analizzare perlopiù i ferormoni rilasciati dai conspecifici. L'emissione dei segnali olfattivi è estremamente importante anche per il rapporto uomo-cavallo: in situazioni che generano paura, sia gli uomini che gli animali emettono sostanze che rappresentano die segnali di pericolo per coloro che sono in grado di percepirli: è per questo che spesso un cavallo si metta in allarme in presenza di una persona che ha paura di lui. UDITO- nel cavallo l'udito è ben sviluppato: la percezione del suono del cavallo infatti è compresa fra i 60 Hz e i 33,5 KHz: questi animali possono quindi percepire suoni ad alta frequenza che l'uomo non è in grado di sentire mentre l'udito è limitato nelle basse frequenze. Il cavallo è comunque in grado di "sentire" suoni alla messa frequenze grazie agli zoccoli e alle vibrisse, che gli permettono di percepire le vibrazioni. Le orecchie, oltre a

percepire i segnali uditivi, sono anche in grado di trasmettere segnali visivi: possono infatti ruotar indipendentemente di 180°, indicando le aree di interesse del cavallo oppure possono essere appiattite sulla testa per proteggersi da un rumore troppo forte.

TATTO- anche la percezione tattile è molto sviluppata nel cavallo, basti pensare che il cavallo è in grado di percepire quando un insetto si posa sulla sua pelle ed è in grado di scacciarli attraverso i numerosi muscoli pellicciali. Relativamente alla sensibilità cutanea: i proprietari comprano frustini e speroni non considerando che il cavallo sente una mosca (il cavallo che deve andare avanti va perché gli si danno delle indicazioni efficaci non perché lo si frusta). Diciamo che la concentrazione maggiore dei recettori tattili si trova a livello della testa, soprattutto degli occhi, delle labbra e delle narici. Inoltre il cavallo è dotato delle vibrisse sul muso e attorno agli occhi.

speciali peli dotati di notevoli capacità sensoriali che servono soprattutto all’esplorazione dell’ambiente esterno. Proprio per la loro importanza, in molti paesi la legge impedisce di tagliarle per fini estetici. La sensibilità del cavallo riguarda anche la sensibilità dolorifica, per cui se si vuole cavalcarlo si deve avere rispetto per quelle zone sulle quali si pesa di più e sulle quali si può creare dei danni, non solo come cavaliere in quanto si sale sul cavallo ma anche perché si tirano le redini in un certo modo, o perché i finimenti (accessori indossati dai cavalli durante il loro uso come animali domestici: sella, staffe, redini, morso) sono sporchi e vanno a comprimere determinate regioni. Si considerino alcuni tipi di finimento che vanno a finire su una zona in cui la pelle è molto sottile e i nervi sono superficiali, quindi molto sensibile proprio perché la pelle è delicata. La capezza etologica.

(capezza parelli) è detta così perché è fatta di corda, per cui non dovrebbe fare male come quella di cuoio; ma quest'ultima, se il cuoio è morbido, gli fa meno male di qualcosa che ha dei nodi.

GUSTO- infine anche il gusto è parecchio sviluppato in quanto il cavallo deve fare affidamento su di esso per non ingerire alimenti dannosi non avendo la possibilità di vomitare per la conformazione della faringe e il grande sviluppo dell' velo palatino. Come avviene per l'uomo sembra che pure il cavallo percepisca i quattro gusti fondamentali: acido, amaro, salato e dolce.

La prima cosa che mi viene in mente pensando ai cavalli, è la loro condizione di schiavitù. Il cavallo può essere infatti considerato un vero e proprio schiavo moderno senza diritti ma con solo doveri. I cavalli negli allevamenti vengono privati della loro libertà di movimento, basti pensare che già solo il termine per

indicare il luogo in cui passano gran parte della loro vita è BOX, letteralmente scatola, un luogo troppo angusto sia per soddisfare la sua necessità di attività motoria, sia per poter esprimere quello che è il loro comportamento sociale. Purtroppo però pensare al cavallo dentro a un box in cui deve bere, mangiare, defecare, urinare, dormire è la normalità mentre è impensabile pensare a un gatto rinchiuso nel suo trasportino h24. Non solo viene maltrattato in questo senso, ma viene loro richiesto anche di lavorare. Il cavallo è usato come un vero e proprio strumento. Basti pensare a tutti i maneggi che permettono di fare gite a cavallo senza richiedere nemmeno un minimo di competenza da parte di coloro che saliranno sul cavallo. Mi viene difficile pensare che gli stessi che affittano i propri cavalli, siano disposti ad affittare la propria macchina a chi non ne ha mai guidata una o addirittura a chi non ha neanche la patente. Datohe viene utilizzato, è importante che venga allenato regolarmente. L'allenamento aiuta il cavallo a mantenere la sua forma fisica e a sviluppare la forza e la resistenza necessarie per svolgere il suo lavoro. Durante l'allenamento, è fondamentale prestare attenzione alla corretta postura e all'equilibrio del cavallo. Questo può essere ottenuto attraverso esercizi specifici che mirano a rafforzare i muscoli del cavallo e a migliorare la sua flessibilità. Inoltre, è importante tenere in considerazione la salute del cavallo durante l'allenamento. Assicurarsi che il cavallo sia in buona salute e libero da lesioni prima di iniziare l'allenamento è essenziale per evitare ulteriori danni. Infine, è importante ricordare che l'allenamento del cavallo non si limita solo all'aspetto fisico. Anche la mente del cavallo deve essere allenata e stimolata. L'uso di giochi e attività che coinvolgono il cavallo mentalmente può aiutare a mantenere il suo interesse e a migliorare la sua concentrazione. In conclusione, l'allenamento regolare e adeguato è essenziale per mantenere il cavallo in buona forma fisica e mentale. Prestare attenzione alla postura, all'equilibrio e alla salute del cavallo durante l'allenamento è fondamentale per evitare danni e per garantire il benessere del cavallo.
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A.A. 2020-2021
111 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/05 Zoologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher unite.appunti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Etologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Lucidi Pia.