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ARGOMENTI TRATTATI
Marker di danno cardiaco (CPK e dosaggio, LDH,
• Troponine, Mioglobina)
Determinazione tempistica infarto
• Transaminasi (ALT/AST) e indice di De Ritis
• Gamma-glutamil-transpeptidasi
• Colinesterasi
• Fosfatasi
• Enzimi Pancreatici (Lipasi e Amilasi)
•
INTRODUZIONE ALL’ENZIMOLOGIA CLINICA
Gli enzimi presenti nel plasma vengono distinti in 2 categorie
Enzimi plasma-specifici
Enzimi non plasma-specifici
Gli enzimi plasma-specifici sono così chiamati poiché svolgono la loro
funzione nel plasma (es: enzimi della coagulazione, colinesterasi)
Gli enzimi non plasma-specifici non esercitano nel plasma alcuna
funzione e si possono ritrovare in seguito a secrezione, metabolismo
cellulare o in seguito a danno cellulare.
Quando le strutture cellulari vengono danneggiate gli enzimi cellulari
fuoriescono e si riversano nel circolo sanguigno, per questo motivo sono
indice di danno cellulare. Nelle prime fasi del danno cellulare si ha la
fuoriuscita di ioni, successivamente metaboliti e dopo diverse ore gli
enzimi.
3 MARKER DI DANNO CARDIACO
I marcatori oggi più frequentemente utilizzati sono CK-MB
(creatinfosfochinasi), treponina e lattico deidrogenasi.
CK O CPK
È un enzima che catalizza la reazione di trasferimento di un gruppo
fosfato alla creatina dall’ATP, formando fosfocreatina + ADP + H+ con
rilascio di energia. Catalizza anche la reazione inversa.
È riscontrabile in quei distretti in cui è necessario l’apporto di energia:
muscolo scheletrico e muscolo cardiaco.
È un enzima dimerico, formato da due catene M o B.
La CK-MM è prevalentemente muscolare
La CK-MB è prevalentemente cardiaca
La CK-BB è cerebrale, non supera la barriera e.e. quindi non lo si ritrova
nel siero, se non in alcune determinate condizioni patologiche.
I valori di riferimento per le CK totali variano da.:
55-170 U/L per gli uomini
30-135 U/L per le donne
CK.MB < 25 U/L
Livelli percentuali normali nel siero:
CK-BB 0% CK-MB <5% CK-MM 90-100%
L’aumento dei livelli sierici si può avere anche a causa di un prolungato
sforzo muscolare, a causa di danno muscolare, traumi o danno cardiaco
(come l’infarto del miocardio).
Le CPK hanno lunga emivita plasmatica 36/72 h
Evitare dosaggi a meno di 48h di un esercizio fisico vigoroso.
Se il livelli sierici di CK-MB superano il 5% vi è il sospetto di danno
cardiaco, specie se il rapporto tra lattato deidrogenasi ed isoenzima è > 1
(LD invertita)
4 Dopo un infarto CK-MB può essere rilevato già dopo 3 ore dall’inizio
della necrosi. Il picco massimo si ha tra le 18 e le 24h successive
all’infarto. Si normalizza nel giro di 36/72 ore.
La sensibilità diagnostica è bassa se il dosaggio viene fatto prima di 3 ore
dall’inizio della sintomatologia anginosa, ma aumenta con il trascorrere
del tempo.
Può essere usato per valutare il danno da riperfusione dopo trombolisi.
I fattori che possono determinare un aumento del livello di CPK totale
sono: farmaci come Anfotericina B, lidocaina e droghe come
amfetamine, etanolo, eroina.
METODO DI DOSAGGIO CPK
• Test ottico, metodo indiretto
È un test spettrometrico, si misura la quantità di luce polarizzata
assorbita.
Il NAD assorbe 340 nanometri, il NAD ridotto ne assorbe una quantità
inferiore e lo spettrometro rileva più luce.
Si utilizza una provetta all’interno della quale viene introdotto ADP,
creatina, glucosio, NAD, enzima G6PDH e il siero contenente CPK che
sarà il fattore limitante.
Finchè sarà disponibile CPK per la reazione si formerà ATP, ATP +
glucosio formerà glucosio-6-P + ADP che verrà convertito in 6-P-
gluconato con riduzione del NAD a NADH. Esaurito il CK la reazione si
ferma.
Attraverso la quantità di luce polarizzata rilevata si dosa il NAD che si
riduce e quindi indirettamente si dosa anche il CPK.
• CK-Mass.
Serve per valutare il danno cardiaco, si dosa la massa tramite degli
anticorpi specifici che riconoscono e legano il dimero MB.
• Immunoinibizione
Si usa un anticorpo che si lega con la subunità M del CK-MB e di
conseguenza inibisce anche il CK-MM muscolare.
Quindi nel siero verrà misurata solo l’attività enzimatica della subunità
B.
Moltiplicando per due si ottiene l’attività totale della CK-MB nel siero.
5 TROPONINE
Sono un complesso di proteine dell’apparato contrattile del muscolo
striato, regolano l’interazione calcio mediata dall’actina con la miosina,
Esistono 3 isoforme con subunità differenti.
TnT; isoforma strutturale, adesa alla tropomiosina
TnC: isoforma sensibile al calcio
TnI: isoforma con attività inibitrice
La struttura delle troponine cardiache e muscolari è diversa, per questo
motivo è possibile distinguerle tramite l’impiego di anticorpi
monoclonali, quindi ci danno la certezza di danno cardiaco,
Specificità 96-98%
Rispetto agli enzimi le troponine sono molto più precoci.
MIOGLOBINA
È un marker ancor più precoce delle troponine in virtù del loro
bassissimo peso molecolare. La si ritrova in circolo anche in seguito a
lievi danni muscolari.
Non è possibile differenziare la mioglobina muscolare scheletrica da
quella cardiaca.
L’insieme dei test per la mioglobina, troponina e CK-Mass serve per
avere la certezza di un infarto. Se tutti e 3 i valori sono alterati il
soggetto viene trattato vome un infartuato anche in caso di
ECG negativo. Nel caso di un sospetto infarto si dosano i 3
enzimi, se i valori sono normali si ridosano dopo 3 ore, se sono
ancora bassi si ridosano dopo altre 3 ore. Si fanno 3 dosaggi.
6 LATTICO DEIDROGENASI (LDH)
Catalizza la reazione tra acido piruvico e acido lattico, quindi lo
ritroviamo in tutti i tessuti, in quanto è un enzima fondamentale per la
glicolisi.
Possiede una struttura tetramerica costituita da 4 catene peptidiche di 2
tipi: H (heart) e M (muscle).
Nel sangue e nei tessuti sono presenti 5 isoenzimi che in genere vengono
rilevati tramite elettroforesi:
LDH1 (H4) 31%
LDH2 (H3M) 36%
LDH3 (H2M2) 28%
LDH4 (HM3) 4%
LDH5 (M4) 1%
In condizioni fisiologiche prevale LDH2
In caso di infarto abbiamo un aumento di tutte le isoforme poiché tutte
sono presenti nel cuore, ma l’aumento sarà prevalente per l’isoforma
LDH1 in quanto è la forma maggiormente presente nelle cellule
cardiache.
Quindi avremo LDH1>LDH2
Questo fenomeno viene detto “flip infartuale”, in quanto patognomonico
dell’infarto.
[aumentati valori di LDH5 sono indice di epatopatia, aumentati valori di
LDH2, LDH3, LDH4 sono indice di neoplasie maligne e metastatiche.]
I valori di riferimento sono:
LDH tot sierica 313-618 U/L
L’isoenzima cardiaco è facilmente riconoscibile perché è in grado di
catalizzare la reazione/trasformazione dell’α-idrossibutirrato in α-
chetobutirrato.
Se il rapporto tra LDH1/LDHtot > 0.75 → infarto
Se il rapporto tra LDH1/LDHtot < 0.75 → miopatie o epatopatie
LDH viene utilizzato per le diagnosi tardive, in quanto i valori
aumentano più tardivamente (24-72h) e raggiungono i valori massimi
entro 3-4 giorni.
Ritornano normali nell’arco di qualche settimana.
7 DETERMINAZIONE TEMPISTICA INFARTO
Si dosano CK-MB, LDH1, GOT
Se CK-MB elevata, LDH1 normali o leggermente aumentate, GOT basse
→ infarto entro le 24h
Se LDH1 elevatissimo, CK-MB basse e GOT basse → infarto dopo 96h
Se LDH1 elevatissimo, CK-MB basso e GOT normali → infarto dopo
160-180h
TRANSAMINASI
Sono enzimi ubiquitari, particolarmente abbondanti nel fegato e nel
muscolo striato.
Catalizzano le reazioni di transaminazione, cioè il trasferimento di un
gruppo aminico da un aminoacido ad un chetoacido.
ALT/GPT (ALANINA AMINOTRANSFERASI)
È un enzima libero nel citoplasma cellulare
- Alta concentrazione nelle cellule epatiche
- È un indicatore di danno epatico
- Valori normali: 0 – 35 U/L
-
AST/GOT (ASPARTATO AMINOTRANSFERASI)
È presente in cellule epatiche, cardiache e nel muscolo scheletrico.
È legato ai mitocondri, quindi ha un rilascio più lento
Valori normali 0 – 35 U/L
INDICE DI DE RITIS
GOT e GPT da soli non definiscono l’organo preciso nel quale è presente
il danno, ma possiamo avvicinarci alla collocazione anatomica grazie
8 all’uso dell’Indice di De Ritis, che è il rapporto del dosaggio tra questi
due enzimi.
GOT/GPT = 1 condizioni fisiologiche
GOT/GPT < 1 danno epatico
GOT/GPT > 1 danno muscolare
Ɣ-GLUTAMIL-TRANSPEPTIDASI (Ɣ-GT) O GGT
Enzima coinvolto nel trasferimento degli amminoacidi attraverso la
membrana, è presente nel fegato, rene, pancreas, milza ed intestino.
Viene utilizzato assieme alle AST e ALT quando queste non bastano per
chiarire se il danno è epatico o cardiaco.
Oltre che nel danno epatico il suo incremento si verifica fortemente negli
alcolisti, i livelli tornano normali dopo 2-3 settimane di astensione dal
consumo di etanolo.
Può essere dosato nel sospetto di avvelenamento da farmaci o agenti
chimici.
Il GGT sierico è un indicatore di diverse epatopatie: ittero da ostruzione
delle vie biliari, metastasi epatiche
Ɣ-GT
Se alte → danno epatico
-
COLINESTERASI
Enzima implicato nell’idrolisi dell’acetilcolina
È un marker di rigenerazione epatica in quanto prodotta dagli epatociti.
Diminuisce in caso di danno epatico.
Esistono colinesteresi “vere” cioè attive enzimaticamente, e le
colinesterasi “false”, cioè non attive enzimaticamente. È importante
dosare le colinesterasi vere in pazienti che devono essere sottoposti ad
anestesia.
9 FOSFATASI
Enzimi appartenenti alle idrolasi, enzimi che catalizzano la
defosforilazione degli esteri monofosforici.
FOSFATASI ACIDA (ACP)
Enzima localizzato principalmente nei lisosomi, così chiamato in virtù
della sua attività ottimale a pH 5.
Si ritrova soprattutto nella prostata (PAP), negli eritrociti e nelle ossa.
Viene spesso utilizzato come marker per danno cellulare alla prostata.
Il livello sierico aumenta in caso di carcinoma della prostata (isoenzima
PAP), tumore osseo o se vi è emolisi (ad esempio dovuta ad un prelievo
non effettuato adeguatamente)
Se non si vuole dosare l’isoenzima PAP si usa l’acido tartarico che
inibisce questa isoforma.
Range di riferimento: fino