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Il monopolista e la sua produzione

RM=CM. Quando il ricavo marginale è superiore al costo marginale, il monopolista sarà portato a produrre una quantità in più. Se li mettiamo in un unico grafico vediamo che la quantità ottima del monopolista è minore di quella del mercato in concorrenza perfetta...se saliamo, abbiamo per il monopolista un prezzo decisamente maggiore di quello Pc. Anche qui vediamo che il monopolista, abbassando la produzione, può aumentare il prezzo. Il monopolista è indotto, dai suoi interessi, ad alzare il prezzo, però non così tanto da avere dei contraccolpi negativi dal lato vendite: sceglierà quindi la quantità Qm. Il monopolista è portato a compiere una restrizione della produzione (è portato a produrre meno di quando fatto dal mercato in concorrenza perfetta) e ad aumentare il prezzo, rispetto a quello praticato in un mercato di concorrenza.

perfetta.------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il monopolista è un agente autointeressato razionale, che decide di massimizzare il profitto: il monopolista ha interesse a ridurre la produzione, perché riducendo la quantità prodotta può venderla ad un prezzo superiore. La sua curva di domanda ha un'inclinazione negativa e quindi il monopolista può ridurre la produzione ed alzare il prezzo. Inoltre egli vanta gli extraprofitti derivati dal potere di mercato. Il comportamento del monopolista è tale che, nel mercato di quella determinata merce si produce una minore quantità che nel mercato di concorrenza perfetta, e si paga un prezzo maggiore. Dal punto di vista del benessere sociale (social welfare), ossia l'interesse sociale generale nel suo insieme (benessere generale), come viene visto il monopolio? Il comportamento del monopolista, che effetti ha sulla società? Nelil prezzo di equilibrio. Nel mercato di concorrenza perfetta, il prezzo di equilibrio si forma quando l'offerta e la domanda si incontrano, garantendo che la quantità prodotta sia massima e che il prezzo sia uguale al costo marginale di produzione. Nel caso del monopolio, invece, il monopolista ha il potere di influenzare il prezzo e la quantità prodotta. Di solito, il monopolista sceglie di produrre una quantità inferiore rispetto a quella che si avrebbe in un mercato di concorrenza perfetta, al fine di aumentare i profitti. Di conseguenza, il prezzo nel mercato del monopolio sarà maggiore rispetto al prezzo di equilibrio nel mercato di concorrenza perfetta. Dal punto di vista del benessere sociale e dell'interesse generale, la teoria economica sostiene che il prezzo nel mercato del monopolio è inefficiente rispetto al prezzo di equilibrio nel mercato di concorrenza perfetta. Questo perché nel mercato del monopolio si verifica un'allocazione inefficiente delle risorse, con una quantità prodotta inferiore rispetto a quella ottimale e un prezzo più alto. L'efficienza allocativa, una delle accezioni di efficienza in economia, si riferisce proprio alla capacità di allocare efficientemente le risorse produttive tra utilizzi alternativi. Nel caso del monopolio, l'allocazione delle risorse non è efficiente perché il monopolista non produce la quantità ottimale e il prezzo non riflette il costo marginale di produzione. In conclusione, la teoria economica sostiene che il prezzo nel mercato del monopolio è superiore al prezzo di equilibrio nel mercato di concorrenza perfetta, e che l'allocazione delle risorse nel monopolio non è efficiente dal punto di vista dell'efficienza allocativa.quella diefficienza allocativa, nel senso che la quantità che viene prodotta e consumata è coerente con un'allocazione efficiente delle risorse. Domanda d'esame: la proprietà diefficienza allocativa in un mercato di concorrenza perfetta. Prendiamo il diagramma di un mercato con curva di domanda e curva di offerta e reinterpretiamo la curva S e la curva D con un'ottica diversa dalla solita: la curva di domanda è quella del beneficio marginale per la società nel suo complesso, mentre la curva di offerta esprime il costo marginale per la società. Avere un kilo di mele in più e il suo prezzo ad esempio, rappresenteranno il beneficio marginale della società. La curva di domanda può essere interpretata come il beneficio marginale della società (marginale: quanto aumenta il beneficio della società quando i consumatori hanno a disposizione un'unità in più di bene). Dal lato dei costi della società,dobbiamo guardare la curva di offerta di mercato: questa rappresenta anche la curva dei costi marginali. In prossimità di Q1 abbiamo il costo marginale che ci dice quando costa per la società produrre quella determinata unità di merce un po' di più. La quantità che viene venduta Qc in equilibrio di mercato, rappresenta l'allocazione perfetta di mercato. Se produciamo un valore Q1 più alto di Qc, il costo marginale è molto più alto, quindi è prodotta una quantità effettivamente più alta. Per Q1, CM > BM: sono state allocate troppe risorse per produrre quella merce, c'è una allocazione eccessiva. Se prendiamo una quantità Q2 inferiore a Qc è il contrario; vuol dire che la società sta allocando troppo poche risorse per la produzione di quel bene: è conveniente aumentare la produzione fino a che si arriva a Qc perché il beneficio marginale è più alto del costo marginale.equilibrio Qc non abbiamo né una allocazione scarsa di risorse produttive, né una allocazione eccessiva di risorse produttive. È una allocazione corretta in Qc. In una economia di concorrenza perfetta, i meccanismi conducono a un livello di efficiente allocazione delle risorse. Ma se Qc garantisce l'efficienza allocativa, il Qm del monopolista è inferiore di quello Qc (infatti Qm<Qc). In Qm, sarebbe più efficiente per la società allocare più risorse e produrre di più per avviarsi verso Qc, ma qui c'è un conflitto tra l'interesse del monopolista e l'interesse della società. Con Qm si ha una riduzione di inefficienza allocativa. C'è un conflitto d'interesse tra monopolista e società: ciò che è conveniente per il monopolista non è coerente con quello della società. Domande d'esame: Perdita secca (netta) del monopolio. Si intende che la riduzione di.efficienza allocativa provocata dal monopolio per la società nel suo complesso comporta un costo superiore per la società rispetto ai vantaggi che il monopolio comporta per il monopolista. Nozione di surplus dei consumatori: è costituito dalla superficie del triangolo compreso tra un determinato livello di un prezzo e la curva di domanda di mercato. Il surplus dei consumatori: per avere a disposizione questa quantità Q1 sono disposti a pagare un prezzo p1, coerentemente con il beneficio marginale. Ma per quantità minore di Q1 sarebbero stati disposti a pagare di più (un prezzo superiore). Prendiamo la curva di domanda del mercato la curva s del monopolista che coincide con la sommatoria dei costi marginali uguali al CM delle monopolista è la curva dei ricavi marginali: se usiamo la curva S orizzontale non parliamo di surplus dell'impresa. In concorrenza perfetta il surplus dei consumatori è la superficie del triangolo ApcC. Con il mercato

monopolizzato il surplus dei consumatori si riduce al triangolo ApmM.Il surplus dei consumatori in seguito alla monopolizzazione si riduce dal triangolo grandi aquello piccolo. Triangolo grande meno triangolo piccolo: quel trapezio e la riduzione delsurplus. La perdita secca: il monopolio porta a una perdita secca per la società; scomponiamo il trapezio, costituito da un rettangolo pmMHPc: incremento di prezzo del monopolista moltiplicato per la quantità prodotta dal monopolista (quantità di prodotto del monopolista per l'incremento di prezzo del monopolista). Ma c'è anche la superficie del triangolo mHC: questo rappresenta la perdita secca provocata dal monopolio, questa è il danno per la società. Il danno della società è maggiore dei profitti che il monopolista acquista. Per questo abbiamo l'autorità

Antitrust.-------------------------------------------------------------------------------------------------------

Efficienza allocativa: in caso di monopolio, dobbiamo vedere la differenza con il mercato di concorrenza perfetta.

Dal punto di vista del social welfare il monopolio che effetti comporta per il mercato? Il monopolista porta a una riduzione del surplus dei consumatori rispetto ai benefici che il monopolista guadagna essendo tale. La riduzione è pari alla superficie del trapezio rettangolo è può essere scomposta in due parti con Pm è pc che rappresentano la differenza di prezzo: la superficie del triangolo misura una perdita secca (netta) per la società.

Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM): antitrust.

Ma il mondo non è fatto dei casi estremi del monopolio è della concorrenza perfetta. Le forme di mercato sono ibridi rispetto alle due forme limite: da noi ci sono più imprese rispetto al monopolio ma il

numero n di imprese non tende a infinito. Si chiama oligopolio: forma di mercato in cui esistono poche grandi imprese (quindi N sarà uguale a 2, ossia duopolio). Perché ci sono prevalentemente degli oligopoli? Perché ci sono economie di scala dimensionale che incentivano l'impresa ad aumentare la dimensione. Ci sono dei vantaggi ad avere una maggiore dimensione (ES). Sono condizionati dalla tecnologia e dall'organizzazione che possono comportare rendimenti crescenti di scala: qua guardiamo i costi di breve periodo; al variare della scala dimensionale di impresa i costi medi (CM ossia i costi unitari) di lungo periodo come variano? Prendiamo un grafico con la dimensione sulle x e il CmLP sull'asse y. Vediamo come sia negativa l'inclinazione della curva. Qui c'è un andamento a L (curva a L dei costi medi di lungo periodo), poiché per la prima parte i costi medi scendono, poi a un certo punto si stabilizzano. Se esiste un tratto negativo, le

Le imprese sono incentivate ad arrivare al punto in cui si stabilizzano. Il punto in cui finisce il tratto negativo si chiama dimensione media efficiente (DME).

Ma se invece pensiamo all'introduzione di tecnologie come la catena di montaggio. Scala dimensionale = scala = dimensione.

Oggi vediamo le produzioni automobilistiche fondersi per aumentare le dimensioni di impresa.

Le imprese stanno sul mercato quando riescono a svilupparsi: fondamentali sono le spese di ricerca e sviluppo che sono costi fissi, che l'impresa sostiene indipendentemente dalle vendite. Se la competizione diventa intensa riguardo agli sviluppi, creano andamenti a L e quindi le economie di scala. Vediamo qui l'incentivo a crescere per quanto riguarda le imprese (per raggiungere almeno la dimensione minima efficiente).

Molte imprese hanno raggiunto una dimensione che supera quella minima efficiente e quindi devono essere in atto altri fenomeni incentivanti la produzione: ma noi sappiamo che il monopolista fa.

Oltre al profitto normale, si può ottenere un extraprofitto grazie al potere di mercato.

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A.A. 2019-2020
61 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LEX-MINATOR di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Venturini Luciano.