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APPUNTI ECONOMIA MONETARIA A.A. 2016/2017
Prima Parte
Che cos’è la moneta?
A di là della propria esperienza personale, capire, e quindi definire, cosa è la moneta non è affatto semplice.
Storicamente si possono distinguere (1° distinzione) due tipi di moneta:
1. La moneta MERCE: che poteva essere una qualunque merce, specifica o meno (conchiglie, capi di
bestiame ecc..). Doveva però avere delle caratteristiche particolari per assolvere alla sua funzione, quali
la maggiore durabilità per poter trasferire ricchezza e la lavorabilità (per ottenere pezzi di questa monete
merce di entità diversa). Un riferimento alla moneta merce lo si ha avuto fino a pochi decenni fa, cioè
fino al crollo del sistema monetario internazionale basato sulla convertibilità del dollaro in oro.
2. La moneta SEGNO (carta-moneta): non è una merce perché il costo di produzione è irrisorio rispetto al
valore nominale ad essa attribuito (la banconota da 500 euro ha lo stesso costo di quella da 5 eppure il
loro valore nominale è completamente differente). Tuttavia si pone il problema dell’accettabilità da
parte di coloro che operano gli scambi; per la moneta merce non sussisteva tale difficoltà in quanto la
merce ha valore intrinseco in sé.
Oltre questa prima distinzione, è necessario operarne un’altra (2° distinzione):
1. Moneta LEGALE: può essere sia moneta segno sia moneta merce, a patto che le sia riconosciuta la
funzione di moneta da un ente statale e soprattutto deve avere la proprietà liberatoria dei debiti, non
solo tra privati, ma anche tra privato e Stato (pagamento delle tasse tramite moneta legale, non tramite
cambiale). Inizialmente vi era uno stretto rapporto con la moneta merce, ovvero per una data moneta
legale corrispondeva una certa quantità di moneta merce (riserve auree a fronte dell’emissione di
moneta), per cui si poteva andare in banca e ottenere una certa quantità di moneta merce.
2. Moneta FIDUCIARIA (non strettamente legata al concetto di moneta legale): l’elemento essenziale
della moneta è che vi sia fiducia per quanto riguarda il potere liberatorio dai debiti e nel momento in cui
ciò sussiste si possono sviluppare strumenti monetari diversi, come possono essere le cambiali o gli
assegni (c’è fiducia che dietro il pezzo di carta ci sia qualcosa per cui effettivamente il pezzo di carta
libera dal debito), ogni strumento convenientemente accettato come circolante.
Da ciò si vedrà che, da una certa base di moneta, definita Moneta ad Alto Potenziale, si può sviluppare
un’offerta di moneta, che è un multiplo di questa base monetaria, che dipenderà dall’ammontare di depositi
bancari (che si potranno generare sulla base di questa moneta ad alto potenziale).
Seppur quanto spiegato è parte integrante della definizione di moneta, è però ancora insufficiente per
comprenderne la natura (della moneta).
Molti economisti, in particolare il premio Nobel Hicks, rimasto noto per la frase «La moneta è ciò che la moneta
fa», seguono un approccio di tipo funzionale, ovvero per capirne la natura vanno ad analizzare la funzione della
moneta all’interno dell’economia. Tuttavia va sempre specificato quale funzione si ritiene sia la più rilevante
rispetto alle altre, perché, a seconda di quale si ritiene più o meno rilevante, potremo avere diverse definizioni di
ciò che è moneta, non se ne conosce però la funzione discriminante.
In particolare si distinguono tre funzioni essenziali:
1. Unità di conto (o metro dei valori).
2. Mezzo di pagamento (o intermediario degli scambi).
3. Fondo di valore, cioè uno dei mezzi con cui è possibile trasferire ricchezza nel tempo.
Ovviamente non sono funzioni a compartimenti stagni in quanto se la moneta deve essere uno dei mezzi per
trasferire ricchezza nel tempo, al tempo t+1 dovrà comunque fungere da mezzo di pagamento e dovrà
comunque essere accettata come unità di conto dei rapporti di debito e credito nell’economia che si sta
considerando. 3
APPUNTI ECONOMIA MONETARIA A.A. 2016/2017
Inoltre a seconda dell’enfasi, maggiore o minore, che si pone su una o l’altra funzione possiamo avere delle
definizioni di ciò che è moneta molto differenti. Ancora, a seconda dell’enfasi, si potrà determinare la teoria
economica di riferimento. Ad esempio: in un’impostazione di tipo neoclassico o tradizionale si farà riferimento
alla moneta come mezzo di pagamento; in un’impostazione più keynesiana invece si farà maggiormente
riferimento alla moneta come fondo di valore e quindi su una nozione di liquidità.
Le funzioni essenziali della moneta
Mezzo di pagamento (2)
La moneta si è affermata storicamente come mezzo di pagamento, ovvero come qualcosa con cui effettuare gli
scambi (le transazioni) tra coloro che operano in una determinata economia, perché, come si ritrova
inizialmente nella “Ricchezza delle nazioni” di Adam Smith e successivamente in altri autori neoclassici come
Menger, riduce i costi di transazione (concetto appartenente più a Menger che a Smith); si tratta di
un’innovazione che permette di agevolare gli scambi e di ridurre i costi associati all’attività di mercato. In altri
termini la moneta permette di economizzare tempo e risorse.
Ciò si può spiegare mediante un esempio pratico:
Si ipotizzi un’economia di puro baratto in cui il soggetto X possiede delle mele, però desidera possedere delle
albicocche; allo stesso tempo Z ha le albicocche però è disposto a scambiarle per delle pere, possedute a loro
volta dal soggetto Y che però desidera mele.
Starà al soggetto X scambiare inizialmente le proprie mele con le pere di Y e infine scambiare queste ultime con
le albicocche di Z in modo da poterne godere. Riassunto visivo
Per far sì che lo scambio avvenga in maniera veloce, dovrebbe esserci tra i due agenti una “coincidenza di
bisogni”, altrimenti, come accade nell’esempio, uno dei soggetti dovrà operare scambi fino ad avere
effettivamente la merce che desidera uno degli altri per cedere la propria al primo. Nel momento in cui c’è la
moneta, invece, si potrà direttamente effettuare un unico scambio con il soggetto interessato senza dover invece
operare più scambi, che divengono quindi dispendiosi di tempo e risorse.
Si può illustrare anche in maniera diversa, ipotizzando sempre un mercato di baratto in cui le merci (che per
ipotesi sono 5) possono essere scambiate con se stesse e con un solo altro bene (in questo esempio poniamo sia il
successivo. Avremo dunque C che si scambia con C , C con C e per contro C , C con C e C , infine C con
1 2 2 3 1 3 4 2 4
C e C .
5 3 4
APPUNTI ECONOMIA MONETARIA A.A. 2016/2017
Supponiamo che chi possiede la merce C e desidera C , se volesse acquistarla non può farlo direttamente in
1 5
quanto non esiste una moneta che faciliti il meccanismo, anzi dovrà ricorrere ad una serie di scambi indiretti per
ottenere almeno C da scambiare con C .
4 5
Dovrà infatti scambiare C con C , C con C , C con C , che infine verrà scambiato con C e tutti saranno
1 2 2 3 3 4 5
contenti. C C C C C
1 2 3 4 5
X X
C 1 X X X
C 2 X X X
C 3 X X X
C 4 X X
C 5
In un’economia monetaria il problema non sussisterebbe affatto, si risolverebbe, infatti con un unico scambio.
Supponiamo ora che esista una merce che ha il “dono” di potersi scambiare con tutte le merci. Si potrà in
questo modo riconsiderare l’esempio. Si supporrà che questa merce “magica” sia C , avrà dunque il ruolo di
3
moneta-merci.
In questo modo il numero di scambi diminuirà a due: si dovrà semplicemente scambiare C con C ed infine
1 3
scambiare C con C , per giungere così al medesimo risultato, risparmiando il tempo che prima veniva
3 5
impiegato per effettuare ulteriori scambi.
Per molti economisti, questo è il motivo essenziale che ha favorito la creazione di un sistema monetario: ovvero
il suo ruolo di essere un’innovazione come mezzo di pagamento che riduce i costi di transazione.
In questo esempio tuttavia, ci troviamo ancora in un’economia in cui è possibile scambiare merci contro merci,
oltre che con la moneta-merce. Ovvero ci si trova ancora in un’economia mista, a metà tra un’economia
monetaria pure e un’economia di baratto.
C C C C C
1 2 3 4 5
X X X
C 1 X X X
C 2 X X X X X
C 3 X X X
C 4 X X X
C 5
Con lo sviluppo degli scambi e del commercio la possibilità di scambio tra merci sparisce. 5
APPUNTI ECONOMIA MONETARIA A.A. 2016/2017
Supponiamo ora di avere un mercato in cui gli unici scambi possibili devono avvenire per forza con la moneta-
merce C . Si avrà allora la seguente situazione:
3 C C C C C
1 2 3 4 5
X X
C 1 X X
C 2 X X X X X
C 3 X X
C 4 X X
C 5
Si tratta, ora, di un’economia puramente monetaria, dove ogni merce si scambia unicamente contro moneta e
non contro altre merci (si potrà scambiare solo con sé stessa), ed è la realtà dove oggi noi viviamo.
Il fatto di essere in un’economia puramente monetaria ha delle possibili implicazioni di natura teorica: gli agenti,
per poter effettuare gli scambi, devono avere presso di sé un certo ammontare di moneta, il quale potrà
diventare comunque un vincolo per tutti i possibili scambi. Se questo vincolo sussiste o meno, se agisce solo nel
breve o anche nel lungo periodo verrà affrontato successivamente.
Ovviamente in un equilibrio economico di tipo walrasiano, dove non esiste incertezza, dove vi è un “banditore”
che annuncia i prezzi di tutti i beni all’interno del mercato, e, solo nel momento in cui vengono annunciati,
vengono a formarsi i prezzi di equilibrio (prezzi in corrispondenza dei quali domanda e offerta di beni e servizi
sono uguali tra di loro), allora non varrà questo vincolo di liquidità; alla fine tutti saranno in grado di offrire e
ricevere le quantità di beni e servizi che desiderano.
Nel momento in cui, però, vi è incertezza, la moneta può diventare un forte vincolo.
Tale vincolo, secondo Clower, può avere effetti sul livello dei prezzi e dell’occupazione.
Questa funzione di moneta come mezzo di pagamento è certamente importante, tuttavia richiede una certa
stabilità nei prezzi e nel valore della moneta: nel momento in cui i prezzi crescono molto e molto rapidamente
per cui il valore di una unità monetaria si riduce molto rapidamente (inflazione: perdita di potere d’acquisto