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ANALISI COSTI-VOLUMI-RISULTATI (C-V-R)

E’ un’analisi che si concentra sui cambiamenti che possono impattare sul risultato operativo aziendale in relazione ai cambiamenti del volume della produzione.

Costi totali e costi unitari

Costi fissi: hanno un’incidenza variabile (in funzione delle quantità di prodotto) sul costo unitario di prodotto; l’incidenza diminuisce se aumenta la quantità di prodotto (economie di assorbimento dei costi fissi). Dato un det costo fisso (ammort impianti) se noi produciamo 1 unità di prodotto il prezzo di questa deve aiutare l’impresa a comprare non solo i costi variabili ma anche tutto i costo fisso del macchinario.

Costi variabili proporzionali: hanno un’incidenza costante sul costo unitario di prodotto, perchè il costo variabile è sempre lo stesso. Se prendiamo in considerazione il costo unitario di prodotto, il volume può essere qualsiasi, ma l’incidenza sul costo

unitario è la stessa.Il costo unitario si compone di una componente costante (CV) e di una componente variabile (CF):va riferito sempre a un livello di produzioneRappresentazione dei costi unitari: La curva dei CFu decresce man mano che aumenta il volume diproduzione. CTu deriva dalla somma del costo variabile unitario (v) edel CFu.

Natura delle decisioni aziendaliDecisioni di lungo periodo: sono decisioni che impattano sulla capacità produttiva nel medio lungo termine; sono difficilmente reversibili, che comportano elevati investimenti, e sono rischiose perché vincolano la struttura produttiva per un tempo medio lungo (come l'acquisto di un impianto, prod di una nuova linea di prodotti). Si confrontano progetti di investimento i cui effetti alternativi si estendono per più esercizi futuri, producono effetti in un intervallo temporale medio-lungo. Essendo decisioni di m-l entra in gioco la necessità di valutare i l'attore tempo, il suo

valore economico, quando si valuta la convenienza di effettuare un investimento si richiede l'utilizzo di grandezze di tipo finanziario (es. flussi di cassa attualizzati). Decisioni di breve periodo: si inseriscono nel quadro delineato dalle decisioni di lungo periodo e hanno ad oggetto il confronto tra azioni alternative (iniziative) riguardanti l'utilizzo ottimale della capacità produttiva disponibile; abbracciano un periodo di tempo breve (1 anno). Non prendiamo in considerazione la variabile tempo, quindi sono assunte sulla base di grandezze di tipo economico (costi di utilizzazione, di consumi e ricavi). L'analisi costi-volumi-risultati (breakeven analysis) Assunzione di fondo: la distinzione che faremo tra costi fissi e variabili ha come cost driver (fattore determinante) il volume di output. Rappresenta un modello di previsione degli andamenti economici dell'azienda, volto a fornire informazioni utili per le decisioni del management.relazione al rischio operativo, ossia al rischio che l'azienda corre di subire una contrazione della propria redditività per effetto di una riduzione dei livelli di attività (fatturato), è un rischio che avviene nel momento in cui si modificano i volumi di produzione. Se aumenta la produzione (o diminuisce), se aumenta (o diminuisce) il fatturato che succede al nostro risultato operativo? Finalità -> permette di conoscere: - Punto di pareggio: quale livello di output determina il pareggio tra costi e ricavi; ci serve conoscerlo per capire la quantità minima da produrre - Utile obiettivo: quale livello di output porta a obiettivi prefissati di profitto - Analisi di sensibilità: se si modificano delle variabili, cosa succede al punto di pareggio? All'utile obiettivo? Si vedono quindi gli effetti di variazioni di volumi, prezzo e costi Limiti dell'analisi c-v-r (hp semplificatrici): questo modello non dà risposte ma fornisce una base per l'analisi del rischio operativo.Le indicazioni di tendenza sono riferite al breve periodo, con un anno temporale di riferimento. Il volume di produzione è considerato l'unico driver di costi rilevante e non si tiene conto delle scorte, ma solo della produzione allestita e venduta. Può esserci incertezza nella classificazione dei costi come variabili o fissi, non è sempre facile distinguerli. Ad esempio, il costo dell'energia elettrica può essere considerato fisso, variabile o misto. La tendenza è statica e assume che i ricavi totali e i costi variabili siano lineari rispetto al volume di produzione. Nel caso di un'azienda multiprodotto, si assume che il mix delle vendite sia costante, ovvero il peso delle vendite di ogni tipologia di prodotto sulle vendite totali non cambia. Consideriamo un singolo prodotto.fissi totali. Margine di contribuzione unitario, ossia la differenza tra prezzo unitario di vendita e costi variabili unitari. Esso mi dice il contributo che ciascun prodotto dà alla copertura dei costi fissi, e quindi alla formazione del risultato operativo, dopo aver coperto i costi variabili. Mi dice quanto rimane dopo la copertura dei costi variabili per coprire i costi fissi, e successivamente per formare l'utile. Questo è il punto di pareggio espresso in termini di quantità. Ma può essere fatto anche in riferimento al fatturato di pareggio. Al numeratore abbiamo sempre i costi fissi totali. Al denominatore abbiamo il margine di contribuzione unitario rapportato al prezzo di vendita, dove qui esprime non in riferimento all'unità di prodotto, ma a ogni euro di fatturato, quanto rimane. Nelle ascisse abbiamo il volume di vendite Q. La pendenza di RT mi dà il prezzo di vendita. L'obiettivo dell'impresa non è realizzare il punto di pareggio. Esso mi consente di capire quanto ènecessario produrre per ottenere irisultato obiettivo che mi propongo.I RT devono permettermi di ottenere questo utile obiettivo.Al num abbiamo non solo i CF ma anche l'utile obiettivo, Uo.Ipotizziamo di essere impresa che realizza più unità di prodotto.Al num CF.i= linee di prodotto che stiamo considerando.Alfai è quanto incide il fatturato del prodotto i-esimo sul fatturatototale.Analisi di sensibilità del risultato (analisi what if)E' possibile analizzare la sensibilità del risultato rispetto a prezzo, volume, ammontare dei costi fissi, costovariabile unitario.E svolgere un'analisi i tipo what if sula base del modello c-v-rIn questo modo otteniamo il margine di sicurezza relativo.Se è basso, vuol dire che bassa una minima variazionedella produzione per far sì che sia in perdita, servonoallora azioni correttive.Avevamo visto la seconda formula, nell'analisi delCE.Adesso vediamo come a questa formula sipuòòaffiancare un’altra, dove al den ha la variazioneannua del risultato operativo fratto la variazionedella quantità allestita e venduta. Questo perchècertamente è interessante calcolare la leva operativaa livello aziendale, però può essere utile calcolare laleva operativa con riferimento alla singola tipologiadi prodotto. E quindi domandarsi quanto il risultatooperativo di una det linea di prodotto è sensibile allequantità allestite e vendute. Come incide il rischiooperativo sulla formazione del mio risultatooperativo?Se le mie vendite si contraggono del 10% di quantorisente il mio ris operativo e di conseguenza la miaredditività operativa? La risposta deriva dallastruttura dei miei costi in termini di CF e CV.Nel grafico nelle x abbiamo il volume in unità, nelle Ygli importi. Supponiamo di confrontare o 2 imprese o 2 prodotti della stessa impresa. La linea verde è larappresentazione dei CT di

un'impresa monoprodotto con leva operativa alta. Supponiamo che il prezzo che applicano le due imprese sia lo stesso e operino nello stesso mercato. L'impresa/linea con CF + alti raggiunge il pareggio dopo, perché l'impresa verde ha l'incontro con la retta dei ricavi nel punto a 70.000 unità. Tuttavia, se supponiamo di produrre 80.000 unità, vediamo che i ricavi sono pari a 24.000, in questo punto abbiamo che i costi di entrambe le imprese sono pari a 24.000. Se andiamo oltre, vediamo che la leva alta ha un utile pari a 4.000 euro, mentre l'impresa con leva operativa bassa ha una differenza pari a 2.500. Le imprese con leva operativa alta, la quantità è maggiormente sensibile alla quantità prodotta. Vuol dire che certamente raggiungono il punto di pareggio in quantità elevate (perché hanno tanti costi fissi) ma una volta superato il punto di pareggio, la differenza tra costi e ricavi si allarga maggiormente. Hanno un profilo di

rischio più alto, però nel momento in cui aumentano di molto la quantità di produzione questo permette loro di avere risultati operativi più elevati. D’altro canto, l’impresa che ha una leva op bassa, può raggiungere il punto di pareggio prima (entra prima in area di utile), tuttavia gli sforzi che dopo pone per aumentare il proprio fatturato si riflettono in misura minuta sul risultato operativo perchè ho tanti costi variabili. 16/04/21 Punto di indifferenza tra due alternative: (ES 11B) abbiamo un punto di incontro tra le due alternative in Q3. Se considerassimo solo il punto di pareggio converrebbe scegliere l’1, perchè il punto di pareggio si raggiunge prima. Tuttavia dobbiamo riflettere sui quelli che potrebbero essere effettivamente i nostri partecipanti, le nostre previsioni di vendita insomma. Il punto di indifferenza mi dice che in corrispondenza di questo valore se il n° di partecipanti al congresso è pari a Q3 allorascegliere soluzione 1 o 2 è indifferenze, perché il mio risultato operativo è dato da RT-CT, e la distanza è uguale in entrambe le alternative. Tuttavia, se le mie previsioni di vendita (partecipazione al convegno) siano superiori a Q3, allora è chiaro che la scelta non è più indifferente, ma vedrei che mi conviene la scelta 2 che ha costi inferiori. CT2 ha alta leva operativa, proprio perché una volta superato il punto di indifferenza essa mi consente di ottenere un risultato operativo maggiore, e quindi di avere un maggiore margine. Q= (CF2-CF1) / (v2-v1) 20/04/21 DIRECT COSTING Siamo nell’ambito delle decisioni di breve periodo -> serve la distinzione dei costi. I costi fissi vengono anche chiamati costi di capacità. I costi variabili sono detti costi di utilizzo della capacità. Quando per supportare le decisioni aziendali vengono considerati tutti i costi si parla di sistema Full costing (o
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A.A. 2020-2021
80 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher diana0fe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Controllo di gestione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Bonollo Elisa.