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A
➔ SSEMBLAGGIO E DISASSEMBLAGGIO DEI MICROTUBULI
1) formazione di dimeri e
nuleazione, cioè aggregazione
dei dimeri di tubulina in
oligodimeri (lenta)
2) allungamento, cioè aggiunta di
subunità ad un'estremità
(veloce)
3) fase di stabilizzazione,
l'assemblaggio e il
disassemblaggio si bilanciano
19
4) legami non covalenti uniscono i protofilamenti
Proteine motrici che scorrono lungo il citoscheletro microtubulare: si muovono in modo
➔ unidirezionale a passi successivi tramite cicli meccanici e cicli chimici (idrolisi ATP). Per i
microtubuli si distinguono in due famiglie:
chinesine: motore microtubulare diretto
• verso l'estremità (+) (verso membrana
plasmatica o estremità dell'assone, senso
centrifugo)
dineine: responsabile del movimento dei
• flagelli, motore microtubulare diretto verso
l'estremità (-) (senso centripeto)
1) agente di forza per il fuso mitotico
2) determina la posizione del centrosoma e
del complesso di G.
C
➔ ENTRI DI ORGANIZZAZIONE DEI
(MTOC)
MICROTUBULI
L'assemblaggio dei microtubuli avviene in due fasi
distinte:
1) fase lente: nucleazione, che avviene dai centrosomi
composti da due centrioli, disposti a 90°, circondati da
materiale pericentriolare 0,2 μm di diametro.
L'estremità meno è associata al centrosoma. (Nelle
ciglia e nei flagelli la nucleazione avviene da corpi
basali, che hanno la stessa struttura dei centrioli)
2) fase veloce: allungamento (guidato da γ tubulina)
Instabilità dinamica: su di uno stesso microtubulo vi sono
➔ parti che crescono e che si accorciano (guidato da idrolisi GTP)
Ciglia e flagelli: la loro parte centrale è composta
➔ dall'assonema (insieme di 9 coppie di microtubuli
circondati da una guaina centrale e collegati da
nexina)
FILAMENTI INTERMEDI
Dimensioni: 60nm (unità)
• forma: fibre forti e flessibili
• composizione: gruppo di proteine eterogenee, connessi tramite plectina
• polarità: non presentano polarità
• funzione: impalcatura cellulare e assorbe stress meccanici
• 20
A
➔ SEMBLAGGIO E DISASSEMBLAGGIO FILAMENTI INTERMEDI
1) il dominio α di un monomero si
attorciglia con il dominio α
dell'altro monomero
2) due dimeri si attorcigliano in modo
sfalsato e antiparalleli creando un
tetramero sfalsato.
3) 8 tetrameri si associano a formare
un'unità (protofilamento)
MICROFILAMENTI
Dimensioni: 8nm di diametro
• forma: struttura doppio filamento con due solchi che corrono lungo tutta la lunghezza
• composizione: subunità globulari di actina
• polarità: en'estremità appare appuntita, l'altra appare sfregiata
• funzione: notevole motilità
• A
➔ SSEMBLAGGIO E DISASSEMBLAGGIO DEI MICROFILAMENTI
fase lenta: nucleazione
➔ fase veloce: allungamento
➔
1) alta concentrazione di monomeri
2) incorporazione del monomero ad entrambe le
estremità
3) estremità (+) presenta una maggiore affinità per
l'incorporazione
Proteine motrici:
➔ miosine: si muovono verso
• l'estremità più del
filamento di actina
1) convenzionali: motori
della contrazionione
muscolare, composte
da 6 catene peptidiche.
2) non convenzionali
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CONTRATTILITA' MUSCOLARE
cellula muscolare: fibra muscolare (diametro 10-
• 100 μm, lunghezza 100mm) polinucleata
miofibrille
◦ sarcomero: unità contrattile
▪
composizione:
• filamenti sottili (organizzati secondo un
◦ sistema esagonale) composti da:
actina
▪ tropomiosina
▪ troponina
▪
filamenti spessi composti da:
◦ famiglia miosine II
▪
titina: proteina che impedisce lo strappo del
◦ sarcomero
modello di scorrimento dei filamenti: è lo
➔ scorrimento dei filamenti che determina la
contrattilità muscolare. Durante la contrazione
ciascuna testa di miosina prende contatto con il
filamento sottile, formando ponti trasversali
MOTILITA' NON MUSCOLARE
L'organizzazione ed il comportamento dei filamenti di actina all'interno delle cellule sono
determinate da un notevole varietà di proteine che legano l'actina:
Proteine di nucleazione: Arp 2-3, formina
• Proteine che sequestrano i monomeri: timosine
• proteine che blocca l'estremità (incapucciamento)
• proteine che polimerizzano monomeri: prolofina
• proteine che depolimerizzano i filamenti di actina: cofiline
• proteine che formano legamenti crociati: villina e fimbrina
• proteine che tagliano i filamenti
• proteine che legano la membrana
•
MICROVILLO
Espansione digitiforme della membrana apicale. È composto da un denso
fasci di microfilamenti, con le estremità (+) rivolte verso la punta in una
matrice amorfa. Dimensioni: 0,1 μm diametro, 1,2 μm lunghezza.
SPAZIO EXTRACELLULARE
Glicocalice: proiezioni di carboidrati che formano uno stato addossato
• alla superficie esterna della membrana plasmatica. Abbondante in
cellule epiteliali del canale digerente. Media interazioni cellula-cellula
e cellula-substrato. Fornisce protezione meccanica, media le risposte infiammatorie.
Matrice extracellulare (MEC): funziona da protezione, collante cellulare, ruolo regolatorio,
• forma e attività cellulare.
Membrana basale (lamina basale): strato continuo spesso 50-200nm: circonda fibre
◦ nervose, cellule muscolari e adipose; è presente al di sotto della superficie basale dei
22
tessuti epiteliali, fornisc supporto meccani per l'adesione cellulare, impedisce il
passaggio di proteine fuori dal circolo sanguigno.
Collagene: glicoproteine
◦ Proteoglicani: complesso proteico-polisaccaridico. Consiste in un nucleo proteico al
◦ quale sono attaccate covalentemente catene di glicosaminoglicani (GAG)
LE GIUNZIONI
1) Giunzioni occludenti:impediscono il passaggio di materiale
negli spazi intercellulari
giunzioni strette:
sono presenti all'estremità apicale del complesso
giunzionale che si forma fra le cellule epiteliali
adiacenti. Le proteine integrali delle giunzioni formano
delle fibrille continue che circondano completamente la
cellula come una specie di guarnizione. Una famiglia di
proteine chiamate claudine che formano la principale
componente strutturale dei filamenti delle giunzioni strette
2) Giunzioni di ancoraggio: assicurano l'aderenza cellula-
cellula o cellula-lamina basale
giunzioni aderenti:
presente nelle cellule epiteliali, sono composti da
gruppi di caderine (proteine che mediano l'adesione
cellulare calcio-dipendente) che connetto l'ambiente
esterno al citoscheletro di actina e forniscono una
via potenziale di trasmissione dei segnali dall'esterno
della cellula al citoplasma.
contatti focali:
strutture dinamiche che si formano in vitro. La
regione di adesione contiene ammassi di integrine. I
domini citoplasmatici delle integrine sono connessi
ai filamenti di actina del citoscheletro. Funzioni:
1) raccoglie informazioni rispetto alle
caratteristiche fisiche e chimiche dell'ambiente
extracellulare
2) locomozione cellulare
3) creare e rispondere a sollecitazioni meccaniche desmosomi:
giunzioni adesive a forma di
disco, abbondanti nei tessuti
soggeti a stress meccanici.
Contengonocaderine
(desmogleine e desmocolline)
emidesmosomi:
contenono una placca densa sulla superficie interna
della membrana plasmatica e filamenti (di cheratina)
che si estendo verso l'esterno nel citoplasma. I
23
falamenti sono legati alla matrice extracellulare mediante integrine transmembrana
3) Giunzioni comunicanti: comunicazione fisica tra cellule adiacenti per passaggio di
molecole
giunzioni gap: composte interamente da un
proteina integrale di membrana chiamata
connessina, che formano un complesso detto
connessone. Ciascun connessone è composto da sei
subunità di connessiona organizzate intorno ad
un'apertura centrale. I connessoni delle membrane
plasmatiche di cellule adiacenti si legano fra loro,
formando dei canali intercellularei. Tali connessoni
possono essere chiusi o aperti tramite cambiamenti
di voltaggio o fosforilazione delle subunità di
connessina. 24
IL NUCLEO
E' il deposito dell'informazione genica e il centro
di controllo della cellula. Il nucleo è costituito da:
involucro nucleare: formato da due
➢ membrane separate dallo spazio
perinucleare:
membrana nucleare esterna, che separa
il nucleo dal citoplasma, presenta
ribosomi ed è in continuità con il RE.
Membrana nucleare interna, che poggia
su una lamina nucleare.
Le due membrane si fondono a formare i
pori nucleari. Essi presentano una
simmetria ottagonale, costituiti da due
anelli formati da otto subunità e da otto
bracci che si diramano verso un granulo
centrale. Al suo interno vi sono
nucleoproteine FG che costituiscono una
struttura estesa e flessibile che crea un setaccio idrofobico per controllare il passaggio di
macromolecole
cromosomi, sotto forma di cromatina:
➢ eterocromatina: forma condensata e compatta anche durante l'interfase.
Costitutiva: rimane nello stato condensato in tutti gli stadi del ciclo cellulare di tutte
• le cellule (DNA permanentemente silenziato).
Facoltativa: corrisponde a porzioni di cromatina che sono state specificamente
• inattivate durante determinate fasi della vita di un organismo. Ad esempio uno dei
cromosomi X delle cellule delle femmine, in quanto solo uno di essi è
trascrizionalmente attivo, mentre l'altro rimane condensato sotto forma di un
ammasso di eterocromatina , chiamato corpo di Barr. Esso assicura che nelle cellule
di entrambi i sessi ci sia un solo cromosoma X attivo.
eucromatina: ritorna ad uno stato disperso
1 o 2 nucleoli: al suo interno vengono fabbricate le subunità ribosomiali. Ha una forma
➢ sferica, contiene fibrille (rRNA) e granuli
nucleoplasma: la sostanza fluida in cui sono disciolti i soluti del nucleo
➢ matrice nucleare: costituisce uno scheletro che organizza le fibre di cromatina e organizza
➢ l'attività nucleare, è costituito da una rete di sottili fibre contenenti proteine che si
intersecano all'interno dello spazio nucleare.
lamina nucleare: lega la superficie interna dell'involucro, agisce da supporto strutturale e
➢ serve da siti di attacco per le fibre di cromatina alla periferia del nucleo. I filamenti della<