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Questi tre organelli caratterizzano la cellula vegetale.
Parete cellulare
È un contenitore che contiene il protoplasto, quindi determina la forma della cellula.
Essendo qualcosa di relativamente rigido, ha una funzione di protezione meccanica
del protoplasto. Queste funzioni (forma e protezione) sono comuni a tutte le pareti
cellulari.
Nei funghi non c’è cellulosa nella parete cellulare, ma c’è una molecola che si
chiama chitina, un polimero di N-acetiglucosammina. La chitina è esclusiva della
parete dei funghi. La chitina compone anche l’esoscheletro di alcuni insetti.
La cellulosa è poca nelle pareti delle alghe, ma ci sono altri polisaccaridi in maggiore
quantità come l’algina.
L’abbondanza della cellulosa quindi è caratteristica della parete degli organismi delle
piante che vivono in ambiente terrestre quindi. Anche questa può essere una
specializzazione a cui sono andate in contro le piante terrestri. Perché la cellulosa dà
sostegno meccanico che è chiaro che deve essere più spiccato in ambiente terrestre.
In acqua la funzione meccanica di sostegno non è così fondamentale, perché in
acqua si galleggia.
La parete cellulare degli organismi del regno delle piante
In una cellula adulta in genere si distinguono tre strati nella parete cellulare: uno
strato è la cosiddetta lamella mediana (la parte più esterna), poi abbiamo una
parete primaria e poi una parete secondaria. Questo ordine è proprio quello in cui
14
vengono deposti i vari strati durante lo sviluppo cellulare: quindi si forma per prima
la lamella mediana che si forma alla fine della mitosi una porzione del fuso
mitotico permane oltre la fine della mitosi e prende il nome di flagmoplasto. Il fuso
mitotico è fatto da microtubuli su cui scivolano i cromatidi per migrare ai oli opposti
della cellula. Questa rimanenza del fuso serve sempre per far scivolar qualcosa: delle
particolari vescicole (provenienti dal Golgi) ripiene di sostanze peptiche che migrano
nella parte centrale; si fondono tra di loro e formano la piastra cellulare. Questa è la
prima evidenza della lamella mediana. La lamella mediana è fatta, non da cellulosa,
ma da pectine (sostanza amorfa simile a un gel viscoso) che sono polimeri dell’acido
galatturonico (
Miscela di acidi poligalatturonici capaci di formare gel con zucchero o acidi; le
pectine, presenti spec. nelle mele, negli agrumi, nelle carote e nelle barbabietole, da cui si
estraggono con particolare trattamento, vengono usate in farmacia, in cosmetica e, come
addensanti, nella preparazione di prodotti alimentari).
Questo strato è comune alle due cellule figlie e dà anche la funzione di tenere
attaccate le due cellule oltre che dividere le due cellule.
Ogni cellula sul proprio versante interno accanto alla lamella mediana forma la
parete primaria e poi quella secondaria. Le due pareti sono fatte da una
componente amorfa o di matrice (semplicemente matrice) sempre fatta da pectine
ma con una componente fibrillare
La componente fibrillare è fatta da microfibrille di cellulosa che sono immerse in una
matrice costituita da acqua, sostanze peptiche e poi una serie di altre sostanze come
emicellulose che possono essere xiloglucani che vanno a interagire con diverse
microfibrille, e poi ci sono proteine. Quindi la matrice è qualcosa di molto
eterogeneo.
Nella parete primaria prevale la componente di matrice, circa il 70-80%; la
componente fibrillare quindi è relativamente bassa. Nella parete primaria si vedono
le singole microfibrille che si intrecciano e che hanno un orientamento “casuale”.
La parete secondaria ha una componente fibrillare molto più abbondante che nella
parete primaria. Quindi prevalgono le fibrille di cellulosa. Questo significa che qui
abbiamo una funzione di protezione meccanica più sviluppata rispetto alla parete
primaria e quindi più rigida; infatti viene deposta quando si è ultimato il fenomeno
di accrescimento. Un’altra differenza è si vedono tre strati (s1,s2,s3) dove in
ciascuno strato le microfibrille hanno lo stesso orientamento e tra di loro gli
orientamenti sono perpendicolari. Anche questo ci fa capire che questa parete è
molto più rigida. 15
L’orientamento delle fibrille di cellulosa nella parete primaria da cosa
dipende?
Le fibrille di cellulosa vengono sintetizzate da un complesso enzimatico (cellulosa
sintasi) che occupa l’intero spessore della membrana plasmatica; è formato da 6
subunità proteiche. A livello della cellulosa-sintasi si formano le singole microfibrille
di cellulosa che poi interagendo tra di loro formano le fibrille.
Il complesso proteico è in grado di spostarsi nella membrana e si muove in direzioni
precise perché questo complesso interagisce con dei microtubuli corticali che è
come se fossero dei binari su cui la cellulosa-sintasi scivola seguendo la direzione dei
microtubuli. Quindi l’orientamento delle fibrille dipende dall’orientamento del
complesso proteico cellulosa-sintasi che dipende a sua volta dall’orientamento dei
microtubuli corticali che sono tutti intrecciati tra di loro. Per questo poi le fibrille
sono intrecciate anch’esse.
Componente amorfa della parete primaria e secondaria
Nella componente amorfa oltre alle pectine si trovano proteine che sono di diverso
tipo. Alcune sono proteine strutturali che interagiscono con le microfibrille di
cellulosa andando a stabilizzare l’armatura di cellulosa. Un esempio è l’estensina
ricca di idrossiprolina. Ma ci sono proteine anche con funzione enzimatica, un
esempio sono le metil-esterasi, le cellulasi che degradano la cellulosa,
l’endoxilosidasi che interagiscono con l’emicellulosa.
Plasmodesmi
La parete cellulare non isola la cellula dalle cellule vicine, ma presenta nelle
interruzioni al cui livello i citoplasmi sono in comunicazione tra di loro. Questi punti
di continuità si chiamano plasmodesmi, delle giunzioni cellulari tipici della cellula
vegetale. I plasmodesmi si trovano di soliti in zone precise che si chiamano
punteggiature.
in corrispondenza di un plasmodesma, la membrana di una cellula si estroflette
16
attraversando la parete cellulare, formando un tubo e infine collegandosi on la
membrana della cellula successiva. Il citoplasma indiviso di una serie di cellule
collegate da plasmodesmi è detto anche simplasto. Un plasmodesma forma un
passaggio che permette alle sostanze nel citoplasma di muoversi di cellula in cellula.
Comunque un plasmodesma non è solo un tubo aperto: all’interno si trovano altre
membrane tubulari e proteine che controllano il trasporto di sostanze attraverso
questo canale. molecole piccole come zuccheri e amminoacidi sembrano passare
facilmente; organelli e molecole più grosse come le proteine generalmente non
passano, sebbene recentemente sia stato scoperto che i virus delle piante possono
aprire i plasmodesmi e permettere così alle particelle virali di diffondere l’infezione
di cellula in cellula.
Modifiche principali della parete:
- Lignificazione
- Impermeabilizzazione
- Mineralizzazione
Le prime avvengono per aggiunta di sostanze organiche (per incrostazione o per
apposizione ). Invece nella mineralizzazione abbiamo l’aggiunta di sali minerali.
Lignificazione
La lignina è un composto fenoico. È una molecola complessa, ramificata. La
lignificazione avviene per aggiunta della lignina che va a sostituire la sostanza
amorfa della parete. Questa modifica per incrostazione conferisce una forte
resistenza meccanica. Quindi questa lignificazione si troverà nei tessuti della pianta
che svolgono funzione di sostegno.
In genere la lignificazione, a meno che non sia abbondante, non interessa le
punteggiature che quindi permangono nella parete lignificata.
Impermeabilizzazione
Può avvenire con due modalità diverse a seconda della molecola organica che viene
aggiunta alla parete. 17
Si parla di cutinizzazione quando viene aggiunta la molecola cutina (natura lipidica).
Le pareti esterne delle foglie delle piante sono particolarmente ispessite, è
cutinizzata. È stata deposta cutina, il processo avviene per apposizione (quindi è
stata deposta all’esterno). Essendo la cutina idrofobica, impermeabilizza per
esempio la superficie della foglia. Questo strato più o meno spesso prende il nome
di cuticola.
Talvolta oltre alla cutinizzazione che conferisce impermeabilizzazione, quando
questa necessità diventa particolarmente pressante, ci può essere un’ulteriore
modifica per apposizione: all’esterno della cutina viene apposto uno strato di cere e
si parla di cerificazione (sempre modalità di apposizione). Anche questo strato di
cere può essere più o meno spesso. Quindi per le piante è molto importante
trattenere l’acqua al suo interno.
Un caso di impermeabilizzazione particolare è il polline. Nella parete del polline la
reazione di impermeabilizzazione non avviene né tramite cutinizzazione né
cerificazione. Ma avviene per deposizione (modifica per apposizione) di
sporopollenina (presente nella parete dei pollini e nelle spore). Questa molecola è
un etero polimero particolarmente complesso ma conferisce delle proprietà
incredibili di resistenza. È resistente agli agenti chimici, agli acidi organici anche
molto forti, alle alte temperature, ha funzione impermeabilizzante, e il polline viene
anche protetto dalle radiazioni UV. Questo strato esterno di sporopollenina prende
il nome d esina.
La sporopollenina non viene digerita dall’uomo, gli unici animali che sono in gradi di
digerirla si chiamano collemboli, artropodi molto piccoli presenti nel terreno. Questi
partecipano a quel processo che è la degradazione della sostanza organica.
Mineralizzazione
È una modifica per incrostazione: quindi vengono deposti i sali minerali all’interno
ella sostanza amorfa. Questa deposizione conferisce rigidità, quindi resistenza
meccanica.
Queste due sono le mineralizzazioni più comuni:
- Si parla di silicizzazione quando c’è deposito di silice (SiO2); un esempio sono
le graminacee. Le foglie delle graminacee sono abbastanza rigide con delle
costole che le percorrono, perché le pareti si sono irrigidite per questa
modificazione. 18
- Si parla di calcificazione quando abbiamo deposito di carbonato di calcio
(CaCO3); un esempio sono i peli di cucurbitaceae.
Ci sono casi più particolari di mineralizzazione, in cui questo processo avviene solo in
alcuni punti della parete di alcune cellule della foglia. Un esempio è la foglia di fico.
Vacuolo
Le funzioni del vacuolo sono estremamente importanti per il funz