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Il concetto di energia di attivazione nelle reazioni chimiche
ΔGanche queste, tuttavia, pur essendo spontanee, non avvengono in manieraottimale: avvengono a una velocità bassissima. Per ottenere delle reazioniabbastanza veloci ed efficaci per la cellula, sono stati creati gli enzimi(catalizzatori delle reazioni chimiche cellulari).In una reazione chimica è coinvolto un altro tipo di energia: l’energia diattivazione (E ). È la quantità minima di energia che due molecole devonoApossedere prima che una loro collisione dia luogo ad una reazione.Per poter reagire di loro, pur avendo una propria energia libera, due reagentidevono riuscire a collidere tra di loro (avere un’energia cinetica) in manieraefficace, così che si creino legami chimici. Questa minima energia cinetica che idue reagenti devono avere per riuscire a collidere è l’energia di attivazione. Èper questo che le reazioni spontanee, pur essendo favoritetermodinamicamente, avvengono lentamente e raramente: pochemolecole riescono ad avere un'adeguata energia di attivazione che permette la collisione.
Per ovviare questo problema, sono stati creati gli enzimi. Si tratta di proteine (tranne alcuni RNA) responsabili di tutte le trasformazioni chimiche cellulari.
E + S → ES → EP → E
Le reazioni enzimatiche si possono riassumere con un'equazione:
E + S → ES → EP → P
L'enzima di lega al substrato (reagenti con cui l'enzima deve reagire per dar luogo alla reazione) formando il complesso enzima - substrato; con la catalisi (reazione enzimatica) si forma il complesso enzima - prodotto; il prodotto viene rilasciato e l'enzima va a catalizzare un'altra reazione.
L'enzima, infatti, non viene consumato nella reazione (lo abbiamo sia prima che dopo): serve solo per coadiuvare, facilitare l'interazione tra i reagenti per dare origine ai prodotti. Ciò fa sì che uno stesso enzima possa interagire con reagenti di reazioni diverse più volte.
Gli enzimi
presentano più siti di legame:
- Sito attivo sito efficace dell'enzima presso il quale avviene la catalisi; ha una struttura tridimensionale e una conformazione specifica che lo rende ingrado di conoscere lo specifico substrato da legare (secondo un meccanismo "chiave-serratura", dove la chiave è il substrato e la serratura è il sito attivo). Nel sito attivo, quindi, si andranno a collocare gli specifici reagenti (substrati) catalizzati da quell'enzima, andando a formare il complesso enzima-substrato; successivamente alla catalisi, e dunque alla trasformazione dei reagenti legati in un solo prodotto, si formerà il complesso enzima-prodotto; infine, il prodotto sarà rilasciato. L'enzima, con il suo sito attivo, facilita dunque il contatto tra i due reagenti (e dunque anche le reazioni chimiche). Questo fa sì che, in presenza dell'enzima, l'energia di attivazione si abbassi. In tal modo, il numero di molecole
dei reagenti che hanno un'energia cinetica minima che consente di dar vita a una reazione si alza. Abbassare l'energia di Dunque, la funzione dell'enzima è quella di attivazione di una reazione: rendere più probabile l'interazione dei reagenti e, dunque, la formazione dei prodotti. - Sito allosterico sito di regolazione. Le reazioni enzimatiche sono caratterizzate dall'avere una cinetica come quella rappresentata dalla curva: Nella cellula vi è una certa concentrazione di reagenti (substrati) per un enzima, nonché una certa quantità di enzimi già presenti nel citoplasma. Nel momento in cui c'è presenza di enzima e di substrato, avviene la reazione chimica: essa aumenta di velocità man mano aumenta la concentrazione di substrato (perché si svolgono tante reazioni con enzimi diversi in contemporanea). Ad un certo punto, tuttavia, si giunge a una velocità massima (velocità inCuiall'aumentare dei substrati non aumentala velocità della reazione). Ciò avvienecostante di MichaelisLa (K ) per un singoloM perché nella cellula la quantità di enzimienzima rappresenta la concentrazione di è definita: quando, nella cellula, tutti glisubstrato a cui ½ dei siti attivi disponibili enzimi stanno già partecipando a unasono occupati e la velocità di reazione è reazione, i substrati non si possonopari a ½ (V )max legare ad alcun enzima, e diconseguenza la velocità della reazioneOgni enzima catalizza una reazione specifica.Caratteristiche degli enzimi:Specificità di reazione:- ogni enzima catalizza un solo tipo di reazione;Specificità di substrato:- capacità di discriminare tra molecole molto simili. Lareazione avviene a carico di un ristrettissimo numero di composti tra lorosimili, detti substrato, che riescono ad incastrarsi nel sito attivo. Nellamaggior parte dei casi,
Il substrato è rappresentato da un solo composto;
Specificità di gruppo: alcuni enzimi non identificano un substrato specifico in base alla conformazione del substrato e del sito attivo, ma in base alla presenza o meno sulla molecola di una particolare gruppo chimico. In tal senso, alcuni enzimi non sono specifici, ma riconoscono tante sostanze tra loro correlate, purché queste abbiano un gruppo chimico comune. Riguarda enzimi con funzioni più ampie, come quelli coinvolti nella sintesi o nella degradazione dei polimeri.
Gli enzimi che una cellula presenta dipendono da quali geni della stessa cellula vengono letti e trascritti. Una cellula, in particolare, contiene tanti enzimi quanti sono le reazioni da catalizzare.
Gli enzimi possono essere regolati: la loro capacità catalitica può essere aumentata (attivazione) o diminuita (inibizione).
Per ora abbiamo visto solo le regolazioni generate dalla cellula, le quali sono reversibili.
L'attività enzimatica esiste però un'inibizione irreversibile: una volta bloccata l'attività dell'enzima, quell'enzima non potrà più funzionare nella vita della cellula. Gli inibitori irreversibili sono in genere farmaci tossici per la cellula (es. penicillina).
L'inibizione reversibile, invece, può essere di due tipi:
- Inibizione non competitiva: l'inibitore allosterico non competitivo si lega al sito allosterico cambiando la conformazione dell'enzima in modo che esso, con il sito attivo, non possa più legare il substrato; non è competitivo in quanto l'inibitore si lega a un sito diverso dal sito attivo, e dunque non compete con il substrato per il sito attivo.
- Inibizione competitiva: l'inibitore allosterico competitivo si lega direttamente al sito attivo, competendo con il substrato (rispetto al quale ha una conformazione simile) per il sito attivo. Tale inibizione viene
attuatameno frequentemente nella cellula e ha la funzione di ridurre l'attività dell'enzima stesso.
IL FLUSSO DELL'ENERGIA "autos"
Si definiscono come organismi autotrofi (dal greco = da sé stesso e "trophos" = alimentazione) quelli capaci di nutrirsi utilizzando solamente semplici sostanze inorganiche, come avviene per le piante che necessitano solo di anidride carbonica ricavata dall'aria, di acqua e sali minerali assorbiti dal terreno. Esse infatti fissano l'anidride carbonica e l'acqua per produrre zuccheri (sostanze organiche). In base alla nutrizione autotrofa si può parlare di:
- Fotoautotrofia: è il caso delle piante, che utilizzano la luce del sole come fonte di energia;
- Chemioautotrofia: è il caso di alcuni batteri, che utilizzano sostanze chimiche inorganiche (che vengono ossidate) come fonte di energia;
"héteros"
Gli organismi eterotrofi (dal greco = altro, differente) si nutrono
disostanze organiche prodotte dagli organismi autotrofi: è tipico il caso degli animali che si alimentano direttamente (erbivori) o indirettamente (carnivori) di vegetali. Un caso importante di eterotrofismo è quello dei decompositori capaci di nutrirsi di detriti organici di animali e piante presenti nel terreno. La nutrizione eterotrofa può avvenire per assorbimento (alcuni batteri e funghi) o per indigestione (animali). All'interno del nostro ecosistema vi è un flusso di energia tra organismi. In particolare, l'energia principale è l'energia solare: essa viene assorbita dagli autotrofi che, con i loro processi, da un lato liberano calore, e dall'altro creano composti organici e liberano ossigeno. Questi composti vengono usati dagli eterotrofi, che liberano calore e scartano anidride carbonica, nitrato e acqua, che servono come punto di partenza per gli autotrofi. Si parla di flusso di energia e non di ciclo di energia perchéc'è una perdita di energia utilizzabile sotto forma di calore nei vari passaggi: non si giungerà mai ad avere la stessa quantità iniziale di energia.
I processi metabolici coinvolti nel flusso di energia sono diversi:
- Fotosintesi: fissazione di anidride carbonica e acqua a dare zuccheri da parte delle piante e delle alghe (autotrofi); gli zuccheri prodotti vengono poi usati dagli eterotrofi e processati con vie metaboliche particolari (glicolisi; respirazione cellulare/fermentazione).
- Glicolisi: tipica degli organismi aerobici (cellule eucariotiche) e degli organismi anaerobici (batteri):
- Organismi aerobici danno vita alla respirazione cellulare, dove si ha l'ossidazione completa degli zuccheri e il rilascio del maggior quantitativo possibile di energia sotto forma di ATP (36/38 ATP).
- Organismi anaerobici danno vita alla fermentazione; l'ossidazione degli zuccheri è parziale e dunque si produce poca energia sotto forma di ATP.