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La valutazione dell'azione
Per poter distinguere tra diversi tipi di azione e valutarne la liceità o illiceità morale è necessario valutare:
- Causalità
- Intenzionalità
- Conseguenze
- Contesto
Causalità:
- Uccidere significa che chi agisce è la causa della morte. La persona che uccide è causa della morte ed è sua responsabilità.
- Lasciar morire: si distingue in:
- Abbandono: omissione di atti proporzionati e perciò doverosi. La causa della morte è la patologia, ma chi ha abbandonato è responsabile.
- Sospensione: rispetto della volontà del paziente. La causalità della morte è la patologia. Astensione da atti sproporzionati. Non c'è responsabilità in chi sospende.
Conseguenze:
In tutti i casi la conseguenza è la morte del paziente. Guardando solo quelle non c'è distinzione tra astensione, eutanasia e abbandono.
Esempio che fa Rachel: signor Bianchi
e signor rossi vogliono uccidere ognuno rispettivamente il proprio cuginetto, per ottenere l'eredità. - Primo caso, Bianchi arriva e lo affoga, il bambino muore => simile a eutanasia - Secondo caso, Rossi arriva, il bambino scivola da solo, lui non lo salva e il bambino muore. Non ha causato la morte, ma la responsabilità è sua perché non è intervenuto quando poteva => simile ad abbandono clinico. RIFERIMENTO ANTROPOLOGICO: posizioni a favore dell'ACCANIMENTO CLINICO: posizioni a favore dell'ABBANDONO la vita è un bene assoluto. TERAPEUTICO: Da considerare sempre in relazione al contesto. in certe condizioni la vita non è più degna di essere vissuta DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO: LEZIONE 9: LIVING WILL, TESTAMENTO BIOLOGICO: - Testamento rimanda al concetto alleanza - Con living will ci riferiamo alle azioni che altri devono fare sulla nostra persona nel periodo precedente alla morte - Terminologia che offusca enon chiarifica.- Definizione elaborata dal comitato nazionale di bioetica: con dichiarazioni anticipate ditrattamento si indicano documenti con i quali una persona, dotata di piena capacità, esprimerela sua volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe o non desidererebbe essere sottopostanel caso in cui, del decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in gradodi esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso informato.- Il consenso della persona non è sufficiente per rendere l'azione lecita (es. consenso dellapersona a prostituirsi). Tuttavia, il consenso non è il fondamento dell'azione di cura. Ilfondamento è un bisogno e la relativa capacità di rispondere a quel bisogno. Es. quando non sichiede alla persona cosciente di intervenire urgentemente per curarla, si interviene perrispondere a un suo bisogno, come soccorrere a una persona svenuta.Nel momento in cui io non sono nelle condizionidi fornire il mio consenso, si può creare uno strumento che fornisca la possibilità di realizzare nuovamente un rapporto medico-paziente? Problema non teorico ma pratico.: dichiarazione anticipata di trattamento. Diverse denominazioni, da cui dipende la diversa attribuzione del potere vincolante. - Dichiarazioni: Basso potere vincolante. Il medico deve tener conto delle dichiarazioni del paziente nel processo decisionale. - Direttive: forte potere vincolante. Bisogna fare così. - Disposizioni: medio potere vincolante. Lascia spazio alla valutazione del medico, che deve tenere in conto della volontà del paziente, ma se ci sono forti ragioni contestuali che lo portano a disattendere l'indicazione, possono decidere in senso contrario, anche se poi dal punto di vista giuridico sono chiamati a renderne conto. Le dat devono comunque rispettare la dimensione relazionale medico-paziente, rispettando l'autonomia di entrambi i soggetti coinvolti (anche il medico non).può essere obbligato a fare qualcosa che non ritiene giusto). Importanza di distinguere piano etico e piano giuridico: - GIURIDICO: devono essere comunque sempre rispettate le leggi dello Stato, quindi non possono essere richiesti trattamenti vietati dalla legge, e non possono contraddire il Codice Deontologico Dei Medici e la Buona Prassi Clinica. - ETICO: le DAT non possono avere un valore "assoluto". Devono comunque inserirsi in un piano di valori condiviso rispettando sia l'autonomia decisione del paziente, sia l'autonomia professionale del medico, quindi rispettare la dimensione relazionale. Nota: non ha senso pensare le DAT come strumento per evitare atti di accanimento clinico, per due motivi: 1. L'accanimento clinico è comprensibile nella situazione, non a priori. 2. Il medico non deve fare atti sproporzionati, è contro la coscienza della classe clinica. Appartiene al dovere del medico non mettere in atto o di sospendere trattamenti cherisultinosproporzionati rispetto alla condizione clinica del paziente. Si comprende il timore di un periodo ostaggio della medicina, ma lo strumento DAT non può essere pensato nei confronti di un accanimento. Nelle situazioni in cui il soggetto è in una situazione patologica generativa, di cui si conoscono le tappe, non si tratta di DAT in senso di indicazione avulsa da ogni tappa, ma di PIANIFICAZIONE DEL TRATTAMENTO = all'interno della completa alleanza tra paziente e medico, sapendo il decorso della malattia, il paziente può, stando nella situazione, dire cosa sceglie in una certa "tappa" = pianificazione dei trattamenti. Questa pianificazione ha le caratteristiche della relazionalità. Si maturano posizioni differenti stando nell'esperienza concreta.
ORME IN MATERIA DI CONSENSO INFORMATO E DI DISPOSIZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO
Art 4: disposizioni anticipate di trattamento, legge 219 del 2017, Italia:
Ogni persona maggiorenne e capace di
intendere e di volere, in previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, può, attraverso le DAT, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari.
Questione non è di principio, ma di difficoltà pratica, in quanto spesso finché non si interviene non si sa l'esito.
Non sono i parenti che possono far cambiare ciò che è scritto nelle DAT, perché i pazienti sono maggiorenni, ma sono i medici, che devono però giustificare il perché vogliono cambiare.
TEMA DELLA MORTE CEREBRALE
Tema della morte cerebrale riguarda cosa fare solo in seconda battuta, ovvero riguarda la constatazione di una persona che ci permetta di dire se siamo di fronte ad un vivente o ad un cadavere.
se la persona è ancora viva o è già morta.I CRITERI DI ACCERTAMENTO DELLA MORTE
Parere del comitato Nazionale di Bioetica del 24 giugno 2010
In questo documento il CNB ha volutamente tenuto distinto il problema dell'accertamento della morte da quello del trapianto d'organi, basandosi sul ben preciso presupposto che la definizione dell'accertamento della morte non debbano avere una finalità ulteriore, nel senso che si deve sempre tenere fermo il principio che la dichiarazione di morte è indipendente dall'eventuale prelievo di organi e da ogni considerazione di ordine utilitaristico relativa ai costi socio-sanitari della assistenza ai pazienti post-anossici. Tuttavia il Comitato è consapevole che la loro connessione faccia ormai parte del diffuso sentire sociale in materia e che richiami ai trapianti di organi anche in questo documento si debbano tenere presenti soprattutto quando la questione sia colta nella prospettiva pratica.
Tale documento si cerca di capire se la morte cerebrale è un criterio che ci permette di dire sequello che ho di fronte è un cadavere, che è l'argomento centrale, da cui poi deriva il capire se si possono prelevare organi, perché è già morto, oppure no, perché è ancora vivo.
Quali sono state le trasformazioni?
IL CONTESTO: la tecnologia è protagonista: tecniche di rianimazione e introduzione del respiratore come sostegno vitale => inventato per i bambini poliomielitici non in grado di respirare da soli. Il medico si rese conto che era un problema muscolare e inventarono il respiratore innanzitutto fatto andare manualmente, poi pompa meccanica e non era più necessario un lavoro manuale.
Quando prendiamo in esame la morte cerebrale, ci sono sempre persone che non respirano autonomamente, ma tramite intubazione.
- 1959: coniata l'espressione come depassé per indicare lo stato successivo al coma.
- 1967:
Christian Barnard effettua il primo trapianto di cuore in Sud Africa (il paziente sopravvive 18 giorni)
Continuano poi in modo crescente le operazioni per dare organi ricevuti da altri a pazienti che non potevano continuare a vivere con i propri organi e si arriva nel- 1968: la scuola medica di Harvard equipara il coma depassé alla morte e introduce la nozione di morte cerebrale.
La commissione della Harvard medical School stabilisce 4 criteri per poter parlare di morte cerebrale, devono esserci tutti e 4:
- assenza di attività cerebrale (manca qualunque tipologia di attività cerebrale)
- assenza di respirazione spontanea (respirazione indotta da un macchinario)
- assenza di movimento riflesso o indotto
- assenza di riflessi nel tronco cerebrale
Condizioni che possano simulare morte cerebrale => accertamento deve escludere:
- casi di ipotermia, il freddo che può bloccare i processi cerebrali
- casi di intossicazione da farmaci, che potrebbero simulare lo stato di morte cerebrale