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DENATURAZIONE ENZIMATICA
Gli enzimi (proteolitici) comportano la denaturazione delle proteine. Gli enzimi li troviamo nella caseificazione, nell'amaturazione di alimenti, nei prodotti da forno, come coadiuvanti di processo, per la produzione e rilascio di aromi e per la stabilizzazione di bevande. Questi sono quasi tutti enzimi idrolitici ovvero rompono determinate macromolecole.
Non tutti gli enzimi presentati agiscono sulle proteine, in alcuni casi agiscono sui polisaccaridi (amilasi) e sui trigliceridi (lipasi).
Le proteasi hanno come substrato le proteine e rompono il legame peptidico; esse possono essere classificate in due gruppi principali:
- Esoproteasi: rompono il legame peptidico a partire dall'aa C-terminale o N-terminale esterno alla proteina, si taglia quindi partendo da una delle due estremità delle proteine (N-terminale o C-terminale). Producono singoli peptidi o al massimo due peptidi.
- Endoproteasi: rompono l'aminoacido bersaglio dalla parte C-terminale o N-terminale.
condizioniragionevoli deve poter agire su un residuo accessibile. Se ho una struttura proteica non è detto che la proteasi possa individuare il residuo amminoacidico per la quale è specifica e ciò dipende dalla struttura della proteina. La strutturazione può fare sì che il residuo non sia facilmente identificabile nella proteina e quindi la proteasi non riesce ad agire. Ci sono molti casi di alimenti che crudi sono indigeribili e cotti diventano digeribili. Vuol dire che la cottura ho modificato la struttura e ho reso accessibile il residuo bersaglio della proteasi. Posso anche fare il contrario quindi formare polimeri e rendere meno accessibile il residuo. Per valutare l'azione di una proteasi devo valutare quindi l'accessibilità del residuo che è substrato della proteasi.
Gli enzimi vanno dichiarati se sono presenti in un alimento nella forma attiva nella quale svolgono la loro funzione, se sono denaturati non vanno dichiarati.
Gli enzimi sono utilizzati per diverse produzioni e vengono utilizzati anche come marcatori di processo, permettendo di sapere a quali trattamenti e a quali maltrattamenti è stato sottoposto l'alimento. Gli enzimi sono naturalmente presenti in alcuni alimenti perché sono parte delle proteine che costituiscono l'alimento stesso e hanno degli effetti.
Le finalità principali dell'uso degli enzimi sono:
- Processi tradizionali
- Processi innovativi
- Miglioramento/semplificazione di processi esistenti
- Strumento analitico: dosaggio selettivo di componenti
- Analisi di processi: dosaggio dell'attività enzimatica come "marcatore" dell'intensità di trattamento
I processi tradizionali in cui vengono utilizzati gli enzimi sono:
- Caseificazione, a cui segue la maturazione del formaggio
- "Maturazione" di alimenti (come appunto il formaggio)
- Prodotti da forno
- Coadiuvanti di processo
Produzione/rilascio di aromi;
Stabilizzazione di bevande;
Coagulazione del latte (caseificazione): formazione del coagulo che è alla base della formazione di formaggi.
Il primo esempio è il ruolo di alcuni enzimi in alcune fasi di trasformazione che portano alla produzione del formaggio.
Nella produzione del formaggio la prima fase è la caseificazione (coagulazione presamica o enzimatica del latte), ovvero tutte le modificazioni a carico della micella caseinica che portano alla formazione del coagulo, una rete proteica al cui interno viene tenuta acqua, sali minerali e la frazione lipidica.
Un ruolo fondamentale nella formazione del coagulo che dà origine al formaggio è svolto dalle proteasi coagulanti, ovvero le proteasi specifiche che vengono impiegate per idrolizzare specificatamente la caseina. Queste proteasi sono 3 gruppi: la rennina (di origine naturale o ricombinante), le proteasi da muffe e alcune proteasi vegetali.
Vengono usate solo queste
perché hanno un'alta specificità, ovvero agiscono prevalentemente su specifici aminoacidi e non su altri, quindi queste proteasi comportano un'idrolisi controllata: ho una modificazione della micella di caseina parziale. È importante che queste proteasi agiscano sul residuo 105-106 del residuo di k-caseina, perché facendo questa idrolisi parziale crea il presupposto perché la micella caseinica si destabilizzi e formi un reticolo proteico preciso che forma il coagulo. La rennina ha un'alta specificità per questo residuo, per questo è la prima usata. Se uso un'altra proteasi, per esempio se uso la tripsina, che agisce su tutti i residui basici, essa agisce in diversi punti e non forma il coagulo, ma diversi peptidi.
Federico Tagliabue
Le altre proteasi citate hanno la caratteristica di avere una peculiarità di azione limitata solo su alcuni residui di caseina, e quindi possono formare il gel desiderato, che se non si forma,
ho un'idrolisi molto spinta e non formo il coagulo. La rennina è famiglia di 2 proteasi, è costituita da una miscela di due proteasi, che sono normalmente presenti nello stomaco dei mammiferi (vitelli). Esse sono la chimosina, una endoproteasi della classe delle idrolasi specifica per PHE-MET (aspartico proteasi) e la pepsina, una endoproteasi della classe delle idrolasi specifica per Ile, Val, Leu, Met, Phe, Trp (aspartico proteasi). Il rapporto tra le due proteasi varia con l'età dell'animale. Più l'animale invecchia avrà più pepsina rispetto alla chimosina. Chimosina e pepsina sono aspartico proteasi (aa importante nel sito catalitico). Mentre la pepsina ha un'azione su tutti i residui di aspartico e ha la stessa affinità sui 3 tipi di caseina, la chimosina presenta una diversa affinità per le diverse caseine, in particolare ha un'altissima affinità con la k-caseina, che deriva dalla sua.Specificità sul residuo 105-106. Quindi solo la chimosina crea i presupposti per il coagulo, la pepsina no.
La chimosina è importante nella formazione del coagulo per due motivi:
- L'affinità della chimosina nei confronti delle caseine: la chimosina ha un'altissima affinità verso la k-caseina (41-105), poi vi è la b-caseina (21) e l'alfa-caseina (2);
- Alta specificità d'azione: agisce su 105-106 della k-caseina; agisce anche su altri aa idrofobici ma il rapporto è molto basso. Questa peculiarità è fondamentale per il coagulo ma anche per le successive fasi di maturazione. È altamente affine per idrolizzare la k-caseina e poi ha un'affinità bassa ovvero fa una proteolisi bassa.
Altri enzimi che vengono utilizzati per formare il coagulo si avvineranno ma non saranno mai come la chimosina. Ad esempio proteasi di batteri presenti nel latte ed enzimi endogeni del latte (plasmina, catepsina).
D).La rennina che solitamente viene usata è quella presente nello stomaco dei vitelli e dei bovini. Questo perché in un caglio da stomaco di vitello il rapporto tra chimosina e pepsina è ideale, mentre con la crescita dell'animale viene selezionata la pepsina e quindi ne abbiamo in quantità maggiori. Nel caglio da stomaco di vitello la quantità di chimosina è nettamente superiore rispetto a quella contenuta nel caglio da stomaco di bovino adulto. Infatti il rapporto tra chimosina e pepsina è importante. Se metto tante pepsine vado a tagliare le caseine in posti diversi dal residuo 105-106 della k-caseina, questo è di interesse nel momento in cui prendo la cagliata e la faccio stagionare per fare il formaggio. Perché in questo periodo (stagionatura/maturazione) il formaggio va incontro a una serie di tagli proteolitici, se io metto dall'inizio queste proteasi, il processo è accelerato, più pepsina.più agevole sarà il taglio successivo al momento della coagulazione, quindi il formaggio matura in tempi brevi. C’è differenza su cosa c’è nella rennina in base all’età dell’animale, nel caso di un animale giovane che ha come unico alimento il latte, la percentuale di chimosina rispetto alla pepsina si aggira intorno al 55-75%, queste proporzioni cambiano nell’animale adulto perché non ha più solo il latte come nutriente e diventa la pepsina di gran lunga la proteasi prevalente, più del 90%. I produttori di calcio (i caglifici) mettono a disposizione dei produttori una varietà di enzimi coagulanti. Il rapporto chimosina e pepsina caratterizza il caglio. Alternativamente, se non voglio prenderla dagli animali, devo usare la rennina ricombinante, ottenuta da microrganismi. La scelta della rennina dipende dalle caratteristiche del prodotto che voglio ottenere. Queste diverse affinità fanno sì
che questo enzima sia stato pensato per fare tutta la filiera del formaggio, perché ha una fortissima affinità con la k-caseina, quindi serve per la coagulazione, e una bassa affinità con le due fasi che rimangono, e questo viene sfruttato per la fase successiva. Le rennine si differenziano nel rapporto tra la quantità di chimosina e la quantità di pepsina. Questo diverso rapporto condiziona il prodotto che si otterrà. È possibile utilizzare dei sostituti (proteasi sostitutive): ovvero delle proteasi prodotte da muffe, si ottiene un formaggio "vegano" dove le caratteristiche del coagulo sono diverse. Altre proteasi utilizzate sono quelle vegetali, prodotte da ficina e papaina oppure estratti da cardo o da carciofo. In alcune realtà, per produrre soprattutto formaggi tipici, vengono utilizzate delle proteasi sostitutive, che fanno un coagulo con delle peculiarità caratteristiche, diverse da quelle del coagulo ottenuto.lemento di origine animale come la chimosina. Oppure posso utilizzare la chimosina ottenuta da fonti animali, come il caglio di vitello o di capretto. Entrambe le opzioni sono ampiamente utilizzate nell'industria casearia per coagulare il latte e produrre formaggi.