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AZIONE DEGLI ORMONI SUL METABOLISMO DEL GLICOGENO

Azione del glucagone e delle catecolamine: (vedi riassunto su ormoni) sono ormoni ad attività iperglicemizzante. Tramite i recettori di membrana vengono attivate una serie di reazioni che attivano le PKA e quindi poi le chinasi:

  • Favoriscono la glicogenolisi: fosforilano e quindi attivano la glicogenofosforilasi
  • Attivano anche un inibitore della fosfatasi della glicogenofosforilasi
  • Inibiscono la glicogenosintesi: fosforilano e quindi inattivano la glicogenosintetasi
  • Inibiscono la glicolisi: fosforilano e quindi inibiscono la fosfofruttochinasi II
  • Favoriscono la gluconeogenesi: attivano i fattori trascrizionali CREB che permettono la trascrizione dei geni della gluconeogenesi

Azione dell'insulina: (vedi riassunto su ormoni) la trasduzione del suo segnale permette di attivare delle chinasi che:

  • Favoriscono la glicolisi: aumentano la trascrizione dei geni degli enzimi e attivano quelli già presenti per defosforilazione
  • Favoriscono la
soggetto e si misura la concentrazione di glucosio nel sangue dopo 2 ore. Se la concentrazione è inferiore a 140 mg per 100 ml di sangue, si parla di normale tolleranza al glucosio. Se la concentrazione è compresa tra 140 e 199 mg per 100 ml di sangue, si parla di intolleranza al glucosio. Se la concentrazione è superiore a 200 mg per 100 ml di sangue, si parla di diabete. La regolazione dei livelli di glucemia avviene attraverso l'azione di diversi ormoni. L'insulina, prodotta dalle cellule beta del pancreas, favorisce l'assorbimento del glucosio da parte dei tessuti e la sua immagazzinamento sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli. Inoltre, stimola la sintesi di proteine e l'accumulo di grasso. Il glucagone, prodotto dalle cellule alfa del pancreas, ha l'effetto opposto all'insulina. Stimola la glicogenolisi nel fegato, cioè la scissione del glicogeno per produrre glucosio, e la gluconeogenesi, cioè la sintesi di glucosio a partire da altre molecole come lattato, piruvato e aminoacidi. L'adrenalina, prodotta dalle ghiandole surrenali, ha un effetto simile al glucagone. Stimola la glicogenolisi nel fegato e nei muscoli, aumentando così la disponibilità di glucosio per l'organismo. Il cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali, ha un effetto simile all'adrenalina. Stimola la glicogenolisi nel fegato e nei muscoli e la gluconeogenesi. L'ormone della crescita, prodotto dalla ghiandola pituitaria, stimola la glicogenolisi nel fegato e nei muscoli e la gluconeogenesi. Infine, l'ormone tiroideo, prodotto dalla ghiandola tiroidea, aumenta il metabolismo basale e favorisce la glicogenolisi nel fegato e nei muscoli. In conclusione, la regolazione dei livelli di glucemia è un processo complesso che coinvolge diversi ormoni e meccanismi. L'equilibrio tra l'assunzione di glucosio dalla dieta, la sua utilizzazione da parte dei tessuti e la sua produzione endogena è fondamentale per mantenere la concentrazione di glucosio nel sangue entro valori ottimali.

peso corporeo e si misura la variazione della glicemia dopo 1 ora e il tempo utile per ritornare ai valori ottimali. Nei soggetti diabetici si raggiungono livelli di glicemia molto alti e si impiega più tempo (più di 2 ore) per ottenere livelli ottimali rispetto ad un soggetto normale.

MALATTIE DA ACCUMULO DI GLIGENO

GLICOGENOSI DI TIPO I o MORBO DI VON GIERKE: questa malattia è caratterizzata da un abnorme accumulo di glicogeno a livello epatico e renale (epatomegalia esplenomegalia). È dovuto ad un deficit di glucosio-6P fosfatasi che non permette di immettere glucosio in circolo e quindi genera una grave ipoglicemia. L'ipoglicemia provoca una iperproduzione di glucagone e catecolamine e ipoproduzione di insulina, che provoca un deficit nella crescita e aumento di trigliceridi in circolo. Vi è anche iperproduzione di acido lattico per deficit della gluconeogenesi.

Il test per questa malattia si basa sulla somministrazione di glucagone: in soggetti

normali provoca un aumento della glicemia, ma nei soggetti affetti da questo morbo non fa lo stesso quando viene somministrato a soggetti affetti da questo morbo. La terapia si basa sull'aumento dei livelli di glicemia: pasti brevi e frequenti contenenti molto glucosio. GLICOGENOSI DI TIPO III o MORBO DI CORI: La malattia è dovuta a un deficit dell'enzima deramificante che provoca accumulo di glicogeno ramificato nel fegato, muscolo, cuore ecc. La malattia provoca epatomegalia, debolezza muscolare, ipoglicemia e mancata risposta glicemica al glucagone. La maggior parte dei pazienti non muore nei primi anni di vita, pochi raggiungono l'età adulta. METABOLISMO DEL FRUTTOSIO Il fruttosio può essere utilizzato in diversi modi: - A livello epatico viene fosforilato dalla FRUTTOCHINASI in posizione 1 formando FRUTTOSIO-1P. Il fruttosio-1P viene poi diviso da un aldolasi in FOSFODIOSSIACETONE e aldeide glicerica che viene fosforilata per formare GLICERALDEIDE-3P, utilizzata nella glicolisi. - Perazione della aldolasi la gliceraldeide-3P e il fosfodiossiacetone formano FRUTTOSIO-1,6-BIFOSFATO, utilizzato nella gluconeogenesi. - In pochi casi Il fruttosio può essere fosforilato a FRUTTOSIO-6P dalla esochinasi che poi viene trasformato in GLUCOSIO-6P da una isomerasi. Questa reazione avviene nel tessuto adiposo, ciò è dovuto alla mancanza di fruttochinasi e alla scarsa quantità di glucosio. La FRUTTOSEMIA ESSENZIALE è una patologia congenita dovuta alla non produzione della fruttochinasi. Nella patologia si manifesta un elevata concentrazione dei livelli di fruttosio ematico, privi però di importanti conseguenze metaboliche. La INTOLLERANZA AL FRUTTOSIO prevede invece una scarsa affinità delle aldolasi verso il fruttosio-1P che si accumula nel fegato. Quest'accumulo provoca un'inibizione della glicogenolisi e della gluconeogenesi, provocando ipoglicemia che si manifesta con vomito, convulsioni e coma. La terapia consistenell'eliminare nella dieta il fruttosio. Il fruttosio è anche uno dei principali costituenti del liquido seminale, in quanto costituisce la principale fonte di energia per gli spermatozoi. METABOLISMO DELL'ACIDO GLUCURONICO L'acido glucuronico si ottiene a partire da molecola di UDPG. Per azione dell'UDPG DEIDROGENASI, l'UDPG viene ossidato nel gruppo alcolico C6 del residuo di glucosio per formare UDP-GLUCURONATO e due molecole di NAD⁺ si riducono a NADH. Il residuo di acido glucuronico dell'UDP-glucuronato può essere utilizzato per la sintesi di alcuni polisaccaridi e anche nel processo di detossificazione epatica, in cui le sostanze da eliminare si legano proprio con il residuo di acido glucuronico e poi vengono eliminati con l'urine. L'acido glucuronico può essere anche trasformato in xilulosio-5P che viene utilizzato nel ciclo dei pentosofosfati. Pagina 32 di 65 METABOLISMO DEL GALATTOSIO Il galattosio viene trasformato in glucosio e

avviene anche il processo inverso. Questa interconversione è utile sia per il lattante, in quanto consente l'utilizzazione del galattosio del latte che si trova in forma di lattosio, che per la madre, poiché il glucosio nella ghiandola mammaria viene trasformato in galattosio da cui si forma il lattosio. Inoltre il galattosio fa parte anche dei glicolipidi e delle glicoproteine.

Per essere trasformato in glucosio, il galattosio viene prima fosforilato in GALATTOSIO-1P dalla GALATTOCHINASI a spese dell'ATP. Per poter essere utilizzato, il galattosio deve unirsi ad una molecola di UTP ma questa reazione non avviene nel lattante perché manca l'enzima specifico. L'UDP-GALATTOSIO si forma invece in una reazione di scambio con l'UDPG: galattosio-1P + UDPG → UDP-galattosio + glucosio-1P. Dall'UDP-galattosio si forma poi UDP-glucosio per azione di una epimerasi.

La mancanza dell'enzima che determina la formazione di UDP-galattosio provoca accumulo

di galattosio-1P nei tessuti. Questa patologia è chiamata GALATTOSEMIA e provoca ritardo mentale, epatosplenomegalia e presenza di galattosio nelle urine. La terapia prevede l'eliminazione del latte dalla dieta del lattante, fino a un'età tardiva in cui viene prodotto l'enzima che permette di formare direttamente UDP-galattosio a partire da galattosio-1P e UTP.

Una malattia simile è dovuta alla non produzione della galattochinasi. L'UDP-galattosio permette la formazione del lattosio per trasferimento del residuo di galattosio della molecola ad una molecola di glucosio. L'enzima che permette la reazione è presente nella ghiandola mammaria con specificità esclusiva verso il glucosio; è presente anche in altri tessuti, in cui permette il trasferimento del galattosio anche su altri zuccheri permettendo la formazione di glicoproteine e glicosamminoglicani. La specificità dell'enzima della ghiandola mammaria verso il glucosio.

è dovuta allaproduzione di α-lattoalbumina quando la ghiandola è funzionante; quando la produzione di questa molecola cessa l’enzima diventa aspecifico come negli altri tessuti. Pagina 33 di 65

METABOLISMO DEI LIPIDI

I lipidi svolgono diverse funzioni:

FUNZIONE ENERGETICA: è tipica soprattutto degli acidi grassi liberio esterificati nei trigliceridi. La buona riserva energetica deriva dal basso contenuto di ossigeno negli acidi grassi ed è notevolmente maggiore di quella dei glucidi e delle proteine. I lipidi si accumulano soprattutto nel tessuto adiposo e costituiscono una fonte di riserva energetica soprattutto per il tessuto muscolare scheletrico e miocardico.

PROTEZIONE TERMICA: i lipidi accumulati nel tessuto adiposo sottocutaneo costituiscono una protezione termica per il corpo.

PROTEZIONE MECCANICA: allo stesso modo i lipidi del tessuto adiposo sottocutaneo e di quello periviscerale attutiscono gli urti provenienti dall’esterno.

FUNZIONE STRUTTURALE: i

I lipidi costituiscono una parte fondamentale delle strutture cellulari, in particolare delle membrane.

FUNZIONE BIOREGOLATORIA: alcuni lipidi di membrana, dopo la ricezione di un segnale esterno, subiscono idrolisi in cui si liberano alcuni loro frammenti che svolgono la funzione di secondi messaggeri lipidici.

DIGESTIONE E ASSORBIMENTO DEI LIPIDI: La digestione dei lipidi avviene nel duodeno e nel digiuno per azione dei SALI BILIARI, dei FOSFOLIPIDI DELLA BILE e delle IDROLASI PANCREATICHE. Nello stomaco è presente anche una lipasi gastrica che forma acidi grassi a corta catena che vengono assorbiti dalla mucosa gastrica e portati al fegato.

Per azione dei Sali biliari e dei fosfolipidi della bile, dai lipidi si formano piccole micelle in cui interno si evita il contatto con l'acqua. In questo modo la superficie disponibile per le idrolasi pancreatiche è maggiore.

Gli enzimi prodotti dal pancreas sono la LIPASI, la FOSFOLIPASI A2 e la COLESTEROLO ESTERASI che permettono di trasformare

i adipose. I trigliceridi vengono quindi immagazzinati nelle cellule adipose sotto forma di gocce lipidiche. Durante il digiuno o l'esercizio fisico, i trigliceridi vengono mobilizzati dalle cellule adipose e convertiti in acidi grassi liberi e glicerolo, che vengono rilasciati nel sangue per essere utilizzati come fonte di energia da altri tessuti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
130 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/10 Biochimica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Olcrot di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biochimica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Di Liegro Italia.