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GLI ENZIMI
Gli enzimi sono proteine che fungono da catalizzatori biologici.
Prima di parlare di essi, bisogna chiarire alcune nozioni a riguardo:
COFATTORE: una qualsiasi molecola la cui presenza è indispensabile
perché l'enzima svolga la funzione catalitica.
COENZIMA: qualsiasi cofattore che sia una molecola organica
APOENZIMA: parte proteica dell'enzima
GRUPPO PROSTETICO: qualsiasi cofattore legato covalentemente
all'apoenzima
OLOENZIMA: enzima cataliticamente attivo
SUBSTRATO: la molecola di cui l'enzima catalizza la trasformazione
Gli enzimi sono divisi in sei classi:
Un esempio di enzima ossidoreduttasi è il lattico deidrogenasi, l'enzima
che catalizza la trasformazione dell'acido piruvico in acido lattico, grazie
al coenzima NADH.
Alcuni esempi di cofattori inorganici sono : Cu++, Fe++, Fe+++, K+,
Mg++, Mn++, Ni++, Zn++
Alcuni esempi di coenzimi sono: biotina, tetraidrofolato, coenzima A,
NAD, FAD ecc.
Come agiscono gli enzimi
Gli enzimi catalizzano le reazioni chimiche abbassandone l'energia di
attivazione. La loro azione avviene in 4 fasi:
CINETICA ENZIMATICA ALLO STATO STAZIONARIO
ll modello cinetico spiega come all'aumentare anche di poco della
concentrazione del substrato disponibile all'enzima (di concentrazione
supposta costante), la velocità della reazione aumenti fino al
raggiungimento di un massimo, chiamato Vmax. In questo punto la
reazione ha raggiunto la velocità massima possibile semplicemente
perché è presente tanto substrato da saturare tutto l'enzima presente
in soluzione, perciò un'ulteriore aggiunta di substrato non servirebbe in
quanto non verrebbe più attaccato da enzimi. Ciò avviene perché non
sono più presenti enzimi liberi, ma solo forme enzimatiche legate al
substrato. L'enzima libero, indicato dalla lettera maiuscola E, reagisce
dapprima con il substrato S dando il complesso enzima-substrato ES, il
quale si scomporrà originando il prodotto della reazione enzimatica, P,
e riformando l'enzima libero.
La costante di Michaelis-Menten (KM) è un indice di affinità tra
l'enzima e il substrato. La Costante di Michaelis-Menten è una
grandezza caratteristica di ciascun enzima. Più basso sarà il valore di Km
e più bassa sarà la concentrazione di substrato che permette di
raggiungere una velocità di reazione pari alla metà della velocità
massima (il che indica un'alta affinità enzima-substrato).
Gli inibitori enzimatici
Con il termine inibitore enzimatico si indica una molecola in grado di
instaurare un legame chimico con un enzima, diminuendone così
l'attività. L'inibitore infatti può intralciare l'enzima nella catalisi della
sua reazione, per esempio impedendo al substrato di entrare nel sito
attivo dell'enzima stesso. Il legame tra enzima ed inibitore può essere
reversibile o irreversibile. Gli inibitori irreversibili solitamente
reagiscono con l'enzima, modificando chimicamente residui
amminoacidici fondamentali per l'attività. Al contrario, gli inibitori
reversibili si legano non-covalentemente e producono diversi tipi di
inibizione a seconda che si leghino all'enzima, al complesso
enzima-substrato, o ad entrambi.
L'ENERGIA LIBERA
La variazione di energia libera, o ΔG, indica l'evolvere di una reazione a
temperatura (T) e pressione (P) costante.
Essa è uguale a ΔG= G prodotti - G reagenti
Se ΔG<0, la reazione è esoergonica favorita
Se ΔG>0, la reazione è endoergonica sfavorita
Se ΔG=0, la reazione è in equilibrio
(Una reazione esoergonica libera energia, come per esempio la
combustione del metano (CH4) a biossido di carbonio (CO2). Al
contrario le reazioni endoergoniche sono quelle che "intrappolano"
energia all'interno di nuovi legami formati, come per esempio nelle
reazioni di sintesi (A+B ---> C).)
L'ATP (ADENOSINA TRIFOSFATO)
E' una molecola formata da una base azotata, cioè l'adenina, dallo
zucchero pentoso ribosio e da tre gruppi fosfato. E' un trasportatore di
energia libera che permette il compimento delle reazioni
endoergoniche all'interno delle cellule.
Esso viene sintetizzato nei processi esoergonici:
ADP + Pi + energia -> ATP
Dalla respirazione, in cui si libera energia, una parte molto piccola di
essa viene immagazzinata nelle molecole di ATP. L'immagazzinamento
vero e proprio avviene quando la fosfocreatina cede alla molecola di
ADP un gruppo fosfato che appunto le mancava per divenire ATP.
Mentre si uniscono gruppo fosfato e ADP, l'energia viene imprigionata
nei nuovi legami chimici: adesso avremo finalmente la molecola di ATP.
L'ATP dona energia mediante reazione di idrolisi, mediata dall'enzima
ATPasi, che nella maggior parte dei casi coinvolge il trasferimento di un
gruppo fosfato:
ATP---- + H2O -> ADP--- + H+ con una variazione di energia libera ΔG=
-30,6 kJ/mol
IL SISTEMA DELLA CREATINA-FOSFOCREATINA
MUSCOLARE
All'interno di una cellula muscolare, in condizioni di riposo, sono
immagazzinate modeste quantità di ATP, ma essa non può farvi
affidamento a lungo, una volta che ha cominciato a contrarsi. Quindi
per evitare la diminuzione del rifornimento di ATP, la cellula muscolare
deve incrementarne il tasso di produzione per poter tenere il passo con
l'aumento della velocità di utilizzazione. L'ATP che fornisce l'energia
necessaria per la contrazione è prodotta nelle cellule muscolari dalla
fosforilazione a livello del substrato e dalla fosforilazione ossidativa.
Quando in una cellula aumenta il consumo energetico, si ha una
riduzione della concentrazione di ATP e un aumento di quella dell'ADP.
Queste variazioni inducono un aumento dell'attività degli enzimi
responsabili della formazione dell'ATP, con la conseguenza che l'ATP
viene prodotta a un tasso più elevato. Anche se questo avviene non
appena la cellula inizia a contrarsi, queste reazioni richiedono alcuni
secondi per arrivare alla velocità necessaria. Quindi per assicurare la
disponibilità dell'ATP necessaria nel frattempo, i muscoli fanno
affidamento su una riserva di fosfati ad alta energia ed
immediatamente disponibile, la fosfocreatina, che cede il suo gruppo
fosfato all'ADP (che è sempre presente) per formare ATP. La cellula a
riposo contiene una quantità di fosfocreatina sufficiente a fornire una
quantità di ATP pari a 4-5 volte quella presente normalmente, che
consente alla cellula di mantenere la sua attività, fino a quando non
entrano in gioco le altre reazioni in grado di produrre l'ATP.
La reazione del creatinfosfato con l'ADP è catalizzata dall'enzima
creatinchinasi ed è reversibile: ΔG= -10,3 kcal/mol
N.B. La fosforilazione è una reazione chimica che consiste
nell'addizione di un gruppo fosfato (PO4---) ad una proteina o ad
un'altra molecola.
IL NADH (Nicotinammide Adenina Dinucleotide):
E' un coenzima ossidoriduttivo il cui ruolo biologico consiste nel
trasferire gli elettroni tramite lo spostamento di atomi di idrogeno. Ad
esso può essere aggiunto un gruppo fosfato, trasformando la molecola
in NADPH.
IL FAD (Flavina Adenina Dinucleotide)
È un coenzima ossidoriduttivo e partecipa a innumerevoli reazioni che
comportano il trasferimento di 1 o 2 elettroni. E' un importante agente
ossidante.
LA GLICOLISI
La glicolisi è un processo metabolico (fermentazione anaerobia),
attraverso cui la maggior parte degli organismi trae energia in assenza
di ossigeno. La glicolisi (o via di Embden-Meyerhof-Parnas) è il mezzo
per ottenere energia più sfruttato in natura, soprattutto grazie alla sua
anaerobioticità, sebbene non sia il più efficiente.
Attraverso la glicolisi, il glucosio viene parzialmente ossidato con la
produzione di molecole organiche. In una prima fase del processo,
composta da cinque passaggi, viene consumata energia (fase di
consumo energetico) per ottenere dal glucosio molecole di un derivato
del glucosio a più alta energia (gliceraldeide-3-fosfato), che verranno
poi trasformate nella fase successiva, composta di altri cinque passaggi,
in molecole nettamente meno energetiche di piruvato, con produzione
di energia superiore a quella consumata nella prima fase. Il processo
nel suo insieme è quindi di tipo catabolico, cioè in cui molecole più
complesse ed energetiche, vengono trasformate in altre più semplici e
meno energetiche, con accumulo di energia.
La reazione completa della glicolisi è la seguente:
→
Glucosio + 2 NAD+ + 2 ADP + 2 Pi 2 NADH + 2 piruvato + 2 ATP + 2
H2O + 2 H+
La glicolisi può essere suddivisa in due fasi: la prima fase è detta fase di
investimento, la seconda è la fase di rendimento.
Nella fase di investimento, il glucosio viene fosforilato a
glucosio-6-fosfato ed infine scisso in due molecole di
gliceraldeide-3-fosfato; ciò avviene attraverso l'utilizzo di due molecole
di ATP. I primi cinque passaggi della via metabolica, dunque,
comportano un consumo netto di energia.
Nella seconda fase, quella di rendimento, le due molecole di
gliceraldeide-3-fosfato vengono trasformate in due molecole di
piruvato (acido piruvico) con conseguente produzione di quattro
molecole di ATP e due di NADH (per riduzione del NAD+), le quali
permettono di rigenerare anche il pool di molecole riducenti presenti
nella cellula. Questa seconda fase, dunque, vede un recupero di
energia, che porta l'intero pathway glicolitico ad un guadagno netto di
energia.
1) Il glucosio (Glu) viene fosforilato a glucosio-6-fosfato (G6P)
dall'enzima esochinasi, che utilizza ATP come donatore di fosfato,
idrolizzandolo ad ADP.
2) G6P viene convertito nel suo isomero fruttosio-6-fosfato (F6P)
dall'enzima fosfoglucosio isomerasi.
3) F6P viene fosforilato a fruttosio-1.6-bisfosfato (FBP) dall'enzima
fosfofruttochinasi-1 (PFK1), che idrolizza ATP ad ADP.
4) FBP viene scisso in due molecole, il diidrossiaceton fosfato (DHAP) e
la gliceraldeide-3-fosfato (G3P) dall'enzima aldolasi.
5) DHAP viene convertito nel suo isomero G3P dall'enzima trioso
fosfato isomerasi.
6) Ogni G3P viene fosforilato e poi ossidato a 1,3 bifosfoglicerato
(1-3BPG) dall'enzima gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi, che non
consuma ATP per la fosforilazione, ma usa direttamente fosfato
inorganico presente nella cellula. L'altro cofattore usato dell'enzima è il
NAD+ che viene qui ridotto a NADH. La reazione presenta un
intermedio in cui il subs