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Sequenze interattive e routine interattive che devono essere fornite

Se per noi, anche già a 8/9 anni abbiamo interiorizzato le sequenze siamo capaci di avere piacere nel fare qualcosa di nuovo, nei bambini e nella primissima infanzia le interazioni ripetute sono necessarie e i bambini, questa necessità la manifestano con una rigidità che se li ascoltiamo capiamo che è un grido - non puoi mettere il bambino in situazioni di instabilità, ha bisogno di certezze (la prevedibilità).

Le interazioni ripetute sono necessarie, in quanto il bambino ha bisogno di certezze e di prevedibilità, infatti la conoscenza che ha del mondo è attraverso un mondo prevedibile che è sempre uguale.

La vita quotidiana va organizzata ben routine pre stabilite e sequenziali, che i bambini conoscono benissimo (e di conseguenza li rassicurano).

Il gioco libero se è funzionale agli adulti, non è funzionale ai bambini e non lo è sempre e in.

certimomento.

LEZIONE 6 - 23/03

Principali costrutti e concetti

  • Rappresentazioni Pre-Simboliche
  • Sintonizzazione Effettiva: processo interattivo che va distinto dall'imitazione. Nel primo caso si ha la restituzione del campo affettivo, nel quale il bambino può riconoscersi e apprendere, mentre l'imitazione è un comportamento che consiste nel copiare e riprodurre un'azione compiuta da un altro individuo. La sintonizzazione tra adulto e bambino permette a quest'ultimo di acquisire informazioni su se stesso.
  • Timing: corrispondenza nel tempo della sintonizzazione tra neonato e adulto, ovvero come essa viene realizzata.
  • Principi di Salienza: secondo il modello interattivo dinamico sono fondamentali e si tratta di organizzatori che stabiliscono per il bambino quali sono gli elementi salienti che lui deve apprendere e conoscere.

Come riesce il bambino a riconoscere gli aspetti salienti? Attraverso la ricorrenza, la quale consente ai piccoli

dì interiorizzare e di costruire attraverso la categorizzazione le informazioni che riguardano il sé e il mondo. Attraverso questo aspetto è indispensabile che, nella diade, l'adulto, il soggetto più significativo, sappia aiutare con la sua capacità di rendere questi principi assimilabili e conoscibili dall'individuo in evoluzione, cioè il piccolo. Tra i principi di salienza (sono fondamentali nell'interazione e nella costruzione del comportamento psichico dell'individuo che deriva dall'interazione che vive):

  1. Processo di Regolazione attesa si riferisce ai modo caratteristici e prevedibili in cui si svolge l'interazione (importanza della ripetizione costante e coerente: il mondo è prevedibile, quindi regolazione attesa, se ricorrente e se quello che io vivo nelle interazioni è identico. La ripetizione permette il controllo e la creazione di un sistema di regole condivise per i comportamenti reciproci.

perché se comportamenti nell'interazione si ripetono con ritmicità e sistematicità io so e posso prevedere, in questa danza interattiva, cosa faccio io e cosa fa l'altro e cosa avviene nell'interazione. Mentre se c'è discontinuità, dunque non coerenza e non prevedibilità, tutto ciò non può avvenire. Ed è a scapito della struttura psichica e della conoscenza -> principio di causalità, il quale è legato alla prevedibilità: se A allora B)

2. Processo di Rottura e riparazione: le rotture e le riparazioni nelle sequenze interattive attese organizzano le esperienze del bambino sulla base della capacità di percepire le conferme o le violazioni delle aspettative sulle informazioni classificate, secondo il modello di elaborazione delle informazioni in cui le capacità percettive del bambino gli consentono di ricercare percepire gli altri, e quindi di interagire con loro.

3. Processo

di Momenti affettivi intensi: sono i fattori organizzativi che si manifestano quando i partner esprimono nell'interazione esprimo a livello facciale, vocale, con il sorriso, con la bocca, con gli occhi, con le espressioni di gioia o tristezza. Questi momenti sono accompagnati da un'intensa attività corporea, perché l'emozione poi è pervasiva rispetto al nostro co-organizzatore principale che è il corpo e l'affetto a una dimensione da una funzione fondamentale noi momento interattivi intensi, pervie quell'aspetto specifico dell'affettività consente la conoscenza, il riconoscimento e l'apprendimento, è il veicolo fondamentale. La comunicazione con i bambini deve essere affettiva e corporea non essendoci da parte del bambino la capacità dialogica e di linguaggio. La dimensione affettiva-corporea è la prima e fa parte del nostro sviluppo filogenetico più antico ("cervello" piùantico)Questi comportamenti prendono in causa anche la relazione diadica tra persona significativa traadulto e bambino, dunque non sono esclusivi della generatività.La dimensione affettiva corporea è la parte più antica di noi. Quando parliamo con i bambini èun’azione che facciamo per in in quanto genitori o educatoricomunicazione è affettiva e corporea (espressioni facciali + azioni corporee). L’affetto è↳Laimportantissimo, perché consente la conoscenza e l’apprendimento.• INTERSOGGETTIVITA’: capacità, precocissima nello sviluppo, che riguarda la possibilità dicomunicare con la mente dell'altro cogliendo i contenuti, le interazioni e le emozioni. Nel suocuore versi, si distingue in:
  1. intersoggettività primaria: sottende tutte quelle forme di interazione che emergono dalsecondo mese di vita fino circa il quinto, definibili come "dialoghi sociali” caratterizzatidascambi di sguardi, sorrisi e vocalizzazioni, conformi alle norme comunicative - adulto-neonato Relazione estremamente diadica

    2. intersoggettività secondaria: È operativa dal quinto mese di vita, si inserisce in seguito a una frattura nella relazione di diadica tra adulto e bambino, fondata sulla comunicazione faccia a faccia. In questo momento il bambino inizia a esplorare in modo sempre più accentuato l'ambiente circostante, non assecondando più l'interesse per la comunicazione con un solo adulto (presumibilmente la madre), ma favorendo la "triangolazione" della regolazione diadica attraverso una maggior apertura coordinazione con il mondo esterno.

    Il bambino inizia un processo di individualizzazione ed è inoltre capace di esplorare in modo più approfondito il mondo circostante.

    Se lo sviluppo diadico è positivo si ha uno sviluppo tipico, laddove invece questa relazione diadica inizia a non essere ben strutturata e ben formata.

    Funzionante e ben integrata, iniziamo a integrare gli elementi dello sviluppo atipici e dunque quella che definiamo la clinica delle relazioni.

    Strumenti usati dal clinico:

    1. Colloquio clinico con i genitori (famiglia) con analisi della domanda e si fa, se necessario, la storia mestica del bambino (ciò che serve per comprendere la sua evoluzione): capire qual è il problema e di chi è a carico. Se il problema è esterno al bambino e riguarda il caregiver, il piccolo non viene visto.
    2. Intervento terapeutico a carico del genitore o della coppia a seconda di quale sia il problema.

    Se a un bambino è capitata la sfortuna di nascere in una famiglia non responsabile, non l'ha scelto lui, però il nido è un'altra realtà, che deve essere protettiva.

    Noi educatori non dovremmo mai urlare contro i bambini. Urlando spaventiamo. Lo spavento e la paura sono emozioni primarie che il bambino ha e vive. Quindi se io spavento, metto

    L'altra condizione peggiore. Tutte le persone hanno bisogno, non dell'urlo, ma di una voce calma e rassicurante, ma anche ferma.

    LEZIONE 7 - 24/03

    La valutazione e i test

    Viene ripreso il tema della valutazione diagnostica con diversi strumenti che vanno impiegati con i bambini e con i loro genitori. Quando noi iniziamo un approccio in età evolutiva abbiamo bisogno di fare un profilo psicologico del bambino in relazione a diversi strumenti che utilizziamo insieme. Dobbiamo quindi capire come questi strumenti vanno utilizzati all'interno di una processualità definita. La prima cosa che si fa è il colloquio con i genitori.

    Quali sono i test che si utilizzano?

    I test vengono utilizzati principalmente dagli psicologi, ma ci sono dei test proiettivi che possono utilizzare anche gli educatori, per comprendere cosa sta vivendo il bambino. Anche attraverso il gioco simbolico, uno strumento molto fondamentale e utile per l'educatore, si può capire.

    Il vissuto dei bambini e il loro mondo interno. I test sono usati per favorire le osservazioni delle dinamiche relazionali interiorizzate (la base del nostro mondo interno, sulla quale noi strutturiamo la nostra psiche) determinate nelle relazioni ripetute nel tempo.

    L'approccio relazionale ci mostra che i modelli che noi andiamo a interiorizzare hanno delle funzioni fondamentali: la funzione di anticipare la realtà (immagino quello che mi capiterà, di organizzare quelle che sono le interazioni che andrò a vivere, modificarle sulla base delle aspettative che sono riuscita a costruire e che hanno una forte dimensione strutturante. Sono per noi delle cornici strutturanti ed è attraverso la strutturazione che ci consentono di strutturare la nostra personalità.

    Esempio: abbiamo un bambino aggressivo, ma in realtà attribuiamo come variabile fissa e come tratto temperamentale bambino-aggressivo.

    una componente di un comportamento che quel bambino sta mettendo in atto sulla base della propria esperienza relazionale. Quindi noi cosa facciamo? Traduciamo come tratto stabile di personalità un comportamento reattivo e da analizzare dentro la matrice intrapersonale e intrapsichica. Quindi quel bambino come si rappresenta la realtà? Il bambino se si comporta (e non è) in maniera aggressiva? Legge la realtà come una realtà minacciosa e non sicura, come una realtà che non si riesce a prevedere sul piano della sicurezza e quindi mette in atto comportamenti reattivi al modello rappresentazionale. A volte non sono reattivi alla contingenza della realtà che noi percepiamo (e pensiamo che questo bambino sta facendo qualcosa di bizzarro), ma in realtà sta rispondendo al modello rappresentazionale e quindi alle aspettative che ha. Come dobbiamo intervenire? Noi dobbiamo attenerci ai modelli rappresentazionali dello sviluppo, che anche la
    1. Psicopatologia mette al primo punto. Un bambino quando arriva all'età scolare
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher didi.collu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Bastianoni Paola.