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Le attività materiali sono risorse aventi natura prevalentemente "fisica" e il cui impiego naturale per
l'impresa si estende oltre l'esercizio di riferimento. Ne sono un esempio immobili, impianti, macchinari,
beni in locazione e investimenti immobiliari.
Iscrizione al bilancio: al costo di acquisto ( );
Vita utile: periodo entro il quale la risorsa può generare reddito all'interno dell'impresa;
Ammortamento (tipico di impianti, macchinari e immobili): decadimento del valore dell'attività a
seguito di obsolescenza tecnologica e deperimento dovuto alla produzione. Generalmente si usa il
modello dell'ammortamento a quote costanti,cioè un modello lineare, secondo il quale:
dove è il valore presunto di cessione dopo T anni. Spesso T coincide la vita utile e .
prof.ssa E.M. Fumagalli - 11 - A.A. 2015/2016
Appunti del corso di: Economia (per Aerospaziali) G. Montorfano,R. Rota
Di conseguenza, anno dopo anno, il valore della risorsa vale:
Fair value o Market value (tipico degli investimenti immobiliari): è il prezzo che un potenziale
acquirente è disposto a pagare all'anno t. In particolare, se:
o FV(t)>V(t-1) si ha una rivalutazione dell'attività;
o FV(t)<V(t-1) si ha una svalutazione dell'attività;
6.2.2. Attività non correnti - attività immateriali
Le attività immateriali sono attività prive di consistenza fisica, sono controllare dall'impresa e sono in grado
di produrre benefici economici. Possono essere:
a vita definita: hanno cioè un effetto nel tempo limitato e stimabile (brevetti e licenze). Per questa
classe di attività, la valorizzazione dipende da vita utile e ammortamento.
a vita non definita: non vi è un limite prevedibile al periodo durante il quale ci si attende che
l'attività generi benefici economici (extra-valore di un'impresa). La valorizzazione segue il modello
del fair-value.
6.2.3. Altre attività non correnti
Tra queste attività compaiono le azioni di partecipazione in altre imprese, i titoli e i crediti finanziari
L'iscrizione al bilancio è pari al costo di acquisto e la valorizzazione avviene per fair-value.
6.2.4. Attività correnti
Le attività correnti sono destinate a trasformarsi in liquidità entro l'esercizio successivo. Si distinguono in:
Rimanenze di magazzino: sono i beni posseduti per la vendita o impiegati nei processi produttivi o
nella prestazione di servizi (materie prime,semilavorati, prodotti finiti).
L'iscrizione al bilancio è pari al minimo tra costo (costo di acquisto più costi di trasformazione e
trasporto) e valore di realizzo (prezzo di vendita stimato).
Crediti commerciali: sono crediti verso clienti a cui si è accordata una dilazione di pagamento.
L'iscrizione a bilancio è pari al presumibile valore di realizzo al netto del corrispondente fondo
rischio.
Titoli, crediti finanziari e attività finanziarie correnti: titoli e altre attività finanziarie diverse dalla
partecipazioni. L'iscrizione al bilancio avviene per fair value.
Cassa: corrisponde ai valori contanti in cassa aziendale, ai depositi bancari e postali e ai titoli di
stato di breve. L'iscrizione al bilancio avviene tramite valore di realizzo (e cioè pari all'ammantare
del denaro).
6.3. Passivo
Il passivo è articolato sul criterio di esigibilità e comprende i diritti vantati sull'impresa da parte dei
finanziatori, che sono:
Proprietari/azionisti;
Finanziatori "di debito";
Altri creditori.
A sua volta il passivo viene suddiviso in:
Patrimonio netto, che comprende i diritti vantati dagli azionisti e che sono esigibili nel lungo
termine.
prof.ssa E.M. Fumagalli - 12 - A.A. 2015/2016
Appunti del corso di: Economia (per Aerospaziali) G. Montorfano,R. Rota
Passività non correnti: sono i diritti vantati da terzi ed esigibili oltre il normale ciclo operativo,
quindi esigibili nel lungo termine;
Passività correnti: sono i diritti vantati da terzi ed esigibili entro il normale ciclo operativo e dunque
esigibili nel breve termine.
Passività correlate ad attività cessate/destinate ad essere cedute: sono passività riferite ad attività
oggetto della volontà esplicita di cessione dell'impresa e sono esigibili nel breve termine.
6.3.1. Patrimonio netto
Il patrimonio netto è l'insieme dei diritti vantati sull'impresa dagli azionisti per il capitale versato e/o
maturati in seguito alle attività di funzionamento dell'impresa. Esso comprende:
capitale emesso (o capitale sociale): è il capitale conferito dagli azionisti all'atto della
sottoscrizione. Al bilancio viene iscritta la somma del valore delle singole quote.
riserva da sovrapprezzo azioni: è il capitale aggiuntivo conferito agli azionisti all'atto della
sottoscrizione di aumenti di capitale a pagamento. Al bilancio viene iscritta la differenza tra il valore
di acquisto delle azioni e il loro valore nominali, moltiplicata per il numero di azioni che hanno
subito l'aumento.
riserva da rivalutazione: incorpora gli effetti delle modifiche di valore derivanti dall'applicazione
del criterio del fair value. In altre parole è la differenza tra il valore del FV e il valore a seguito
dell'ammortamento.
perdite d'esercizio: è il risultato economico di pertinenza degli azionisti maturato nell'esercizio cui
si riferisce il bilancio. Per questo motivo è pari al valore riportato alla fine del Conto Economico.
perdite portate a nuovo: è la somma di tutti gli utili che l'impresa ha deciso di non distribuire agli
azionisti (in genere per motivi di autofinanziamento interno).
N.B. Le ultime due voci sono le uniche che possono assumere valori negativi!
6.3.2. Passività correnti e non correnti
A questa categoria appartengono:
Passività finanziarie: sono i diritti vantati da soggetti terzi (non azionisti) che hanno finanziato
l'impresa. Possono essere sia correnti che non correnti e si distinguono in:
o obbligazioni: sono certificati che rappresentano una frazione (con uguale valore nominale e
uguali diritti) di un'operazioni di finanziamento. La società emittente garantisce ai
sottoscrittori la riscossione di un interesse ed il rimborso del capitale a scadenza, o sulla
base di un piano di ammortamento predefinito.
o debiti vero le banche, iscritti al bilancio tramite fair value.
Debiti commerciali: sono pagamenti differiti verso i fornitori sorti per costi relativi all'acuisto di
materie prime, servizi, ecc. Generalmente sono correnti; se non lo sono cadono nella voce “Debiti
vari e altre passività non correnti”. Vengono inseriti a bilancio in base al costo di acquisto.
6.3.3. Passività non correnti
Generalmente relativi al personale.
Fondo TFR (Trattamento di Fine Rapporto): è un obbligo verso i dipendenti da liquidare
all'interruzione del rapporto lavorativo o alla data di pensione (fondo pensione). I fondi sono creati
con accantonamenti annui (si veda CE), anziché in una volta sola. Iscrizione al bilancio tramite stima
attuariale di ente indipendente.
prof.ssa E.M. Fumagalli - 13 - A.A. 2015/2016
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Fondo rischi e oneri: comprende rischi e oneri di natura determinata e di esistenza certa o
probabile che alla datai di chiusura dell'esercizio sono indeterminati nell'ammontare. In altre parole
sono fondi per far fronte a eventi non prevedibili o eventuali obblighi. Sono per esempio il fondo
garanzia prodotti, i contenziosi fiscali e i fonti creati con accantonamenti annui.
Fondo imposte differite: sono gli obblighi nei confronti del fisco. Vi è una rateizzazione del
pagamento dei tributi, pagati oltre al termine dell'esercizio contabile (nel corso di più esercizi).
6.3.4. Passività correnti
Tra le passività correnti, si possono trovare:
Debiti per imposte: sono le imposte sul reddito dell'esercizio calcolare sulla base della stima del
reddito imponibile. Sono i debiti con il fisco calcolati sull'utile: in base all'aliquota fiscale viene
calcolato il tributo. In questa voce vanno inserite tipicamente le uscite di cassa nel successivo anno
di esercizio. I debiti per imposte differite diventano debiti per imposte col passare degli esercizi
contabili. Nel bilancio sono inseriti sulla base del valore che si prevede di pagare.
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6.4. Tabella riassuntiva voci SP
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7. Conto Economico
Il conto economico (CE) è un documento di bilancio che:
presenta i flussi economici in entrata ed uscita dall'impresa nel corso dell'esercizio contabile;
determina l'utile di esercizio dell'impresa come differenza tra i costi e i ricavi dell'esercizio. Se tale
differenza è positiva, significa che c'è stata un generazione di utili e quindi gli azionisti possono
essere ripagati.
mostra se e quanto l'impresa remunera il capitale investito dagli azionisti.
7.1. Principio di competenza economica
E' il principio base cu cui si basa la stesura del conto economico. Esso afferma che contribuiscono a formare
l'utile di esercizio solo costi e ricavi di competenza di un esercizio. Inoltre non vale il principio di cassa, si
ragiona cioè solo su costi e ricavi.
Ricavi di competenza: indicano il valore dei beni alienati e/o dei servizi erogati nel corso
dell'esercizio. Tali ricavi vengono registrati in CE nell'anno in cui è avvenuta l'alienazione del
bene/servizio, anche se l'entrata di cassa è precedente o successiva.
Costi di competenza: indicano il valore delle risorse utilizzate per generare i ricavi. Tali costi
vengono registrati in CE nell'anno in cui contribuiscono alla produzione anche se l'uscita di cassa è
precedente o successiva.
Le voci del CE possono essere suddivise in due modi alternativi, che differiscono solo per come sono
riportati i costi.
Per natura: i costi sono aggregati secondo la loro natura, cioè per fonte di costo. Per esempio:
acquisto di materiali, costo del personale...
Per destinazione: i costi sono aggregati secondo la loro funzione all'interno dell'impresa, cioè sulla
base del loro motivo di utilizzo. Comprende anche le attività di supporto (trasporto, distribuzione,
amministrazione,...).
7.2. Le gestioni
Il processo produttivo si divide in:
Gestione operativa: coinvolge sono costi e ricavi di produzione ed è relat